Passata la moratoria della pena capitale, possibili effetti - page 1 - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: Passata la moratoria della pena capitale, possibili effetti  (Letto 5342 volte)

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Idra

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Passata la moratoria della pena capitale, possibili effetti
« il: 19 Dicembre, 2007, 21:50:39 pm »
Citazione

La moratoria Onu sulla pena di morte apre la strada a nuovi scenari internazionali? Al di là delle differenze nazionali - sostiene Antonio Cassese, esperto di diritto internazionale e già presidente del tribunale internazionale contro i crimini nella ex Jugoslavia û il successo di ieri ha un peso concreto, e per i paesi mantenitori sarà difficile non rivedere, almeno in parte, le proprie posizioni.

Dopo il voto di ieri alle Nazioni Unite cosa succederà in Cina nei prossimi mesi, Pechino sarà costretta a rivedere la sua politica?
Si pu? ipotizzare che la Cina decida di proseguire nella direzione segnalata a settembre dalla direttiva della Corte Suprema nazionale, ovvero verso la diminuzione del numero dei condannati e della tipologia di reati che prevedono la pena capitale. Possiamo quindi augurarci che Pechino esenti progressivamente dalla condanna a morte almeno alcuni gruppi di persone, come i minori. Su un piano diverso Pechino potrebbe anche decidere di aumentare le garanzie di equità all’interno dei processi.
Il voto di ieri, inoltre, rappresenta una svolta storica perché dovrebbe mettere fine al lungo silenzio delle istituzioni sulle esecuzioni: il governo cinese, infatti, d’ora in poi sarà chiamato ogni anno a comunicarne il numero al segretario delle Nazioni Unite. ? difficile pensare che, dopo il voto di ieri, Pechino rifiuti del tutto di rilasciare informazioni, e anche se malvolentieri sarà costretto a un compromesso. A quel punto l’Assemblea e l’opinione pubblica internazionale avrebbero accesso a statistiche ufficiali che, per quanto incomplete, rappresenterebbero un dato non più ritrattabile. Non resta che da aspettare e vedere su quali aspetti Pechino si dimostrerà più conciliante.

Negli ultimi due giorni quattro persone sono state giustiziate in Iran: la posizione di Teheran sembra addirittura più irremovibile di quella di Pechino, ci sono margini per un’inversione di tendenza?
Al momento non c’è da farsi troppe illusioni. L’atteggiamento della Repubblica Islamica ha radici molto diverse da quelle di Pechino, e la principale differenza sta proprio nelle motivazioni che sottendono l’uso della pena capitale. In Iran sono fondamentalmente ideologiche, mentre la Cina considera la pena di morte niente altro che uno strumento funzionale al mantenimento dell’ordine pubblico. In un contesto come quello iraniano, insomma, l’ipotesi di un cambiamento è destinato a incontrare maggiori resistenze.

Negli Stati Uniti l’opinione pubblica sembra sempre più sensibile al dibattito sulla pena di morte, e nei giorni scorsi lo Stato del New Jersey ha addirittura deciso per l’abolizione. ? il segnale di un cambiamento anche oltreoceano?
La storica decisione dell’Onu avrà necessariamente conseguenze concrete anche negli Usa, dove l’opinione pubblica nazionale del resto è sempre più divisa. C’è da aspettarsi che dalla decisione delle Nazioni Unite gli abolizionisti traggano forza per alzare il livello di attenzione sul tema, elemento che alla lunga potrebbe rafforzare il fronte pro-abolizione.

Crede che il dibattito possa sconfinare nella campagna elettorale per il nuovo presidente?
No. Difficilmente repubblicani e democratici potrebbero decidere di assumersi questa responsabilità, la posta in gioco è troppo alta. Sanno bene che inserire il tema nell’agenda politica dei prossimi mesi si rivelerebbe un’arma a doppio taglio, soprattutto a campagna elettorale già iniziata.

Che peso avrà il voto di ieri su quei paesi mantenitori che non appartengono allo zoccolo duro del no?
ò proprio su quei paesi che nei prossimi mesi si giocherà una partita importante. Una presa di posizione così forte delle Nazioni Unite non pu? non intaccare almeno in parte vecchi equilibri, e spingerà molti stati a rivedere le proprie normative. Non è da escludere, insomma, che sia già iniziato un processo di erosione del fronte del no, che riunisce paesi del resto con motivazioni molto diverse. Un’inversione di tendenza, se non verso l’abolizione, almeno verso la sospensione di fatto delle esecuzioni, in linea con il trend degli ultimi anni. Ma sarà anche possibile assistere a cambiamenti, meno plateali ma importanti, verso maggiori garanzie durante i processi.




