paolo sarpi: cade la maschera? - page 2 - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: paolo sarpi: cade la maschera?  (Letto 10944 volte)

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Alessandro

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« Risposta #15 il: 01 Giugno, 2007, 20:27:19 pm »
Citazione da: "linlin"
per quanto riguarda gli aspetti positivi per ora non li vedo (ti dico da persona direttamente interessata).

 

perchè il tuo negozio è tra quelli che vanno meglio  :-D
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alessandro »

Levin

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« Risposta #16 il: 04 Giugno, 2007, 03:07:32 am »
Ma non hanno paura di ripercussioni da parte delle Triadi? Si sa che a Milano ce ne' una per isolato, persino dentro Palazzo Marino ci sono una o due Triadi :roll:

 :-D  :-D Scherzo!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Levin »

goldendragon

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« Risposta #17 il: 04 Giugno, 2007, 10:44:14 am »
Citazione da: "Levin"
Ma non hanno paura di ripercussioni da parte delle Triadi? Si sa che a Milano ce ne' una per isolato, persino dentro Palazzo Marino ci sono una o due Triadi :roll:

 :-D  :-D la mafia non é solo criminale ma puo' essere pure istituzionale... :evil:  :evil:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da goldendragon »

Dubbio

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Re: paolo sarpi: cade la maschera?
« Risposta #18 il: 06 Giugno, 2007, 01:32:31 am »
Citazione da: "cavallo"
leggete questa notizia! Ecco che forse comincia a cadere la maschera e si mostrano i VERI motivi, speculativi, di certe iniziative di delocalizzazione/deportazione dei Cinesi da Paolo Sarpi.
Scacciati i Cinesi, che sono comunque una comunità economicamente forte, sarà più facile alla speculazione "gestire" le "grandi trasformazioni" urbane nella zona fra il Cimitero e la Stazione garibaldi.
Che poi tali trasformazioni si decidano scavalcando il Consiglio Comunale, senza concorso di idee internazionale fra architetti, con accordi oscuri fra qualche finanziaria e senza specificare l'origine dei soldi, va benissimo ai "buoni" Milanesi elettori di Moratti e soci! E poi hanno il coraggio di rendersela coi Cinesi e di favoleggiare di "Triadi", ecc.! uando si sta preparando un'operazione degna del sacco camorristico di Napoli!
Sono un residente italiano del quartiere Sarpi / Canonica.

Meglio precisarlo subito, così se avete pregiudizi li potete sfogare liberamente.

Se invece, come a me, vi interessa conoscere la realtà dei fenomeni che vi circondano prima di fare illazioni, verificate se quello che scrivo è esatto o meno, e fatevi un'opinione dopo, non prima di conoscere i fatti.

La trasformazione urbanistica alla quale fai riferimento, che coinvolge la zona della stazione Garibaldi, la zona delle ex varesine e il quartiere isola  è il punto di arrivo di una travagliatissima vicenda urbanistica che è iniziata oltre quindici anni fa, quando nel quartiere Sarpi / Canonica il commercio all'ingrosso non era ancora insediato.

Non solo in quindici anni è passata ripetutamente sia dal Consiglio comunale che dal Consiglio regionale,   ma si sono avute anche sentenze dal TAR e del Consiglio di Stato che hanno fatto ripetutamente cambiare progetti e pianificazioni.

Dunque non c'è alcun rapporto tra quello che accade lì e quello che sta accadendo in Sarpi / Canonica.

Due terzi delle aree e degli investimenti sono di proprietà pubblica e la rimanenza vede tra i privati la presenza maggioritaria della Hines, che non è esattamente una finanziaria occulta.

Se non la conosci, informati qui: http://http://www.hines.com/home/default.aspx

E' una società americana, una delle più grosse immobiliari al mondo.

Bada bene che non ho dato alcun giudizio su questo intervento immobiliare dal punto di vista della sua opportunità o meno, perché non è questo il tema.

Constato solo che i fatti sono diversi da quelli su cui fondi i tuoi giudizi, con la conseguenza che esiste una elevata probabilità che i tuoi giudizi siano sbagliati.

Quanto alla delocalizzazione dei cinesi da Sarpi / Canonica, credo che finché si continuerà a chiamarla così si resterà lontani dal capire il problema e le sue cause.

Anche quello è un problema essenzialmente urbanistico, non razziale.
Il problema non sono i cinesi, sono i grossisti.

In qualunque città il commercio all'ingrosso non si insedia in un quartiere residenziale caratterizzato da vie piccole e strette, perchè la struttura logistica è incompatibile con l'attività.

Prima o poi arriva il momento in cui la situazione diviene insostenibile per tutti.

A Milano è vero che l'amministrazione comunale se avesse saputo governare la città negli anni passati non avrebbe dovuto consentire che si creasse una situazione del genere.

Ma è altrettanto vero che almeno a far tempo dal 2003 tutti i grossisti che si sono insediati sapevano che gli spazi erano inadeguati e che non avrebbero potuto rispettare i limiti di orario di carico e scarico merci  vigenti nel quartiere (10 - 14).

Quindi le responsabilità non sono da una parte sola e se è giusto porsi il problema dei tempi necessari per il trasferimento dei grossisti altrove, non ha senso continuare a difendere la permanenza nel quartiere di un tipo di attività incompatibile con la sua struttura urbanistica.

E ancor meno ha senso pensare che sia un'operazione contro la comunità cinese.

Se i grossisti fossero italiani, scriverei le stesse cose.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

Levin

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« Risposta #19 il: 06 Giugno, 2007, 02:58:04 am »
Io avrei un aggiornamento, ci passo ogni tanto e vedo questa progetto "Porta Nuova" e devo dire che non centra niente con Paolo Sarpi, il progetto e' in atto da molto prima dei fatti della multa e in zona che non include Chinatown (o almeno non ancora), ma la zona Garibaldi, se abitate a Milano e passate li' vedete enormi cantieri, grandi almeno 5/6 quartieri.
In questo progetto c'e' tutto da guadagnarci per la citta' perche' quei luoghi dove ora ci sono i cantieri erano vuoti e abbandonati a se stessi (e parliamo di una zona di 5/6 quartieri).
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Levin »

