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Autore Topic: lavorare in cina  (Letto 17739 volte)

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nabat

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lavorare in cina
« il: 23 Giugno, 2007, 23:26:26 pm »
ciao,

sono un nuovo membro del forum. Sono un ragazzo italiano di (quasi) 32 anni. Ho vissuto in Cina per 2 anni, e sono appena tornato in Italia. Vorrei tornare in Cina nuovamente, (preferibilmente a Pechino), ma sto cercando un'opportunita' di lavoro. Lavorare in Cina, per noi italiani, e' spesso difficile, a causa dell'estrema competitivita' e -spesso- anche per la disonesta' di molti datori di lavoro: personalmente sono stato "truffato" da molte ditte per cui ho lavorato praticamente gratis, e ho conosciuto centinaia di stranieri che hanno avuto la stessa esperienza. Premetto che non ho nessun diploma universitario (ho lavorato con un diploma falso), ma soltanto un diploma di scuole superiori. Ho provato con l'insegnamento della lingua italiana, ma le scuole di lingua sono molto esigenti (richiedono una conoscenza molto buona della lingua cinese, che io parlo da cani) e comunque le opportunita' nell'insegnamento della lingua italiana sono scarse (almeno a Pechino, dove ho abitato io). Inoltre, gli stipendi sono molto bassi (mio fratello lavora all'universita' di Qinghuandao nella provincia di Hebei per 400 Euro al mese, lavoro full time). Io ho lavorato per 3 mesi come insegnate di italiano per una ditta italiana a Pechino (la Danieli Costruzioni Meccaniche), e lo stipendio non era poi tanto male (anche se a fatica arrivavo alla fine del mese), ma conunque, risparmiando molto, riuscivo a tirare avanti. Ho lavorato saltuariamente come insegnante di inglese presso qualche asilo, ma si trattava di lavori part time e occasionali (giusto 3 o 4 ore alla settimana), per soli 20 Euro alla settimana. In genere le scuole di inglese nelle grandi citta' richiedono solo insegnanti nativi. Nei piccoli centri e' possibile che le scuole assumino anche non nativi, (io parlo benissimo l'inglese) ma e' abbastanza rischioso, dato che ci sono poche garanzie che alla fine del mese questi insegnanti vengano pagati (e questa e' una prassi abbastanza comune). Avevo inoltre messo su un'etichetta musicale insieme ad un amico cinese, ma questi mi ha truffato rubandomi circa 15.000 euro e fuggendo in Canada, situazione che aveva ulteriormente aggravato le mie difficili condizioni economiche. Circa 1 anno e mezzo fa avevo anche aperto un bar (www.togetherbar.com) insieme ad altri amici cinesi, ma l'area in cui sorge (vicino Guomao, a Pechino) verra' demolita a breve per costruire dei nuovi centri commerciali/direzionali, ed e' praticamente impossibile trovare un'altra sistemazione per il bar, a causa degli affitti che sono aumentati anche del 500% nel giro di 1 anno, e con i guadagni che facevamo, non possiamo certo permetterci tali affitti (a Pechino l'affitto di un locale costa quasi come in Italia). Opportunita' di lavoro, non soltanto come insegnante, ce ne sarebbero, ma sembra soltanto per native english speakers o professionisti estremamente specializzati. Ho provato anche come cuoco e cameriere, ma di solito i ristroranti assumono personale cinese per convenienza economica: i camerieri cinesi guadagnano dagli 80 ai 120 Euro al mese per lavori full time, (anche 7 giorni alla settimana, 8-10 ore al giorno) quindi l'assunzione di un cameriere straniero risulterebbe svantaggiosa. La vita in Cina (nelle grandi citta') sta diventando estremamente cara, a Pechino come Shanghai un appartamento costa dai 100 ai 300 Euro al mese di affitto, (in sistemazioni tutto sommato modeste) ma nella campagna si puo' trovare qualcosa anche sui 30-50 Euro al mese. Ovviamente gli stipendi nei piccoli centri sono anche inferiori (si parla di 300-500 euro al mese per lavori full time), ma sono comunque rapportati al costo della vita che e' molto piu' economico, anche se le condizioni di vita non sono certo delle migliori (inquinamento, condizioni igieniche disastrate, corruzione, ecc.), ma di questo non mi preoccupo molto, dato che ho un tenore di vita molto modesto e sono naturalmente portato a vivere in ambienti difficili e spesso 'estremi".
Adesso mi trovo in una situazione abbastanza incerta: vorrei tornare in Cina, Paese che amo molto, anche perche' ho una relazione sentimentale con una persona che non vorrei interrompere, ma anzi svilupparla anora di piu'. E' da anni che sto cercando di stabilire il mio futuro laggiu', e questa non e' la prima volta che vado in Cina. certo, la Cina non e' piu' il paradiso di opportunita' come poteva essere fino a pochi anni fa: l'estrema competitivita', le enormi pressioni sociali, la limitata democrazia e liberta' personale, condizioni igieniche spesso insufficienti, costo della vita che sta aumentando sempre di piu' a scapito degli stipendi spesso scarsi, un'enorme popolazione, il gigantesco divario tra poveri e ricchi.... la vita in Cina non e' facile e tantomeno comoda, ma io amo questo paese alla follia, e quando abitavo laggiu' neanche mi ricordavo dell'Italia. Ho conosciuto persone fantastiche, e tutto sommato ho avuto momenti tra i piu' belli della mia vita. La vita non e' semplice, in Cina pochi parlano inglese, e non posso certo dire che lo parlino bene: se confrontato con altri paesi asiatici, la lingua Inglese in Cina ha una diffusione molto scarsa e limitata quasi unicamente nelle grandi citta' (nelle piccole citta' quasi nessuno parla inglese). la lingua italiana non e' certo popolare in Cina, eccetto forse a Shanghai, dove comunque e' difficilissimo trovare lavoro se non si hanno i requisiti necessari (leggi: specializzazini universitarie).
Sono tornato in Italia da pochi giorni, ma sento gia' la mancanza della Cina, e soprattutto di questa persona amata, a cui avevo promesso di tornare quanto prima. Sto consultando decine di siti online per ricerca di lavoro, ma, ripeto, sembra che per italiani di opportunita' ce ne sono veramente poche se non in possesso di professioni altamente specializzate (non mi ritengo uno "specializzato").
Sto quindi cercando qualche informazione o consiglio utile, dato che vorrei continuare la mia "avventura" cinese. Sono orfano e non ho nessuna famiglia qui in Italia, ma laggiu' in Cina, nonostante le mille difficolta', (la Cina e' comunque un paese difficile) mi sentivo a mio agio.
Vorrei trovare un lavoro sicuro, anche modesto che mi permetta di vivere laggiu', e soprattutto in regola con le leggi cinesi: molti datori di lavoro cinesi offrono contratti e visti di lavoro "falsi" che hanno causato tantissimi problemi (leggi: arresto e reimpatrio) a molti stranieri. Spesso, a causa di questi contratti falsi, molti di noi stranieri siamo stati "fregati" dato che non ricevevamo nessuno stipendio, o lo stipendio era di molto inferiore a quello concordato (spesso gli stranieri vengono assunti senza nessun contratto o con accordi puramente orali per cui e' praticamente impossibile effettuare alcuna azione legale).
Non mollo, sto continuando la mia ricerca, ma sinceramente a volte mi sento un po' scoraggiato.  

Per eventuali messaggi, consigli, aiuti, vi prego di scrivermi privatamente (anche alla mia email: ftattini@yahoo.it).

Ringrazio per l'atenzione,

Filippo
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da nabat »

babo

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« Risposta #1 il: 24 Giugno, 2007, 07:45:13 am »
:smt010
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da babo »

ChinaHxC

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« Risposta #2 il: 24 Giugno, 2007, 08:21:55 am »
c'hai il nick nabat ma è per il gruppo?
mi racconti, se ti va eh, l'esperienza dell'etichetta musicale? è una cosa fattibile? no perchè tra l'altro è un'altra delle idee strampalate che mi è passato per l'anticamera del cervello.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da ChinaHxC »
Solitudo punk hardcore.

nabat

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« Risposta #3 il: 24 Giugno, 2007, 11:38:02 am »
si, viene proprio dal gruppo. Come fan del metal e punk anni 80, i Nabat sono sempre stati tra i miei preferiti. Abbiamo anche suonato qualche volta insieme, anni fa, e ho praticamente TUTTO quello che hanno registrato. Recentemente ho collaborato alla realizzazione del cd raccolta "Archivio vol. 1 e 2". Come anarchico ed ex skinhead, supporto molto tali band.