Fonte: http://www.lettera22.it/showart.phpòid=8224&rubrica=24

Il Manifesto
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Idra »

wen

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« Risposta #1 il: 20 Dicembre, 2007, 00:06:28 am »
Giustiziare un condannato a pena di morte,e uccidere.
Fare un reato uccidendo qualcuno,e uccidere.
Penso che sono uguali.
Voglio sapere se gli omicidi comessi  aggiunti con quelli giustiziati con la pena di morte in Cina,se e superiore a quella della percentuale dell Europa.

Qualcuno puo darmi una risposta?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da wen »
ô蒙古人除了马粪什么也没有留下ö

Xaratos

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Re: Passata la moratoria della pena capitale, possibili effe
« Risposta #2 il: 20 Dicembre, 2007, 01:28:35 am »
Citazione da: "Idra"
Citazione

La moratoria Onu sulla pena di morte apre la strada a nuovi scenari internazionali? Al di là delle differenze nazionali - sostiene Antonio Cassese, esperto di diritto internazionale e già presidente del tribunale internazionale contro i crimini nella ex Jugoslavia û il successo di ieri ha un peso concreto, e per i paesi mantenitori sarà difficile non rivedere, almeno in parte, le proprie posizioni.

Dopo il voto di ieri alle Nazioni Unite cosa succederà in Cina nei prossimi mesi, Pechino sarà costretta a rivedere la sua politica?
Si pu? ipotizzare che la Cina decida di proseguire nella direzione segnalata a settembre dalla direttiva della Corte Suprema nazionale, ovvero verso la diminuzione del numero dei condannati e della tipologia di reati che prevedono la pena capitale. Possiamo quindi augurarci che Pechino esenti progressivamente dalla condanna a morte almeno alcuni gruppi di persone, come i minori. Su un piano diverso Pechino potrebbe anche decidere di aumentare le garanzie di equità all’interno dei processi.
Il voto di ieri, inoltre, rappresenta una svolta storica perché dovrebbe mettere fine al lungo silenzio delle istituzioni sulle esecuzioni: il governo cinese, infatti, d’ora in poi sarà chiamato ogni anno a comunicarne il numero al segretario delle Nazioni Unite. ? difficile pensare che, dopo il voto di ieri, Pechino rifiuti del tutto di rilasciare informazioni, e anche se malvolentieri sarà costretto a un compromesso. A quel punto l’Assemblea e l’opinione pubblica internazionale avrebbero accesso a statistiche ufficiali che, per quanto incomplete, rappresenterebbero un dato non più ritrattabile. Non resta che da aspettare e vedere su quali aspetti Pechino si dimostrerà più conciliante.

Negli ultimi due giorni quattro persone sono state giustiziate in Iran: la posizione di Teheran sembra addirittura più irremovibile di quella di Pechino, ci sono margini per un’inversione di tendenza?
Al momento non c’è da farsi troppe illusioni. L’atteggiamento della Repubblica Islamica ha radici molto diverse da quelle di Pechino, e la principale differenza sta proprio nelle motivazioni che sottendono l’uso della pena capitale. In Iran sono fondamentalmente ideologiche, mentre la Cina considera la pena di morte niente altro che uno strumento funzionale al mantenimento dell’ordine pubblico. In un contesto come quello iraniano, insomma, l’ipotesi di un cambiamento è destinato a incontrare maggiori resistenze.

Negli Stati Uniti l’opinione pubblica sembra sempre più sensibile al dibattito sulla pena di morte, e nei giorni scorsi lo Stato del New Jersey ha addirittura deciso per l’abolizione. ? il segnale di un cambiamento anche oltreoceano?
La storica decisione dell’Onu avrà necessariamente conseguenze concrete anche negli Usa, dove l’opinione pubblica nazionale del resto è sempre più divisa. C’è da aspettarsi che dalla decisione delle Nazioni Unite gli abolizionisti traggano forza per alzare il livello di attenzione sul tema, elemento che alla lunga potrebbe rafforzare il fronte pro-abolizione.

