Decreto Flussi 2007 - il mercato nero dei PdS - HELP!!!! - page 3 - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: Decreto Flussi 2007 - il mercato nero dei PdS - HELP!!!!  (Letto 10831 volte)

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Dubbio

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« Risposta #30 il: 11 Dicembre, 2007, 13:42:47 pm »
Citazione da: "cinosuperior"
io non riesco proprio a capire di come possa parlare di sfruttamento se c'è il consenso di 2parti.

Anche gli operai che nelle fabbriche dell'ottocento lavoravano quattordici ore al giorno erano consenzienti, venivano apposta dalle campagne per farlo.

Ma erano sfruttati.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

cavallo

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« Risposta #31 il: 11 Dicembre, 2007, 14:23:48 pm »
che confusione!

Qui si usa il termine sfruttamento in modo etico e si dice che certe pratiche sono sfruttamento e certe altre no...

Premesso che perfino Ratzinger, che non é certo un estremista comunista, critica le "soluzioni" proposte da Marx ma nell'ultima Enciclica valorizza le analisi di Marx, vor0rei ricodare"pacatamente" che:
1) in un sistema capitalista chi svolge un lavoro salariato VENDE la sua forza lavoro a qualcuno che gliela paga SOLO UNA PARTE del suo valore e intasca l'altra pate (dedotti gli altri costi di produzione) sotto forma di PROFITTO e che questo E' SEMPRE E COMUNQUE SFRITTAMENTO perci? ci sono solo livelli di sfruttamento peggiori, più acuti, o migliori MA SEMPRE DI SFRUTTAMENTO SI TRATTA;
2) tutti i lavoratori salaraiati in un sistema capitalista sono, come dice Marx (e come ripetevano Paolo VI e perfino Giovani Paolo II  !!!!), "reificati", ossia ridotti a merce, tanto che le autrici femministe (occidentali ma perfino  egiziane!) e tutti i sindacalisti europei seri hanno sempre equiparato il lavoro di una impiegata, di un operaio, di una commessa, di un ferroviere, di una valletta TV a quello delle prostitute perché in entrambi i casi l'individuo vende parte di sé;
3) che si debba pagare un taxista per subentrare nella sua licenza (é questo ed il livello altissimo di tali pagamenti, anche 500.000 Euro, il motivo che li rende contrari alle nuove licenze a Roma), che varie categorie si oppongano alle liberalizzazioni (i farmacisti, i notai, ecc.), che si debba pagare il permesso di soggiorno con procedure pazzesche, che lo Stato Italiano incameri i contributi INPS dei migranti non sono errori o storture, ma risultati di leggi approvate "democraticamente" e violarle costituisce reato (così si possono criminalizzare quelli che le violano, non quelli che le fanno) mentre che qualcuno si faccia pagare per l'intermediazione della mano d'opera é reato se non lo fa con una "pulita" agenzia interinale (stile ADECCO e simili), o se lo fa verso stranieri nelle famose "quote", ma si tratta di due facce della stessa logica e non é giustificazionismo sottolinearlo, perché delle due l'una, o si accetta quella logica (quella dei punti 1 e 2 che genera il 3) o la si rifiuta e se la si accetta si é ipocriti quando se ne rifiutano solo le parti dovute alle illegalità e si accettano quelle legate invece a leggi infami, che restano tali anche quando non si chiede un Euro a chi é obbligato ad usarle, perché quella persona se non resterà 35 anni a lavorare in Italia sarà privata della pensione e i suoi soldi (o contributi INPS, se non lavora in nero) glieli avremo RUBATI (noi Italiani e il nostro governo) lo stesso (a parte tutti gli altri soldi rubati per il rinnovo dei permessi di soggiorno futuri.... e i diritti quotidiani negati e le discriminazioni legalmente supportate nell'accesso a erte professioni, ecc.), per cui siamo solo un po' meno ladri e un po' meno farabutti di chi specula espliitamente sul suo arrivo;
4) un assassino non ha per me diritto di dettare norme e punire  un blasfemo, così chi fa leggi schifose (e chi acetta come "democratico" che ese vengano fatte a colpi di maggioranza) non ha diritto di criticare chi specula sulla pelle dei migranti; per me la responsabilità maggiore é SEMPRE di chi fa e gestisce le norme (e non mi riferisco solo alla Bossi-Fini), di chi agisce apparentemente nella legalità (la sua, che si é fabbricato coi suoi servi travestiti da deputati) ma lo pu? fare perché fonda la sua legittimità su violenze feroci vicine e lontane (nel tempo e nello spazio) come quelle (per non itare la catena di acumulazione di denaro e potere dalla tratta schiavista transatlantica ad ogi che sta dietro la fotuna della borghesia di intere città, da Liverpool a Genova) di centinaia di imprese italiane che delocalizzano (fa meno schifo che far pagare Cinesi e Bangladeshi per venire in Italia?) e fanno lavorare la gente da schiavi (io le ho viste in Bangladesh coi miei occhi), quelle di chi scarica rifiuti tossici ad avvelenare la Campania (e le mozzarelle....), quella di Poggiolini che vendeva sangue infetto, quella di chi tiene in Italia  90 bombe atomiche segretamente, quella dei professionisti che hanno potuto studiare perché i nonni sono diventati commercianti facendo la borsa mera (contrabbando) a Milano o al'Esquilino a Roma oppure si sono tenuti (a Roma é avvenuto) l'oro e i quadri sottratti agli Ebrei deportati ad Auschwitz (del resto le banche svizzere, legalissime, hanno fatto lo stesso), quelle di chi organizza stragi golpiste (azione illegale) e di chi fa bombardare il Kossovo in base a menzogne (azione legale) o manda i soldati in Iraq in base a menzogne.
E come vedete sto volutamente mescolando comportamenti "illegali" (tipo le discariche abusive) e perfettamente legali (la delocalizzazione) .

