per pucipu:
hai ragione, Yu Kung in pinyin si dice Yu Gong, ma io non lo sapevo e del resto dal 1971 c'é perfino un gruppo musicale in Italia che si chiama Yu Kung perché si é voluto riferire a quella leggenda (
http://digilander.libero.it/gianni61dgl/yukung.htm)
Eccoti una versione ancora più completa della leggenda, dove si usa proprio la denominazione Yu Gong che indichi tu (grazie!):
http://italian.cri.cn/chinaabc/chapter1 ... 160207.htmper Dubbio:
se rileggi il mio commento al'articolo di Shao Yan vedi che io feci notare proprio che "Lao ban" vuol dire "proprietario di negozio, ristorante e simile" e che in Cineseci sono altri termini che coincidono con "padrone" come invece si usa in Italiano per i proprietari mai di persone, se non in un'economia schiavista) ma di aziende industrialuie agricole (diciamo per intenderci "capitalisti"?):
Io dicevo infatti:
"per "capitalista", lo stesso dizionario mi dà tutt'altro termine:
资 [www.infocina.net] 本 [www.infocina.net] 家 [www.infocina.net] zī běn jiā ( n ) capitalista [www.infocina.net]
e per "imprenditore, industriale":
企 [www.infocina.net] 业 [www.infocina.net] 家 [www.infocina.net] qi yè jiā ( n ) imprenditore [www.infocina.net]; industriale [www.infocina.net]Mi pare (me lo confermate?
) quindi che lao ban vuol dire soprattutto "proprietario di negozio/i" e del resto l'articolo si apre con l'affernazione di Shai Yan: "E’ il sogno di tutti i cinesi essere chiamati Lao Ban, padroni. Proprietari di ristoranti, negozi, bancarelle ambulanti di abbigliamento e di cineserie varie".
Il titolo é improprio (e non dà l'idea del fenomeno che Shao Yan descrive così bene), perché in Italianio il termine "padrone" ha molti significati e non solo (anzi non soprattutto) "proprietario di negozio/i" (che semmai é "commerciante", "negoziante"), fra i quali il primo nel linguaggio comune é "industriale, capitalista, imprenditore non commerciale", nonché "proprietario terriero" (che non coltivi la terra, altrimenti é "coltivatore diretto") e "proprietario immobiliare" (non solo della casa in cui abita o del negozio in cui lavora ma di altre/i date in affitto).
"Padrone" in Italia non vuol dire come primo significato fare sacrifici tutta una vita con un'attività commerciale per raggiungere il benessere e ampliare l'attività ai/coi propri figli (cosa che si configura per gli economisti come "autosfruttamento" ed ha in sé qualcosa di eroico, da Italia del Rinascimento), ma ottenere profitto essenzialmente dallo sfruttamento di numerosi dipendenti (operai o simili), anche se é evidente che il confine é labile e flessibile (es.: molti piccoli e pure medi industriali hanno iniziato come artigiani, spesso come ex-operai, e molti managers di grandi catene di supermercati e fast.-foods come commercianti in proprio).
Ma la distinzione in Italia (in Occidente) é chiara, anche sul piano normativo (fiscale, sindacale, ecc.), fra chi lavora in proprio coadiuvato da familiari e da un numero ridotto di dipendenti e chi é imprenditore che non lavora in proprio (se non nella direzione d'impresa) ed ha numerosi dipendenti, oltre al fatto che esiste una bella distinzione fra "commercio" ed "industria" che intreccia trasversalmente la precedente.
Per questo, affermare che i Cinesi "vogliono diventare tutti padroni" o che invece "vogliono essere tutti proprietari di aziende commerciali" é cosa ben diversa e dà immagini differenti della mentalità e delle aspirazioni dei Cinesi stessi."
Ecco cosa avevo scritto. Per cui ho citato l'articolo di Shao Yan qui perché leiavevano messo nel titolo il termine "padrone" e nessuno aveva fatto storie sul fatto che volesse dire solo "padrone di schiavi"....(che infatti non é vero). I "padroni" scompaiono solo se scompare la distinzione in classi, non se i rapporti di classe si evolvono, e mi pare che non sia questa la tendenza attuale, né in Italia né altrove, no? Quindi che problema c'é a chiamare "padrone" un "padrone"?