Allora, l'etichetta musicale (che tra l'altro esiste ancora) si chiama Area Death Productions (www.areadeath.net) che e' specializzata in metal, hardcore estremo e grindcore. Pubblicavamo anche una rivista, la "Xmusick magazine" che per vendite e' la prima in Cina con 18,000 copie vendute a numero, e anche la piu' antica.
Quando sono arrivato in Cina, l'etichetta esisteva di gia', e aveva pubblicato 3 cd ma con scarsa diffusione. Con il mio intervento, l'etichetta ha subito un grosso restyling e ottenuto un discreto successo a livello mondiale. Ho personalmente prodotto diversi cd (Thanatos, Sore Throat, Ritual Sacrifice, Nunslaughter ecc..) e a breve usciranno due band cinesi, i Baojiang (Explosicum) che fanno un thrash speed anni 80 tipo Sadus, Necrovore, Agent Steel, e i Ritual Day, band molto nota nell'underground cinese, che fanno black metal (qualche anno fa hanno anche pubblicato uno split cd con una band italiana).
mettere su un'etichetta musicale (nella fattispecie metal e punk) in Cina e' estremamnete difficile per i seguenti motivi:

-censura: in Cina esistono pesanti limitazioni alla liberta' di stampa e di pubblicazione. In pratica tutto il materiale stampato ufficialmente deve essere sottoposto alla censura per ottenere l'autorizzazione. Se tale materiale contiene accenni piuttosto diretti a "liberta'", "democrazia" o alla religione, viene in genere censurato, o comunque ha delle restrizioni notevoli. Succedeva spessissimo che i nostri cd venivano bocciati per l'artwork troppo estremo, grafico, o per i testi troppo espliciti ("espliciti" per la Cina, ma assolutamente innocui se pubblicati in Occidente). stessa cosa per la rivista, dovevamo usare un linguaggio molto "soft" per evitare problemi con la censura, anche se ogni volta che mandavamo le bozze in censura ce le ritornavano con numerose cancellature e omissioni, a causa dei suddetti riferimenti al satanismo, religioni, liberta' di espressione, democrazia, politica ecc.
Putroppo, per essere in regola con tali pubblicazioni, tutto il materiale deve essere sottoposto alla censura, e se la censura non lo gradisce, non rilascia l'autorizzazione per tale attivita'. Il mio ex socio cinese negli ultimi 3 anni ha richiesto 3 volte tale autorizzazione, ma gli e' sempre stata negata dato che la censura cinese e' comunque molto avversa alla musica punk e metal, perche' considerata una musica troppo "ribelle", per cui l'etichetta e' in uno stato di "semi-ufficialita'".

-Pirateria: la Cina e' il primo paese al mondo per la produzione di cd pirata. Nonostante gli interventi del governo, la pirateria si sta diffondendo sempre di piu', anche perche' gli ufficiali e la polizia ne ricavano ingenti somme: vengono spesso chiuse fabbriche e negozi di cd pirata, ma dopo qualche giorno riaprono e continuano la loro attivita' normalmentem dopo aver pagato un "pizzo" alle autorita'. Si tratta di un business miliardario, e le autorita' ci guadagnano somme enormi.
In Cina, il 99,99% dei cd di band straniere sono piratati, io in 2 anni avro' visto soltanto 3 (di numero!!) cd ufficiali. Questo perche' un cd di importazione costerebbe troppo (sui 100 Yuan o di piu'. 1 Euro = 10 yuan). Lo stipendio medio di un impiegato cinese a Pechino o Shanghai e' di circa 250 Euro al mese. Uno studente part time guadagna circa 50-70 Euro al mese. Nei centri minori di solito gli stipendi sono la meta' o anche meno, per cui, comprare cd ufficiali risulterebbe estremamente costoso. Un cd ufficiale paga fior di quattrini per le royalties, copyrights, remix, mastering ecc. quindi il costo di produzione e' naturalmente alto.
Succede qundi che un cd ufficiale viene piratato in Cina, senza pagare nessuna royalty e nessun copyright, copiandolo dall'originale, spesso in maniera molto cialtronesca e venduto ai negozi per circa 7 o 10 Yuan (70 centesimi d'euro o 1 euro) distruggendo totalmente il mercato ufficiale.
In Cina, non esiste nessunissima tutela sulle proprieta' intellettuali. Ci sono delle leggi, ma sono totalmente inutili e inefficaci, per cui e' praticamente impossibile denunciare gli autori di cd piratati, a meno di non pagare somme ingenti (tangenti, pizzi, mazzette...) alla polizia e alle autorita' (ma i risultati non sono garantiti).

-Mercato: il mercato musicale cinese e' dominato dalla musica pop, e dalla musica estremamnete commerciale, di natura "inoffensiva". Il mercato della musica punk e metal e' veramente limitato, in rapporto alla popolazine, ed e' forse il piu' piccolo al mondo. In altri paesi asiatici, come ad esempio la Thailandia o Taiwan, invece, il mercato metal e punk e' fortissimo (soprattutto a Taiwan, dove esistono milioni di fans), ma in Cina e' praticamente inesistente, a causa della censura, che ha proibito il metal e il punk per anni. Fino al 1975 in Cina erano proibiti anche Beethoven e Bach. Dopo il 1981, con il concerto di Jean Michael Jarre, la Cina ha aperto le porte ad artisti stranieri non "classici", e il rock e' stato liberalizzato soltanto nel 1997. Ovviamente la liberalizazione del rock ha molte limitazioni: il rock deve avere messaggi inoffensivi, pacifisti, innocenti, e un'immagine abbastanza neutrale e pulita. per cui, come paradosso, esistono molte band cinesi metal e punk che parlano di amore, love story ecc. Il rock 'duro' come esiste in occidente riscontra fortissime pressioni e limitazioni da parte del Governo che non vede di buon occhio questa musica "ribelle" e "socialmente pericolosa". Esistono si qualche locale e bar dove si suona questa musica, ma in generale il mercato e' molto limitato, e inoltre il 50% degli avventori sono occidentali. Non esiste nessunissimo supporto da parte dei media, o se esiste e' limitato soltanto a grosse band mondiali, come Metallica, Iron Maiden e HIM, ovvero quelle piu' commerciali che esistano al mondo. la stampa specializzata praticamente non esiste. In Cina esistono solo 2 riviste dedicate alla musica metal e punk: la nostra, Xmusick, che e' la piu' diffusa e quella piu' "storica" e la "Painkiller", ma sono dirette da cinesi (gli stranieri non sono autorizzati ad essere direttori di riviste in Cina) che hanno vissuto all'estero per molti anni per cui hanno avuto una "formazione" occidentale. Ci sono anche una pletora di riviste minori, ma hanno vita breve, 2 o 3 numeri  e poi scompaiono, a causa dell'estrema limitatezza delle loro conoscenze musicali. Esiste una rivista famosissima, Rolling Stone China, ma non tratta il punk e il metal, o se lo fa, tratta soltanto gruppi estremamente commerciali come Sex Pistols, Green day, NoFX, Offspring, Abril Lavigne ecc. Io conosco personalmente lo staff, dato che ho scritto diversi articoli, molti dei quali mai pubblicati dato che "non conoscevano affatto tale genere musicale o tali band" e vi garantisco che la loro ignoranza musicale e' abissale. Fino a 6 mesi fa neanche sapevano cosa era la musica reggae, che ho introdottio io e un altro amico cinese in Cina. Il cinese medio ha una cultura musicale abbastanza scarsa, e' abituato ad ascoltare e supportare band famosissime, che vendono milioni di copie. in genere non ascolta e non compra band underground o meno conosciute, anche per un fattore economico: gli stipendi in Cina sono molto bassi, per cui comprare un cd di una band meno nota e' un'azzardo: nel caso non piacesse, c'e' il rischio che l'acquisto si riveli una perdita di soldi. Inoltre, come e' stato sottolineato in molti forum musicali cinesi, il cinese medio non ha una capacita' critica personale: ovvero non e' in grado di scegliere, valutare e decidere da solo, ma in genere viene consigliato da amici. Quindi se ad un tizio non piace tale band, allora nessuno dei suoi altri amici compra o ascolta tale band perche' sconsigliata da questo tizio.

-Dogane e spedizioni: il mercato cinese assorbe una fetta irrilevante delle produzioni metal e punk, si parla del 5-10% e basta, mentre altri paesi asiatici, come la tailandia, Taiwan, Giappone, Malesia, Korea del Sud hanno indici di vendita altissimi. Per cui, un produttore di musica underground "dura" cinese guadagna pochissimo dal mercato della Cina (anche a causa della pirateria), e si tratta di poche centinaia di Euro, a malapena riesce a coprire le spese di produzione (ivi compreso copyrights e royalties), e spesso, come si dice, "va in rimessa". Conviene quindi vendere all'estero, soprattutto Giappone, Taiwan, Thailandia, e USA. Se spedire in Asia e' economico, spedire in Europa e USA e' carissimo: le spese postali per l'estero, se rapportati con gli stipendi medi cinesi, sono tra le piu' care del mondo. Inoltre il sistema postale cinese e' abbastanza deficitario: molti pacchi vengono rubati dagli ufficiali postali che ne rivendono il contenuto per guadagnare qualche soldo. Mi e' capitato spesso (a me e altri operanti nel settore) di spedire 100 cd e a destinazione ne arrivavano soltanto 70, o addirittura non arrivavano affatto.
Il regolamento postale cinese, in barba a tutte le leggi sulla privacy, prevede questo: quando un cliente va alla posta a spedire un pacco, questi deve aprire il pacco e mostrarne il contenuto dettagliatamente all'ufficiale postale. Se nel pacco ci sono piu' di 30 o 40 cd, l'ufficiale postale comincia a fare storie, dicendo che senza autorizzazione della censura non si possono spedire. Il problema, come esposto sopra. e' che e' difficilissimo ottenere un'autorizzazione da parte della censura per commercializzare cd punk e metal in Cina, per cui si ricorre a espedienti per spedire, come nascondere i cd in altri contenitori e sotto altro materiale, sperando che l'ufficiale postale controlli soltanto in superficie, o pagando qualcosa per "far chiudere un'occhio".
Inoltre, TUTTI i cd provenienti dalla Cina e diretti in Europa, pagano, all'arrivo nella comunita' europea ingenti dazi doganali, che in taluni casi sono anche del 40% in piu' sul valore dichiarato, per cui un cd verrebbe a costare molto per un cliente europeo. Per pacchi diretti in Asia o in USA in genere non esistono tali problemi.