Io non giustifico proprio nulla ed odio tutti i giustificazionismi, ma se si vuole essere coerenti e non ipocriti bisogna  dire semplicemente se si é d'accordo non con questa o quella "schifezza", presentata come "illegale" o "distorsione" del sistema, non con una certa quota di supersfruttamento o no (che é come  facevano certi schiavisti USA che dicevano che la schiavitù andava "umanizzata") ma con questo sistema nel suo complesso, capitalista, occidentale, occidentocentrico, suprematista, azista, mercificante, "reificante". E poi agire di conseguenza nei limiti che la quotidianeità ci permette (e usando le tattiche e le strategie possibili, senza ipocrisie) senza necessariamente diventare martiri, asceti, guerriglieri o profeti.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Dubbio

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« Risposta #32 il: 11 Dicembre, 2007, 15:30:25 pm »
Guarda cavallo, sono critico, ma non come te, nei confronti del sistema capitalistico e dei suoi annessi e connessi, ma contesto che ci? rilevi ai fini di questo topic, e considero giustificazionista chi non lo ritiene e quindi anche te.

Non è un problema, la pensiamo diversamente, la penso diversamente dalla maggioranza, ma i forum servono appunto anche all'espressione di opinioni diverse.

Però rivendico il mio diritto di scrivere quello che ho scritto, di criticare chi ho criticato, di non essere d'accordo con la tua critica totalizzante e di non sentirmi dare dell'ipocrita da te.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

cinosuperior

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« Risposta #33 il: 11 Dicembre, 2007, 17:34:44 pm »
Citazione da: "Dubbio"
Citazione da: "cinosuperior"
io non riesco proprio a capire di come possa parlare di sfruttamento se c'è il consenso di 2parti.
Anche gli operai che nelle fabbriche dell'ottocento lavoravano quattordici ore al giorno erano consenzienti, venivano apposta dalle campagne per farlo.

Ma erano sfruttati.



è ci? che pensi te.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cinosuperior »

Idra

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« Risposta #34 il: 11 Dicembre, 2007, 18:33:54 pm »
Citazione
Chi si fa pagare per farti entrare in Italia non ti dà né beni né servizi, sfrutta solo il tuo bisogno, dalla sua condizione di privilegio.

