In aggiunta a ci? che dice federep, influenza molto anche il sistema processuale adottato dai singoli stati. Si classificano dottrinalmente fra quello accusatorio e inquisitorio.
Questo è vero, però sarebbe utile considerare le origini storiche e culturali dei due sistemi, perché anch'esse hanno a che fare con i diversi modi di pensare sulla pena di morte.
Il sistema inquisitorio nasce prima del sistema accusatorio ed è caratterizzato da uno squilibrio del processo, nel quale di fronte al giudice l'accusa e la difesa non hanno le stesse chances, perché l'accusa ha più strumenti per far valere le proprie ragioni.
Qualunque cosa abbia fatto l'accusato, secondo un principio di civiltà laica ha diritto di potersi difendere ad armi pari prima di essere condannato.
Se si accetta il principio che le persone hanno tutte gli stessi diritti di fronte alla legge, che è un principio senza il quale diviene possibile ogni violazione della dignità umana, il diritto di difesa è uno dei più importanti.
Il motivo per cui esso non è adeguatamente tutelato nel sistema inquisitorio ha un'origine culturale che lo rende perfettamente logico: esso deriva dal diritto canonico, vale a dire dal diritto interno della Chiesa Cattolica, per il quale il processo non è affatto uno strumento con cui gli uomini giudicano ed eventualmente condannano un loro simile, ma è uno strumento con cui un rappresentante di Dio giudica un uomo che ha violato la sua legge.
E se si ritiene che l'accusa rappresenti Dio e la difesa l'uomo, si è pronti a negare la parità tra accusa e difesa, come infatti avviene nel sistema inquisitorio.
Il sistema accusatorio è una conquista di civiltà, non a caso nata nei paesi anglosassoni fortemente autonomi dalla Chiesa Cattolica, ed è una concreta applicazione del principio secondo l'imputato è innocente fino a quando non viene dimostrata la sua colpevolezza, e del principio secondo cui è meglio un colpevole in libertà che un innocente in galera.