CONCLUSIONI: mettere su un'etichetta metal e punk in Cina e' un azzardo: c'e' il rischio di investire notevoli somme per avere guadagni inesistenti o che a malapena coprono le spese di produzione. Esistono problemi di censura e un mercato praticamente inesistente: alla fine i fans di tale musica sono solo poche migliaia. Si, e' vero che la nostra rivista vende 18000 copie a numero, ma il numero degli acquirenti di cd sono soltanto il 10% dei lettori, dato che molti scaricano da internet a gratis o comprano cd pirata.
La scena esiste, ma e' ancora in fase embrionale. Esistono molti ragazzi attivissimi in questo campo, che gestiscono siti web, locali, venues, riviste, piccole etichette indipendenti (la nostra Area Death productions, e' di fatto la piu' famosa e "potente" etichetta musicale metal di tutta la Cina, ma ce ne sono altre come la Mort Productions, la Bastard productions, la Dying Art, RHC e altre minori). Quasi tutti questi ragazzi attivi in tale senso sono vissuti all'estero e quindi hanno una cultura e educazione molto piu' occidentalizzata, ma non sono molti. Alla fine, in tutta la Cina, di persone come queste saranno solo poche centinaia, 200, 300, o forse meno. La scena si sta espandendo, ma ancora molto lentamente rispetto ad altri paesi asiatici dove invece c'e' stato un successo clamoroso. Ci sono festival, ma alla fine sono soltanto le solite 5 o 6 band che suonano in continuazione. Ci sono stati concerti discretamente "grossi", come gli Edguy, NOFX e a breve Testament, ma le band straniere che suonano in Cina lo fanno solo per "beneficenza" dato che gli organizzatori a malapena (o spesso mai) riescono a coprire i costi. Al concerto dei NOFX a Pechino, al Mao Live Bar, c'erano soltanto 300 persone, e il proprietario mi aveva detto che ci aveva rimesso una valanga di quattrini. Invitare band straniere in Cina e' sicuramente una rimessa: devi trovare quelli che vengono in Cina quasi a gratis, ovvero paghi soltanto il volo e alloggio, SENZA nessun compenso sulla vendita bglietti, altrimenti l'investimento risulterebbe non conveniente. Pechino e' considerata la capitale del punk e metal in Cina, ma di locali dove suonare questa musica ce ne sono soltanto 4 o 5. A Shanghai e Xi'an invece va molto il jazz, blues e lounge. In altri posti come Harbin, Tianjin, Chongqing la musica alternativa va abbastanza, ma la scena e' cosi' piccola che e' quasi insignificante. In generale comunque, tutta la musica alternativa in Cina (dal reggae, allo ska allo sperimentale) ha scarsa diffusione. Il punk e' leggermente piu' popolare del metal, ma si trattera' soltanto di poche centinaia di copie vendute in piu', alla fine, e comunque la qualita' dei musicisti cinesi e' abbastanza mediocre, in quanto tendono a copiare quasi esclusivamente band occidentali famose. In Cina, tra band punk e metal, ne esisteranno meno di 100, spesso con vita molto breve (scompaiono nel giro di pochi mesi), e con una qualita' che va dall'imbarazzante all'inutile. Putroppo e' difficile trovare artisti cinesi in grado di comporre musica originale, basta vedere le recensioni pubblicate su siti web e riviste estere per vedere come tali band sono disprezzate e relegate al rango di 'cloni senza qualita'" dai fans occidentali. In 2 anni, ho contattato praticamente TUTTE le band punk, HC, metal cinesi, ma ne avro' trovate soltanto 4 o 5 di veramente interessanti. Bands come Suffocated, Filter, Ordnance ecc... sono cloni spudorati, che seppur vendono in Cina, non hanno nessun impatto sul mercato occidentale. L'attitudine di queste band e' spesso molto snobistica, pensando soltanto al successo commerciale ed a ottenere contratti con etichette estere. Abbiamo discusso molto su questo punto con produttori esteri, ma nessuno e' disposto a spendere soldi per produrre tali band, anche a causa del rischio pirateria.

Se ti interessava fare qualcosa nel settore, non per cattiveria, ti consiglierei di piu' altri paesi asiatici come la Thailandia (dove c'e' una scena incredibile), Taiwan (dove c'e' una scena punk/hc fortissima) o il Giappone (ritengo che le band punk/hc giapponesi siano a tutti gli effetti le migliori del mondo). In Cina tale processo richiedera' ancora molti anni per svilupparsi autonomamente, e comunque, fino a che le condizioni sociali non cambieranno (piu' liberta', condizioni di vita economica migliori, una maggiore conoscenza musicale ecc..) difficilmente si arrivera' a risultati concreti.

Ci sono delle band punk carine, come i Misandao, che fanno oi! (sono un po' cloni di cock sparrer, blitz, combat 84 e altri) e anche se non sono molto originali sono carini. Ti consiglio di visitare il sito della area death prods. (www.areadeath.net) e il forum http://www.areadeath.net/forum/index.php, per quanto riguarda la musica metal (e non solo) e il sito www.rockinchina.com per link a band punk/hc e informazioni sulla scena. Putroppo molti di questi siti sono scritti in cinese (eccetto rockinchina) quindi sara' un po' difficile capire qualcosa se non conosci la lingua. Se vuoi posso fornirti email, link e informazioni anche di musicisti e artisti stranieri che abitano in Cina.

F
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da nabat »

marcowong

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« Risposta #4 il: 24 Giugno, 2007, 12:48:36 pm »
ma con al conoscenza che hai del panorama musicale cinese, non ti conviene usare provare a lavorare in un settore musicale più commerciale invece che cercare un lavoro in un campo a te sconosciuto?
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anatra82

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« Risposta #5 il: 24 Giugno, 2007, 15:30:43 pm »
in cina è meno diffuso il punk o altri generi musicali di quelli underground anche perchè sono difficili da cantare.

Dato la grandissima diffusione del karaoke voglio vedere chi va nei ktv a cantare musica punk underground.

Anche se sono cresciuto in italia a me la musica underground non piace perchè è difficile da seguire e cantare, non ci si pu? mettere a gridare al karaoke, molto mejo musica leggera pop. in realtà non mi piace manco il metal quello duro.

Secondo me la poca diffusione della musica punk non dipende solo dalla censura ma dipende pure da fatto un culturale, sarà che non sconoco l'ambiente musicale ma secondo me il fatto che io come fan riesca a cantare al karaoke una canzone è molto importante, se no faccio una fatica ad ascoltare ed imparare la canzone con la spesa di tempo e soldi ed alla fine non riesco neanche a cantarlo al ktv :cry:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da anatra82 »

nabat

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« Risposta #6 il: 24 Giugno, 2007, 20:38:28 pm »
rispondo a entrambi:

