Ciao a Tutti!!!
Oggi sono andato a lavoro come tutti i giorni e già premonivo che qlcno mi avrebbe criticato per quello che era successo ieri. Ed ovviamente il mio spirito nazionalista mi ha permesso di far tacere, con un dialogo di reciproco rispetto, quel fastidioso ronzio (Noi siamo circa piu' di 20 p.).
La cosa strana è che qualsiasi cosa che succeda, nel bene e nel male, nella ns "piccola comunità" cinese, le conseguenze/critiche ricadano come "neve" su tutti i cinesi; indiscriminatamente.
E' questa generalizzazione che non approvo. Non si pu? fare di un fascio tutta l'erba!!! (ma che se la fumino tutta loro...)
Io, stamattina, ho fatto il diavolo in quattro per far capire a quella capa tosta che tutto quello che era successo ieri (a rigor di logica) erano le conseguenze di una tolleranza-rabbia ormai repressa da troppo tempo.
Credo che tutto quello che c'era da dire sia già stato detto.
Voglio solo quotare (i punti più salienti) una e-mail di un mio amico italiano che si "sfoga" per gli avvenimenti accadutidi ieri (giovedi' 12 Aprile 2007)
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Da: paolo [mailto:paolo@xxxxx.it]
Inviato: venerdì 13 aprile 2007 17.20
A: Daniela;
spada@xxxxx.it; Cheng
Oggetto: riflessioni a caldo su ieri
Ciao a tutti,
non potevo starmene zitto e ho scritto questa lettera che invierò a qualche giornale che si dice di sinistra ma che non sarà mai pubblicata . tanta però è la rabbia di come questa cosa è stata trattata dalla televisione e dai media che se ci penso mi ribolle ancor oggi il sangue nelle vene, in quanto mi sento colpito io in prima persona e una parte indelebile di quella che è stata la mia vita.
Cari compagni,
vi scrivo a caldo queste righe (e scusate l'italiano), dal momento che
i fatti di ieri mi hanno colpito nel vivo, avendo lavorato per anni
con lavoratori cinesi a milano e nella provincia di varese dove
tuttora risiedo. Il resoconto con cui ho cercato di riassumere in
brevi punti una situazione così complessa è "di prima mano": era il
1997, non ancora laureato, ho cercato di far diventare un lavoro quel
"wei renmin fuwu" (servire il popolo) che tante volte avevo tradotto
in università. Le conclusioni a cui arrivo sono ovviamente soggettive
ed esprimono unicamente le mie convinzioni personali sull'argomento.
1. situazione inizio anni '90
immigrazione crescente totalmente assorbita dalla domanda di
manodopera da parte della nascente imprenditoria cinese (confezioni,
ristorazione, pelletteria)
via paolo sarpi vuota di giorno, solo mamme nonni e bambini per
strada, tutti gli altri nelle cantine e nei ristoranti a lavorare.
2. situazione fine anni '90
immigrazione crescente NON PIU' assorbita dalla domanda di manodopera
da parte del padronato cinese:
via paolo sarpi progressivamente affollata anche da uomini giovani e
non disoccupati, pronti a girare l'italia alla prima occasione di
lavoro (cinese) che si presenti. in questo contesto:
successo del primo sportello di assistenza gratuito dedicato ai
lavoratori cinesi c/o camera del lavoro di milano (già 200 iscritti
dopo i primi 3 mesi per un orientamento alla ricerca di un lavoro
(italiano), in barba alle dicerie sulle comunità "chiuse"; esperimento
concluso dopo due anni per mancanza fondi (verso la fine mi venivano
date 100.000 lire al mese e passate pure come contributo benzina)
3. situazione attuale
la classe borghese cinese insediatasi a milano ha diversificato la sua
attività economica:
- confezioni, ristorazione, pelletteria in calo (cara vecchia caduta
del saggio di profitto...)
- sfruttamento del bilinguismo e integrazione nel territorio (loro sì,
non come i loro dipendenti/schiavi che dopo dieci anni faticano a
capire e parlare italiano, d'altronde è difficile trovare il tempo di
studiare dopo 12-16 ore al giorno di lavoro) per la creazione di
imprese di mediazione commerciale e import-export con la cina.
