per Dubbio:
premetto che io non ti attribuisco affermazioni, ma cerco di riferirmi alle tue (se sbaglio e ne chiedo scusa):
a) tu dici:
"non ho mai scritto che il sistema di controllo societario noto come quello delle "scatole cinesi" sia trasparente"
ma tu avevi scritto:
"nei moderni sistemi di diritto commerciale nessun meccanismo societario di "scatole cinesi" è in grado di occultare i titolari delle partecipazioni, ma al massimo si rende più difficile, ma mai impossibile, l'individuazione del gruppo di controllo"
dunque SE IL MECCANISMO NON OCCULTA VUOL DIRE CHE SI PUO' RISALIRE AL GRUPPO DI CONROLLO (E PURE AGLI ALTRI SOCI) E QUESTO SIGNIICA "TRASPARENZA"; ebbene, ci? non é vero. Se si usano società off-shore, conti numerati in Svizzera o siocietà in paradisi fiscali NON E' POSSIBILE RISALIRE ALLA VERA PROPRIETA'.
Tu affermi legittimamente le tue idee ma senza riferimenti alla realtà, io ti ho ricodato che la Direzione Generale Antimafia, EUROPOL, il pool di Milano e molti altri più esperti di me e di te affermano in decine di documenti (se vuoi posso cercarti qualche citazione, ma penso lo pyuoi fare tu stesso e poi molte di queste notizie sono pubbliche) che il sistema delle "scatole cinesi" rende IMPOSSIBILE risalire alle vere origini di certi finanziamenti o lo rende possibile (parzialmente, mai del tutto, vedi casi Craxi-Berlusconi-Svizzera) solo dopo complesse indagini giudiziarie che certamente si fanno solo in occasione di reati gravi e NON IN OCASIONE DI "NORMALI" INVESTIMENTI IMMOBILARI.
b) di interi articoli agomentati e dettagliati tu citi solo (Eddyburg) uno dei pochi errori che commettono e non prendi in considerazione l'insieme: mi pare arrampicarsi sugli specchi;
c) non ho mai parlato di cessazione della condominialità e non é vero che non si sono comprati edifici in blocco (ossia acquistandoli dai singoli proprietari di appartamenti e negozi): la condominialità resta perché chi acquista in blocco non o fa per collezionare ma per ESPELLERE i precedenti abitanti/commercianti e RIVENDERE a prezzi gonfiati (non realizzando un legittimo profitto d'impesa, ma un superprofitto speculativo), il che ovviamente mantiene la condominialità ma muta i soggetti di essa, snaturando del tutto interi quartieri. Ci? é accaduto eccome (perfino a Bologna al Pratello, dove il rislutato é stato l'insediamento di puttane di alto bordo: bella come riqualificazione, no?) se tu avessi seguito lo scandalo Ricucci lo sapresti meglio;
d) il commercio é stato ampiamente liberalizzato da leggi dei governi Prodi 1 e Berlusconi ed i "Piani" Comunali, incluso quello che tu citi, di Roma, non possono violarle, tanto é vero he sono sparite fra l'altro le distanze fra esercizi dello stesso tipo (escluse le farmacie e poco altro); il Piano aprovato a Roma vieta L'INGROSSO (usando l'escamotage di permetterlo solo per determinate grandi superfici, che nei quartieri storici non ci sono) ma NON VIETA gli show-rooms dell'ingrosso, che sono la vera forma dell'ingrosso dei negozi cinesi, che tengono in negozio 1-2 pezzi per ogni tipo di articolo, esposti negli scaffali, in mostra, tengono in magazzino alcune scorte per il "piccolo ingrosso" (ad esempio le borse per i venditori ambulanti e alcuni commercianti al minuto piccoli)e poi fanno ordinativi a depositi siti fuori città: questa é la realtà dell'ESQUILINO;
e) a proposito dell'ESQUILINO a Roma, io con quell'esempio ho risposto a quel che tu affermavi:
" non esiste alcuna città in Italia in cui un quartiere con caratteristiche tipologiche come il Sarpi-Canonica di Milano abbia subito un insediamento di grossisti anche solo lontanamente paragonabile a questo"
e ti acevo notare che all'Esquilino a Roma, invece ESISTE una realtà simile; i problemi di Paolo Sarpi relativi al posteggio abusivo ed all'uso dei carrelli (che ci sono anche ad Esquilino) dimostrano di che tipo di ingrosso si tratta, ossia "ingrosso da show-room" (si dà il caso che lo abbia studiato con altri 5 antropologi per 1 anno, con ricerca presentata a novembre 2005 in un Seminario alla Facoltà di Studi Orientali) ed il fatto che ci? avvenga vicino a stazioni FS dipende dalla volontà di rapportarsi a bacini di utenza (per gli acquisti) ben al di là dell'area e della città (ad Esquilino vengono acquirenti da altre città italiane e perfino da fuori Italia!!!). l'"ingrosso maggiore" classico (praticato anche dai Cinesi, ma in altre aree) NON USA furgoni, camioncini e carrellini ma autotreni e pianali portacontainers che a Esquilino o Paolo Sarpi neppure entrano per le loro dimensioni (quelli che vedi viaggiare sulle autosrade): non facciamo confusioni.