cavallo

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« Risposta #20 il: 06 Giugno, 2007, 08:57:22 am »
per Dubbio:
innanzi tutto grazie delle preziose precisazioni ed informazioni.
Mi spiace di essere stato incapace di farmi capire, ma nonostante che i miei post siano assai lunghi, restano necessariamente schematici e per questo forse non riesco a farmi capire.
L'intervento essenziale della ristruturazione urbanistica in corso a Milano é realizato dalla HINES, che é una grandissima società immobiliare USA, come tu dici. Ma bisogna fare alcune precisazioni aggiuntive:
1) La Hines (13,5 miliardi di USD di capitale nel 2006) é articolata in 19 società finanziario-immobiliari a cui partecipano una serie di fondi di investimento USA (che sono quelli che gestiscono di tutto negli USA, dalle pensioni a fonti di finanziamento meno...nobili), secondo un sistema detto di "scatole cinesi"  che impedisce di conoscere i veri investitori in ciascun fondo (e possono essere a loro volta grandi gruppi finanziari che contengono altri soci, da Berlusca, per fare un solo esempio, a finanziarie delle isole Cayman...!) e quindi nella HINES stessa;
2) il sistema delle "scatole cinesi" rende non-trasparenti queste finanziarie; io NON HO detto che vi sia certamente riciclaggio ma gli studi di economia internaionale e le denunce dei magistrati italiani, spagnoli, anche USA provano che CI PUO' ESSERE riciclaggo, nel senso che sono appunto alcune di queste mega-finanziarie (e non i ristorantini sotto casa o i negozi cinesi) i luoghi in cui le mafie internazionali (italiane, russe, colombiane, ecc.) riciclano i loro capitali;
3) i capitali da riciclaggio sono paradossalmente I PIU' SICURI perché possono lavorare in perdita; gli altri sono spesso caratterizzati da alti tassi di rischio e le dimensioni di una società, la sua rapida espansione ed  suoi alti dividendi non ne provano affatto  la solidità; per brecità rimando alla storia della ENRON, che era assai più forte dela HINES e guarda com'é finita!!! Ci? significa che si ta in effetti afidando ad UN SOLO SOGGETTO, non trasparente e reso meno sicuro dalla non-diversificazione, il cuore di Milano;
4) nel progetto Hines (34,4 acri) rientrano: la costruzione delle nuove sedi per la Regione Lombardia e il Comune di Milano, una Università, un parco, hotels, uffici, residenze e negozi. La Hines é SOLO UNA INTERMEDIARIA FINANZIARIA, per capirci NON E' UNA IMPRESA EDILE ed affida ad altre compagnie la costruzione, dopo di che affitta e vende il costruito. A CHI? Chi comprerà i centri commerciali, gli hotels, ecc.? I risparmiatori milanesi? gli investitori italiani? gli speculatori alla Ricucci? le mafie? le grandi società...cinesi che per la loro impersonalità infastidiscono i razzisti meno dei Cinesi in carne ed ossa?
5) La questione principale, che qualsiasi ingegnere, architetto e studente di tali facoltà conosce, però E' UN'ALTRA: cosa accade alle aree contigue ad un simile progetto enorme gestito teoricamente da UNA SOLA FINANZIARIA (si é visto cosa avviene con le "scatole cinesi")? Come cambia il loro valore immobiliare e la loro destinazione? Chi se ne appropria? E qui casca l'asino per Via Paolo Sarpi. Perché é evidente che un simile mega-progetto farà AUMENTARE enormemente il valore dei suoli e degli edifici (e dei negozi) attorno, attraendo speculatori d'ogni tipo. Non é una mia supposizione: a Milano ed altrove é già avvenuto e fra questi speculatori ci sono società che partono con poche migliaia di Euro e rivendono a milioni (Ricucci ha fatto così), ci sono mafiosi, ci sono fondi di investimento di banche, ci sono evasori fiscali, ci sono amichetti dei politici locali e nazionali. Le conseguenze sono l'espulsione degli abitanti e dei commercianti locali e la creazione di quelli che l'antropologo Augé chiama "non luoghi", ossia aree in cui di "vivo" ci sono solo i flussi speculativi, con appartamenti solo per straricchi (che oggi sono spesso non imprenditori sani, ma appunto speculatori e mafiosi) e/o loro protetti/e;
6) PRIMA di questo incremento speculativo di valore, é classico espellere i proprietari e gli affittuari per potersi impossessare da parte di questi soggetti   (o della stessa HINES nelle parti di città ove essa dovesse operare sul costruito, ma il problema centrale non é questo) di edifici ed aee che fra 3-4 anni varanno 3-5-10 volte di più; nel caso di Paolo Sarpi, il tentativo contro i Cinesi (sì solo contro di loro: non si stanno minacciando ZTL in aree prive di negozi cinesi: QUESTO E' RAZZISMO ed é pure una truffa, in cui il Comune diventa "braccio armato" di interessi altrui) é addirittura di costringerli (con ZTL e delocalizzazione) a SVENDERE i negozi, in modo da guadagnarci ancora di più, perché TANTO LORO NON VOTANO (e questo pure e' razzismo, perché significa colpire UNA COMUNITA' INTERA E SOLO PERCHE' E' TALEE NON PUO' INFLUIRE COL VOTO SUL COMUNE);
7) il problema della compatibilità grossisti-strade piccole-orari di scarico é una scusa; le strade erano piccole anche quando il Comune ha dato ai commercianti cinesi  permessi di insediarvisi (non mi risulta siano occupanti o commecianti abusivi) e i problemi di carico e doppie file esistono indisturbati in molte altre zone  di Milano, ma senza Cinesi: se si vogliono risolvere questi problemi lo si  pu? fare (in altre città europee, come Parigi, si é fato) con piccoli accorgimenti e molta condivisione (ad sempio ci sono micro-furgoni che possono  girare nelle strade piccole con minor ingombro; inoltre, mi dici quale valoe monumentale, naturalistico o di pregio proteggerebbe la ZTL a Paolo Sarpi? E' L'UNICA che sarebbe creata SOLO come arma di ricatto (e questo non é razzismo?)!
8) che i Consigli Comunali non abbiano MAI discusso i particolari del piano non lo dico io, ma i consiglieri di opposizione e molte Associazioni che si occupano di tutela dei diritti dei cittadini e di ambiente urbano;
9) infine, credo che l'elemento razzista anticinese (che credo di aver evidenziato ai punti 6 e 7) serva ai promotori di quella che resta una speculazione (ripeto, soprattutto sulle aree  ATTORNO a quel che sarà creato dalla HINES, ma non solo su quelle) per evitare la saldatura positiva fra i Cinesi (che commercialmene sono significativi) ed i non-Cinesi (che sono il 90% dei residenti) di Paolo Saropi e dintorni, che potrebbe far fallire l'operazione SVENDITA; quando i residenti non-Cinesi avranno visto partire i Cinesi, toccherà a loro piangere.
Resta una domanda a cui nessuno mi ha risposto: se i Cinesi "delocalizzeranno" ad Arese, i loro negozi a Paolo Sarpi CHI li comprerà ed userà? Siete davvero convinti che si "rivitalizzerà" l'area e che avverà con soldi puliti? O li lasceranno vuoti in attesa di caciare anche i residenti? Mi viene da ridere a pensare che dopo ani di menzogne contro i Cinesi su "Triadi" ed affini, Paolo Sarpi finirà probabilmente in mano davvero delle mafie, ma invisibili, attraverso prestanome: Viva la "capitale morale d'Italia" (Milano)!!!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Dubbio

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« Risposta #21 il: 06 Giugno, 2007, 14:40:58 pm »
Secondo me è sbagliato il metodo con cui dai i giudizi.
A parte il fatto che nei moderni sistemi di diritto commerciale nessun meccanismo societario di "scatole cinesi" è in grado di occultare i titolari delle partecipazioni, ma al massimo si rende più difficile, ma mai impossibile, l'individuazione del gruppo di controllo (che tra l'altro nelle public company di fatto è spesso il management piuttosto che i soci), non è sufficiente che un'operazione urbanistica sia grossa e vantaggiosa per concludere che sia criminale.

