s chi in buona fede crede che i servizi Tv fatti sugli operai morti a orino (diventati alla fine 7) costituiscano davvero un elemento che muta la condizione di rischio dell'insieme degli operai italiani e rompa il silenzio letteralmente MORTALE che invece domina "normalmente" tale condizione e SOPRATTUTTO le responsabilità di chi la determina quotidianamente, sottopongo questo articolo del direttore di "Repubblica"
http://www.repubblica.it/2007/12/sezion ... mauro.htmlCome vedete, la realtà quotidiana é l'INVISIBILITA', il SILENZIO, che sono il vero brodo di coltura dei comportamenti criminali delle aziende che si possono permettere di infischiarsene delle misure di sicurezza nonostante in Italia ci siano la "democrazia", il sindacato, le normative, i "controlli" perché si é fatta volutamente appannare (grazie ai politici collusi con i padroni ed ai media a loro asserviti) l'attenzione della "gente comune" (quelli che per i politici sono "gli elettori", da imbrogliare con false promesse ed avvelenare con la semina di stereotipi ed odio) veraso il ruolo che dovrebbe restare SEMPRE centrale dei lavoratori, specie degli operai del'industria, nella soietà.
Come vedete, non serve la censura, il partito unico, la "non-democrazia" per cancellare la visibilità di milioni di persone e dei loro drammi! Si pu? fare a suon di ricatti ocupazionali, straordinari obligatori, modelli alla gioventù costituiti dalle veline, reti televisive oggettivamente unificate, spettacolarizzazione dei delitti a "Porta a Porta", mode buoniste (come non chiamare più "padroni" i padroni), consumismo, ecc. e le conseguenze sono comunque mortali.
Negli ultimi 20 anni gli operai italiani hanno perso in termini di posti di lavoro, diritti alla salute e alla sicurezza, potere d'acquisto, vite umane, rappresentatività politica, visibilità mediatica molto di quel che faticosamente avevano conquistato con le loro lotte nei 30 anni precedenti ed é comodo non ricordarlo e non fare nulla per invertire la tendenza e poi piangere sui morti di Torino o evocare i morti in Paesi come Cina, Vietnam, ecc. (di quelli del Bangladesh o del Brasile, ad esempio, non si parla perché non sono "cattivi" Paesi gestiti da Partiti Comunisti e perché lì le fabbriche in cui si muore assai più delle miniere cinesi sono gestite da o collegate a ditte occidentali...), dove appena si fa una nuova lege che tutela un o' di più i diritti degli operai le multinazionali straniere insorgono!