per babo:
guarda che io sono tanto "missionario" quanto marcowong e come lui ateo, sebbene abbia sempre studiato con passione le religioni (perché sono elementi storici ed attuali impescindibili), in particolare Islam, Cristianesimo, qualcosa dell'Ebraismo e del cosiddetto "Induismo" e religioni antiche.
L'idea che la vita debba avere un senso, che noi stessi costruiamo attraverso un "progetto di vita" (termine che ad un ingegnere non dispiace), non richiede alcuna religiosità, ma solo la voglia di non sentirsi isole, foglie in balia del vento, mercenari, voltagabbana, .
Io il rogetto l'ho elaborato in bae ad un'analisi della ealtà degli squilibri Nord-Sud che mi ha portato a ritenere che questo modello di società e di vita fosse insostenibile sul lungo periodo e ingiusto, ed inolre che essere "neutrali", amorfi, occuparsi solo di se stessi e dei propri parentucci é eticamente immorale, razionalmente demenziale, prospetticamente suicida.
Fra l'oppresso e l'oppressore, chi non prende posizione, dice lo scrittore ed esperto di sviluppo Edoardo Galeano, non resta afatto neutrale ma si schiera oggettivamente con l'oppressore, in qualsiasi caso e campo (dala disriminazione alla mafia, dalla speculazione alla guerra, dal clientelismo alla violenza sessuale, ecc.).
In altri termini é quel che cantava De André: "anche se voi vi credete assolti/siete lo stesso coinvolti". Il De André che ha tanto influito slla mia formazione, che cantava ladri per bisogno, prostitute, pirati, rom, profughi detenuti, impicati, soldati mandati a morire, che ebbe la forza di cantare la Sardegna e gli oppressi sardi DOPO essere stato sequestrato con la moglie dai banditi locali (ecolo un esempio di quel che intendo per avere una mente aperta!) e di scrivere parole come:
"Ci hanno insegnato la meraviglia/ contro chiunque ruba il pane/ ora sappiamo che é un delitto/ il non rubare quando si ha fame".
Niente di più lontano dalla raffinata ed ipocrita violenza (camuffata a amore) al servizio del potere dei "missionari" di tutti i tipi e dalle menzogne che hanno fabbricato assieme a tanti acheologi, storici, antropologi, giornalisti, tecnocrati, politici, docenti, sacerdoti, genitori ed in nome e/o per causa delle quali ogni gorno, da secoli, si muore, si ammazza, si calpesta l'altro, si avvelenano le menti infantili, si insegna l'omertà, si coltiva l'egoismo, si predica la rassegnazione, si stimola la mercificazione di sé.
Per questo io ho scelto nella mia adolescenza e postadolescenza (piena di letture e films e viaggi e racconti e canzoni e altro) di schierarmi, senza voler essere missionario, e tra Sud e Nord ho scelto di essere "col/nel Sud dal Nord", sempre, perché spero che i tanti Sud siano il futuro, l'unico possibile alternativo al'orore senza nome.
La laurea in ingegneria é stata solo uno strumento necessario il liceo scientifico la strada più coerente per impugnare quello srumento, la laurea in etnoanropologia un secondo strumento: nessuno di quelle scelte , dei miei lavori, degli scritti che produco, dei viaggi che faccio, delle iniziative a cui partecipo é stato mai un fine, per me, o un modo per far carriera sociale. Solo uno strumento per perseguire un progetto nelle forme che mi vengono imposte o lasciate dal sistema. Niente altro.
E non mi sono mai sentito un "esempio", una "guida", un "allievo", un "militante" uno "studioso", ma solo una persona piena di contraddizioni certo, ma con un progetto chiaro in testa e nel cuore.
Che lavoro faccio quindi? Vivo e cerco di dare un senso alla mia vita e di ottenere i mezzi materiali per poter fare entrambe le cose nei lmiti di quel che la società e le mie capacità mi permettono. E per questo sono "condannato" (per l'interazione fra le scelte mie ed il modello sociale-culturale egemone) alla precarietà lavorativa, ad alti e bassi di reddito, allo star fuori dalle carriere rassicuranti, al sacrificio delle scelte familiari, ma godo di livelli di non-mercenariato e di gioia di apprendere e di senso che mi ripagano di tutto questo.