analizziamo "molti italiani"... il concetto di "molto" è relativo... per alcuni molto è "più del 50%" per alcuni molto è "il 75%" per alcuni è anche solo il "20 o il 10%": pu? voler dire tutto e niente.
Non nascondiamoci dietro un dito quindi... quel "molti" serve solo a rendere politicamente corretta nella forma una generalizzazione razziale discriminante perchè il giudizio di fondo sugli "italiani in quanto tali" permane.
Ora ti dico, io come italiano, tollerante, non violento, aperto e desideroso di integrare nel nostro paese nuove culture, mi sento offeso da quello che hai scritto.
Forse tu non volevi scrivere una cosa razzista ma così io l'ho percepita magari per un mio errore di percezione.
E tutti possiamo compiere questo errore di percezione... quindi non mettiamoci a cercare il "razzismo" con il lanternino in ogni frase, in ogni parola che ci viene rivolta, perché rischiamo di trovarlo anche dove non c'è.
Sarebbe bello che non ci fosse la diffidenza verso il "diverso", ma da sempre "l'uomo ha paura di ci? che non conosce"... Non ci si pu? fare niente... accade in Italia come accade in Cina come accade in ogni luogo in cui due diversità culturali si incontrano.
In realtà qualcosa si pu? fare: smantellare questa diffidenza con il proprio comportamento, conquistarsi la fiducia di chi ingiustamente non ve la accorda in quanto "esseri umani".
E gli episodi di Milano (legittimi o non legittimi) non hanno contribuito a conquistare questa fiducia, la tendenza a raggrupparsi in comunità pur essendo naturale, comprensibile e sacrosanta non contribuisce a far conoscere quanto di bello c'è nella cultura cinese.
Purtroppo, sia pure ingiustamente, in qualsiasi paese gli immigrati per essere accettati devono conquistarsi la fiducia del popolo che li ospita, devono trovarsi a smantellare la naturale diffidenza.
E' un fatto, lo ripeto, ingiusto (che però non riguarda tutti per fortuna) ma col quale tocca fare i conti. Pacificamente.