Sembra quasi che tu abbia già una tua idea, formulata prima dell'esame dei fatti, e che poi analizzi la realtà non per quella che è ma per quella che dovrebbe essere per giustificare la tua idea.

A mio avviso il procedimento dovrebbe essere inverso.

La realtà è quella di una imponente trasformazione urbanistica, non distante da Sarpi - Canonica, alla quale si sta lavorando da vent'anni, e che sarebbe avvenuta in qualsiasi città, perché in quella zona quelle aree non potevano che avere questa vocazione, chiunque in concreto poi realizzi l'operazione.

La realtà è anche che quando si recupera urbanisticamente una zona della città, quelle adiacenti aumentano di valore, è una legge economica, non un piano truffaldino.

Ma se pensi che quindi vi sia il disegno di allontanare da Sarpi - Canonica il commercio all'ingrosso per passare poi all'acquisizione degli immobili del quartiere rivalutati dalle operazioni urbanistiche circostanti, conosci poco la situazione immobiliare del posto.

L'80% dei fabbricati del quartiere è costituito in condominio, una realtà giuridica che in Italia ha caratteristiche che non solo rendono impossibili significative trasformazioni urbanistiche, ma addirittura rendono problematiche operazioni di semplice ristrutturazione, come emerge chiaramente dalle condizioni spesso degradate di molti stabili.

E quanto alle motivazioni che ti spingono a ritenere che ci sia un atteggiamento razzista nei confronti dei cinesi, anch'esse non si basano sui fatti.

A Milano ZTL e pedonalizzazioni si sono fatte in altri quartieri, dove c'erano attività e residenza solo italiani.

L'elemento in comune esistente tra queste zone, è che si trattava di quartieri storici della città, caratteristica che è tra l'altro tipica anche proprio del quartiere Sarpi - Canonica.

Inoltre non si tratta affatto di una scelta improvvisa e strumentale, ma di un punto del programma elettorale, pubblicamente dichiarato anche in quartiere, con il quale il candidato sindaco Letizia Moratti ha vinto le elezioni lo scorso anno.

Ancora, non esiste alcuna città in Italia in cui un quartiere con caratteristiche tipologiche come il Sarpi-Canonica di Milano abbia subito un insediamento di grossisti anche solo lontanamente paragonabile a questo.

Del resto i cinesi qui ci sono sempre stati, ma i problemi sono inziati solo col commercio all'ingrosso.

Quando li minimizzi parlando di soste in seconda fila o di micro-furgoni, mi fai pensare agli anni sessanta, quando in Italia era possibile costruire i supermercati senza dotarli di parcheggi.

Ce ne è ancora un esempio, l'Esselunga di via Losanna.

La soluzione non è stata adottare piccoli accorgimenti, è stata vietare i supermercati se non c'erano parcheggi.

Infine, la domanda su chi utilizzerà gli spazi che dovessero essere lasciati liberi dai grossisti è mal posta, perché non dipende da questo il fatto che la delocalizzazione sia necessaria, ma dall'incompatibilità del commercio all'ingrosso col quartiere.

Mi accorgo che sono stato davvero troppo lungo per le caratteristiche che deve avere un post in un forum, e me ne scuso.

Forse i problemi erano troppi, o forse è troppo interessante discuterne in questo modo con voi  ;-)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

Alessandro

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« Risposta #22 il: 06 Giugno, 2007, 14:46:04 pm »
Citazione da: "Dubbio"
Quando li minimizzi parlando di soste in seconda fila o di micro-furgoni, mi fai pensare agli anni sessanta, quando in Italia era possibile costruire i supermercati senza dotarli di parcheggi.

Ce ne è ancora un esempio, l'Esselunga di via Losanna.

La soluzione non è stata adottare piccoli accorgimenti, è stata vietare i supermercati se non c'erano parcheggi.

non vorrei dire una fesseria, ma fino a pochissimi anni fa era ancora possibile
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alessandro »

babo

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« Risposta #23 il: 06 Giugno, 2007, 17:07:41 pm »
Citazione da: "Dubbio"
Ancora, non esiste alcuna città in Italia in cui un quartiere con caratteristiche tipologiche come il Sarpi-Canonica di Milano abbia subito un insediamento di grossisti anche solo lontanamente paragonabile a questo.

Del resto i cinesi qui ci sono sempre stati, ma i problemi sono inziati solo col commercio all'ingrosso.

Quando li minimizzi parlando di soste in seconda fila o di micro-furgoni, mi fai pensare agli anni sessanta, quando in Italia era possibile costruire i supermercati senza dotarli di parcheggi.

Ce ne è ancora un esempio, l'Esselunga di via Losanna.

La soluzione non è stata adottare piccoli accorgimenti, è stata vietare i supermercati se non c'erano parcheggi.

Infine, la domanda su chi utilizzerà gli spazi che dovessero essere lasciati liberi dai grossisti è mal posta, perché non dipende da questo il fatto che la delocalizzazione sia necessaria, ma dall'incompatibilità del commercio all'ingrosso col quartiere.



Dunque il problema è solo l'ingrosso non perchè sono cinesi....quindi se i negozi cinesi fossero stati al dettaglio, le attività potrebbero restare al loro posto.
Ma allora perchè sono state concesse le licenze?
Se è il comune che ha sbagliato, non dovrebbe essere lui stesso a pagare invece di scaricare tutto sui commercianti cinesi?
Non è che delocalizzando a forza si soddisfano allo stesso tempo le richieste dei leghisti e si da il via alla speculazione edilizia?
Se era già tutto programmato da 15 anni, c'è forse stata una truffa ai danni dei commercianti?
Cmq se il comune vuole intervenire delocalizzando ha l'obbligo morale e civile di risarcire i proprietari e gestori dei negozi.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da babo »

cavallo

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« Risposta #24 il: 06 Giugno, 2007, 18:58:06 pm »
per Dubbio:
Ad alcune delle tue osservazioni risponde giustamente Babo e consiglo di mettere in rapporto quel che  dice con quanto contenuto nel testo seguente

http://case.in.vendita.realigro.info/ta ... ilano.html

che é dell'Ufficio Studi di TECNOCASA.

Faccio notare in particolare l'affermazione seguente in quel testo:

"Particolarmente positivo l'andamento del mercato della zona di Sarpi-Canonica, che ha contribuito al rialzo delle quotazioni della macroarea Bovisa-Sempione (+3.1%).". Dunque, a Paolo Sarpi le quotazioni GIA' SALGONO GRAZIE AL MEGAPROGETTO HINES, ma i Cinesi devono SVENDERE (chi DEVE andarsene, é COTRETTO a vendere sottocosto, secondo l regole più ovvie del mercato!) dopo aver pagato mega-buoneusicite a chi ha venduto loro i negozi. Non acorgersi del legame fra i due fatti é assai più errato che sottolinearlo, nonj trovi? E si pu? parlare di "libero mercato" quando si OBBLIGA a vendere (con la ZTL o con il trasferimento coatto ad Arese)? E non trovate razzismo nel trattamento riservato SOLO ai Cinesi? Che aspettate che avvenga?

