nei miei post spesso appaio catastrofista/pessimista eppure io invece credo nell'agire, nell'informare, nelo smascherare e mi impegno nel lavoro e fori su questo erreno.
Xaratos ha ragione: il problema é farsio ascoltare, specie dalla massa di persone che in Italia non legge quasi nulla (siamo penultimi in Europa per lettura, peggio di noi solo la Grecia), é molto provinciale (siamo ultimi per conoscenza delle lingue straniere), é stato educato sulla base del mito "Italiani brava gente" censurando gli orrori del nostro colonialismo, si abbevera solo ai giornali ed alle radio locali sportivi (che usano un linguaggio da guerra civile salvo poi piangere il tifoso il polizotto ammazati) ed ai prorami più demenziali di quela che la BBC considera a ragione la peggior TV d'Europa.
Quella massa, che però vota e influenza così la formazione di leggi nazionali e decisioni degli Enti Locali (anche e soprattutto verso i migranti, che invece non votano), non pu? esere raghgiunta da convegni dull'immigrazione, da seminari sui diritti delle secone generazioni, da cortei antirazzisti, ecc., che a loro non nteressano o fanno schifo.
Li raggiungono invece la propaganda mediatica (nei TG, ma anche nelle pubblicità stile Ricola o Lavazza), la chiacchiera da bar o da parrucchiere, i maniesti terroristici razzisti i Forza Nuova, le iniziative sulla "romanità" e la "cristianità in pericolo" dei comitati di quartiere gestiti da figuri razzisti, lo stile della notizia-spetacolo di Vespa, ec. .
Allora non si pu? fare nulla? Non lo credo e personalmente cerco di are e non solo di andare a convegni spesso autoreferenziali scrivere su un Forum o parlare di films, problemi di cuore o altro consimile.
Io ripeto che il "fare" più adeguato, relativamente alle questioni razzismo/intercultura/migranti/seconde generazioni secondo me va contemporaneamente in 3 direzioni:
- smascherare le menzogne: quelle di TGcom di ogi ma anche quelle storiografiche sugli orrori coloniali italiani, sul risogimento, sulle crociate, sulla "civiltà" di Cesare e dei Romani, per smontare le basi stesse del pregiudizio;
- fare iniziative che non partano da sistemifilosofici, posizioni deoloihe, teorie accademiche, ma da elementi della quotidianeità (il té, la cata, il riso, le campane, il mais, i re magi, gli agrumi, il mandolino e la chitara, la patata, la seta, il rosario, il risotto alla milanese, la cassata siciliana, i fuochi artificiali, la birra, le percussioni, lo strudel, la tammurriata, gli intarsi, il torrone, Gesù, ecc.) che sono derivati dalle culture extra-italiane ed extra-europee, per aiutare la gente comune a capire che non esiste una cultura e una identità italiane pure, autoctone, e che il nostro Paese (come e più di molti altri) é carattrizato da appoti africani, americani, medorientali ed estremo-orientali e quindi non c'é un "noi" e un "loro" rispetto ai migranti, ma un "loro in noi";
- valorizzare la diversità anche "dentro" l'Italia, ad esempio relativamente alle culture regionali (gatronomia, lingue, artigianato, musica, danza, decorazioni, ricami, eccc.) contro ogni omologazione nazionalista (e analizzando criticamente i processi omologativi nazionalisti risorgimentale e fascista: chi li ha voluti, chi ci ha guadagnato, chi ci ha perso), e scoprendo i legami fra tali singole culture regionali e culure extra-italiane ed extra-europee (es.: occitani e provenzali, salentini e albanesi, siciliani/sardi e maghrebini, veneziani e turchi, campani e arabi, liuri e catalani, ecc.), sottolineando concretamente ome tali valorizzazioni possano essere anche CREATRICI DI OCCUPAZIONE E DI REDDITO SPCIE PER GIOVANI (il che non guasta, mi pare, no?) in termin di prodoti DOC, turismo culurale, produzioni di nicchia, artigianato, prodotti culturali, spetacoli, arte, rapporti commerciali internazionali, ecc., mentre razismo e xenofobia sono creatori solo di distruzione (anche economica), salvo che per pochi burattinai dell'orrore e qualche loro servo.
Tutto questo si pu? fare, con piccole iniziative, OVUNQUE: a scuola, all'università, nei quatieri o meglio ancora collegando scuola e quartiere, università e quartiere (é quel che tentiamo di fare il 28 novembre a Roma all'Esquilino con "CINA A ROMA"), ecc.