Crede che il dibattito possa sconfinare nella campagna elettorale per il nuovo presidente?
No. Difficilmente repubblicani e democratici potrebbero decidere di assumersi questa responsabilità, la posta in gioco è troppo alta. Sanno bene che inserire il tema nell’agenda politica dei prossimi mesi si rivelerebbe un’arma a doppio taglio, soprattutto a campagna elettorale già iniziata.

Che peso avrà il voto di ieri su quei paesi mantenitori che non appartengono allo zoccolo duro del no?
ò proprio su quei paesi che nei prossimi mesi si giocherà una partita importante. Una presa di posizione così forte delle Nazioni Unite non pu? non intaccare almeno in parte vecchi equilibri, e spingerà molti stati a rivedere le proprie normative. Non è da escludere, insomma, che sia già iniziato un processo di erosione del fronte del no, che riunisce paesi del resto con motivazioni molto diverse. Un’inversione di tendenza, se non verso l’abolizione, almeno verso la sospensione di fatto delle esecuzioni, in linea con il trend degli ultimi anni. Ma sarà anche possibile assistere a cambiamenti, meno plateali ma importanti, verso maggiori garanzie durante i processi.




Fonte: http://www.lettera22.it/showart.phpòid=8224&rubrica=24

Il Manifesto


Le solite cose, i paesi che fanno parte dell'ONU prenderanno in "considerazione" quanto detto all'assemblea ma non credo che ci sarà un "grandissimo rispetto generale" della moratoria. Ora non so se è una stronzata o meno (oramai ho imparato a non fidarmi), ma ho sentito dire in un telegiornale che il PD cinese ha rimbrottato i suoi giudici chiedendo loro di "andarci piano" con le esecuzioni capitali (proprio per 'sto fatto delle moratorie). A parte il fatto che non è specificata da QUALE fonte venga la notizia (e quindi, non si pu? saperne la veridicità), ma inoltre... "limitare" non significa "abolire" e la moratoria dovrebbe "aiutare" in quest'ottica. La Cina comunque, è un membro importante dell'ONU (è membro permanente del "Consiglio di Sicurezza" ed ha diritto di veto su molte cose, non credo voglia rinunciare a questo ruolo con leggerezza), quindi, la osserverà (non per molto)... Paesi invece, dove vige un forte nazionalismo e attaccamento religioso (ove si pu? parlare quasi di Shoha) c'hanno preso troppo gusto a giustiziare/lapidare le persone. Non sono comunque un esperto di diritto internazionale, e tutto ci? che lo so l'ho studiato per l'esame che ho dato.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Xaratos »
"Ho pieta di coloro; che l´amore di se ha legato alla patria. La patria non è altro che un campo di tende, in un deserto di sassi!" - Antico Canto Tibetano.

Xaratos

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« Risposta #3 il: 20 Dicembre, 2007, 01:34:19 am »
Citazione da: "wen"
Giustiziare un condannato a pena di morte,e uccidere.
Fare un reato uccidendo qualcuno,e uccidere.
Penso che sono uguali.
Voglio sapere se gli omicidi comessi  aggiunti con quelli giustiziati con la pena di morte in Cina,se e superiore a quella della percentuale dell Europa.

Qualcuno puo darmi una risposta?


Non per contraddirti, ma Europa, almeno a chi appartiene all'Unione Europea, NON C'E' la pena di morte, quindi, paragone NON SI PUO' FARE. Quello che posso dirti è che molte statistiche eseguite in America dimostrano che la pena di morte NON E' un buon deterrente in quanto gli assassini continuano ad uccidere e ogni anno vengono giustiziate sempre più persone. Anche per questo motivo la moratoria ha avuto un discreto successo all'ONU (oltre che ovviamente per le solite cose sulla difesa della vita e della dignità umana e via discorrendo). Più che altro, alla Cina serve per dare continue dimostrazioni del suo potere e per far sparire i dissidenti/rivoltosi dalla circolazione (imho ovviamente, nel senso, che è un mio pensiero che chiunque pu? eventualmente confutare con DATI ALLA MANO). In America, NON HA ragion di essere se non di dare "vendetta" ai parenti degli assassinati e magari, liberarsi qualche posto in carcere. Qua in Italia per risolvere il problema del "sovraffollamento" li buttiamo fuori, in America invece, si buttano sotto terra (semplice, nooo?).
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Xaratos »
"Ho pieta di coloro; che l´amore di se ha legato alla patria. La patria non è altro che un campo di tende, in un deserto di sassi!" - Antico Canto Tibetano.

