sarebbe interessante discutere la diferenza fra comportamenti "socialmente riprovevoli (che non vuol certo dire semplicemente illegaliche consentono l'arricchimento" in ogni specifica società ed in particolare in quella cinese attuale (e, magari, comparativamente, in quelle "a capitalismo maturo" come gli USA ed in quelle "a capitalismo subalterno" come l'Italia) e "arricchimenti in fome non riprovevoli", anche se il sondaggio parla di un 70% che giudica i benestanti "immorali" e non semplicemente "socialmente riprovevoli".
Difatti bisognerebbe capire se i Cinesi (e comparativamente Statunitensi, Italiani, ecc.) giudichino maggioritariamente "immorale" solo l'arricchimento con mezzi illegali (ma allora vorrebbe dire che i ricchi cinesi sono considerati TUTTI aver fatto i soldi llegalmente...?) o se invece si ratti di una "immoralità" collegata anche allo sfruttamento, all'individualismo, alla ferocia dela competitività, all'arroganza (il che verrebbe confermato dalla seconda parte del sondaggio, dove le caratteristihe per essere "popolari" delle persone facoltose sono individuate in: "senso di responsabilita' a livello sociale; essere bene educate, essere disponibili", che sono tutte caratteristihe che si possono riasumere in "ESSERE SOLIDALI")
E' interessante, però, che da parte dei commentatori occidentali quando ci si riferisce al vecchio slogan con cui Deng lanci? le "modernizzazioni" postmaoiste in Cina ("arricchitevi!"), si presenta sempre come una sorta di adesione acritica al modello capitalista occidentale e quando si descrivono aspetti della società cinese attuale (es.: il lusso dei "nuovi ricchi", il supersfruttamento nei luoghi di lavoro, magari senza notare che molissime aziende se non sono straniere sono proprietà diretta o ndiretta dello Stato) si finisce sempre per far credere che la Cina si sia trionfalmente avviata sulla strada del capitalismo più selvaggio, dell'individualismo, del rifiuto di ogni valore solidale, insomma del modello occidentale pre-Seconda Guerra Mondiale.
Quel che il sondaggio (se, ripeto se e é affidabile, ma nessuno ne parla sui media: strano, no?) porebbe mostrare, a mio parere, é invece che la mentalità di massa cinese, in particolare in aree urbane ed acculturate, che fanno riferimento a giornali come China Youth Daily ed al suo sito Internet (e se é quella giovanile la cosa é ancor più interessante), certamente non alla retroguardia nelle "modernizzazioni" (il sondaggio non é stato fatto fra contadini dell'interno o fra nostalgici delle "Comuni popolari"!), NON CORRISPONDE AFFATTO al modello occidentale apparentemente adotato in pieno.
Io sono sempre stato convinto he la Stoia e la cultura, assieme ai fattori economci, influenzano scelte, strategie e mentalità di ogni singolo popolo o ruppo) e che é ridicolo credere che il tipo di società (e di mentalità) che pu? essere costruita in Cina (anche con le "modernizzazioni" e il fiorire di logiche capitalistiche), figlia di milleni di Storia con rapporti particolari (e molto colettivi) fra pesone, gruppi, col potere centrale, ecc., permeata di Buddhismo e Confucianesimo e con alle spalle l'esperienza 50nnale maoista possano essere uguali a quelli di Paesi anglosassoni, impregnati della logica protestante (vedi Weber sul rappoto fra Protestantesimo e logica capitalista), da un individualismo plurisecolare, ecc., o di Paesi musulmani o cattolici, per fare altri esempi.
