Alla ricerca della Normalità...... - page 2 - Poesie & Pensieri - Associna Forum

Autore Topic: Alla ricerca della Normalità......  (Letto 8573 volte)

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cavallo

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« Risposta #15 il: 21 Novembre, 2007, 22:27:22 pm »
per blueshadow: se proprio ami (come cilex) la sintesi, la mia invece é:
- non esiste nessuna "normalità omologante" e nessuna "diversità rigida e cristallizzata" che non siano imposte e perci? false e violente;
- la vera sola "normalità" é riconoscere che siamo tutti "diversi" e al tempo stesso che ogni "diversità" é figlia di intrecci con le altre e non é mai pura.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Blueshadow

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« Risposta #16 il: 21 Novembre, 2007, 22:55:32 pm »
Caro Cavallo, come al solito non ci siamo capiti, io dicevo un pò scherzando è vero, che poi nessuno si accontenta di quel che è perchè tende a pensare che gli altri se la passano meglio...
 :-D )

P.s. Per "normalità" s'intende la maggioranza solitamente (la vera normalità non esiste e vero, ma è uso comune e il mio era un discorso comune e scherzoso dell'argomento e non tecnico... io non sono mica sempre seria :smt050 )
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Blueshadow »

dorian

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« Risposta #17 il: 21 Novembre, 2007, 23:22:20 pm »
per normale si intende solitamente:
http://it.wikipedia.org/wiki/Variabile_casuale_normale
http://it.wikipedia.org/wiki/Normale_(superficie)

per normalità si intende anche:
http://it.wikipedia.org/wiki/Normalit%C3%A0
http://www.psychomedia.it/pm/modpsy/modtecpsy/lalli.htm
http://www.geagea.com/36indi/36_09.htm

e si potrebbe continuare...
 :wink:  :wink:  :wink:

ma se tutti noi in qualche caratteristica fossimo anormali ....
(oltre due deviazioni stardard dalla media) ?

 :-D  :-D  :)  
 :wink:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da dorian »

cavallo

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« Risposta #18 il: 21 Novembre, 2007, 23:41:32 pm »
per dorian:
le definizioni che citi di "normalità" sono o matematiche o chimiche o psicologiche; quel che si sta discutendo sulla base dello stimolo di cilex é il rapporto fra "normalità" e "diversità" culturale e identitaria, con specifico riferimento alla condizione di un migrante o una seconda generazione, ossia un concetto sociologico ed antropologico. E' in questo senso (ma in arte, secondo Basaglia, anche in senso psicologico) che la "notmalità" contrapposta alla "diversità" non esiste ed é solo una costruzione artificiale ed imposta per omologare.

per blueshadow:
il fatto che per "normalità" (sociologicamente) si intenda "la maggioranza" (più esattamente il modello comportamentale -concettuale adottato dalla maggioranza in un certo ambito e un determinato contesto storico) é solo una conseguenza del fatto che la "normalità", se viene contrapposta alla "diversità" (contrapposizione che é già violenza, separazione artificiale, perci? esclusione sulla base di una categorizzazione), non é mai frutto di libero consenso (il bel "contratto sociale" caro a Rousseau), che per essere tale deve necessariamente valorizzare proprio tutte le diversità, ma risultato di imposizione da parte di gruppi ristretti e dei loro mercenari produttori di ideologie, di formazione, di informazione, di falsa memoria storica, di stereotipi.

Non credo, poi, che il princvipale tipo di rapporto fra l "normale" (chi si autodefinisce tale) e il "diverso" (chi il primo pecepisce come tale) sia di invidia, di icerca dello status dell'altro, né sia bidirezionalmente equivalente.

Il "normale" quando tende a differenziarsi dal "diverso" é un individuo che si é fatto assimilare dal modello egemone e non ha alcuna intenzione di diventare a sua volta "diverso", semmai vuole omologare il "diverso" a se, oppure escluderlo (magari eliminarlo) o strumentalizzarlo e mercificarlo (folklorismo).

Il "diverso" a sua volta tende o ad adeguarsi (non spontaneamente ma per non essere discriminato) alla "normalità", o xerca di difendere (esplicitamente o di nascosto) la sua "diversità" o infine la ritiene fissa e pura, la mitizza e ci si chiude dentro come una gabbia (con grande gioia del "normale").