Levin

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« Risposta #4 il: 20 Dicembre, 2007, 02:33:07 am »
E' solo una vittoria simbolica, chi vuole praticare la pena di morte lo fa cmq senza problemi.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Levin »

goldendragon

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« Risposta #5 il: 20 Dicembre, 2007, 11:39:59 am »
Citazione da: "Xaratos"
Non per contraddirti, ma Europa, almeno a chi appartiene all'Unione Europea, NON C'E' la pena di morte


peccato  :evil:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da goldendragon »

marcowong

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« Risposta #6 il: 20 Dicembre, 2007, 12:59:34 pm »
Citazione da: "wen"
Voglio sapere se gli omicidi comessi  aggiunti con quelli giustiziati con la pena di morte in Cina,se e superiore a quella della percentuale dell Europa.

Qualcuno puo darmi una risposta?


Wen, i dati sui condannati alla pena di morte in Cina sono tenuti segreti e quindi ovviamente non esistono dati ufficiali.
Altrettanto lo sono i dati ufficiali su alcuni crimini, soprattutto quelli più efferati tra cui gli omicidi, e quindi ti renderai conto che la tua domanda non ha una risposta ufficiale ma solo dei dati presunti.
Comunque sulla pena di morte c'è abbondanza di statistiche che dimostrano che è inefficace come deterrente. E facendo un paragone tra USA (in cui c'è la pena di morte) e UE (in cui non c'è) si vede come il tasso di criminalità in UE sia più basso.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da marcowong »

marcowong

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« Risposta #7 il: 20 Dicembre, 2007, 13:07:07 pm »
che vi sia un movimento di opinione interno in Cina per rivedere se non la pena di morte per lo meno la leggerezza con cui si applica si pu? vedere da alcune trasmissioni televisive e dai media.
In particolare c'è una trasmissione su Phoenix, mi sembra in onda il Giovedì sera sul satellite, in cui si rianalizzano delle condanne a morte gettando un'ombra sulle modalità con cui sono stati raggiunti tali verdetti.
Phoenix è un canale satellitare di Hong Kong ma molto visto in Cina e soprattutto, visto che aspira ad entrare in tutti gli effetti in Cina Popolare, cerca comunque di interpretare la "linea ufficiale".
Non si discute la linea per cui la pena ha anche la funzione "vendicativa" ma si illustrano le storture più eclatanti del sistema della giustizia cinese.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da marcowong »

federep

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« Risposta #8 il: 20 Dicembre, 2007, 14:06:09 pm »
Citazione da: "marcowong"
Citazione da: "wen"
Voglio sapere se gli omicidi comessi  aggiunti con quelli giustiziati con la pena di morte in Cina,se e superiore a quella della percentuale dell Europa.

Qualcuno puo darmi una risposta?

Wen, i dati sui condannati alla pena di morte in Cina sono tenuti segreti e quindi ovviamente non esistono dati ufficiali.
Altrettanto lo sono i dati ufficiali su alcuni crimini, soprattutto quelli più efferati tra cui gli omicidi, e quindi ti renderai conto che la tua domanda non ha una risposta ufficiale ma solo dei dati presunti.
Comunque sulla pena di morte c'è abbondanza di statistiche che dimostrano che è inefficace come deterrente. E facendo un paragone tra USA (in cui c'è la pena di morte) e UE (in cui non c'è) si vede come il tasso di criminalità in UE sia più basso.