lavoro nel settore metal/punk dato che e' la musica che meglio conosco (ho iniziato ad ascoltarla quando avevo 12 anni, quindi sono 20 anni che la seguo), ed e' (evviva la mia ignoranza) l'unico genere che mi piace. beh, non e' vero, ascolto anche rock anni 70, reggae, ska, country/folk (sono un accanito fan di Joan Baez degli esordi), psichedelia anni 60 e 70, e un po' di sperimentazione anni 70 e 80. Comunque, questa e' un'attivita' che facevo a tempo perso (anche se mi assorbiva diverse ore al giorno). Un po' una passione quindi, e nulla piu'. Sono sempre stato avverso alla musica commerciale (e prodamente affermo che in tutta la mia vita sono andato in discoteca solo 5 volte), e da "vero" anarchico sono sempre stato contrario alla commercializzazione di una qualsiasi espressione d'arte, sia che si parli di musica che di cinema, letteratura, pittura ecc. Per cui, ho coscientemente rifiutato di produrre/realizzare musica commerciale proprio per il fatto che essendo "commerciale" va contro la mia (contorta?) etica. Ho ricevuto offerte dalla EMI cinese, ma in quanto interessati solo all'aspetto commerciale della musica, invece che a quello artistico, ho rifiutato (ho fatto bene? male? chissa', ma sono in pace con la MIA coscienza). Inoltre, produrre musica commerciale in Cina e' difficile: c'e' da scontrarsi coi grossi produttori avidi di denaro, agenzie promozionali, una valanga di giovani artisti con pretese velleita' musicali, un mercato difficile che richiede come minimo milioni di copie vendute... E' un po' come una formica che va a sfidare Godzilla. insomma, la musica commerciale cinese ha un background "mafioso" di tutto rispetto: capitali ingenti da investire (si parla di centinaia di migliaia di euro), conoscenze altolocate, "prostituzione" (anche nel senso reale e "fisico" della parola), droga, favoritismi, "piaceri" e "regalini" a destra e sinistra (piu' a sinistra che a destra, ovviamente..) ecc.. Inoltre, il panorama musicale commerciale cinese si basa sullo sfruttamento intensivo e massificante della musica, per cui l'artista viene visto piu' come un macchinario fabbrica-soldi, un "mezzo di produzione", invece che come un artista nel senso lato del termine. Ma questo un po' ovunque, basta vedere in Amerikkka.... Vengono prodotti artisti usa e getta con la velocita' del fulmine e poi gettati nel cestino delle immondizie appena consumati. ma qui, tutto il mondo e' paese, anche in Italia accade... E poi, sinceramente, non conosco assolutamente niente della musica commerciale, ne' cinese, ne' italiana, ne' tedesca, ne' americana ecc. La seguo per tenermi informato sull'andamnto delle mode e del mercato musicale, l'ascolto spesso perche' mi capita di sentirla nei bar, nei negozi, a casa o in macchina di amici, ma personalmente, non tengo neanche un cd o una registrazione di nessun gruppo commerciale a casa mia. Semplicemente, la musica commerciale non e' assolutamente il mio genere preferito, e se una cosa non mi interessa, non ci perdo neanche un minuto sopra a trovarne il lato stimolante.
Seguo -insieme a un DJ inglese da anni abitante a Pechino, il primo DJ occidentale mai arrivato in Cina- un progetto musicale molto interessante (http://www.myspace.com/beijingbass). Non e' proprio il mio genere preferito, ma io e Herbie siamo molto amici, quindi ho collaborato con lui alla stesura dei testi e delle idee: si tratta di un progetto nato da spunti sociali e antropologici, abbastanza "forte" in certi punti. Pero' come anche lui dice,  il mercato musicale cinese e' troppo "ingordo di denaro" per cui questo progetto verra' pubblicato in Giappone o Taiwan (o forse in Inghilterra) tramite canali alternativi e non commerciali. Vedremo.
Per quanto riguarda il discorso "melodia" e KTV, si e' vero anche questo. La musica punk e metal ha poche connessioni con la cultura cinese: il punk e metal sono nati in Inghilterra e diffusi rapidamente in Europa e America verso la fine degli anni 70 come genere ribelle, nato dalla working class e nei sobborghi industriali come musica "contro" il sistema, contro le grosse major musicali, contro le ingiustizie della societa' e le disparita' sociali, come espressione e manifesto di lotta di classe che allora animava il sub-proletariato europeo della fine anni 70/primi anni 80. Quindi in Cina mancherebbe anche l'humus, il terreno fertile ideale perche' questa musica attecchisca. Ormai questo genere di musica ha perso quasi totalmente la carica nichilista, rivoluzionaria, sociale e underground che poteva avere fino al 1988/89, divenuto successivamente un genere commerciale di enorme successo e di facili guadagni. Un'altra ragione per cui NON ascolto nessun album prodotto dopo il 1989, a parte poche eccezioni.
La Cina moderna -per usare una definizione di un mio amico cinese- e' come un neonato. I neonati, appena nati, imparano a stare in piedi, a muovere i primi passi, imparare a camminare e successivamente a correre. la Cina invece e' "appena nata" ma vuole gia' correre, perdendo nel processo, fasi fondamentali di apprendimento e di sviluppo sociologico. Per cui la musica punk e metal, c'entra -come si suol dire- come i cavoli a merenda con la cultura cinese, dato che e' arrivata in Cina improvvisamente, quando ormai era un fenomeno commercialissimo in tutto il mondo, deprivato ormai completamente dei suoi connotati sociali originali, commercializzato e massificato al massimo, e ridotto all'ennesimo prodotto di plastica da consumarsi entro la data di scadenza di questa economia globale che tutto crea e distrugge con rapidita' allarmante. Quindi i fans vedono soltanto l'aspetto commerciale, glamour, trendy, e tralasciano il messaggio (che di messaggi la musica metal e punk ne hanno molti di piu' di una semplice Madonna o Coldplay) e il significato di quello che vuole dire -o meglio quello CHE VOLEVA dire fino a pochi anni fa- questo genere di musica.
Per il discorso melodia, beh, quello e' abbastanza significativo, comprensibile e logico, e l'esempio che hai fatto calza a pennello. Non posso certo dire che questo genere e' "melodico" nel senso comunemente accettato. Ma in genere, la "melodia" (soprattutto la voce) passa in secondo piano, dato che gli elementi piu' importanti sono la pura tecnica chitarristica o strumentale in genere e il messaggio che viene divulgato.
La musica in Cina viene considerata come un fenomeno di massa, un momento in cui la famiglia o gli amici si riuniscono (al KTV) per celebrare il rito dell'unione e dell'appartenenza a un gruppo (familiare, o di semplici amici) senza pensare troppo, per rilassarsi o per svagarsi. La musica metal e punk, di natura piu' introspettiva difficilmente si adatta a tale descrizione, in quanto piu' socialmente impegnativa e riflessiva, e in molti casi, questo genere musicale e' di difficile comprensione per i "non addetti ai lavori", specialmente se si analizza il filone politico, religioso o antropologico/culturale del genere. Che poi e' difficile cantarla, beh, questo e' soggettivo, ma difficilmente in Cina si troveranno karaoke che fanno musica metal/punk (anche se a Taiwan e in Giappone sono popolarissimi). Dipende dall'approccio che uno ha verso la musica: se la musica viene considerata come soltanto uno svago, un passatempo o una cosa cosi' da godersi in allegria con gli amici senza pensare troppo, allora il metal/punk e' poco adatto. Se invece si cerca un genere musicale piu' riflessivo, socialmente impegnato, profondo, dove oltre alla musica esistono centinaia di attivita' collaterali (attivismo, autoproduzioni, fanzine, collezionismo, studio dei classici del passato, ricerche filologiche, tecnica e apprendimento musicale, discussioni socio/politiche ecc.) allora il metal/punk (e anche il reggae, ska, certa sperimentazione free jazz, certo country/folk politicizzato e altri generi alternativi), sono quelli piu' adatti e forse gli unici generi che possono offrire tali requisiti. O meglio, che potevano offrire, dato che ormai il punk e il metal di questo III millennio plastificato e preconfezionato hanno totalmente perso l'identita' originaria e lo spirito rivoluzionario che avevano una volta.

Ritornando al discorso LAVORO.... mi sa che siamo andati un po' fuori strada, il discorso musicale mi ha fuorviato abbastanza, e comunque, come ripeto, si tratta solo di una passione estemporanea. Alla fine ritorno al punto iniziale (dato che la vita e' un continuo ciclo di andate e ritorni, inizi e fini, morti e nascite): c'e' qualcuno che mi puo' consigliare su eventuali lavori in Cina?

Come diceva quel tale (mi pare Nino Manfredi): "...sono solo canzonette..."
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da nabat »

ChinaHxC

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« Risposta #7 il: 24 Giugno, 2007, 22:01:29 pm »
Allora ti ringrazio tantissimo per avermi dato tutte queste informations. Per quanto riguarda il fare qualcosa, ho intenzione di farlo in cina, perchè sono cinese e perchè il panorama è proprio allo stadio embrionale quindi  mi interessa ancora di più. In giappone e a taiwan hong kong lo so fin troppo bene che esce di tutto e di più  ma io vorrei cercare qualcosa nella mainland per i motivi succitati. L'estate scorsa sono tornato per un pò a pechino e ho visto un pò la scena ed ho anche comprato dei dischi, ordnance per citare, che son plagio più plagio nn ci possa essere dei pantera,ghgh, è tutto un pò triste, però considerando la situazione economica-socio-politica è anche comprensibile, boh.
Alla fine ci son cresciuto ascoltando questa musica (qui da sta parte del mondo), ed è per questo che mi interessa ora andare li e provare a mettere su qualcosa lì. Tipo, penso tu abbia letto Punk in Cina di Serena Zuccheri, ecco calcola quando ero un pò più piccolo volevo farlo io sta cosa, ero sicuro che in cina ci fosse l'underground, però nn essendovi ritornato da molto tempo nn potevo sapere, poi esce sto libro e io rosico tantissimo, ahahahah.
Vabbè era per chiaccherare

P.S. Per il lavoro purtroppo nn ti so dire, midispiace molto, ma son cresciuto qui e anch'io vorrei andare li a lavorare e trovare qualcosa, mah....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da ChinaHxC »
Solitudo punk hardcore.

ShaoYan

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« Risposta #8 il: 25 Giugno, 2007, 01:49:01 am »
Perchè non ti specializzi in qualche settore? Non so, diventare un tecnico, fare un corso di cucina italiana, studiare un pò di cinese per migliorare le opportunità.
Conosco molti cuochi di cucina italiana che sono stati assunti in Cina dai grandi alberghi di lusso.
Ho un amico che ha la terza media, è italiano, ha frequentato corsi di cinese e poi ha vissuto in Cina 3 anni fidanzandosi con una bellissima ragazza cinese. Un anno fà era tornato in Italia perchè il contratto che aveva in Cina come insegnante di lingua inglese era scaduto, ha cercato un lavoro in un'azienda italiana e ora si trova nello QuanZhou a dirigere un'azienda di abbigliamento import&export. E' felice come una pasqua!!!

Un altro mio amico italiano invece ha comprato una casa nello Yunan con 40.000Ç, ha preso 5 motociclette di cilindrata piccola e li affitta tutti i giorni agli turisti. In italia ha affittato il suo monolocale e sta mettendo via un sacco di soldi, perchè in Cina spende in media 150Ç al mese.
Si è fidanzato con una ragazza di 25 anni del luogo (lui 50 anni) ed è l'uomo più felice del mondo.

