E chi ha parlato di soldi, di scelte individuali o collettive, di obblighi?
ah no? Ma ti guardi attorno?
Solidarietà gratis in un'epoca di accattonismo istituzionale piagnucoloso pubblico/privato? E OVVIO che si parla di soldi, in qualunque forma.
"DATE DATE DATE", se non spiazza il sesso nella comunicazione pubblicitaria, é un serio competitore.
E va ancora "grassa" che quella mendicità istituzionale, puoi ancora scegliere se farla o meno (ma che non si facciano troppe domande su quanto e su come tali fondi vengono spesi, non fa bello scoprire overheads che arrivano al 90%, organizzazione, "volontari" professionali e pubblicità sui giornali/TV costano...).
Vogliamo poi parlare della "solidarietà" imposta?
La solidarietà , per me é un valore solo se é una scelta volontaria (
scelgo io se e
a chi come e
quanto) e individuale, altrimenti é un abuso ipocrita.
Operare perché ci sia più solidarietà viene prima
prima di cosa?
Vuol dire avere un'idea delle persone che attribuisce valore all'aiuto reciproco e che non equipara sistematicamente il bisogno ad una colpa
"avere bisogno" é un'inferiorità oggettiva
L'aiuto non dev'essere necessariamente reciproco se si dà lo si fa per le proprie ragioni (come per tutte le azioni che si fanno) e non per quelle di chi riceve ma, per me almeno, é sempre condizionato all'analisi e al giudizio di come e perché tale persona é arrivata allo stato di "avere bisogno"...
Un'idea di rispetto e di condivisione che assume che la sfortuna o il disagio sociale, non siano una punizione né necessariamente una conseguenza del comportamento di chi ne è afflitto
il rispetto viene guadagnato, non viene dato "cosi'": le cose date cosi' spesso non hanno valore o siginificato, vengo prese per "scontate".
Quanto alla condivisione, si si condividi con me (da te a me) anche se non ne ho bisogno e magari non me lo merito: dammi dammi! No? Come vedi la condivisione é sempre condizionata.
Concordo che sfortuna e disagio sociale non sono necessariamente conseguenza del comportamento ma quando lo sono, si ha cio' che si merita: le scelte "sbagliate" si pagano, se cosi' non fosse, perché fare quelle "giuste"? Dov'é il premio e la penalità?
Essere solidali incondizionatamente "a pioggia" significa aiutare gente che non se lo merita, che non sarà disposta a cambiare o a migliorarsi e che probabilmente continuerà nella propria condotta proterva. Grazie anche all'aiuto di gente solidale.
Poi, per carità, il duro e puro ci sta sempre, ma in genere ha un problema più degli altri, non uno meno: si crede
potrei dire la stessa cosa di gente che dice agli altri che
dev'essere solidale: se lo vuoi essere é una tua scelta ma non implica necessariamente gli altri che stai cercando di condizionare con frasi del genere