Intervengo perchè anche la mia opinione a riguardo è in formazione, e quindi cerco appositamente di sentire altre campane.
Per non annacquare troppo, parto e finisco dalla critica di dubbio sul fatto che ponendo altri esempi avrei annacquato l'argomento in considerazione. Io però non vedo veramente tutta questa differenza fra chi si fa pagare la licenza ad alto prezzo e chi si fa pagare la regolarizzazione ad alto prezzo. In tutti e due i casi c'è una necessità da una parte, quello del richiedente di, riassumendolo genericamente, lavorare, dall'altra parte una posizione "dominante" che gode della limitatezza del numero di licenze o di ingressi dal quale viene determinato prezzi altissimi per servizi indefiniti. E pure tutti e due danno una speranza di qualificazione economica migliore. Cambia qualcosa se dall'altra parte c'è un poveraccio? Il poveraccio in tutti e due i casi o sceglie di non comprarsi la licenza cercando di arrangiarsi in qualche modo o di restare nel proprio paese cercando di arrangiarsi in qualche modo. Io veramente non vedo tutta questa differenza. Così la frase che ho riportato qui sopra, ripreso da Dubbio, è valida anche per un avvocato, che "sfrutta" la fondamentale necessita di "giustizia" in cui è caduto il suo cliente (spesso si è in una condizione di forte necessità quando ci si avvale di un avvocato) affidandosi alle proprie capacità. Ma se le stesse capacità, nel caso della persona che regolarizza un'altra persona, fosse derivante da studi che hanno formato la competenza e professionalità del "fornitore di regolarità", ovvero se quest'ultimo fosse un professionista e chiedesse 20 mila euro, non ti farebbe schifo nello stesso modo? O il privato che ha meno competenze, ma il giusto necessario per regolarizzare qualcuno fa più schifo del professionista? Non vedo tutta questa differenza.
Vedo solo che nel caso dell'avvocato, che si fa cmq pagare parcelle consistenti, esistono i regolamenti deontologici e tetti massimi di parcella. Proprio questa esistenza fa capire che il legislatore, o le corporazioni, hanno ritenuto la necessità del loro intervento, perchè senza gli avvocati avrebbero sparato cifre ancora più alte. In questo caso è intervenuto quindi una norma, a differenza del decreto quote che per vari motivi, ma soprattutto per la sua ipocrisia, non poteva prevedere questi tetti.
Ripeto, non so se mi fa schifo questa pratica, ma ha un senso reagire nello stesso modo per anche gli altri casi che ritengo non molto differenti solo perchè c'è una certa professionalità "qualificatà" maggiormente rispetto al privato che a suo modo, in modo analogo alle tante tipologie di agenzie o professionisti esistenti in giro, fornisce un servizio richiesto dal suo "cliente" proponendo prezzi spaventosi nello "sfruttamento" della necessità del richiedente. O sono tutti criminali o non so lo sono.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Idra »

cavallo

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« Risposta #35 il: 11 Dicembre, 2007, 18:49:51 pm »
per dubbo:
hai tutto il diritto di affermare qel che vuoi e so bene che sei ritico (non come me, dici) del capitalismo, né voglio assolutamente insultarti.

Credo nella libertà di espressione (razzisti a parte e so che tu non lo sei), ma proprio per questo sono libero, credo, di argomentare come ho fatto perché secondo il mio parere personale si possa definire ipocrisia il considerare "sfruttatori" solo coloro che usano direttamente pratiche al limite dello schiavismo e non chi invece é un "buon imprenditore" (che magari delocalizza, che magari deriva i suoi capitali da genetrazioni di "padroni delle ferriere" degni di Dixckens o di pirati schiavisti) o un "buon professionista" che tutala il suo numrus clausus nei taxi o negli studi notarili o anche un "buon sindaco progressista" che privilegia la lotta contro i lavavetri a quella contro gli speculatori.

Per me la distinzione fra pratiche di sfruttamento illegali e pratiche di sfruttamento legalizzate dai maggiordomi parlamentari degli sfruttatori e trasformate in "diritto ala libertà d'impresa" dai loro maggiordomi mediatici é ipocrisa, sì, e io preferisco hiamare ogbni cosa con il suo nome anche se fa male.

Così dico "forza-lavoro" e "merce" quando parlo di qualsiasi lavoro salariato e dico "padrone" quando parlo di chi trae profitto da quel lavoro.