A sentirti sembra che la Cina sia un paese impossibile.
Ma ho parenti che vivono tranquillamente con 150Ç al mese. Inoltre mi chiedo: come dici tu assumono cinesi perchè vengono pagati di meno.
Se i cinesi arrivano a fine mese con uno stipendio inferiore al tuo, perchè tu fai fatica con 300Ç al mese??? 8O

Lo sai che nella mia zona gli impiegati statali prendono 250Ç al mese? Eppure loro si sentono fortunatissimi, hanno una vita normale, mandano i figli a scuola e si concedono anche qualche capriccio.

Secondo me, sei uno spendaccione!!!  :evil:  :evil:  :evil:
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nabat

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« Risposta #9 il: 25 Giugno, 2007, 09:06:26 am »
beh, spendaccione non sono mai stato... il fatto e' che abitavo a Pechino, dove la vita e' carissima. Ti faccio un esempio:

il mio stipendio variava dai 2000 ai 3000 RMB al mese, diciamo una media di 2500 RMB al mese. Ho lavorato anche full time, ma per brevi periodi a causa della difficolta' a trovare un lavoro stabile, e per un lavoro full time guadagnavo sui 4000 RMB al mese.

A Pechino gli affitti sono carissimi: una singola stanza (2 metri e mezzo per 4, senza cucina e con il bagno in comune) costa dai 700 ai 1200 RMB al mese, io in genere pagavo 850 RMB al mese piu' altri 150 al mese per internet, luce, acqua, per un totale di 1000 RMB al mese. Non e' che a Pechino non si trovano le case. Secondo il Comune di Pechino, ci sono almeno 200,000 appartamenti sfitti, ma i proprietari non affittano perche' aspettano le olimpiadi, in modo che tali appartamenti diventeranno miniere d'oro. Tieni anche conto che dal 2005 ad ora, gli affitti sono aumentati dal 200% al 500% e nel giro di un anno, secondo le previsioni aumenteranno di un ulteriore 100-300%. Quindi cosa succede? Molti proprietari dividono appartamenti (di circa 100 m2) in molte minicamere, fino a un massimo di 10 o 11, piu' un piccolo bagnetto in comune. le cucine vengono rimosse per poter creare un'ulteriore camera in piu'.

Per risparmiare, affittavo tali tipi di camere, in genere senza finestra (una piccola camera con finestra costa dai 1000 ai 1200 RMB al mese). ma erano piccole, circa 2 metri e mezzo per 4, con un solo letto, quindi impossibile da dividere con altre persone. Costo: 850 RMB al mese, piu' altri 150 RMB al mese di bollette varie.

E' anche possibile trovare una camera piu' grande da dividere con un'altra persona, ma in genere questi tipi di camere costano dai 1500 RMB al mese in su, bollette escluse, e -se fortunati- cucina inclusa.  

Un pasto a Pechino (in un piccolo ristorante in una hutong, quelli abbastanza sporchi e maltenuti) costa dai 15 ai 20 RMB, quindi un totale di 30-40 RMB al giorno per i pasti (pranzo e cena). Ovviamente ai ristoranti piu' "puliti" un pasto va sui 25-30 RMB, anche se nell'ultimo anno molti ristoranti hanno effettuato rincari del 25-50% in piu'.  E' possibile risparmiare comprando cibo ai mercati e cucinare da soli, ma in una camera da 850 RMB al mese sena finestra, e' quasi impossibile cucinare (non esiste la cucina). Io avevo comprato una piastra elettrica per cucinare in camera mia, ma si soffocava dai fumi (non c'erano finestre), e comunque era una soluzione molto antigienica e scomoda (era un problema soprattutto lavare i piatti e conservare il cibo, dato che non c'era neanche spazio sufficiente per un frigo). Comunque, comprando cibo al mercato, la spesa mensile e' di circa 300-450 RMB 9anche ai mercati il costo del cibo e' aumentato moltissimo, soprattutto il maiale, che negli ultimi mesi ha raggiunto rincari del 60%). Una braciola di maiale fresca, se comprata al negozio, a Pechino costa dai 16 ai 21 RMB. 6 uova costano 4 RMB, 1 kg di pomodori 5 RMB.  

Trasporti: Pechino e' una citta' enorme, la metro costa 3 RMB, e i bus 1 RMB. E' possibile risparmiare comprando le card, in questo caso la metro e il bus costano 4 Jiao (0,40 RMB). I taxi a Pechino sono carissimi, con le tariffe piu' alte di tutta la Cina. Coprire 1 km col taxi (dipende anche dal traffico comunque) costa 13 RMB. La sera quando tornavo a casa (facevo sempre straordinari, e comunque avevo lavori serali, in luoghi di lavoro molto distanti da casa mia), e non c'erano piu' bus o metro, dovevo prendere il taxi, e spesso mi costava fino a 30 RMb a viaggio. Quando abitavo a Huoying, nel nord di Pechino, e ogni giorno andavo a lavorare a Chaoyang District, a volte un viaggio di ritorno in taxi di notte mi costava fino a 90 RMB.

Alla fine del mese, senza andare in nessun bar (beh, avevo un bar, quindi non spendevo niente per le consumazioni), discoteca (odio le discoteche) senza avere una vita sociale, senza comprare niente che non fosse strettamente necessario, mi avanzavano circa 300-350 RMB al mese o anche meno (spesso molto meno che piu'..).

Certo, nelle campagne o nei centri minori la vita costa meno, e' possibile trovare appartamenti di 100 m2 discreti a circa 300 RMB al mese (vero!!), mentre a Pechino, appartamenti simili costano 8 volte di piu' (non sto scherzando!) come minimo. Un appartamento di 100 m2 arredato a Pechino va dai 2500 ai 18000 RMB al mese. Ci sono anche appartamenti da 30,000 a 50,000 RMB al mese, ma quella e' roba che neanche mi sognavo.

Sono tecnico, ho un diploma di geometra, ho fatto il direttore di cantiere e progettista di interni per grosse ditte internazionali, sia in Italia che in Thailandia, inoltre sono stato tecnico del suono, e comunque ho fatto altri lavori tecnici. Studiare putroppo, non ho mai studiato abbastanza, dato che sono orfano e non avevo nessuna famglia che mi supportasse. Alla fine, senza lavoro non si riempiva la pancia, e non potevo certo placare la mia fame mangiando libri. Sono anche pizzaiolo (con tanto di Diploma) e ho lavorato in pizzerie, ma in Cina, stesso discorso dei camerieri, assumono spesso cuochi cinesi per risparmiare. A pechino un cuoco cinese full time guadagna dai 700 ai 1000 RMB al mese, per 10 ore al giorno, 6 giorni alla settimana (ma spesso sono 7 giorni alla settimana..). Un cuoco italiano con almeno 5 anni di esperienza all'estero viene pagato dai 7000 (part time) ai 16000 RMB al mese (full time) , ma a Pechino sono pochi i ristoranti che si possono permettere tali cuochi, e comunque esiste una concorrenza spietata, ed assumono soltanto gente proveniente da scuole di cucina rinomate.
Sebbene parlo benissimo l'inglese, non ho certificati (anche qui, per un discorso "economico".. non sono mai stato ricco in vita mia..) per cui a Pechino era quasi impossibile trovare un lavoro come insegnante di inglese. A pechino ci sono circa 2 milioni di stranieri, in maggioranza provenienti dagli States, UK, Australia, canada, per cui il mercato degli insegnati di inglese e' ormai saturo e estremamente selettivo.

Ho pensato di studiare, ma alla fine ho 32 anni, senza fissa dimora, con pochi soldi in tasca, quindi affrontare gli studi per me, e a questa eta', e' un po' un sacrificio. Vivo da solo anche se ho un fratello, e alla fine i soldi che guadagno sono appena sufficienti ad arrivare alla fine del mese, e come ho detto, lo studio comporta un'investimento di soldi che ora non posso certo permettermi. Negli anni passati ho lavorato per pagare gli studi universitari a mio fratello, potevo usarli per studiare io, invece che lui, ma alla fine c'era bisogno di qualcuno "in famiglia" che lavorasse per poter pagare gli studi all'altro, e destino ha voluto che fossi stato io il tale che lavorava. In passato, quando ero in Italia, tra le cose che ho fatto, ho anche diretto un'azienda di import/export, ma dopo il Settembre 2001, e' andata in fallimento (si commerciava soprattutto con gli USA, e quasi sempre su pre-ordini), lasciandomi con circa 150,000 Euro di debiti (a causa anche della disonesta' di alcuni ex soci), e da li ho avuto un notevole tracollo finanziario di cui ho sofferto per anni.

Dopo il 2001, ritrovandomi senza una lira in tasca e senza piu' una casa (l'avevo rivenduta per pagare parte dei debiti), avevo trovato un lavoro in Comune a Firenze, dove facevo il progettista di impianti di sicurezza e direttore di cantiere. Una volta messi un po' di soldi da parte (era un contratto di 18 mesi), mi sono trasferito a Taiwan e in Thailandia, dove ho svolto lavori abbastanza buoni (insegnante di inglese presso la Fu jien catholic university, altri istituti pubblici e privati, direttore di cantiere presso ditte di costruzioni italiane, gestore di un piccolo bar e un piccolo club di musica ecc..) e tutto sommato la vita era discreta.

