mi spiace, la le organizazioni criminali ed in paticolare le mafie NON SONO caratterizzate dagli elementi che dicono Giorgio e vascoexinhong e basta andarsi a leggere qualcuno dei tantissimi libri che le riguardano (scritti da magistrati, studiosi e gente che ne sa un po' più di noi tutti) per scoprirlo.
Non ci sono "boss che fanno affari milionari" e "migliaia di disperati a cui esi coprono le spalle e che donano parte dei lotro bottini"!
Esiste invece una struttura gerarchica piramidale ben precisa (che si chiama "di tipo mafioso" SOLO se ha anche riti di affiliazione, come avviene anche nella camorra e nella 'ndrangheta calabrese), con una articolazione organizzata dei ruoli e dei settori (narcotraffico, traffico di armi, traffico di rifiuti, traffico di esseri umani, traffico di animali, appalti, racket della prostituzione, racket commerciale, ecc.) in sub-gerarchie (ad esempio: organizzatore della rete internazionale del narcotraffico, capo-area locale, intermediario degli spacciatori, spacciatori all'ingrosso, spacciatotri al minuto che spesso sono "disperati", ossia consumatori ricattati) e con una circuitazione organizzata dei flussi finanziari dentro ogni settore, tra settori e nell'economia "legale" attraverso il riciclaggio, secondo strategie unitarie (unitarie dentro un clan o talora unitarie a livello di cosniglio di clans).
Nessuno va a chiedere soldi ad un commerciante o spaccia droga o sfrutta 5 prostitute AUTONOMAMENTE e poi "dona parte del bottino" all'organizzazione criminale, dove essa esiste e opera: non sono "donazioni", sono quote percentuali stabilite a priori che persone affiliate e dipendenti da precise gerarchie DEVONO versare .
Spazi di "autonomia" per la piccola delinquenza ed i bulletti di quartiere (italiani o cinesio di qualsiasi origine) ci sono SOLO dove le mafie non sono fiorentinel territorio , dove operano con loro rappresentanti locali solo in isole di attività (ad esempio, a Milano, nel narcotraffico, nel settore collegato dei locali notturni, nella prostituzione, nel riciclaggio attraverso finanziarie e immobiliari) ma non controllano il territorio come invece fanno altrove (Palermo, Napoli, Ostia, Reggio Calabria, ecc.).
Perché un "disperato" speri di fare carriera in un'organizzazione invece quell'organizzazione deve essere fiorente nel territorio e allora la carriera la pu? fare SOLO affiliandosi come "picciotto" a quell'organizzazione, se non vuole morire giovane; "disperati" cinesi che volessero far carriera nelle mafie cinesi significherebbero che le mafie cinesi controllano già l'intera comunità cinese, che é lo stereotiopo criminalizzante caro ai deliri anticinesi in Italia (e in questo caso non potrebbero certo operare autonomamente, lo sappiamo bene...).
Paradossalmente, la micro-delinquenza autonoma (quella cinese contro altri Cinesi, come quella romana contro i residenti a Roma, ecc.) é un indicatore della SCARSA PRESENZA NEL TERRITORIO SPECIFICO DELLE MAFIE: laddove le mafie hanno arruolato in territori per loro "nuovi" hanno affiliato grandi bande già iper-organizzate: andatevi a vedere il caso della "Banda della Magliana" (che aveva precisi agganci anche con l'eversione fascista ed i servizi segreti) a Roma e chiedete ai (pochi, non a caso) commercianti cinesi di Magliana e di Ostia come si vive in aree di Roma in cui la mafia c' eccome, ma é quella italiana... .
Ripeto che confondere il malvivente autonomo con le organizazioni criminali fa il gioco di queste ultime, perché finché non si capisce il sistema del loro insediamento (r dei loro rapporti con politici ed imprenditori italiani "rispettabili") non si hanno strumenti per combatterle efficacemente.
Inolttre, credo che dobbiamo stare attenti ai pagliacci (anche cinesi) che copiano i mafiosi dei films perché danno inconsapevolmente una mano a chi falsamente sostiene che una comunità X é "mafiosa". Se sperano di essere i creatori di "nuove mafie cinesi" in Italia é meglio far capire loro che é una scelta suicida e far capire alla comunità che suo interesse evitare che quattro imbecilli posano montarsi la testa.