Mi spiace se lo vedi come un'offesa, ma non posso evitare che chi non condivide (legittimamente) le mie idee si riconosca nel ruolo di vitiuma o adepto (cosciente o meno) di quella che per me resta ipocrisia, come io non mi offendo affatto a riconoscermi nelle definizioni di catastrofista,  radicale, ecc., mentre faccio un po' più fatica a capire come si concilino quelle definizioni (non certo esaltanti nelle loro intenzioni, ma che accetto in pieno) di "critico totalizzante" e simili con quella che mi atribuisce intenti giustificazionisti... Come si fa a credere che io "giustifichi" un qualsiasi aspetto (legale o illegale) di un modello di sviluppo, relazioni economiche, relazioni umane (non solo capitalista, ma occidentale in genere) che ritengo doveroso denunciare e combattere in ogni modo prima che termini di distruggere il Pianeta?


per cinosuperior:
premesso che esiste anche un "sacrificarsi" per l'azienda familiae (lavorando 12-14 ore e risparmiando il più possibile) ben noto a tanti emigranti cinesi di oggi ed italiani di ieri che non é sfruttamento clasico (e se ti riferisci a questo é giusto fare distinzione), se invece pensi che lavorare sotto padrone per un certo numero di ore (peggio se non si tratta di 8-10 ma di 12-14) in condizioni abominevoli (come nelle fabbriche europee dell'800 e non solo) venendo pagati con salari di fame (che imponevano di far lavorare anche i bambini per sopravvivere), con una durata media della vita metà di quella dei non-operai e con un padrone che si intasca dal 60 all'80% (vedi gli studi di economia relativi all'800) di quel che produci, (al netto di tasse, costi delle materie prime, investimenti nei macchinari) non sia "sfruttamento" ti consiglio d presentarti subito alla Thyssen Krupp di Torino: ci sono 4 posti vuoti alla colata  dell'acciaio appena riprenderà a "funzionare"....

Cosa intendi tu per "sfruttamento"? Sai che le commissioni governative britanniche (non gli agitatori sindacali o il vecchio Marx) a metà XIX secolo dimostrarono che le condizioni di vita e lavoro degli operai tessili e metallurgici britannici erano PEGGIORI di quelle degli schiavi neri inegli USA?

Sai quali sono ancora oggi, ad esempio, le condizioni di lavoro nelle fabbriche tessili del Bangladesh, per ragazzine di 12-14 anni che producono i jeans LEVIS e gli abito venduti alla OVIESSE e ad AUCHAN?

Che la gente per non morire di fame (specie grazie alla distruzione dell'artigianato e dell'agricoltura di sussistenza, come fecero ad esempio gli Inglesi in India o come accade con le importazioni dall'estero oggi in mollti Paesi dell'America Centrale) "scelga" di andare a farsi spremere come limoni in fabbrica (o emigri per  farsi spremere altrove...: ti dice niente?) la consideri una prova di "non sfruttamento"?  Ma se é per questo ci sono sempre state (dall'epoca romana ad oggi) perfino persone che per fame hanno venduto schiavi i propri figli (e figlie) o se stessi (oggi anche organi di se stessi) e il mercato del turismo sessuale e dell'industria della pedofilia prosperano su questo, ma dubito che si possa parlare di "scelta" ed escludere simili orrori dallo sfruttamento, no?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Dubbio

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« Risposta #36 il: 11 Dicembre, 2007, 19:08:17 pm »
Citazione da: "Idra"
Ma se le stesse capacità, nel caso della persona che regolarizza un'altra persona, fosse derivante da studi che hanno formato la competenza e professionalità del "fornitore di regolarità"....

Non ti sei accorto che mentre formulavi la domanda di fatto scrivevi la risposta.

Perché per l'appunto il "fornitore di regolarità" non fornisce nulla, è la legge che fornisce regolarità.

Pensare a una figura a cui sarebbero richieste competenza e professionalità per "fornire regolarità" è una pura astrazione che presuppone che stiamo trattando di un problema diverso da quello di cui discutiamo.

Chi si fa pagare per "fornire regolarità" profitta semplicemente dell'ingiusto meccanismo della legge, ripeto, non dà né beni, né servizi.

L'avvocato, il medico, l'ingegnere, qualunque professionista, eroga un servizio, una prestazione.

Ancora più assurdo è il paragone con la situazione delle licenze protette.
Se ti vendo una licenza, te la faccio pagare in base al valore dell'attività sottostante, che sicuramente pu? essere drogato da distorsioni e privilegi, ma resta il fatto che dopo che hai pagato io la licenza non l'ho più, perché lo venduta a te, avrò i soldi, ma non lavorerò più, perché questo diritto l'ho ceduto a te: hai pagato un bene che ti è stato ceduto.