Di fatto, già il capitalismo dell'Europa non-Ptrotestane é diverso da quello dell'Europa anglosassone e degli USA (anche in termini di solidarietà, forme di lotta sociale, ecc.), e quello egiziano, pakistano, indiano, indonesiano lo sono ancor di più, non solo a livello di elementi di etica religiosa ma di struttura (basti pensare al sistema delle banche "islamiche" che non danno interessi eppure sono inserite in circuiti capitalistici!!!). La Cina dimostra di esere figlia assai più della sua Storia millenaria che della contingenza e come potrebbe essere diversamente per un Paese che ha una mole demografica, geografica, di risorse, culurale, oggi di nuovo anche economica, politica e militare, che gli permette di tener testa con sucesso (a differenza di "capitalismi subalterni" come quelli greco, senegalese, italiano, tunisino, messicano, polacco, thailandese, bulgaro, bangladesho, keniota, libanese, ecc.) alle pressioni (ed alle aggressioni) dei poteri oti del capitalismo egemone, ossia di quello di modello anglosassone?
Del resto, ce lo vedete il capitalismo liberista cantato dagli economisti USA ed europei governato, impbrigliato, pianificato, stimolato dallo tato come avviene in Cina? Ricordiamoci che inI talia si é smantellato il sistema IRI perché si diceva che l'eccesso di interferenza statale nell'economia costituiva un elemento di non-capitalismo (e intanto sono le aziende partecipate dallo Stato che sono state e restano l'unico vero motore economico italiano; altro che "piccole imprese", tutte iperindebitate!!!) e si trattava di un ruolo dello Stato ben minore di quello del Partito-Stato cinese oggi!
Ce lo vedete il PCC che permette ad un miliardario (in dollari/in Euro) cinese di acquisire media e fondare un partito alla Berlusconi e diventare presidente del consiglio? O che privatizza l'industria bellica, le telecomunicazioni, l'energia?
Perfino la nuova joint-venture con il consorzio (tutto privato) CRAI italiano per la creazione di negozi-bandiera di gastronomia italiana in Cina, citata nelle news di Associna vede come partner cinese una compagnia (che finora si ocupava di...tessile) che é propruietà in efetti dello Stato: non ci si deve far abbagliare dal fatto che ci siano migliaia di grandi società private in Cina, quando molissime di esse sono conrollate in realtà da imprese statali che agiscono con regole capitalistiche, certo, ma con un "nucleo di controllo" he capitalista non é.
Vi pare "liberismo capitalista selvaggio" alla USA o GB un sistema dove a nominare i presidenti dei consigli di amministrazione di centinaia di megaimprese "private" sono lo Stato e, specificamente, il Partito-Stato come avviene in Cina (e a Cuba, e in Vietnam)?
Naturalmente, sono convinto che se si fa lo stesso sondaggio fra i commercianti cinesi ed i loro figli i risultati sarebbero diversi anche perché l'"arricchimento" in questo caso si basa molto di più su esperienze di duro lavoro e sacrificio e semmai di auto-sfruttamento, tipici più dell'antico modello mercantilistico toscano, olandese, levantino, ebraico (oltre che appunto cinese ed indiano) che del vero capitalismo che nelle fasi accumulative (e di debolezza delle organizzazioni dei lavoratori) o é selvaggio e senza regole statali o non é.
Ma nei Paesi a "capitalismo maturo" (es.: USA) ed a "capitalismo subalterno" (es.: Italia), un simile sondaggio non darebbe quei rsultati che ha dato n Cina (e meglio ancora se si tratta solo dei giovani!) neppure se fatto fra i "precari" (provate a farlo fra gli studenti italiani che conoscete...), secondo me perché i valori dell'individualismo, a differenza che in Cina, sono stati fatti radicare da secoli a detrimento di quelli solidaristici, nonostante la controtendenza di un movimento operaio e socialista che però esiste solo da 150 anni, mentre in Cina l'innesto, solo un secolo fa, di elementi di marxismo (peraltro anch'essi del tutto adattatisi e piegatisi alle concezioni cinesi, tanto che Mao si basò sui contadini e non sui pochi operai, per fare una rivoluzione che contraddiceva tutti i principi marxisti e leninisti sul "ruolo di avanguardia" della classe operaia e sul "ruolo conservatore" dei contadini!!!) é solo un elemento in più e neppure essenziale (se non per il ruolo assunto dal Partito-Stato) rispetto a millenni di tradizione non-individualista.