Marco, io però andrei a vedermi bene tutte le statistiche e non fare solo confronti tra europa e Usa. Secondo me il problema della criminalità negli Usa sono gli ampi spazi geografici (che favoriscono la possibilità di commettere crimini) e soprattutto la diffusione delle armi da fuoco (che vendono vendute senza controllo, contrabbandate ecc...). Ti invito a guardare wikipedia:
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_co ... urder_rate
che ci fornisce una visione dei tassi di omicidio per abitante (che è il reato solitamente punito con la pena di morte) nei vari paesi del mondo nei vari decenni... Beh se guardi gli Usa da quando è stata reintrodotta la pena di morte (fine anni '70) l'indice degli omicidi è in media calato dal picco di fine anni '70 inizi anni '80 (in particolare negli ultimi 12 anni). Lasciando stare gli Usa (dove il problema sono le armi diffuse già negli asili!), guardiamo il Giappone (altro popoloso paese con la pena di morte) che ha un tasso di omicidi che è meno della metà di quello dell'UE  (1.10 contro 2.37!). Se poi guardiamo ai paesi latino-americani che hanno abolito la pena di morte (o la applicano solo in tempo di guerra), ci balzano agli occhi gli alti tassi di omicidi nella regione (venezuela al 42! Brasile al 27!)...E non prendo in considerazione i paesi musulmani dove è in vigore la pena di morte (che confermerebbero il trend) solo perchè non ci sono statistiche estremamente affidabili o veritiere (come nel caso della cina che hai fatto giustamente notare tu). Quindi fare conclusioni solo sulla differenza statistica UE-USA limita la visione complessiva del fenomeno....
Secondo me le statistiche, che mettono in luce che la criminalità è maggiore nei paesi con la pena di morte (e poi fanno confronti), non sono mai contestualizzate a dovere: perchè non si guarda la situazione sociale di un paese, l'andamento dell'economia e disoccupazione, LA DIFFUSIONE DELLE ARMI DA FUOCO, la corruzione, la cultura civile della legalità, la situazione politica? Questi sono fattori che influenzano molto di più il crimine più di qualunque articolo del codice penale ma che a volte si tralasciano per dare spazio a facili interpretazioni statistiche (anzi "manipolazioni" statistiche).
La questione della pena capitale deve essere affrontato sul piano etico e giurisprudenziale, non su quello statistico (che attualmente è in realtà più a favore di essa)!
Personalmente sono a favore della pena di morte solo in casi eccezionali (guerra, alto tradimento, crimini contro l'umanità, terrorismo di massa) mentre nell'"ordinario" auspicherei ai lavori forzati (che siano a costo zero per lo stato, cioè il detenuto non deve essere un "peso" per la collettività),  anche pesanti o rischiosi (ma purchè entro certi limiti "umani" e che eventualmente permettano al detenuto di assimilare certi valori).
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da federep »

Idra

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« Risposta #9 il: 20 Dicembre, 2007, 14:32:52 pm »
In aggiunta a ci? che dice federep, influenza molto anche il sistema processuale adottato dai singoli stati. Si classificano dottrinalmente fra quello accusatorio e inquisitorio. Il primo è più garanteistico e si fa prevalere l'interesse fondamentale della libertà e dignità dell'accusato (e quindi presunzione di innocenza), il secondo meno garanteistico e che fa prevalere l'interesse della società a discapito dell'individuo (presunzione dei colpevolezza). Nei paesi che adottano il sistema accusatorio c'è meno rischio di essere punito per reati che non si ha compiuto, mentre nei paesi inquisitori (fra i quali viene classificato il sistema processuale cinese) c'è maggiore rischio di essere puniti ingiustamente, ma c'è anche un tasso di criminatilà molto più basso.
Se si puntasse esclusivamente a quest'ultimo, in relazione alle statistiche di cui Marco e Federep fanno riferimento, si dovrebbe adottare tutti il sistema inquisitorio.
Ci sono motivazioni "processuali" che invece giustificano a ragione l'addozione del sistema accusatorio, le stesse ragioni che giustificano la non adozione della pena di morte (che è ovviamente anche collegato a un concetto etico).
Detto questo, bisogna rendere altresi il sistema accusatorio non una pagliacciata, dove per questioni di inadeguatezza delle strutture carcerarie si construiscono cattedrali di sapienza e giustizia per fracassarle col primo indulto generalizzato che capita, e dove le pene e i provedimenti sono presi senza nessun rispetto per il dolore delle vittime o di chi rimane nel dolore causato dall'assenza dei propri cari. E' importante non solo considerare la posizione dell'accusato, ma anche delle vittime; questo perchè la legge è nata per far si che nessuno si faccia giustizia da se.