Perché la situazione del  "fornitore di regolarità" fosse paragonabile, occorrerebbe che egli offrisse il suo posto di lavoro in cambio del danaro, e tornasse al suo paese, allora, giusto o sbagliato, avremmo avuto uno scambio di beni o servizi, ma ovviamente le cose non vanno così.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

Idra

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« Risposta #37 il: 11 Dicembre, 2007, 19:41:15 pm »
Nel caso delle licenze, ti basi sul fatto che esso è una vendita di un bene immateriale, mentre nel caso del "fornitore di regolarità" (figura ipotetica per riassumere quel che fanno le persone in considerazione) compie un insieme di atti, ripetibili, per ottenere un risultato. Sotto questo aspetto esiste una netta differenza, tra la vendita di un bene e la prestazione di specifici atti (che io ritengo comparabili al concetto del servizio), ma quando tu parti che ti fa schifo del fatto che A sfrutta solo il bisogno di B, dalla sua condizione di privilegio, io non trovo grandi differenze sul concetto di "sfruttamento" in entrambi i casi.
Giustamente la regolarizzazione non è un "bene" trasferibile in cambio di denaro, ma dire che non è un servizio come lo sono quelli forniti dai professionisti solo perchè la figura del "fornitore di regolarizzazione" è atipica non regge secondo me.
Se io privato voglio portare tramite le quote il mio fratello dalla Cina a lavorare da me, e chiedo a un avvocato, o ad una agenzia di servizi di aiutarmi nelle pratiche perchè non ho tempo, perhcè mi fido di loro o altro, questi non chiederanno una ricompensa?
E se si adeguassero al "prezzo di mercato", ci? che mi offrono non è più servizio? Ci sono agenzie, avvocati e altri professionisti che in questo momento stanno seguendo dei clienti nella regolarizzazione di qualche straniero, questi offrono un servizio o no? E se si, non vedo che differenza ci sia con il privato che offre lo stesso servizio facendosi pagare, e se no, devi spiegarmi cosa stanno offrendo e se sei sicuro che tutte le altre prestazioni che offrono siano definibili, secondo i tuoi criteri, come servizi.
Io ho l'impressione che la differenza, se è definibile, è veramente sottile, e quindi, non mi schiferei nettamente per una cosa senza farlo anche per l'altra cosa. Per questo ho fatto questi paragoni.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Idra »

ahimsa

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« Risposta #38 il: 11 Dicembre, 2007, 21:23:15 pm »
:-D  8O  :)  :-)  :-D  :wink:  :P  :o  :D  :-D

Cari amici associni, ho goduto per una mezzoretta di tutte le vostre interessantissime argomentazioni e vi ringrazio tutti per l'energia mentale e tutta la passione con la quale avete partecipato a questo topic, trasformatosi in un autentico "brain strorming".

Devo ammettere che ho fatto non poca fatica a seguire tutti i passaggi (fate frasi troppo lunghe!!!! metteteci qualche punto ogni tanto!  :wink:  ). Siete riusciti a far ergere l'argomento verso vette impensabili e ribadisco, con grande intelligenza.

Io cerco solo di mettere un po' di ordine, provando a dire la mia:

1) la legge è una grandissima porcata, schifezza, ipocrita, e dà prova dell'IGNORANZA dei politici italiani e dell'immensa distanza che li separa dalla realtà e dalla società;

2) a speculare nelle maglie larghe della legge porcata sono imprenditori e privati italiani e stranieri, e per quest'ultimi la cosa più riprovevole è che ritengono lo sfruttamento dei propri connazionali  "buono" e "utile" (oltre che lecito e dovuto) in sè!

3) lo "sfruttamento" è consensuale, ma deriva anche da una grande mancanza di informazione, e da illusioni indotte dagli stessi stranieri: in Italia si fanno sfruttare come schiavi (fanno lavori che in patria non avrebbero fatto mai nemmeno loro), non fanno quasi nulla per far valere i loro diritti, sono quotidianamente denigrati e sbeffeggiati; quando tornano in patria si pavoneggiano, indossano abiti comprati per l'occasione (che altrimenti, in Italia, non avrebbero mai comprato), danno una immagine distorta della loro vita in Italia. Occorrerebbe "correggere" queste credenze popolari indotte e sfatare i falsi miti, con un grande sforzo di sincerità collettiva, cossicchè gli aspiranti migranti possano scegliere coscientemente tra l'investire per farsi sfruttare a norma di legge e pagando per vendere la propria dignità,  e l'investire sulla propria esistenza, sullo studio, sul lavoro nella propria patria.

