gli interventi su questo topic confermano, a mio parere, l'urgenza per Associna di avere monmenti di approfondimento, non basati sulle sole legittime opinioni di ciascuno di noi ma su acquisizioni scientifiche recenti abbastanza indiscutibili, sul conceto di identità.
Se continuiamo a credere che esistano identità "globali" (peggio che mai "nazionali") di una persona, di un gruppo, e che il problema per chi vive dentro un altro gruppo sia quello dell'"integrazione, non acciamo molta trada.
Oggi si sa ormai che:
a) le identità "nazionali" (e molte di quelle "etniche" e "localistiche") sono del tutto artificiali e spesso costruite sulla menzogna, sulla censura delle specificità regionali e sul sangue: aderire in forma chiusa a tali pseudo-identità e ritenere he altri si debbano integrare ad esse é solo servile atteggiamento passivo di non affermazione di libertà collettive ed individuali e di autocoscienza;
b) ognuno di noi ha identità multiple SEMPRE, anche quando non migra in altre terre, e negarlo aiuta chi vuole usare le pseudo-identità per fregarci: ad esempio, dire che uno straniero immigrato deve "adeguarsi" alla identità italiana é assurdo perché un genovese, un veneto, un romano, un sardo, un siciliano sono "adeguati" alla realtà presunta "italiana" solo forzatamente essi stessi, attravrso oblighi sociali, formazione scolastica unificata, stereotipi, media, esercito, ecc., ma in effetti le differenze linguistiche, gastronomiche, di costumi fra un sardo, un veneto ed un pugliese sono enormi, esattamente come anche vale in Francia, in Cina, ecc.;
c) ognuno di noi inoltre assume specifiche identità differenti, non predeterminate dalle origini etnoculturali familiari o dal luogo di vita: pensiamo al senso di appartenenza (anche violento) delle tifoserie calcistiche e di certi movimenti politici, alle mode per fasce d'età, alle scelte di orientamento sessuale, a quelle religiose; che senso ha allora parlare di "integrazione"? Dobbiamo essere tutti juventini, tutti cattolici, tutti eterosessuali, tutti fascisti, tutti dediti al piercing, tutti jazzisti?
d) "integrazione" esprime il concetto di un soggetto (o un gruppo) A che entra nel sistema di regole di un gruppo B, non solo rispettando le leggi (il che é un'altra cosa ed é giusta) del luogo in cui il gruppo B é egemone, ma introiettandone i principali valori e simboli (cucina, lingua, bandiera, gusti musicali, concezioni politiche, mode, stereotipi, ecc.); ci? non é affatto un processo paritario e rispettoso degli individui e dei gruppi , bensì una conseguenza mascherata di duri rapporti di forza (altrimenti non ci sarebbe egemonia) e, come sempre avviene in questi casi, si fonda moltissimo sulla invenzone e sulla diffusione di stereotipi e di falsità pericolosissimi