Finito il contratto, sono tornato in Italia dove ho lavorato per 1 anno come direttore di cantiere, progettista (interni e impianti di sicurezza e telecontrollo) per un paio di grosse ditte, leader nei settori, ma anche li la cosa e' andata male (c'erano disaccordi all'interno della societa' e 2 soci maggioritari furono anche arrestati per truffa, falso in bilancio e altre "bagatelle" del genere). Deluso da questa ennesima esperienza, e di nuovo disoccupato, mi sono trasferito in Cina, il perche' lo si sa, c;ero stato in passato e mi ero "innamorato" della Cina.

Sono venuto a Pechino, e li all'inizio le cose sembravano andare benino, sebbene Pechino non era piu' la citta' semplice di una volta, ma anzi, era diventata difficilissima da vivere e soprattutto molto cara. Avevo aperto un bar, rilanciato questa etichetta musicale, lavorato un po' a destra e un po' a sinistra, ma alla fine mi era successo un problema molto grande: lavoravo per delle scuole di inglese come insegnate part time e mi avevano fornito un contratto di lavoro falso e un rinnovo del visto falso anche quello. Fatto sta che un giorno all'aereoporto (dovevo andare a Shanghai) la polizia scopre queste irregolarita' nel visto (che io ignoravo, dato che mi ero fidato di queste scuole) e risultava che avevo lavorato a nero e come clandestino da 5 mesi, ovvero da quando queste scuole mi avevano "assunto". Vengo arrestato (il 28 di maggio, dopo essere stato rinchiuso in una stanza per ore ed essere stato picchiato) e ho passato 18 giorni nella Casa di Detenzione di Pechino, picchiato, seviziato e umiliato in contiuazione dai secondini (la polizia carceraria cinese e' di una brutalita' disumana). Grazie comunque all'intervento dell'ambasciata italiana vengo rilasciato a meta' Giugno, e rimpatriato immediatamente in Italia. Fortunatamente l'ambasciata italiana e le autorita' cinesi (che si sono dimostrate molto gentili e comprensive) mi hanno aiutato a denunciare i poliziotti cinesi che mi hanno picchiato e le scuole di inglese che mi avevano fornito permesso di lavoro e contratto falso, per cui, IN VIA ECCEZIONALE, non sono stato bandito dalla Cina, ma come mi ha detto il Console, se rientrassi, dovrei agire in maniera al 100% legale, assicurandomi che il visto e il contratto di lavoro non siano piu' fasulli come quelli che avevo ottenuto 6 mesi fa.  

Non ho intenzione di vivere a Pechino (e' una citta' enorme, inquinatissima e molto problematica), ma da qualche altra parte della Cina. magari nello Yunnan, nello Shenjiang (spero si scriva cosi'...) o in qualche altra parte piu' "naturale" e meno affollata. Inoltre, nei centri piu' piccoli esiste meno selettivita' (assumono insegnanti di inglese senza badare troppo alla loro nazionalita' o ai diplomi/certificati in possesso). Certo, non si guadagna tantissimo, ma 3000 o 4000 RMB al mese in una piccola citta' o in un piccolo paese sono MOLTO MEGLIO della stessa cifra a Pechino, dato che in questi piccoli centri la vita costa anche 5 volte meno. Mio fratello lavora come insegnante di italiano full time alla Yan Shan University di Qinghuandao, guadagna 4000 RMB al mese, piu' piccola camera gratis. Il posto non e' male, sul mare, e anche se la citta' e' abbastanza sporca, e molto disastrata (caratteristica tipica delle piccole citta' di campagna) la vita e' discreta e a me tutto sommato piace. Purtroppo l'Universita' sara' costretta a cancellare i corsi di italiano il 27 Luglio a causa della scarsita' degli studenti (non ci rientrano con le spese dato che hanno troppi pochi studenti!!).

Se avessi 40,000 Euro come il tuo amico (magari, ne avro' si e no 7000...) potrei investire anche io, e le idee non mi mancano, anzi, in passato ho sviluppato molte idee e qualcuna ha avuto successo, ma mi devo sempre trovare a fronteggiare la mia perenne mancanza di denaro (ho un fratello che e' una fonte di preoccupazioni, e per aiutarlo nello studio, nel lavoro o per tirarlo fuori da situazioni poco felici ho speso somme ingenti), in piu', il fatto di non avere una famiglia mi ha privato del supporto economico (anche affettivo) che molti altri giovani hanno potuto avere.

Vedremo. Amo la Cina e l'Asia in generale, mi sento un po' come a casa mia laggiu', e inoltre c'e' questa storia affettiva che vorrei portare avanti. Non so se ho mai fatto niente di buono in vita mia, ma questa storia sarebbe forse la mia vera occasione di creare un qualcosa di buono, positivo e "felice" nella mia vita. C'era l'idea di aprire qualche coffee shop italian style, un club di cinema (io e mio fratello siamo tra i maggiori esperti di cinema "underground" in Italia, e abbiamo collaborato con diverse riviste ed editori), rilanciare l'etichetta musicale, inserirmi nel panorama editoriale (libri, riviste, dato che ho scritto molti saggi e articoli per varie riviste geografiche, storiche, musicali, cinematografiche, fumettistiche ecc..), creare qualcosa insomma, magari anche nel settore import/export (dirigevo un'azienda in Italia, quindi esperienza -anche se conclusasi male- ce l'ho).

vado a giro per Prato, ma sembra che ormai la mia mente, il mio animo non e' piu' qui. Mi sento come uno straniero in casa mia, e l'Asia continua a balenarmi davanti agli occhi. Non accetto l'idea (che sarebbe come accettare una sconfitta) che non avro' l'occasione di poterci tornare, a causa della mia mancanza di specializzazione. In genere, nei film o nei romanzi c'e' sempre un lieto fine anche per i meno fortunati. Un po' come nelle storie di Dickens...

Per chinaHxC:

teniamoci in contatto, ho diversi agganci laggiu' e anche se la scena non e' molto buona, migliorera'. Ci vorra' tempo comunque. Ricorda che anche in Italia nei primissimi anni 80, la critica e i fans sputavano sulle primissime band italiane (conservo ancora certe recensioni velenosissime scritte da giornalisti italiani), ora adesso sono osannate, ricercate, collezionate e idolatrate (spesso anche oltre misura).
Questo succedera' anche in Cina.
un'altra cosa: lo scorso dicembre era venuto a Pechino il regista canadese Sam Dunn (quello che ha diretto il documentario "Metal: an headbanging Journey") per girare il secondo capitolo del suo nuovo documentario dedicato alla scena metal e in generale 'alternativa" asiatica. Io e il mio ex socio Wang Xiao abbiamo avuto l'onore di essere intervistati (una bella intervistona lunga) e abbiamo discusso dettagliatamente la situazione di fatto in Cina. Il documentario verra' pubblicato a fine 2007, forse inizi 2008, e fornira' uno spaccato interessante della scena cinese.

Con quello che ho scritto in precedenza non voglio assolutamente dire che mettere su un'etichetta in Cina sia un suicidio. Anzi, potrebbe essere la "cosa nuova" che in futuro magari fara' fortuna, ma bisogna essere accorti, in quanto essendo un'attivita' semi-pioneristica comporta vantaggi e svantaggi. il mercato e' quello che e', c'e' molta pirateria, c'e' anche una discreta "ignoranza" (nell'accezione latina del termine) musicale, e una fortissima frammentazione. In Italia esiste comunque collaborazione tra le band e le etichette, ma in Cina la gia' debole scena viene ulteriormente indebolita dalle rivalita', gelosie, invidie tra le band, frammentandola ancora di piu'. Un esempio, a Pechino (che nel bene o nel male e' la capitale della musica rock cinese, ospitando le maggiori label), quando ci sono concerti organizzati dalla Painkiller, nessuno della "cricca" della ADP, RHC, Dying Art va a vederli, e viceversa. esistono queste invidie, gelosie, "vendette" personali che rovinano la scena.
Comunque, la scena punk/oi/skin sembra scevra da tali pregiudizi. A Pechino esistono 2 centri punk di notevole peso specifico: il What Bar, che e' il primo locale punk/skin mai aperto a Pechino (un posto piccolissimo, c;'enteranno al massimo 30 persone), e il Face 2 Face una specie di squat semi-autogestito e fortemente politicizzato (cosa quasi incredibile in Cina), che e' il covo degli skinhead cinesi. Esiste una buona collaborazione tra i due centri, soprattutto anche grazie all'influsso di "collanti" esterni come il club "2 Kolegas" (un club dove in genere suonano ska, dub, reggae). Ovvio, in Cina manca il background che c'e' stato in Italia (centri sociali autogestiti, collettivi autonomi, Autonomia Operaia, collettivi anarchici, lotte sindacali, sensibilizzazione della classe operaia, occupazioni, autogestioni, autoproduzioni ecc..)  e che aiutato enormemente alla diffusione della cultura punk (e non solo) qui da noi. In verita', senza la politica, le lotte di classe, la coscienza di classe, il punk in Europa non sarebbe mai nato (basta pensare alle prime esperienze di autogestione punk politicizzata a Zurigo, con la Roten Haus, alla fine anni 70 che hanno fatto scuola...).
Oggigiorno ormai il punk ha perso queste caratteristiche, sia qui in Italia, sia all'estero, o, nella migliore delle ipotesi, la societa' e' enormemente cambiata, per cui il ribelle di ieri e' stato trasformato nell'ennesimo prodotto consumistico di oggi. In Cina tutto questo e' assente, sia a causa della politica (prova a fare un'autogestione in Cina e vedi come reagisce la polizia!!), sia a causa del ritardo con cui questa "moda" (dato che la musica punk in Cina e' considerata una moda) e' arrivata, quando cioe' ormai il movimento punk mondiale, basato sulla cooperazione e il supporto del sotto-proletariato e dei collettivi anarchici o politicizzati, era gia' morto e distrutto dall'ennesima major musicale che ha visto soltanto il vantaggio economico in tutto cio'.