4) l'arrivo di soggetti "deboli" come sono gli immigrati illegali e in una certa misura anche quelli che entrano firmando la "condizionale", non fà che abbassare il livello generale dei diritti riconosciuti agli stranieri. L'Italia è un paese nel quale l'inclusione sociale si è fermata a quella delle donne (solo parzialmente realizzata); se la società (il mercato del lavoro in particolare) si satura sempre più di soggetti disposti ad accettare il non rispetto delle garanzie minime, ci? andrà a tutto svantaggio delle altre categorie deboli, ossia i giovani italiani e i giovani stranieri, che investono nello studio sperando (o illudendosi?) di migliorare le loro possibilità di far carriera. Il precariato è un segnale d'allarme.


Grazie ancora per la vostra partecipazione!!!

ja
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da ahimsa »

Dubbio

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« Risposta #39 il: 11 Dicembre, 2007, 22:52:35 pm »
Citazione da: "Idra"
Giustamente la regolarizzazione non è un "bene" trasferibile in cambio di denaro, ma dire che non è un servizio come lo sono quelli forniti dai professionisti solo perchè la figura del "fornitore di regolarizzazione" è atipica non regge secondo me.

Io non ho detto che si tratta di una figura atipica o, peggio, di un servizio atipico.

Ho detto semplicemente che non è un servizio, e che il prezzo che chiede il "fornitore di regolarizzazione" non è il corrispettivo di una prestazione lavorativa (autonoma, nel caso dei servizi, come avviene per tutti coloro che rendono i servizi da te esemplificati).

Non dimenticare il meccanismo della legge di cui stiamo parlando.
Il fornitore di regolarizzazione offre al lavoratore di sceglierlo.

Vende la possibilità di individuarlo come il soggetto di cui egli ha bisogno, individuazione che egli farebbe comunque anche se nessuno lo pagasse, perché per l'appunto non è una prestazione di servizi ma semplicemente qualcosa di cui egli stesso ha bisogno prima ancora del lavoratore straniero, altrimenti non chiederebbe di assumerlo.

E ci? facendo, crea una difficoltà e una selezione in più allo straniero, quella economica, che neppure il cinico legislatore che ha concepito le norme in questione aveva pensato di ideare.

E tu lo ritieni paragonabile a chi eroga servizi lavorativi o professionali.....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

Idra

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« Risposta #40 il: 11 Dicembre, 2007, 23:25:12 pm »
Dubbio, capisco che il nostro contrapposto ragionamento è forse entrato in un empasse facendoci fare ragionamenti paralleli che i singoli ritengono come validi, e che, a riguardo del tuo ultimo intervento, ritengo, nella parte finale, condivisibile.
Forse hai saltato il primo passaggio con cui ho iniziato il mio ragionamento. A parte i casi che ho già detto più volte (che si possono riassumere in rapporti di parentele, spirito caritatevole e solidale, conoscenza in qualche modo dello straniero) nel resto dei casi, ragionevolmente, una persona che assume uno sconosciuto non ha lo scopo di stabilire con questo un rapporto lavorativo prolungato, ma è praticamente una SANATORIA MASCHERATA, è questo che costituisce l'ipocrisia della legge dalla quale è iniziato il mio ragionamento.
Se questo è condivisibile (mi pare che anche tu hai espresso con forza di considerare la legge ipocrita, facendomi presumere che sia per lo stesso motivo che ho espresso nei mie primi post), si assume che il datore di lavoro non vuole che lo straniero lavori per lui. Il rapporto fra queste due persone è fondato su un interesse basato su scopo di lucro da una parte, e quello di ottenere un permesso di soggiorna dall'altra parte.
Senza dilungarmi sul ripetere tutte le mie affermazioni (che intimamente cercavano una smentita precisa o forse a me comprensibile), riprendo le domande fatte nel mio ultimo post dove non distinguo la differenza del professionista che da un servizio per assistere un datore di lavoro a regolarizzare il lavoratore e la stessa cosa fatto direttamente dal lavoratore, tutti e due profumatamente pagati. Tutto questo analizzando i casi, secondo me, per come è configurato la legge, che rappresenteranno la stragrande fetta delle quote previste, quelle che fanno un uso improprio delle quote solo a scopo di regolarizzare la posizione di una persona e non di stabilire un rapporto di lavoro durevole che come ho ribadito non sono esclusi dalla legge, ma sono disincentivati perchè pochi (per non dire nessuno) assumerebbe un lavoratore totalmente sconosciuto.
E qui ho chiuso il cerchio del mio discorso ritornando sul punto di partenza.
Riprendendo questa specificazione, se ti va, mi piacerebbe che mi rispondessi agli interogativi che ho fatto nell'intervento precedente a questo.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Idra »

Dubbio

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« Risposta #41 il: 12 Dicembre, 2007, 01:53:29 am »
Idra, scusa ma credevo di avere risposto implicitamente ai tuoi interrogativi precisando i motivi per cui l'oggetto che scambia  il fornitore di regolarizzazione non è una prestazione di servizi.

