mi pare un dibattito molto interessante.
Io vorrei fare alcune differenze.
E' naturale che una persona che si reca in uno Stato diverso dal suo deve rispettarne le leggi, sebbene in molti principi giuridici (dalla Costituzione degli USA che riconosce il diritto a ribellarsi alle leggi considerate oppressive al Codice Militare italiano che sottolinea il dovere a non applicare un ordine inumano, ingiusto o incostituzionale, dal codice etico della Chiesa cattolica che invita all'obiezione di coscienza in molti casi all'etica del movimento operaio che invita a lottare contro le leggi ingiuste, ecc.) sia incluso il diritto a RIFIUTARE determinate leggi in nome della giustizia e dell'uguaglianza dei diritti (se non fosse cosi' staremmo ancora all'eta' della pietra o al Diritto Romano...).
E' altrettanto importante pero' fare alcune distinzioni.
* L'Arabia Saudita viene sempre presentata come esempio della realta' islamica, mentre e' un Paese governato da un regime assolutista monarchico (famiglia Saoud) instaurato DAGLI INGLESI e che si rifa alla versione piu' estremista ed integralista (Wahabbismo) dell'Islam, non condivisa da tutti i Musulmani Sciiti e dall'immensa maggioranza di quelli sunniti.
In questo ambito quel regime fa coincidere cultura tribale, religione musulmana e legge (cosa che NON avviene in tutti i Paesi musulmani), obbligando fra l'altro i non-Musulmani (ma anche i Musulmani non-Wahabbiti) alle pratiche culturali (tribali, come quelle riguardanti l'adulterio) e religiose (come la non presenza di chiese cristiane ma anche di santuari musulmani sufici) del Wahabbismo (non dell'Islam in generale).
* In altri Paesi musulmani (Tunisia, Giordania, Bangladesh, Indonesia, Libano, Iraq prima dell'invasione USA, Marocco, Siria, Turchia, perfino il "cattivo" Iran),ci sono chiese, messe, comunita' cristiane, i non-Musulmani possono bere alcool, ecc. e quindi quel che avviene in Arabia Saudita non e' regola generale;
* i Wahabbiti unificano, come ho detto, legge, religione (nella LORO versione) e costumi culturalii, altri Musulmani no, ma comunque in Occidente questa unificazione esisteva (vedi Cattolicesimo spagnolo o Luteranismo) ed esiste ancora in talune realta' (vedi integralisti protestanti in USA, integralisti cattolici in Spagna, Italia e Irlanda, ecc.) che talora influenzano ancora anche il potere statale (vedi il rapporto fra l'elettorato integralista e Bush e quello fra l'elettorato integralista e i governi italiani); chi segue i principi democratici e laici stabiliti con Illuminismo e Riv. Francese invece separa queste tre realta' e non impone per legge comportamenti culturali o religiosi.
Dunque, se i sauditi impongono per legge comportamenti religiosi o culturali sono COERENTI con le loro concezioni, se (come hanno pur fatto tante volte) gli Occidentali figli dell'Illuminismo, del Laicismo e del Liberalismo impongono per legge comportamenti religiosi o culturali sono INCOERENTI coi loro principi e questa e' l'immensa differenza che non permette assolutamente di chiedere una 'reciprocita'".
Per capirsi, in Italia (o in Francia, o in Occidente) se cerchiamo di imporre ai migranti di altra cultura e religione non solo di rispettare le leggi civili ma di rispettare (per legge o con decisioni amministrative, campagne mediatiche, ecc.) la "cultura prevalente" o la "religione prevalente" italiana ANDIAMO CONTRO I NOSTRI STESSI PRINCIPI e del resto:
- la religione cattolica era "di Stato" sotto il fascismo, ora non lo e' piu' e la legge italiana prevede la liberta' di culto senza chiedere contropartite a nessuno;
- pretendere di far adeguare gli stranieri alle tradizioni culturali italiane non solo e' suprematismo razzista, ma e' impossibile perche' NON ESISTONO tradizioni "italiane" bensi' tradizioni e lingue e gastronomie e musiche e artigianati locali, regionali, tutti diversi e tutti egualmente dotati di diritto di esprimersi e molti di looro derivano da culture fuori dei confini nazionali (greca, francese, araba, berbera, spagnola, austriaca, slava, catalana, turca, ecc.), confini che peraltro per vicende storiche non sempre dignitose (es.: 1918) inglobano gruppi culturali ed etnici che con l'"Italia" non hanno nulla a che vedere (es.: Sudtirolesi, Valdostani).
Inoltre l'"Italia"e non esisteva al tempo dei Romani, ne' nel Medioevo, ne' nel Rinascimento, per cui e' ridicolo dire che Cicerone, Dante, Michelangelo, Colombo sono "italiani" o che la cultura fiorentina medievale, quella della Repubblica di Venezia, quella della Palermo normanna siano "italiane", esattamente come non-italiane erano sia le dinastie regnanti sulle diverse parti della Penisola, sia le forze (come ha giustamente sottolineato qualcuno in altro topic) motrici del cosiddetto "Risorgimento".
Quindi cercare di imporre l'assimilazione degli stranieri ad una presunta "cultura italiana" omogenea e sempre esistita e' una violenza, uno stupro culturale prima ancora che contro quegli stranieri, proprio contro Sardi, Salentini, Sudtirolesi, Liguri, Veneti, Occitani, Siciliani, Napoletani, Toscani, Sloveni, ecc.!!!!
La cosa non vale solo per l'Italia ma per quasi tutte le "nazioni" (invenzione recente) del Mondo, europee o tracciate sulle carte geografiche dai colonialisti europei negli altri continenti o nate in altro modo.
Vale di piu' dove (come in Italia, Isole Britanniche, Spagna, balcani, medio Oriente, ecc.) ci sono stati piu' scambi, miscugli, invasioni, influssi; vale di meno dove (come nella Penisola Araba, in Scandinavia, in Islanda, ecc.) ce ne sono stati di meno, ma di "identita'" pura a cui assimilare qualcuno (premesso che tale assimilazione sarebbe sempre una ignobile violenza) NON NE ESISTE AL MONDO NEANCHE UNA!!!!