Solo l'accettazione serena (e combattiva, in difesa dei diritti altrui e propri) della "normalità della diversità" pu? essere spontanea e liberatoria.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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Blueshadow

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« Risposta #19 il: 22 Novembre, 2007, 00:03:18 am »
Citazione da: "cavallo"

per blueshadow:
il fatto che per "normalità" (sociologicamente) si intenda "la maggioranza" (più esattamente il modello comportamentale -concettuale adottato dalla maggioranza in un certo ambito e un determinato contesto storico) é solo una conseguenza del fatto che la "normalità", se viene contrapposta alla "diversità" (contrapposizione che é già violenza, separazione artificiale, perci? esclusione sulla base di una categorizzazione), non é mai frutto di libero consenso (il bel "contratto sociale" caro a Rousseau), che per essere tale deve necessariamente valorizzare proprio tutte le diversità, ma risultato di imposizione da parte di gruppi ristretti e dei loro mercenari produttori di ideologie, di formazione, di informazione, di falsa memoria storica, di stereotipi.

Non credo, poi, che il princvipale tipo di rapporto fra l "normale" (chi si autodefinisce tale) e il "diverso" (chi il primo pecepisce come tale) sia di invidia, di icerca dello status dell'altro, né sia bidirezionalmente equivalente.

Il "normale" quando tende a differenziarsi dal "diverso" é un individuo che si é fatto assimilare dal modello egemone e non ha alcuna intenzione di diventare a sua volta "diverso", semmai vuole omologare il "diverso" a se, oppure escluderlo (magari eliminarlo) o strumentalizzarlo e mercificarlo (folklorismo).

.



Dal punto di vista psicologico, in sintesi, a normalità non esiste (dal 1963-5 si parla di questo in ambito accademico) ma quando si parla di normalità (nella vita quotidiana) s'intende la maggioranza.
In questo quoto cavallo ma io sono più ottimista perchè non credo sia sempre costrizione in quanto ci sono persone contente di essere omologate come dici tu
 perchè vogliono divertirsi ma essere anche "unici" queste tendenze sono figlie della nostra cultura quindi, chi assorbe queste tendenze è la maggioranza che diventa la normalità.
Il diverso è colui che trovandosi in minoranza a difficoltà a trovare libri e cd di suo interesse.. no dai scherzo.
Cmq io credo che ci sia veramente il desiderio di essere diversi da quello che si è perchè così si è  più inclusivi e quindi adattabili... avidità infine (beata sintesi del mio secondo post del topic)

Vabbè anche se non capite o condividete questo è quanto baci :smt050
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Blueshadow »

goldendragon

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« Risposta #20 il: 22 Novembre, 2007, 10:59:36 am »
Citazione da: "Blueshadow"
Dal punto di vista psicologico, in sintesi, a normalità non esiste (dal 1963-5 si parla di questo in ambito accademico) ma quando si parla di normalità (nella vita quotidiana) s'intende la maggioranza.


in qualunque campo, non solo in psicologia, la normalità ha un valore puramente statistico oppure di omologazione (anche in senso negativo) o normativo.
Purtroppo spesso é assurta a valore positivo (le pecore...) e a sproposito: quando vedo i cosiddetti "normali", come nella preghiera del fariseo, ringrazio dio di avermi creato differente  :-D  :-D "anormale"...
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cavallo

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« Risposta #21 il: 22 Novembre, 2007, 11:58:20 am »
il fatto é che una distorta visione del concetto (occidentale) di "democrazia" ci ha portato a ritenere che quel che decide (o rede di decidere, in effetti essendo guidata per mano come un ebete nelle decisioni, da media, sistema formativo, condizionamenti economici, ecc.)la maggioranza é "normale".

Ebbene, per esempio Hitler (pur non avendo mai avuto la maggorana assoluta dei voti) vinse le elezioni del 1933 e tutti gli storici seri  affermano che il nazismo, il fascismo nel 1936, il militarismo giapponese godettero in una certa fase del consenso della maggioranza dei cittadini (anche grazie alla propaganda e alla cancellazione di ogni voce critica) ma questo non ne fa sistemi meno orrendi e più "normali".

Affidare scelte etiche, sulla pena di morte, sulle minoranze, sui diritti civili alle maggioranze condizionate da deceni di campagne mediatiche e stereotipi é pericolosissimo e si dà spesso quella che viene detta dai sociologi "dittatura della maggioranza" (perfino la "dittatura del proletariato" leninista fa parte di queta tipologia, peché era concepita come ditatura della maggioranza sociale, il proletariato, sulle minoranze di classe!!!).