Tutte le domande che hai posto nel tuo penultimo intervento si riferiscono sempre e comunque ad ipotesi in cui un soggetto mette a disposizione di un altro soggetto le proprie competenze e il proprio tempo e viene remunerato per questo, che per l'appunto è una prestazione di servizi.

Chi decide di simulare una richiesta di assunzione per farsi pagare da uno straniero la possibilità di entrare in Italia, non "vende" né le proprie competenze professionali né un tempo lavoro speso per la pratica dello straniero, vende semplicemente allo straniero il diritto che egli avrebbe di entrare in Italia se avesse i requisiti che il fornitore di regolarizzazione simula.

Ma ci? che egli vende non gli appartiene, come avviene nel caso del prestatore di servizi, poiché il diritto di entrare in Italia se qualcuno ti vuole assumere te lo dà la legge e il fornitore di regolarizzazione semplicemente se ne appropria, aggirando la legge, e decidendo di guadagnare rendendo oneroso, e simulato, ci? che la legge prevede sia gratuito e reale.

Come tu hai accennato, anche nel campo della prestazione di servizi sono teoricamente possibili soprusi, se il prestatore si fa pagare esageratamente servizi di prima necessità, ma per l'appunto per questo la legge fissa criteri, limiti e calmieri.

Tuttavia quei soprusi sarebbero in ogni caso di natura ben diversa da quelli di cui stiamo parlando, perché per l'appunto il prestatore di servizi avrebbe comunque svolto per il suo cliente un'attività remunerabile.

Il simulatore di domanda di lavoro non svolge alcuna attività di servizio.
Semplicemente si presta ad una finzione, e si fa pagare non per una consulenza o una prestazione lavorativa, ma per il risultato della finzione, oltretutto tenendo alto il prezzo perché alto è il bisogno dei soggetti a cui si rivolge.

Per quanto riguarda il giudizio sulla legge ti confermo che siamo perfettamente d'accordo.

Anzi, a mio avviso i termini da te usati definendo la legge una "sanatoria mascherata" e chi specula (secondo la mia opinione) un "fornitore di regolarizzazione" sono particolarmente azzeccati ed efficaci.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

cinosuperior

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« Risposta #42 il: 12 Dicembre, 2007, 12:37:56 pm »
cavallo: non ho mai detto che non sono mai esistite forme di sfruttamento;)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cinosuperior »

Levin

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« Risposta #43 il: 15 Dicembre, 2007, 19:42:14 pm »
Lo sfruttamento sicuramente c'e', ma sono pochi casi...i cinesi girano su BMW e Mercedes proprio perchè sanno che cosa sono 14 ore di lavoro al giorno, invece di perdere tempo a chiedere un bonus se ti scalfisci il mignolo al lavoro.

Io sinceramente sconsiglieri al giorno d'oggi di venire in Italia, impossibile competere con i cinesi qua da 30 anni...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Levin »

cavallo

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« Risposta #44 il: 15 Dicembre, 2007, 23:30:40 pm »
ecco l'applicazione concreta (prevedibile!!!) del DECRETO FLUSSI:

http://www.repubblica.it/2007/11/sezion ... mande.html

naturalmente, come fanno notare le Associazioni, chi ci rimette nei trucchetti informatici sono i migranti ed i datori di lavoro che si erano rivolti ai patronati ed alle associazioni, ossia i più poveri/deboli e onesti, visto che il meccanismo informatico prescelto favoriva le domande individuali rispetto alle loro (allora che accidenti li hanno inseriti a fare patronati e associazioni nel decreto? per dimostrare il solito buonismo irreale? per illudere la gente?).

E le "domande individuali" sono in gran parte quelle curate a pagamento da soggetti speculativi...., ossia quelle di chi aveva più soldi o si é indebitato e fatto fregare per trovarli.

Viva l'I-taglia!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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