Sulle logiche delle varie operazioni urbanistiche in atto a Milano negli ultimi anni consiglio di leggere (oltre all'articolo di Jacopo Gardella su REPUBBLICA in Cronaca di Milano del 4 giugno 2007, sui grattacieli):

http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=409
http://www.msacerdoti.it/notizie.htm#30/05/07a
www.msacerdoti.it/garepisolacapelli.doc
in particolare faccio notare che per il Progetto Garibaldi non é stato neppure presentata la valutazione di impatto ambientale (VIA)

Ma soprattutto raccomando la lettura dell'articolo seguente del 26.05.07:
http://eddyburg.it/article/articleview/9013/0/38/

del quale segnalo soprattutto il passo seguente:
"Il Comune di Milano, però, si dimentica di dire che nel Protocollo d’intesa con FS del 20 marzo scorso per il riutilizzo degli scali ferroviari in dismissione rientra anche lo scalo Farini, di circa 500.000 metri quadri, vicinissimo a Paolo Sarpi, per il quale si indicano solo ipotesi di massima valorizzazione immobiliare con case ed uffici. Né il Comune né FS hanno pensato minimamente alla rilocalizzazione del commercio all’ingrosso di via Paolo Sarpi, puntando solo alla massima valorizzazione immobiliare."

I condomini si possono acquistare anche in blocco (é già accaduto a Milano ed a Roma) e quindi la condominialità non difende affatto dalle megaoperazioni speculative.

Che il sistema di "scatole cinesi" delle finanziarie sia trasparente lo credono solo coloro che non conoscono cosa sono le società off-shore ed i paradisi fiscali; vatti a vedere i documenti della Direzione Generale Antimafia, quelli di EUROPOL (sul riciclaggio attraverso le finanziarie),  quelli sullo scandalo ENRON o quelli delle inchieste su Ricucci e di quelle sui fondi in Svizzera di Craxi, Berlusconi, ecc.! C'é molta più puzza di mafie in quei meccanismi che in tutti i negozi cinesi d'Italia messi assieme!

Infine una precisazione: il Rione Esquilino di Roma (con 640 negozi cinesi, di cui oltre il 90% show-rooms di attività di ingrosso) ha più pregio architettonico dell'area di Paolo Sarpi, include Piazza Vittorio, l'ex-Acaquario liberty ("Casa dell'Architettura"), la Facoltà di Studi Orientali ed é accanto alla Stazione Termini ma il Comune di Roma non si é mai sognato (finora) di proporlo come ZTL: perché a Milano sì? Forse perché a Roma ancora non sono stipulati i patti  fra politica e speculazione che da tempo governano Milano?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Dubbio

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« Risposta #25 il: 07 Giugno, 2007, 01:14:04 am »
Innanzitutto ti prego di non attribuirmi affermazioni che non ho fatto (non ho mai scritto che il sistema di controllo societario noto come quello delle "scatole cinesi" sia trasparente).

In secondo luogo ancora una volta i tuoi argomenti prescindono da fatti.

Poiché credo di avere già esposto con chiarezza il mio pensiero, e finora non ho letto qui alcuna dimostrazione della sua eventuale inesattezza, mi limito a segnalarti gli elementi del tuo discorso che presuppongono o affermano una realtà diversa da quella che abbiamo di fronte:

1) (e questa è per Babo) I grossisti si sono insediati in quartiere senza avere alcuna licenza.
Non perché fossero abusivi, semplicemente perché per aprire un'attività di commercio all'ingrosso la legge non prevede la necessità del rilascio della licenza.

2) E' vero che i grossisti per insediarsi hanno pagato ai dettaglianti che se ne andavano buone uscite molto superiori al valore di mercato delle loro attività, ma a me questo sembra un errore imprenditoriale, soprattutto considerando che si vedeva benissimo che si stava insediando il commercio all'ingrosso in una zona strutturalmente inadatta, con tutti i rischi che questo necessariamente comporta almeno nel medio periodo (come si è puntualmente verificato).

3) Le logiche delle operazioni urbanistiche degli ultimi anni a Milano, possono essere giudicate nei modi più disparati, a seconda delle idee politiche di ciascuno (io personalmente sono piuttosto critico su come il centro destra ha governato la città sotto questo profilo), ma questo non c'entra con l'incompatibilità della struttura urbanistica di Sarpi-Canonica con il commercio all'ingrosso.

4) Non so se ti sei accorto che l'articolo di eddyburg che hai citato, rivela una sorprendente ignoranza delle caratteristiche dell'insediamento dei grossisti nel quartiere.
Esso presuppone infatti che i grossisti siano anche proprietari degli immobili nei quali gestiscono le loro attività.
Nella stragrande maggioranza dei casi questo non accade, per cui i grossisti non hanno alcun potere di disposizione della proprietà degli immobili.

5)  Non è mai accaduto che un quartiere (ma neppure un isolato) costituito da edifici condominiali sia stato oggetto di un'operazione immobiliare che ne abbia fatto cessare la condominialità.
I pochi casi segnalati di acquisto di un condominio da parte di un unico proprietario, riguardano edifici di piccole dimensioni (meno di dieci unità immobiliari) e operazioni isolate.
A Milano non si è riusciti a far cessare la condominialità neppure nei due casi accaduti negli ultimi anni in cui due esplosioni di gas hanno raso al suolo l'intero condominio ed è rimasto solo il terreno.....

6)  A Roma, nell'intero quartiere Esquilino, vige il divieto di esercizio del commercio all'ingrosso, previsto dal Piano del Commercio che il Comune di Roma ha tempestivamente approvato in attuazione di una legge del 1998, e che il Comune di Milano ad oggi non ha ancora preparato (e questa è una delle responsabilità negative dell'amministrazione comunale alle quali ho accennato in un posto precedente).
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

cavallo

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« Risposta #26 il: 07 Giugno, 2007, 09:04:47 am »
per Dubbio:
premetto che io non ti attribuisco affermazioni, ma cerco di riferirmi alle tue (se sbaglio e ne chiedo scusa):
a) tu dici:
"non ho mai scritto che il sistema di controllo societario noto come quello delle "scatole cinesi" sia trasparente"

ma tu avevi scritto:
"nei moderni sistemi di diritto commerciale nessun meccanismo societario di "scatole cinesi" è in grado di occultare i titolari delle partecipazioni, ma al massimo si rende più difficile, ma mai impossibile, l'individuazione del gruppo di controllo"

dunque SE IL MECCANISMO NON OCCULTA  VUOL DIRE CHE SI PUO' RISALIRE AL GRUPPO DI CONROLLO (E PURE AGLI ALTRI SOCI) E QUESTO   SIGNIICA "TRASPARENZA"; ebbene, ci? non é vero. Se si usano società off-shore, conti numerati in Svizzera o siocietà in paradisi fiscali NON E' POSSIBILE RISALIRE ALLA VERA PROPRIETA'.
Tu affermi legittimamente le tue idee ma senza riferimenti alla realtà, io ti ho ricodato che la Direzione Generale Antimafia, EUROPOL, il pool di Milano e molti altri più esperti  di me e di te affermano in decine di documenti (se vuoi posso cercarti qualche citazione, ma penso lo pyuoi fare tu stesso e poi molte di queste notizie sono pubbliche) che il sistema delle "scatole cinesi" rende IMPOSSIBILE risalire alle vere origini di certi finanziamenti o lo rende possibile (parzialmente, mai del tutto, vedi casi Craxi-Berlusconi-Svizzera) solo dopo complesse indagini giudiziarie che certamente si fanno solo in occasione di reati gravi e NON IN OCASIONE DI "NORMALI" INVESTIMENTI IMMOBILARI.