Di fare una label in Cina (a tutti gli effetti la mia label esiste ancora) me la sentirei e CI CREDO veramente. Conosco un ragazzo cinese di Wenzhou, con cui collaboro e che presto realizzeremo dei progetti insieme: si pubblichera' il cofanetto con le rarita' degli italianissimi Cripple Bastards e questa si che sara' una chicca per i fans del grindcore, e poi pubblicheremo anche un paio di band italiane, in collaborazione con la label italiana Morte Secca. Quindi le cose stanno incominciando a muoversi, iniziano le prime collaborazioni (in questo caso tra Italia e Cina), la scena sta diventando piu' ricettiva (anche se molto lentamente e con molte difficolta') e piano piano da cosa nasce cosa. La scintilla c'e', poi, se tutto va bene, diventera' fuoco.

Ed e' per questo che non vedo l'ora di tornare in Cina, cavolo, sai quante cose c'e' da fare laggiu'...

Ah, gli ordnance fanno abbastanza cagare sia come band che come persone. Ti racconto una cosa: io avevo una band in Cina, gli Anal Sushi (nome inventato 5 minuti prima del nostro primo concerto), e si faceva roba ultracore/grind/hc tipo DRI, Heresy, Siege, Repulsion, Deep Wound, Septic Death, Larm... (che sono sempre state le mie band preferite) .... roba tirata insomma, pezzi da 30 o 40 secondi l'uno, e io "cantavo" in puro stile grind. Io ero l'unico occidentale nella band, dato che gli altri membri erano tutti cinesi e provenivano da band tipo Naked Incise, Complicated Torture ecc.. (gente tostissima e simpaticissima..). Fatto sta che una sera si suona il nostro primo concerto al New get Lucky Bar di Pechino, -autoinvitandoci ovviamente-  perche' c'era una serata metal con diverse band. Ricordo i Black Wing, giovanissimi black metaller che a me piacciono molto, e diversi altri, abbastanza "mosci" e "poser", poi, questi Ordnance che sul palco se la tiravano di brutto (avevano da poco pubblicato il cd) e "posavano" come superstar davanti agli obiettivi dei fotografi. Noi suonavamo subito dopo (eravamo l'ultima band, un po' a sorpresa), ed eravamo vestiti da terroristi, con maschere sulla faccia (il batterista suonava con la maschera antigas, ci moriva, il poverino...). era il nostro primo concerto anche se gli altri membri suonavano gia' in altre band, e anche io ho suonato per anni. ma il nostro secondo chitarrista, un ragazzo di 18 anni di Chongqing, era fortemente imbarazzato, e non si ricordava i pezzi (molti li avevamo scritti un paio d'ore prima del concerto, quasi a caso). Allora io salgo sul palco, ci annunciamo come "pure heavy metal band carrying the faith of the 80s glories, pure defender of the faith.." ecc.. ecc... un po' un discorsetto bello alla Manowar, tanto per ingannare il pubblico. Intanto i membri degli Ordnance erano li sotto a insultarci e tirarci dietro di tutto: lattine, panini, patatine.. fatto sta che il nostro giovane chitarrista mi sussurra all;orecchio che non si ricordava dei pezzi e allora io, ad alta voce, al microfono dico: "spero che nessuno se ne abbia a male se stasera suoniamo un po' a caso, ma qualcuno non si ricorda dei pezzi.." Il pubblico scoppia in una risata clamorosa, e gli Ordnance incominciano con una serie di insulti ancora piu' pesanti, coinvolgendo anche le nostre mamme, nonne, bisnonne, trisnonne...  

fatto sta che incominciamo il nostro massacro musicale, con una trentina di pezzi, un 30% dei quali suonati a casaccio, ma fatti molto bene incredibilmente, un paio di riff e via (questo e' punk!!) e molta energia! Il pubblico delirava, anche perche' la mia voce era al top quella sera e il batterista viaggiava come una mitragliatrice (poi lo abbiamo rianimato con la maschera d'ossigeno, dato che era andato quasi in coma a causa della maschera antigas). Alla fine, dedichiamo il nostro concerto agli Ordnance e soprattutto alle loro caste mamme, nonne, bisnonne, trisnonne ecc... augurandogli molto successo e che il loro cd possa vendere come minimo 10 copie.

vabbe' ti risparmio i dettagli della rissa che e' successa dopo, vicino al lago di Chaoyang Park... questa e' un;altra storia...


"...senza soldi, senza casa..." (NABAT)
e' proprio vero che certe vecchie canzoni sono drammaticamente attuali...


« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da nabat »

ChinaHxC

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« Risposta #10 il: 25 Giugno, 2007, 09:31:55 am »
eh calcola che a leggerti mi scende una lacrima, : )

Cmq  a pechino ho incontrato/conosciuto gli unregenerate blood, che so praticamente l'unico gruppo hardcore (stile metalcore hatebreed, killswitch engage etc..) della mainland e tipo li ho visti suonare e mi ha fatto un sacco piacere nonostante nn erano bravi, e lui mi ha raccontato un po di cose che mi hai raccontato tu e che cmq riuscivo a vedere con i miei occhi. Quindi fondamentalmente mi piacerebbe andare li tirare su un gruppo, magari qualcosa di seminale, data la situazione e magari poi riuscire a creare label zine magari metter su un negozietto di musica... Ovviamente si farebbe thrash, ghgh, che là ci? che manca è un pò di violenza e furia(scritto così fa ride un botto).
Cmq si teniamoci in contatto, magari se in futuro starai li, io appena finisco gli studi penso di tornarci per un periodo.
ciao

Ah, se ti capita di scendere a roma per qualche concerto magari fatti vivo, così ci si presenta :)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da ChinaHxC »
Solitudo punk hardcore.

ShaoYan

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« Risposta #11 il: 25 Giugno, 2007, 15:21:44 pm »
Nabat! Sei un grande, scusami se mi sono permessa di darti dello spendaccione!  :cry:  :cry:  :cry:
Tifo per te! Ricorda che la speranza è l'ultima a morire!
Che ne dici di scrivere un libro sulla tua avventurosa vita? Secondo me diventerebbe un best-seller!
Se tutti gli associni lo comprassero sarebbero già più di 900 copie. Adesso la Cina è un paese che attira attenzione. Il mio amico che ha comprato casa con 40.000 euro è lo scrittore Giorgio Bettinelli, lui scrive libri sulla Cina e sulle sue esperienze.
Secondo me tu saresti un potenziale futuro scrittore di successo, perchè già i tuoi post sono dei piccoli racconti.
Non mollare, vai avanti così e aggiornarci delle tue avventure.

Bravo!!!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da ShaoYan »

nabat

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« Risposta #12 il: 25 Giugno, 2007, 23:29:42 pm »
Gli Unregenerate Blood non sono poi male come gente, all'inizio erano un po' piu' sul punk classico, poi si sono buttati sul metalcore (che a me sinceramente fa un po' cagare -si puo' usare questo termine qui sul forumò- ma purtroppo va tanto di moda adesso...). Loro gravitano attorno alla scena punk/skin del What Bar/Face 2 Face e mi pare di avere anche un cd live registrato a Natale 2005 al What Bar con 3 pezzi loro e di altri 4 o 5 gruppi punk/skin che non e' male. Io sono un tipo old school, qundi roba tipo emo (anzi, "omo" come dice mio fratello, anche per offendermi un po') metalcore e roba varia non l'ascolto. Il THHHHRASSHHH a me piace tantissimo, ricordo che iniziai nel 1987 con "Scream Bloody Gore" dei Death e "Crossover" dei D.R.I. che erano appena usciti nei negozi. Gruppi thrash in Cina ce ne sono pochi, ma ti consiglio i Baojiang (http://yaogun.com/artist/nanchang/baojiang.htm) che fanno un thrash old school micidiale (uscira' il loro cd a breve). Ho fatto girare un paio di loro canzoni in occidente e i commenti sono stati a dir poco entusiastici. La voce poi e' di una ruvidita' e ignoranza tale che era dai tempi dei Bloodfeast/Vacant Grave che non sentivo niente di meglio. Peccato pero' che -a quanto mi risulta- siano i soli in Cina a suonare cosi'. Anni fa c'erano gli OVERLOAD, primissima band metal cinese in assoluto, che nel 1997 pubblicarono l'omonimo album con una fantastica canzone "1999" (yi jiao jiao jiaoooooo....) e all'epoca facevano un thrash molto evoluto, ma poi si sono "venduti" sconfinando nel pop...  
Ah, io l'etichetta e una fanzine, anche a costo di rimetterci i pochi soldi che ho, la faccio. E ci produco tutta roba underground, thrash, grind, power, metal, punk, oi!, ma tutta old school, niente robaccia nuova... In Cina adesso va per la maggiore il black metal sinfonico, il brutal death, il Pantera-Machine Head-RATM sound... 'na palla...
Se tornassi e riagganciassi le persone giuste (c'e' anche Rock, "l'australiano", il piu' grande old school fan cinese) metterei su un bel giro di gente, ma serve tempo e denaro (che non ho) e -soprattutto- la certezza di poter tornare laaggiu'.
Eh, mi sembra di rivivere gli inizi, quando 20 anni fa in Italia avevo cominciato a entrare in questa realta', e anche se adesso le cose sono enormemente cambiate, beh, e' tempo di farle provare ai giovani cinesi, sebbene non piu' con lo stesso feeling di allora. Ci si tiene in contatto comunque. Mio fratello tornera' a breve in Italietta con quasi 200 cd cinesi... Mettere su un negozio non sarebbe male, ma gli affitti sono cari (a Pechino, capitale del rock), e in genere quasi tutti i negozi di questo genere sono in Gulou Dongdajie (la strada che va verso Gulou e Houhai), o dalle parti di Yigong Li Shan (in Chaoyang District) che purtroppo a livello affitti e' carissima.