- aumento ulteriore della disoccupazione fra la manodopera cinese,
vera e propria riserva di lavoro a bassissimo costo che però costa
sempre di più che far fare le cose in cina.
- aumento del disagio sociale e visibilità dello stesso, criminalità
sempre più allo scoperto.
4. i 5 anni di centro-sinistra, parole parole
tante, belle parole a corollario della turco napolitano, ma soldi zero:
chi scrive oltre a lavorare in camera del lavoro ha fatto a tempo
pieno per 3 anni il mediatore linguistico-culturale (figura prevista
dalla legge sopra menzionata) lavorando nelle scuole e istituzioni
pubbliche (anagrafi e tribunali) come interprete e in affiancamento al
personale docente. un milione al mese è stata la media statistica
(aggregando i compensi ricevuti in tutto in un anno e dividendo per
12) di quanto ho percepito nell'anno migliore (1999) lavorando per più
di otto ore al giorno e girando con treno e macchina tra le province
di varese e milano. Ora per guadagnare 1000 euro e avere la speranza
di un mutuo trentennale faccio lo spedizioniere.
5. i 5 anni di centro-destra, tolleranza zero
soldi zero (qualche finanziamento a pioggia riempie la pancia delle
fondazioni amiche ma non crea alcun presupposto di stabilità sia dal
punto di vista progettuale e di intervento sul territorio, sia dal
punto di vista dei lavoratori che nel sociale operano e che del
sociale devono vivere) e nessuna bella parola a corollario (tolleranza
zero).
6. la situazione attuale, parole parole + tolleranza zero
una situazione assimilabile alla retorica del primo governo prodi
(tanti sì al posto dei no precedenti) con però ampie concessioni
ecumeniche e strizzate d'occhio all'ideologia falso-giustizialista,
razzista e di classe che ha contrassegnato il gov. precedente. soldi
neanche a parlarne (vedi punto 5).
In questo quadro, si colloca l'episodio di ieri. daniel colonia,
intervistato ieri da radio popolare, ne fornisce una chiave di lettura
convincente: la moratti colpisce gli interessi dell'imprenditoria
cinese che opera incontrastata in quell'area (ovviamente in appoggio
all'imprenditoria-elettorato locale da tempo in evidente difficoltà).
aggiungo: il padronato cinese reagisce, fiancheggiata dal console -che
di solito non esce mai dal suo ufficio, che tra l'altro si trova a due
passi dal quartiere cinese, aizzando - a rischio zero - il
sottoproletariato urbano di cui dispone. d'altronde, alla luce di
quanto premesso, per un operaio cinese che non sa una parola
d'italiano chi ha costituito finora il suo riferimento? almeno li ha
una bandiera, la sua bandiera rossa. azzardo, a caldo, un parallelo
con situazioni analoghe createsi ad esempio a foggia dove al posto dei
cinesi c'erano gli abitanti inferociti - italiani - del quartiere
popolare dove viveva il pregiudicato il cui arresto è stato per ore da
loro impedito.
fiumi d'inchiostro ora si sprecheranno a destra e a manca, evocando
scenari di conflitti di civiltà o inviti alla tolleranza e all'amore
universale. la mia modesta opinione era allora e resta che finché non
si inciderà sulla matrice di classe che esprime poi la cifra di questo
come di tanti altri conflitti (ovvero lo sfruttamento dei lavoratori
cinesi da parte spesso dei loro connazionali e degli italiani che a essi
commissionano il lavoro) la situazione peggiorerà ulteriormente:
finchè la loro causa non diverrà anche la nostra, ma per davvero.
Con saluti comunisti,
Paolo Selmi
Unquote####################################
scusate tanto se Ve l'ho quotato nella sua totale integrità. Rileggendola mi è parso tutto importante, per una Vs totale coprensione della sua mentalità.
Colgo l'occasione per salutare tutti i membri di Associna e sopratutto il resp. che crea l'opportunità di riscaldarci in uno stesso focolare.
Ed ovviamente i miei più sentiti complimenti per il risultato che ha ottenuto Associna e che sono sicuro continuerà ad avere negli anni venturi.
FORZA ASSOCINA/Idra!!!
Ciao
Matteo