glaus, io credo che "dire cose diverse, forse perché partiamo da assunti differenti e usiamo metodi null'affatto uguali" sia un'ottimo metodo per imporci di costruire quelli che io considero gli unici approcci utili, ossia quelli interdisciplinari ed inter-metodologici.
Molti errori comessi da antropologi, archeologi, linguisti, storici (alcuni incoscientemente, altri coscientemente, al servizio di ideologie suprematiste) in passato (e non solo) derivano proprio dal fatto che siamo stati abituati (non a caso) al settorialismo, allo specialismo, alla chiusura nel proprio metodo, allo scontro di tipo feudale fra "scuole", dentro ciascuna disciplina e fra discipline.
Non a caso i contributi innovativi migliori vengono da persone che si collocano "alla frontiera" della loro disciplina e che attingono da altre metodologie, come nel caso di Lévi-Strauss, che ha importato nell'antropologia metodologie della linguistica strutturalista, o Cavalli-Sforza che connette ricerca genetica e ricerca linguistica-antropologica, o anche Diamond, che mescola metodi della Linguistica, dell'Antropologia e della Storiografia.
Se c'é qualcosa di vero e qualcosa di errato (o almeno così ci appare, visto che ci sono differenze non conciliabili su alcuni punti) in quel che io e tu affermiamo, forse dipende dal fatto che c'é qualcosa di giusto ma anche qualcosa di sbagliato nei metodi che entrambi usiamo per "adesione professionale" legittima ed ovvia alle rispettive scuole.
Scoprire questi errori é possibile solo ASSIEME, cioé individuandone le radici metodologiche nelle rispettive "scuole".
Non é un fatto astratto o accademico, bensì concreto e collegato alla vita ed a drammi (odii, incomprensioni, suprematismi, pregiudizi, stereotipi e tutte le loro tremende conseguenze, VOLUTE) di tante e tante persone vicine e lontane.
Io sento come un mio dovere sforzarmi di capire meglio cosa contiene di metodologicamente sbagliato (spesso frutto della sua nascita come "ancella del colonialismo"), la disciplina che uso come UNO degli strumenti di comprensione del reale (Antropologia) e che non voglio diventi mai, coi suoi metodi (usati per giustificare tutto l'orrore possibile, in pasato) feticcio, religione, ideologia a cui aderire ciecamente .
Non posso non ricordare, però, che "ancelle" di ideologie mistificanti e quindi condizionate da esse (in particolare da quelle eurocentriche/occidentocentriche coloniali e postcoloniali e dalle reazioni estreme a quell'occidentocentrismo) son state anche l'Archeologia, la Linguistica, la Storiografia.
Sarebbe forse ora che ASSIEME ci aiutassimo a compiere percorsi di liberazione da quei cascami otto-novecenteschi e forse potremmo essere finalmente più noi stessi e più utili davvero agli altri, in un'epoca in cui la produzione di menzogne etnocentriche (avallate ancora da fior fiori di docenti e testi delle nostre discipline) e delle loro tragiche conseguenze (discriminazioni, razzismi, nazionalismi, suprematismi, pulizie etniche, integralismi, ecc.) non mi pare affato finita o in crisi!