Ovvero in Italia come in tanti altri paesi vi sono alcuni "mestieri protetti" (lo è sicuramente quello del magistrato e notaio) che richiedono la cittadinanza italiana. Da quel che ho sentito a questa categoria dovrebbe appartenere anche quella degli avvocati. E cmq i vari ordinamenti professionali hanno grande autonomia in tutto, anche se come dire, carta canta. Cercherò di controllare il testo della deontologia forense per saperne di più.
Poiché la legge non è generica, parla di albi professionali senza specificare in quanto intende la totalità delle professioni.
Come ha scritto Alexia, chi è magistrato non esercita una professione, ma è un dipendente dello stato.
Il notaio è invece un professionista, per cui la norma in esame dovrebbe applicarsi anche all'iscrizione all'albo professionale dei notai, tuttavia è un professionista particolare, essendo anche pubblico ufficiale ed essendovi il numero chiuso per gli esercenti la professione, per cui potrebbe essere considerato un caso a sè.
Per tutti gli altri professionisti, avvocati inclusi, se lo straniero è laureato in Italia, la cittadinanza non pu? più essere un ostacolo all'iscrizione all'albo.
Se vi sono ordini professionali che ancora richiedono questo requisito, si devono studiare iniziative per costringerli al rispetto della legge.
Dalla deontologia forense ricaverai poco su questo tema, perché è una materia che tratta i doveri degli avvocati, non l'iter per diventarlo.
Ad ogni modo non mi risulta che dopo il 1999 alcun ordine degli avvocati in Italia abbia mai negato l'iscrizione ad uno straniero laureato in giurisprudenza in Italia, che avesse compiuto la pratica in Italia e avesse superato l'esame di avvocato in Italia.
Se vuoi diventare avvocato, spero tanto che tu ci riesca.