Per quanto riguarda lo scrivere, eh, ho scritto molti articoli e cavolate varie, spesso come "negro", e di libri ne ho scritti un paio e li ho praticamente "regalati" ad editori (non sono molto bravo a difendere o proteggere me stesso) che a quanto pare qualche soldo coi miei lavori dovrebbero averli anche fatti. Ho anche scritto un paio di sceneggiature per film, uno dei quali e' diventato "shakat" (acc, il mio thailandese si e' arrugginito molto... i pare si chiami cosi' con un'h o una k in piu' o meno...), insomma, un film indipendente thailandese uscito nel 2004 e basato su una mia sceneggiatura. Anche li, ho praticamente regalato lo script dato che mi ero innamorato di un ragazzo (beh, succede,  :oops: ) e alla fine non ci ho visto una lira per farlo contento.. L'altra sceneggiatura l'ha ottenuta il mio chitarrista Joe, giovane studente dell'Universita' del Cinema di Pechino. L'ho scritta io, ma l'ha firmata lui, dato che volevo fargli un piacere e aiutarlo con gli studi e l'esame. Era molto bella, ricordo, quasi autobiografica, basata un po' sulle esperienze (anche abbastanza drammatiche) nella Prato della fine anni 80/ primissimi anni 90, tra un ragazzo italiano (che poi, nella versione romanzata, sarei stato io) e un ragazzo cinese (un mio amico, il mio primo, indimenticabile amico cinese). Una cosa un po' biografica, diciamo vera al 70% e "inventata" (ma neanche piu' di tanto) al 30%. Mi venne in mente questa storia durante un viaggio di ritorno da Roma, sull'autostrada, mentre guidavo il mio camion, in compagnia di un amico cinese. Improvvisamente sembrava chiarissima, netta, dettagliatissima fin nei minimi particolari, con i discorsi, scenografie, faccie dei protagonisti delineati con estrema chiarezza, con una ricerca dei dettagli pignolissima, quasi alla Sergio Leone. Era il 1998 o il 1999, e l'ho scritta, con piu' interruzioni e riprese, per diversi anni, progetto a cui credevo molto e che sarebbe stato anche acquistato da qualche produttore, se poi in un momento di "altruismo" (altresi' definito rincoglionimento acuto...) non l'avessi regalata al mio amico, Joe, quel giovane ragazzo cinese che compare nella foto (quello piu' basso) alla mia destra, e a cui ero legatissimo e su cui ponevo molte aspettative (e' un piccolo genio, eccellente fotografo, musicista, grafico, e tutto autodidatta! scappato di casa per studiare cinema a Pechino, e appassionato di musica metal). Siccome io sono un po' (molto..) scemo e spesso incapace di prendere cura di me stesso, glie la avevo regalata, perche' potesse realizzare il suo sogno di diventare regista o sceneggiatore. Buona fortuna Joe. Grazie del sorriso che mi hai dato in cambio.
Scrivere scrivo molto, ma alla fine, e per un senso di sfiducia verso me stesso, getto via quasi tutto, perche' non mi sento mai soddisfatto di quello che scrivo. Sara' che vivo in un perenne senso di nostalgia, soffrendo di una specie di distacco dalla realta': questa mia perenne avversione alla commercializzazione, a gesti sconsiderati per ottenere in premio soltanto il sorriso innocente di un amico...al "ritorno" in Asia, "ritorno" visto piu' come un viaggio di purificazione spirituale e distacco da una societa' materialistica, in un punto imprecisato e forse inesistente dell'Asia (Cina? Vietnamò Cambogia? Thailandia?). Insomma, scrivevo per evadere, o forse per cercare una dimensione, che sapevo comunque inesistente o fittizia, dato che ho un'avversione per la logica e -spesso- anche per la realta'. vabbe', poi alla fine il mondo va avanti a quattrini, gente che ha bisogno di creare soldi, di far girare l'economia, di far guadagnare il datore di lavoro... scrivere due parole piu' o meno affascinanti o evocative non cambia certo niente in questo mondo. Qualcuno me lo aveva addirittura consigliato di farlo come professione, e per un momento ci avevo anche creduto, ma (per usare le parole di un grande della cultura fumettistica italiana, a voi scoprire chi..) "sono troppo presuntuso per ricevere consigli e troppo infantile per darli"...
Eppure, quante volte si e' parlato io e lui, Joe, di andare al sud, con una moto, e davanti a una tenda su qualche altipiano battuto dal vento accendere un fuoco e scrivere su un quaderno tutto cio' che ci passava di mente.... e chissa' dove si sarebbe andati, nel sud, nel nord, nell'ovest, nello Yunnan, nello Shenyang, nel suo villaggio natale, tra i mussulmani della Cina, ma alla fine non importava dove, come ogni viaggio che si rispetti, la meta non e' importante, ma lo e' il viaggio in se stesso, il partire per una meta qualsiasi, il procedere insieme e crescere, il vedere il mondo, lo stesso mondo in cui si abitava, con occhi diversi, e che in quel vero momento ci sarebbe apparso piu' reale e ci avrebbe regalato istinti e immagini immediate. Ecco, forse e' questa la ragione vera per cui ritornerei in Cina, per rivedere lui, per poter fare questo, e per regalargli un'altra sceneggiatura in cambio di un'altro sorriso. ma poi, 2000, 3000, 30000 o 3000000 RMB al mese, chi se ne fregava? la sera ci si ubriacava, si fumava, si passava a raccontarci storie, progetti, sogni, speranze in quel bar reggae che si era fatto, e nella stradina della piccola hutong, li per li sembrava che tutto era possibile. Eravamo li, in Cina, e chi dei nostri amici in Italia, in America, Spagna, Francia lo avrebbe mai immaginato che saremmo finiti li'? Quindi eravamo immortali e si poteva immaginare e fare qualsiasi cosa, tnato in quella giungla di cemento che era Pechino, chi ce lo impediva? Ci si affannava per guadagnare quei 2000, 3000 RMB al mese, fare le corse per andare a lavorare, tornare a casa distrutti dal caos, dallinquinamento, dal rumore, ma poi per cosa? Eravamo vivi, eravamo "li" dove nessuno dei nostri amici pensava mai che saremmo andati, e quindi si poteva fregarcene di tutto, essere di tutto, immaginare di tutto, come il viaggio in moto "verso sud" col mio amico Joe...

Bah, chissa', forse, la prossima volta...
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ChinaHxC

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« Risposta #13 il: 26 Giugno, 2007, 00:27:06 am »
Guarda non so più che dire, tu sei un condensato o un surrogato, nn lo so, di tutto quello che avevo ho in mente di fare/ voler fare in cina, solo che sono dannatamente legato qui per ora.
Bè potrei dire che nn ti fidi del tuo scrivere perchè sei "punk", però penso anche che a una certa età uno cozza del tutto con la realtà e alla fine devi imparare e diventare un minimo tipo gli altri, boh ma vabbè io so un recazzino de 21 anni e te sei un adulto di 30 e passa, nn devo stare qui a dirti niente. Continua a scrivere qui sopra, mi interessa moltissimo, alla fine quello che io ho capito è che il punk ti segna per sempre nel modo di approccio alla vita, però detto a nn viene bene, cioè sembra ridicolo in qualsiasi modo è detto, ma tant'è. Cmq magari se mi facessi sapere quando torna tuo fratello, magari mi passi un pò di roba che son curioso da morire e se starò li e starai li in futuro (in cina s'intende) si potrebbe lavorare insieme all'etichetta, boh.
Poi vabbè per gusti penso stiamo li, io pure vado di old school, ultimamente mi sono aperto in quanto a gusti e ascolto di tutto, sempre cercando nel possibile roba di nicchia, tipo elettronica, drone, stoner, noise, postrock, etc.

sti baojiang nn trovo roba loro  :(
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« Risposta #14 il: 26 Giugno, 2007, 00:44:37 am »
C'è qualcosa che non hai ancora fatto a 30 anni? Mi sento una ritardata in confronto! 8O
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