b) di interi articoli agomentati e dettagliati tu citi solo (Eddyburg) uno dei pochi errori che commettono e non prendi in considerazione l'insieme: mi pare arrampicarsi sugli specchi;

c) non ho mai parlato di cessazione della condominialità e non é vero che non si sono comprati edifici in blocco (ossia acquistandoli dai singoli proprietari di appartamenti e negozi): la condominialità resta perché chi acquista in blocco non o fa per collezionare ma per ESPELLERE i precedenti abitanti/commercianti e RIVENDERE a prezzi gonfiati (non realizzando un legittimo profitto d'impesa, ma un superprofitto speculativo), il che ovviamente mantiene la condominialità ma muta i soggetti di essa, snaturando del tutto interi quartieri. Ci? é accaduto eccome (perfino a Bologna al Pratello, dove il rislutato é stato l'insediamento di puttane di alto bordo: bella come riqualificazione, no?) se tu avessi seguito lo scandalo Ricucci lo sapresti meglio;

d) il commercio é stato ampiamente liberalizzato da leggi dei governi Prodi 1 e Berlusconi ed i "Piani" Comunali, incluso quello che tu citi, di Roma, non possono violarle, tanto é vero he sono sparite fra l'altro le distanze fra esercizi dello stesso tipo (escluse le farmacie e poco altro); il Piano aprovato a Roma vieta L'INGROSSO (usando l'escamotage di permetterlo solo per determinate grandi superfici,  che nei quartieri storici non ci sono) ma NON VIETA gli show-rooms dell'ingrosso, che sono la vera forma dell'ingrosso dei negozi cinesi, che tengono in negozio 1-2 pezzi per ogni tipo di articolo, esposti negli scaffali, in mostra, tengono in magazzino alcune scorte per il "piccolo ingrosso" (ad esempio le borse per i venditori ambulanti e alcuni commercianti al minuto piccoli)e poi fanno ordinativi a depositi siti fuori città: questa é la realtà dell'ESQUILINO;

e) a proposito dell'ESQUILINO a Roma, io con quell'esempio ho risposto a quel che tu affermavi:
" non esiste alcuna città in Italia in cui un quartiere con caratteristiche tipologiche come il Sarpi-Canonica di Milano abbia subito un insediamento di grossisti anche solo lontanamente paragonabile a questo"
e ti acevo notare che all'Esquilino a Roma, invece ESISTE una realtà simile; i problemi di Paolo Sarpi  relativi al posteggio abusivo ed all'uso dei carrelli (che ci sono anche ad Esquilino) dimostrano di che tipo di ingrosso si tratta, ossia "ingrosso da show-room" (si dà il caso che lo abbia studiato con altri 5 antropologi per 1 anno, con ricerca presentata a novembre 2005 in un Seminario alla Facoltà di Studi Orientali) ed il fatto che ci? avvenga vicino a stazioni FS dipende dalla volontà di rapportarsi a bacini di utenza (per gli acquisti) ben al di là dell'area e della città (ad Esquilino vengono acquirenti da altre città italiane e perfino da fuori Italia!!!).  l'"ingrosso maggiore" classico (praticato anche dai Cinesi, ma in altre aree) NON USA furgoni, camioncini  e carrellini ma autotreni e pianali portacontainers che a Esquilino o Paolo Sarpi neppure entrano per le loro dimensioni (quelli che vedi viaggiare sulle autosrade): non facciamo confusioni.

f) dire che il fenomeno sia solo di Paolo Sarpi é errato e credere che si sia trattato di uno sbaglio nelle scelte dei Cinesi anche: si tratta invece di una collaudata strategia commerciale che a Parigi (città in cui la legalità viene fatta rispettare più che a Roma e a Milano, ma in cui nessun sindaco i destra o di sinistra ha mai discriminato i Cinesi) funziona da oltre 30 anni!

g) quando i Cinesi sono arrivati a Paolo Sarpi e Esquilino la liberalizzazione del commercio non era avvenuta e per insediarsi, forse non lo sai, hanno avuto bisogno di licenze commerciali altrimenti non potevano subentrare nei negozi;

h) hai ragione: se si fa un cattivo investimento si pu? legittimamente perdere e del resto le associazioni dei commercianti cinesi stanno ponendosi il problema della diversificazone (che sta già in arte avvenendo, forse non te ne sei accorto: esistono phone-centers, servizi al commercio, servizi ai servizi, ecc. che 3-5 anni fa non c'erano); se però un Comune, per l'intreccio fra gli interessi speculativi e la rincorsa della xenofobia leghista, OBBLIGA (con ZTL ad hoc e con delocalizzazioni) a trasferirsi e per di più TUTTO A SPESE DEI COMMERCIANTI CINESI (quando lo si fa ad esempio con le autodemolizioni ITALIANE si danno incentivi fiscali ed aree GRATIS, come é avvenuto a Roma: perché?) le perdite non sono provocate da errori dei Cinesi ma da discriminazioni italiane; infatti, alrimenti i Cinesi se ne starebbero andando in massa da soli se come tu sostieni fosse stato un errore investie a Paolo Sarpi. Il fatto é che quando si danno tempi olutamente ristretti per sloggiare, i prezzi dei locali crollano: SI DEVE SVENDERE, NON VENDERE (se i negozi sono affittati "svendere" vuo dire rinunciare alla buona-uscita del subentrante mentre la si  pagata per insediarsi)! Ribadisco l'esempio anche se é triste farlo: nel 1938 migliaia di commercianti Ebrei fuggirono dalla Germania (e si salvarono dai lager), ma dovettero per questo SVENDERE.