Quello che ho detto pu? sembrare un po' offtopic, ma sono delle incognite ulteriori strettamente legate con l'applicazione di pene come quella capitale e l'efficacia di uno stato nel combattere la criminalità. Per il resto, non so se la Cina toglierà la pena di morte, so che è già iniziata prima della moratoria un'attività di porre maggiore attenzione all'applicazione di tale pena che non permette ripensamenti.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Idra »

wen

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Re: statistiche?
« Risposta #10 il: 20 Dicembre, 2007, 15:11:37 pm »
Citazione da: "federep"
Citazione da: "marcowong"
Citazione da: "wen"
Voglio sapere se gli omicidi comessi  aggiunti con quelli giustiziati con la pena di morte in Cina,se e superiore a quella della percentuale dell Europa.

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Wen, i dati sui condannati alla pena di morte in Cina sono tenuti segreti e quindi ovviamente non esistono dati ufficiali.
Altrettanto lo sono i dati ufficiali su alcuni crimini, soprattutto quelli più efferati tra cui gli omicidi, e quindi ti renderai conto che la tua domanda non ha una risposta ufficiale ma solo dei dati presunti.
Comunque sulla pena di morte c'è abbondanza di statistiche che dimostrano che è inefficace come deterrente. E facendo un paragone tra USA (in cui c'è la pena di morte) e UE (in cui non c'è) si vede come il tasso di criminalità in UE sia più basso.


Marco, io però andrei a vedermi bene tutte le statistiche e non fare solo confronti tra europa e Usa. Secondo me il problema della criminalità negli Usa sono gli ampi spazi geografici (che favoriscono la possibilità di commettere crimini) e soprattutto la diffusione delle armi da fuoco (che vendono vendute senza controllo, contrabbandate ecc...). Ti invito a guardare wikipedia:
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_co ... urder_rate
che ci fornisce una visione dei tassi di omicidio per abitante (che è il reato solitamente punito con la pena di morte) nei vari paesi del mondo nei vari decenni... Beh se guardi gli Usa da quando è stata reintrodotta la pena di morte (fine anni '70) l'indice degli omicidi è in media calato dal picco di fine anni '70 inizi anni '80 (in particolare negli ultimi 12 anni). Lasciando stare gli Usa (dove il problema sono le armi diffuse già negli asili!), guardiamo il Giappone (altro popoloso paese con la pena di morte) che ha un tasso di omicidi che è meno della metà di quello dell'UE  (1.10 contro 2.37!). Se poi guardiamo ai paesi latino-americani che hanno abolito la pena di morte (o la applicano solo in tempo di guerra), ci balzano agli occhi gli alti tassi di omicidi nella regione (venezuela al 42! Brasile al 27!)...E non prendo in considerazione i paesi musulmani dove è in vigore la pena di morte (che confermerebbero il trend) solo perchè non ci sono statistiche estremamente affidabili o veritiere (come nel caso della cina che hai fatto giustamente notare tu). Quindi fare conclusioni solo sulla differenza statistica UE-USA limita la visione complessiva del fenomeno....
Secondo me le statistiche, che mettono in luce che la criminalità è maggiore nei paesi con la pena di morte (e poi fanno confronti), non sono mai contestualizzate a dovere: perchè non si guarda la situazione sociale di un paese, l'andamento dell'economia e disoccupazione, LA DIFFUSIONE DELLE ARMI DA FUOCO, la corruzione, la cultura civile della legalità, la situazione politica? Questi sono fattori che influenzano molto di più il crimine più di qualunque articolo del codice penale ma che a volte si tralasciano per dare spazio a facili interpretazioni statistiche (anzi "manipolazioni" statistiche).
La questione della pena capitale deve essere affrontato sul piano etico e giurisprudenziale, non su quello statistico (che attualmente è in realtà più a favore di essa)!
Personalmente sono a favore della pena di morte solo in casi eccezionali (guerra, alto tradimento, crimini contro l'umanità, terrorismo di massa) mentre nell'"ordinario" auspicherei ai lavori forzati (che siano a costo zero per lo stato, cioè il detenuto non deve essere un "peso" per la collettività),  anche pesanti o rischiosi (ma purchè entro certi limiti "umani" e che eventualmente permettano al detenuto di assimilare certi valori).