Dunque, l'unica "normalità" accetabile é quella che non tollera, non riconosce ma valorizza tutte le "diversità" che non si configurino a loro volta come suprematiste ed esclusiviste.
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cilex

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« Risposta #22 il: 22 Novembre, 2007, 13:05:56 pm »
io vivo sulla Terra, nel mio quadrilatero di casa mia, e dei miei vicini...... voi parlate di mondo, della storia, e tutto mi pare assai lontano........ e se non fosse per la globalizzazione alle porte, la vedrei ancora molto lontana... e vivrei sogni tranquilli...... Voi non avete pensieri NORMALI :-D  :-D  :-D  :twisted:  :twisted:  :twisted:  :twisted:  :twisted:  :twisted:  (sono veramente spietato!!!) :lol:  :lol:  :lol:  :lol:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cilex »
Non lasciatevi scoraggiare da coloro che delusi dalla vita, sono diventati sordi ai desideri più profondi ed autentici del loro Cuore!!!

Giovanni Paolo II 16.X.1978 - 2.IV.2005

cavallo

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« Risposta #23 il: 22 Novembre, 2007, 16:13:53 pm »
tu, cilex, vivi tanto poco "nel quadrilatero di casa e dei vicini" che usi Internet, consumi certamente prodotti che vengono da una dozzina di Paesi diversi, segui video, musiche, flms, mode che (forse a parte la piadina) non sono certo romagnle o emiliane o meno che mai di na inesistente "padania", hai nel raggio di pochi chilometri o incontri per diversi motivi persone che vivono/lavorano lì ma originarie di molte regioni italiane e di molti Paesi stranieri e tu stesso non mi pare sei un emiliano-romagnolo da 12 generazioni...

Possibile che non vuoi fare i conti in positivo con questo intreccio di "diversità"?
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Dubbio

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« Risposta #24 il: 22 Novembre, 2007, 19:02:28 pm »
Citazione da: "Blueshadow"
quando si parla di normalità (nella vita quotidiana) s'intende la maggioranza
e si sbaglia

Citazione da: "cavallo"
Affidare scelte etiche, sulla pena di morte, sulle minoranze, sui diritti civili alle maggioranze condizionate da deceni di campagne mediatiche e stereotipi é pericolosissimo e si dà spesso quella che viene detta dai sociologi "dittatura della maggioranza"

Verissimo, e dirò di più: la buona qualità di una democrazia non si valuta esaminando quali poteri attribuisce alla maggioranza, ma quali diritti riconosce alle minoranze.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

cilex

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« Risposta #25 il: 26 Novembre, 2007, 09:50:20 am »
Citazione da: "Dubbio"
Citazione da: "Blueshadow"
quando si parla di normalità (nella vita quotidiana) s'intende la maggioranza
e si sbaglia

Citazione da: "cavallo"
Affidare scelte etiche, sulla pena di morte, sulle minoranze, sui diritti civili alle maggioranze condizionate da deceni di campagne mediatiche e stereotipi é pericolosissimo e si dà spesso quella che viene detta dai sociologi "dittatura della maggioranza"
Verissimo, e dirò di più: la buona qualità di una democrazia non si valuta esaminando quali poteri attribuisce alla maggioranza, ma quali diritti riconosce alle minoranze.


ma le più grandi dittature nascono con le minoranze...... :?  :?  :?
siamo tutti per la razza ariana???? oppure è la minoranza.... da eliminare???? :-D  :-D  :-D  :-D  :-D  :lol:  :lol:  :lol:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cilex »
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« Risposta #26 il: 26 Novembre, 2007, 13:24:23 pm »
é una favola che una dittatura sia basata solo sulla coercizione da parte di una minoranza su una maggioranza, cosa che pu? avvenire solo in parte e solo temporaneamente; da Machiavelli a Gramsci é stato elaborato il concetto di "egemonia", che é un mix fra coercizione, propaganda, costruzione del consenso, introiezione dell'ideologia dominante da parte dei dominati fino all'attiva partecipazione di questi ultimi alla logica dei dominatori.

Senza egemonia non c'é sistema, anche dittatoriale,  che regga e le dittature crollano quando eventi esterni (es.: sconfitte militari) e più di rado interni spezzano tale egemonia, ma finché hanno quell'egemonia hanno anche il consenso (e non solo banalmente per paura e opportunismo) della maggioranza della popolazione; così era per il fascismo nella fase dal 1925 al 1939 (consenso massimo dopo la vittoria coloniale in tiopia), per il nazismo dal 1935 al 1941 (consenso massimo dopo le vittorie su Polonia e Francia), per lo stalinismo dal 1937 al 1950.