i) non noti da un lato la sproporzione fra i problemi denunciati a Paolo Sarpi ("parcheggi in doppia fila", "uso dei carreli sui marciapiedi", "furgoni che ostruiscono le strade", "ingroso": che altro????) e risultati attesi (espulsione di un'intera comunità e gravissimi danni economici alla stessa), dall'altro il rapporto fra ristrutturazioni  speculative e afflusso di capitali (lo ripeto) DI ORIGINE NON TRASPARENTE? E non noti il legame fra non-voto dei Cinesi e finanziamenti dei "poteri forti"(Ligresti, per fare un nome di un signore che tu certo conosci e che era in prima fila alla presentazione del progetto di ristrutturazione fatta dalla Moratti...) e voto dei poveretti abbagliati dagli stereotipi xenofobi e pseudo-identitari "padani" leghisti? Pensi davvero che un Comune ricco, fote e pieno di problemi insoluti come Milano armerebbe una canea come quella attuale su PaoloSarpi se in gioco ci fossero solo  carrellini sui marciapiedi o l'ingrosso? Pensi davvero che se i Cinesi votassero ed esprimessero collegamenti con qualche "potere forte" milanese li delocalizzerebbero facendo pagare a loro i costi? E pensi davvero che trattare un'intera comunità in questo modo solo perché non vota, non ha poteri finanziari locali a sostenerla e non fa parte degli sciacalli che stanno ripartendosi il piatto della speculazione a Milano sia indice di civiltà invece che di ottuso razzismo?

In ogni caso faccio i miei migliori auguri ai residenti italiani di Paolo Sarpi: se i Cinesi verrano delocalizzati, presto capiranno cosa accadrà davvero di quell'area e di quella maggioranza fra loro he non ientra nei piani dei nuovi "padroni" (trasparenti, trasparentissimi, no?) di Milano. Forse chiederanno, allora, inutilmente, la solidarietà...dei Cinesi?
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"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Dubbio

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« Risposta #27 il: 07 Giugno, 2007, 15:27:09 pm »
Francamente sono entrato in questa discussione non tanto perché mi interessasse far vedere che le mie ragioni siano migliori delle tue (non lo sono necessariamente, semplicemente sono quelle che finora mi hanno convinto di più), quanto perché credo nel dialogo e inoltre mi pareva che le tue affermazioni fossero frutto di illazioni e pregiudizi.

Avrai notato che non ho mai cercato di dare maggior autorevolezza a ci? che ho scritto, parlando di chi sono, di cosa faccio e di quali siano le mie competenze, diversamente da quanto hai scelto di fare tu, che per rinforzare il tuo parere riferisci delle tue ricerche universitarie.

Io non l'ho fatto sia perché sarebbero informazioni che i miei interlocutori non potrebbero controllare, e quindi non sarebbe giusto nei loro confronti, sia perché quello che scrivo deve valere in sè, non per quello che io sono o faccio.

Considera inoltre che l'accelerazione dei fatti di cui stiamo discutendo è avvenuta allorquando in febbraio un'assemblea di oltre cinquecento residenti del quartiere ha rinfacciato al Vice Sindaco che il Sindaco non stava rispettando le promesse elettorali che lo avevano portato al successo  in questa zona della città.

E la protesta non aveva affatto toni razzisti, semplicemente lamentava il fatto che nel quartiere non si poteva più circolare, che i marciapiedi erano a rischio, i passi carrai intasati, gli incidenti ai pedoni in aumento, come l'inquinamento portato da centinaia e centinaia di furgoni per la maggior parte non in regola con le disposizioni relative alle emissioni dei gas di scarico.

Nelle tue parole non c'è traccia di questi problemi, tutto è da attribuire alle mafie.
Non pretendo di convincerti del contrario, ma purtroppo la realtà che ho quotidianamente di fronte è questa e finché ne prescinderai, non potrai essere convincente se non per chi non ha bisogno di essere convinto perché condivide i tuoi stessi pregiudizi.

Detto questo, mi scuso ma devo fare ancora alcune precisazioni su quanto hai scritto:

1)   Sulle scatole cinesi, rileggi quello che hai scritto.
Dopo avere riconosciuto che io avevo detto che è un sistema che rende difficile ma non impossibile l'individuazione dei gruppi di controllo, scrivi che invece lo rende impossibile, a meno che non si ricorra a complesse indagini giudiziarie.
Il che significa per l'appunto che non lo rende impossibile.
Quanto poi al fatto che le indagini giudiziarie non si possono fare per ogni operazione urbanistica, in un paese civile questo è ovvio.
Servono prove, non illazioni per dare del criminale a qualcuno, anche se fosse la peggiore persona di questo mondo.

2)   Non è vero che non ho preso in considerazione gli articoli che hai citato, semplicemente ho precisato che non ne discutevo qui perché non è la politica urbanistica il tema di questa discussione.
L'errore di Eddyburg l'ho menzionato perché viene posto alla base di una sua ricetta per risolvere il problema, e conferma quindi i rischi che si corrono quando si ha un approccio preconcetto alla realtà.

3)   Vedo che non conosci cos'è la condominialità e dai per scontato che io non conosca lo scandalo Ricucci.
Confesso che qui la tentazione di parlarti di chi sono e cosa faccio è stata forte, ma non cederò restando fedele ai principi di cui ho scritto sopra.
Verifica dunque l'esattezza di quello che scrivo, chiunque io sia: puoi farlo controllando le disposizioni di legge vigenti e per quanto riguarda Ricucci anche i registri delle imprese e i registri immobiliari.
La condominialità è la situazione giuridica che si verifica quando in un singolo fabbricato composto da più unità immobiliari queste non sono tutte di proprietà di un solo soggetto, ma ve n'è almeno una di proprietà di un soggetto diverso.
Ogni proprietario è un condomino e lo stabile viene chiamato condominio.
Acquistare in blocco un condominio è pertanto impossibile, in quanto per arrivare ad avere un unico proprietario di tutte le unità immobiliari occorre che il soggetto interessato riesca a comperare ogni singola unità da ogni singolo condomino.
Se ci riesce, l'operazione non potrà mai essere qualificata come una manovra per espellere i condomini perché essi stessi, vendendo, avrebbero di fatto dato il loro assenso ad andarsene.
Questo è il motivo per cui un quartiere composto da edifici condominiali è impossibile da aggredire con strategie di espulsione dei condomini residenti.
Ricucci non ha mai acquistato proprietà già frazionate in condominio, come non lo fanno in generale gli immobiliaristi, perché sarebbero operazioni dall'esito mai sicuro, e in ogni caso lunghissime e costosissime.
Ricucci ha fatto ben altro, ma non è questa la sede per discuterne.

4)   Le leggi a cui tu fai riferimento riguardano il commercio al dettaglio.
Il commercio all'ingrosso non aveva necessità di essere liberalizzaro semplicemente perché non era regolamentato.
Gli show rooms dei grossisti non hanno nulla a che vedere con il commercio all'ingrosso di cui stiamo parlando, perché uno show room non pu? vendere all'ingrosso.
Al contrario, nel quartiere Sarpi-Canonica i grossisti riforniscono prevalentemente gli ambulanti dei mercati dell'Italia settentrionale, ed ogni loro cliente è un furgone con tanto di bancarella piegata installata sul tetto.
All'Esquilino questo è rigorosamente vietato.