f) dire che il fenomeno sia solo di Paolo Sarpi é errato e credere che si sia trattato di uno sbaglio nelle scelte dei Cinesi anche: si tratta invece di una collaudata strategia commerciale che a Parigi (città in cui la legalità viene fatta rispettare più che a Roma e a Milano, ma in cui nessun sindaco i destra o di sinistra ha mai discriminato i Cinesi) funziona da oltre 30 anni!
g) quando i Cinesi sono arrivati a Paolo Sarpi e Esquilino la liberalizzazione del commercio non era avvenuta e per insediarsi, forse non lo sai, hanno avuto bisogno di licenze commerciali altrimenti non potevano subentrare nei negozi;
h) hai ragione: se si fa un cattivo investimento si pu? legittimamente perdere e del resto le associazioni dei commercianti cinesi stanno ponendosi il problema della diversificazone (che sta già in arte avvenendo, forse non te ne sei accorto: esistono phone-centers, servizi al commercio, servizi ai servizi, ecc. che 3-5 anni fa non c'erano); se però un Comune, per l'intreccio fra gli interessi speculativi e la rincorsa della xenofobia leghista, OBBLIGA (con ZTL ad hoc e con delocalizzazioni) a trasferirsi e per di più TUTTO A SPESE DEI COMMERCIANTI CINESI (quando lo si fa ad esempio con le autodemolizioni ITALIANE si danno incentivi fiscali ed aree GRATIS, come é avvenuto a Roma: perché?) le perdite non sono provocate da errori dei Cinesi ma da discriminazioni italiane; infatti, alrimenti i Cinesi se ne starebbero andando in massa da soli se come tu sostieni fosse stato un errore investie a Paolo Sarpi. Il fatto é che quando si danno tempi olutamente ristretti per sloggiare, i prezzi dei locali crollano: SI DEVE SVENDERE, NON VENDERE (se i negozi sono affittati "svendere" vuo dire rinunciare alla buona-uscita del subentrante mentre la si pagata per insediarsi)! Ribadisco l'esempio anche se é triste farlo: nel 1938 migliaia di commercianti Ebrei fuggirono dalla Germania (e si salvarono dai lager), ma dovettero per questo SVENDERE.
i) non noti da un lato la sproporzione fra i problemi denunciati a Paolo Sarpi ("parcheggi in doppia fila", "uso dei carreli sui marciapiedi", "furgoni che ostruiscono le strade", "ingroso": che altro?
) e risultati attesi (espulsione di un'intera comunità e gravissimi danni economici alla stessa), dall'altro il rapporto fra ristrutturazioni speculative e afflusso di capitali (lo ripeto) DI ORIGINE NON TRASPARENTE? E non noti il legame fra non-voto dei Cinesi e finanziamenti dei "poteri forti"(Ligresti, per fare un nome di un signore che tu certo conosci e che era in prima fila alla presentazione del progetto di ristrutturazione fatta dalla Moratti...) e voto dei poveretti abbagliati dagli stereotipi xenofobi e pseudo-identitari "padani" leghisti? Pensi davvero che un Comune ricco, fote e pieno di problemi insoluti come Milano armerebbe una canea come quella attuale su PaoloSarpi se in gioco ci fossero solo carrellini sui marciapiedi o l'ingrosso? Pensi davvero che se i Cinesi votassero ed esprimessero collegamenti con qualche "potere forte" milanese li delocalizzerebbero facendo pagare a loro i costi? E pensi davvero che trattare un'intera comunità in questo modo solo perché non vota, non ha poteri finanziari locali a sostenerla e non fa parte degli sciacalli che stanno ripartendosi il piatto della speculazione a Milano sia indice di civiltà invece che di ottuso razzismo?
In ogni caso faccio i miei migliori auguri ai residenti italiani di Paolo Sarpi: se i Cinesi verrano delocalizzati, presto capiranno cosa accadrà davvero di quell'area e di quella maggioranza fra loro he non ientra nei piani dei nuovi "padroni" (trasparenti, trasparentissimi, no?) di Milano. Forse chiederanno, allora, inutilmente, la solidarietà...dei Cinesi?