Le minoranze, anche portatrici di ideologie deliranti (come quella di itler o quella di Bin Laden), diventano pericolose solo se riescono ad influenzare direttamente o indirettamente l'immaginario collettivo, la "gente comune", le istituzioni (come acade con la deriva securitaria e razzista in questi ani in Italia). Per intenderci, i neofascisti italiani sono meno pericolosi quando sono relegati (come in passato) nel MSI o in gruppi di esaltati che quando gli ex-MSI entrano nel governo regionale, comunale, nazionale solo grazie all' accettazione di una operazione cosmetica ("Alleanza Nazionale") da parte di un Berlusconi che conquista la maggioranza (con loro e coi razzisti della Lega) dei seggi 2 volte su scala nazionale (e più volte a livello locale) e che non ha problemi a riciclare poi anche neofascisti dichiarati (Storace, la Mussolini, perfino Forza Nuova e Rauti) e a far approvare leggi come la Bossi-Fini, peraltro radicate in una maggioranza di Italiani ben più ampia dei razzisti dichiarati. Hitler va al potere con una coalizone coi cattolici, Mussolini ci va chiamato dal re e si allea fino al 1925 ai cattolici: da soli potevano arrivare al potere solo di un'osteria.

Come vedi, il problema sono le maggioranze "silenziose" e "moderate" assai più che le minoranze urlanti.
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Alexia

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« Risposta #27 il: 26 Novembre, 2007, 13:37:14 pm »
una domanda a Cavallo: per caso hai pubblicato qualche libro? oppure ha intenzione di pubblicarlo?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alexia »

Dubbio

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« Risposta #28 il: 26 Novembre, 2007, 14:27:07 pm »
Citazione da: "cilex"
ma le più grandi dittature nascono con le minoranze...... :?  :?  :?
siamo tutti per la razza ariana???? oppure è la minoranza.... da eliminare???? :-D  :-D  :-D  :-D  :-D  :lol:  :lol:  :lol:

Togli un po' di puntini e metti qualche punto fermo, se no non riesco a seguire il tuo discorso  :-D .

Trovi che ci sia un rapporto tra democrazie, dittature e fame nel mondo?
Quale?
E che rapporto c'è tra i nostri piccoli interessi, le democrazie e le dittature?

Quanto a quello che ho scritto, presta attenzione alle parole che ho usato, non sono casuali.
Ho parlato di poteri delle maggioranze e di diritti delle minoranze.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

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« Risposta #29 il: 26 Novembre, 2007, 14:50:15 pm »
risposta per alexia:
per non evitare di rispondere a una precisa richiesta (e non per autoincensarmi) ecco la lista dei libri da me pubblicati finora di argomento etnoantrropologico altri libri li ho pubblicati sull'educazione e la protezione civile, fra il 1985 ed il 1991 ma non li elenco):

- "Il nemico che non c'é", Edizioni dell'Arco, Milano, 2006 (sulla questione delle identità inventate, delle mistificazioni stiruche, del razzismo): é facile trovarlo a Milano (la casa editrice é la stessa della rivista di migranti e homeless "COME") oppure chiederlo al Gruppo Solidarietà Come, 02.58113325, aramire@tin.it;

- "Reti Mediterranee", Gamberetti Editire, Roma, 2003 (sulle reti interconnettivi fra le culture mediterrane, gli appoti afromediorientali a quelle europee e lo sontro fra modello "a rete" e modello monocentrico): si pu? avere rivolgendosi alla casa editrice (l'editore era il giornalista Stefano Chiarini, putroppo morto di recente) 06.535469;

- "Fichi e  frutti del sicomoro", Fabio Croce Editore, Roma, 2001 (sull'omosessualità nella cultura islamica medievale e nelle "Mille e una notte"): la casa editrice é a Roma a Via Noto 23 (pieromannisrl@clio.it, 0832.205577 o 200373);

- "Il Giardino Paradiso", I Versanti, Roma, 2000 (sul modello concettuale del giardino-paradiso islamico di matrice persiana e la sua rilevanza architettonica, letteraria, simbolica e poetica in Europa): la casa editrice non esiste più e il libro si trova solo alla Libreria Nima (presso la Stazione Tiburtina) a Roma;

"Parole e versi tra zagare e rais", ArciSicilia, Palermo, 1997 (sul ruolo della cultura islamica in Sicilia e nella formazione della poesia "cortese"): esaurito;

- "Congo Lucumì", EuRoma, Roma, 1996 (sul concetto di sincretismo): esaurito.

E' in pubblicazione presso la Fabio Croce Editore (spero esca fra dicembre e gennaio) "Francesco Sufi", sugli influssi islamico-sufici su San Francesco di Assisi.
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