5)   Che la modalità con cui i grossisti cinesi si sono insediati in Sarpi-Canonica sia il risultato di una collaudata strategia attuata in vari paesi del mondo è certo.
Tuttavia qui hanno sbagliato il quartiere, ne hanno sottovalutato l'inadeguatezza logistica, non hanno considerato la sua realtà  essenzialmente residenziale.
Dovrei dire anche che forse pensavano che il commercio all'ingrosso fosse possibile anche per le sole quattro ore che il regolamento vigente attribuiva al carico-scarico merci e che si siano accorti dopo che così non era.
Ma in realtà penso (perché l'ho visto quotidianamente) che non abbiano mai pensato di rispettare questo regolamento e che abbiano sperato di riuscire a violarlo senza conseguenze.
Ora che si comincia a vedere che era un rischio da non correre, non ha senso fingere che non fosse un rischio per non accettare di avere commesso un errore (anche se sono il primo a dire che gli errori più gravi li ha compiuti il Comune, ma non lo uso come un argomento per continaure a sbagliare mantenendo il commercio all'ingrosso dove non è compatibile).

6)   Tu vedi una sproporzione tra i problemi dei residenti e le conseguenze che la delocalizzazione potrebbe avere per le famiglie dei grossisti.

Mi sembra un argomento simile a quello utilizzato a suo tempo dai sindaci siciliani che non abbattevano le case abusive dicendo che non potevano lasciare senza tetto le famiglie che le abitavano.

E' sicuro che sono problemi delicati e da affrontare con sensibilità e collaborazione da parte di tutti.

Ma se la comunità cinese negherà gli esatti termini del problema, sarà più difficile.

Quando mai in questi anni i grossisti hanno mostrato comprensione per i problemi dei residenti, grandi o piccoli che essi li ritenessero?

Eppure si vedeva bene che il continuo aumento di esercizi all'ingrosso era insostenibile.

Quando si sarebbero fermati, se non fosse accaduto quello che abbiamo oggi sotto gli occhi?

Mah...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

marcowong

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« Risposta #28 il: 07 Giugno, 2007, 18:32:50 pm »
Citazione da: "Dubbio"

...
Ma se la comunità cinese negherà gli esatti termini del problema, sarà più difficile.

Quando mai in questi anni i grossisti hanno mostrato comprensione per i problemi dei residenti, grandi o piccoli che essi li ritenessero?

Eppure si vedeva bene che il continuo aumento di esercizi all'ingrosso era insostenibile.

Quando si sarebbero fermati, se non fosse accaduto quello che abbiamo oggi sotto gli occhi?

Mah...


Io ho vissuto in zona Paolo Sarpi circa 15 anni fa, e molti dei grossisti cinesi che c'erano all'epoca già da parecchio sono andati in altre zone, una volta ingranditisi, hanno "delocalizzato" il proprio magazzino altrove.
E sempre in quel periodo erano state proposte dalla comunità varie iniziative per valorizzare l'area, e farne una "Chinatown" che potesse diventare un polo di attrazione turistica come lo è quella di Londra per esempio. Forse chi abita nella zona da più tempo ricorderà il primo capodanno lunare cinese con la sfilata del drago, che attrasse più di centomila persone per le strade del quartiere. In qul periodo, tra l'altro, era anche diverso il mix tra negozi ed ingrossi. Quindi parlare di disattenzione o di insensibilità da parte della comunità dei commercianti cinesi non è del tutto appropriato, purtroppo la cassa di risonanza è stata data alla protesta senza proposizione, e la l'aut-aut di prendere una decisione importante come delocalizzare senza alcun incentivo, senza che vi sia accordo tra comune e provincia, per me è solo un altro errore dell'amministrazione.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da marcowong »

cavallo

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« Risposta #29 il: 07 Giugno, 2007, 22:22:21 pm »
per dubbio:
premesso che spero tu stia seguendo ANNO ZERO (Rai 2) di oggi che parla del gangsterismo nella finanza italiana in genere (citando Gido Rossi che dice che ad esempio "Telecom é come la Chicago degli anni '30"), di come si usano le "scatole cinesi" per nascondere i veri autori delle operazioni speculative finanziarie in tutti i campi  e delle speculòazioni immobiliari dagli anni '70 ad oggi a Milano collegate a tali ambienti "puliti" (hai presente cosa sono la "Pirelli Re" e "Pirelli C. Estate"? sai che la stessa persona era nel Consiglio di Amministrazione Telecom e in quello di Pirelli Estate, e la prima ha venduto alla seconda immobili a prezzi assurdi?), cerco di rispondere ancora una volta, aggiungendomi a quanto già ti dice marcowong:
1) non ho citato mie attività per dare autorevolezza a quel che dico, ma solo perché credo un dovere dire al lettore le fonti e se la fonte é uno studio che io ho fatto me ne assumo io la responsabilità, anche perché  non mi vergogno di dire quel che faccio, visto che non ho mai accettato di lavorare per speculatori, produttori di falsità storiche, consulenti di evasori fiscali o simili;
2) il "disagio" creato dai Cinesi a Paolo Sarpi é tale e tanto intenso da diventare motivo di assemblee col vicesindaco... che TECNOCASA di Milano afferma che il valore degli appartamenti in quell'area E' AUMENTATO al punto da compensare IL CALO di valore nelle aree contermini (ad Esquilino, a Roma, é successo lo stesso) !!! Se sai qualcosa di immobili capisci da solo che una zona che si degrada NON VEDE aumentare il valore degli appatamenti, che come tu ben sai non sono ceto bottino in maggioranza di Cinesi: questo basta a dimostrare come certi disagi siano soprattutto elettoralistici e gonfino difficoltà reali che ci sono in altre zone di Milano, di Roma, di Torino (o ce ens ono altre peggiori: spaccio, locali notturni con clientela chiassosa e spesso "dubbia", ecc.) e che DA NESSUNA PARTE possono motivare ricatti ed espulsioni coatte;
3) io non ho afatto attribuito TUTTO alle mafie, ho solo detto (e lo ripeto) che se si é arrivati alle idee di espulsione (anche scavalcando il dialogo che la comnità cinese ha proposto e le sue idee concrete, di cui ti parla marcowong) é perché si sono intrecciate strumentalizzazioni elettoralistiche (di cui tu stesso parli, magari con approvazione), risultati della diffusione di menzogne oscene (come quelle sui Cinesi che non muoiono mai di cui si parla in altro topic di questo forum) e di stereotipi fra la gente comune ed interessi speculativi finanziario-immobiliari, denro i quali POSSONO essere presenti finanzieri d'assalto, specyulatori i vario tipo amici dei politici, ma anche, lo ripeto, riciclatori internazionali di denaro e mafie;
4) potevi risparmiarti la lezione sui condomini: sai bene che la magioranza delle famiglie italiane vivono in alloggi di propria proprietà (compresi i miei genitori) e pertanto si sa benissimo cos'é un condominio;
5) la tua seguente affermazione:
"Acquistare in blocco un condominio è pertanto impossibile, in quanto per arrivare ad avere un unico proprietario di tutte le unità immobiliari occorre che il soggetto interessato riesca a comperare ogni singola unità da ogni singolo condomino.
Se ci riesce, l'operazione non potrà mai essere qualificata come una manovra per espellere i condomini perché essi stessi, vendendo, avrebbero di fatto dato il loro assenso ad andarsene. "
é doppiamente errata; NON E' impossibile acquistare un condominio, naturalmente gradualmente ("in blocco" significa da parte dello stesso acquirente, non lo stesso giorno): é successo a Milano, a Roma, a genova, a Firenze ed a Bologna, perché fai finta di non saperlo? Ottenere il consenso dei venditori NON VUOL DIRE NON SPELLERLI: posso citarti almeno 10 modi diversi per creare le condizioni adatte ad otenere fraudolentemente quel consenso, usate in casi reali a Roma, a esempio, a Trastevere, a Tuscolana, ec.): alcune si possono mettere in atto quando già si é proprietari della maggioranza degli appartamenti, ad esempio facendo approvare spese condominiali (per rendere "di lusso" le dotazioni) insostenibili per i vecchi condomini più poveri, altre si basano sull'affitto temporaneo di qualche appartamento a gruppi particolarmente "fastidiosi" di inquilini (a Genova si sono usati per questo un po' di Marocchini tossicodipendenti, nell'area di Via del Campo, cara a De André) per indurre i condomini ad essere contenti di andarsene, altre si basano su buone-uscite alte (dopo una indagine sulle condizion economiche dei condomini-target) o sulla proposta di permute di appartamenti con ascensore ad anziani che vivono in palazzi senza ascensore (é avvenuto a Torino), ecc.; inoltre, in molte "cartolarizzazioni" di immobili pubblici, la clausola di prelazione per gli inquilini ne ha resi UNA PARTE proprietari-condomini, ma il resto del palazzo é divenuto proprietà di immobliari (fra cui la sopracitata "Pirelli Re"...), che li hanno rivenduti speculativamente a singoli: il condomnio oviamente é restato, ma i proprietari (e gli affittuari) sono assai differenti;
c) se non ci sono venature razziste nella protesta della maggioranza dei residenti di Paolo Sarpi, che tui dici aver votato il programma Moratti (non di tutti: vedi l'articolo "Paolo sarpi antirazzista" su questo stesso forum) e più ancora in chi li cavalca, li incita, cerca di fare fiaccolate, perché OGNI delocalizazione di imprese italiane viene accompagnata civilmente da agevolazioni anche ingenti defiscalizzazioni, credito agevolato, aree gratis, nel caso ad esempio che ti ho già citato, delle autodemolizioni, ILLEGALMENTE presenti in città a Roma) ed invece quella dei Cinesi da Paolo sarpi dovrebbe esere tutta a carico loro e per di più coatta e in tempi brevi sì da far perdere loro somme ngentissime (calcolando solo la buonuscita pagata, fai circa 100.000 Euro a negozio e moltiplica per l numero di  negozi interessati)?
6) sbagli di grosso a dire che gli show-rooms cinesi non sono negozi all'ingrosso, oppure non so spiegarti cosa siono all'Esquilino gli show-rooms cinesi, che non vanno confusi con gli show-rooms della moda; sono negozi-magazzino con esposizione di camponari proprio per le vendite all'ingrosso (salvo quelli di borse che non hanno solo campionario, ma una dotazione di centinaia di pezzi per articolo) e comportano lo stesso traffico di furgoni, scatoloni, rivenditori ambulanti che dici tu: quindi NON E' VERO che all'Esquilino la situazione di partenza sia diversa, mentre diversa (finora) é la strategia municipale forse perché diversi sono gli schieramenti, le alleanze e le cordate di interese...;
7) l'esempio che tu fai sull'abusivismo al Sud non regge: i Cinesi NON si sono installati a Milano in un'area ZTL violandola, ma é il Comune di milano che ora vuole creare la ZTL per caciarli, mentre gli abusivi sanno pefettamente che una certa area é inedificabile o che esistono limiti di cubatura: hai mai  sentito dire che una casa diventa abusiva perché E' STATO DICHIARATO INEDIFICABILE IL TERRENO DOPO CHE ERA STATA COSTRUITA? E poi le forze che governano Milano non sono quelle che hanno governato l'Italia a colpi di condoni edilizi e fiscali? Solo per le "irregolarità" dei Cinesi si usa invece il rigore (dopo anni di silenzio-assenso da parte delle medesime forze di governo municipale...)?

Termino definitivamente con alcune domande da te finora inevase:
a) perché ti ostini a dire che é possibile (senza che si sia la complicata e lunga procedura di inchiesta giudiziaria che potrebbe individuare PARTE E SOLO PARTE,  dei veri investitori) stabilire nelle condizioni attuali chi sono i VERI investitori nelle megaristrutturazioni milanesi (e negli effetti al contorno urbano) e negli acquisti ad esse connesse, contro dichiarazioni di chi ne sa più di me e di te (Direzione Generale Antimafia, EUROPOL, pool di Milano, ecc.) circa il fatto che uno dei PRINCIPALI canali di riciclaggio dei capitali sporchi (ed insanguinati) é costituito dai sistemi di "scatole cinesi" e dagli investimenti immobiliari?
b) perché nella ben più legalitaria Francia, a Parigi, o nella rigidissima Londra i quartieri commerciali cinesi sono diventati attrazioni commecial-turistiche e a Milano non s é capaci di fare altrettanto?
c) pensi che gli apelli alla collaborazione (che condivido) con la comunità cinese di Paolo Sarpi (strano che nesuno parli dei Cinesi insediati in altra zona di Milano....) siano compatibili con le assemblee col vicesindaco per premere per "applicare il programma elettorale" dichiaratamente contro quei Cinesi e con i ricatti della ZTL? Cos'é, la strategia del bastone senza carota?
d) perché tu dici che i negozi all'ingrosso cinesi in area Paolo sarpi stanno aumentando quando marcowong e molte inchieste indipendenti dicono invece il contrario? Non sarebbe più sensato AIUTARE i Cinesi a diversificare e quei gropssisti che vogliono a delocalizzare MA SENZA PERDITE ECONOMICHE? O forse questo non é l'interese di chi muove i fili della pianificazione urbanistica milanese?
e) se TUTTI i negozi cinesi verranno cacciati da Paolo sarpi, mi dici chi subentrerà secondo te? Quali tipologie (sogni per caso un ritorno alla "Paolo sarpi che fu"? senza tener conto dei mutamenti nel commercio italiano e di quelli urbanistici in atto?) e soprattutto CON QUALI CAPITALI? A parte qualche finanziaria (attratta dal crollo del valore dovuto all'esodo coatto), le mafie (già, sempre loro, eh?) e rari commercianti onesti mi dici chi potrebe subentrare improvvisamente ad un numero tanto elevato di operatori e per fare cosa?
Questi problemi, per te, sono meno gravi dei carrelli, dei pasi carabili, dei furgoni?
Ne riparliamo fra 5 anni?
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