Sembri piu cinese che italian :-D  :-D .
Con quello che hai detto possiamo affidarti il posto del sindaco cinese....
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federep

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grazie
« Risposta #11 il: 20 Dicembre, 2007, 15:29:39 pm »
Grazie Wen,

difatti penso che in cina oramai il "sistema" complessivamente funzioni meglio in Cina (ci sono ancora molte cose da migliorare ma sono ottimista) che in italia....e ho più speranza nel futuro della Cina che dell'italia!
Il contributo della Cina nel mondo del 2020-2050 sarà enorme mentre quello dell'italia sarà persino marginale all'interno dell'unione europea (già ora la Spagna vale di più!)......
Secondo me gli italiani farebbero bene a pensare in maniera più "asiatica"....

Devo cambiare passaporto in tempo..... :-D
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marcowong

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Re: statistiche?
« Risposta #12 il: 20 Dicembre, 2007, 16:06:24 pm »
Citazione da: "federep"
Marco, io però andrei a vedermi bene tutte le statistiche e non fare solo confronti tra europa e Usa.

Ho scelto Europa ed USA perchè hanno un tenore di vita abbastanza simile.
I paesi del Sud America sono molto più violenti anche per fattori economici e per disaprità sociali molto più elevate.

Citazione da: "federep"
Ti invito a guardare wikipedia:
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_co ... urder_rate
che ci fornisce una visione dei tassi di omicidio per abitante (che è il reato solitamente punito con la pena di morte) nei vari paesi del mondo nei vari decenni... Beh se guardi gli Usa da quando è stata reintrodotta la pena di morte (fine anni '70) l'indice degli omicidi è in media calato dal picco di fine anni '70 inizi anni '80 (in particolare negli ultimi 12 anni).

Veramente risulta il contrario. La pena di morte è stata sospesa nell'estate del 1972 e reintrodotta nel gennaio del 1977. Nel 1972 ci sono 9.0 omicidi per 100 mila abitanti, e nel 1977 8,8 per poi crescere a 9,0 nel 1978, 9,7 nel 1979 e 10,2 nel 1980, quindi subito dopo la reistituzione della pena di morte i tassi degli omicidi CRESCONO invece di diminuire.

Citazione da: "federep"
Secondo me le statistiche, che mettono in luce che la criminalità è maggiore nei paesi con la pena di morte (e poi fanno confronti), non sono mai contestualizzate a dovere: perchè non si guarda la situazione sociale di un paese, l'andamento dell'economia e disoccupazione, LA DIFFUSIONE DELLE ARMI DA FUOCO, la corruzione, la cultura civile della legalità, la situazione politica?

Hai perfettamente ragione dal punto di vista metodologico ma c'è una risposta a questo.
Se infatti prendiamo sempre gli USA possiamo fare della analisi più omogenee. Infatti, pur essendoci differenze tra stato e stato, possiamo tranquillamente assumere che tali differenze siano molto più ridotte che tra gli USA ed un'altra nazione. Ebbene, le differenze tra gli stati americani dove si applica la pena di morte rispetto a quelli dove non si applica ci dicono che i tassi di omicidi negli stati senza pena di morte sono più bassi rispetto agli altri.
Ed altri studi indicano che la pena di morte statisticamente scoraggia gli omicidi in sei stati, li incoraggia in 13 e non ha alcun rilievo in otto.
http://www.huffingtonpost.com/cassy-stu ... 52622.html

Citazione da: "federep"
La questione della pena capitale deve essere affrontato sul piano etico e giurisprudenziale, non su quello statistico (che attualmente è in realtà più a favore di essa)!


Comunque, anche se riesci a trovare montagne di statistiche che parlano dell'inutilità della pena di morte, in effeti anche io penso che sia un problema etico.
Quello che non riesco a capire sono le posizioni di persone che si ritengono credenti e che comunque sono a favore della pena di morte.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da marcowong »

Dubbio

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« Risposta #13 il: 21 Dicembre, 2007, 01:15:54 am »
Citazione da: "Idra"
In aggiunta a ci? che dice federep, influenza molto anche il sistema processuale adottato dai singoli stati. Si classificano dottrinalmente fra quello accusatorio e inquisitorio.

Questo è vero, però sarebbe utile considerare le origini storiche e culturali dei due sistemi, perché anch'esse hanno a che fare con i diversi modi di pensare sulla pena di morte.

Il sistema inquisitorio nasce prima del sistema accusatorio ed è caratterizzato da uno squilibrio del processo, nel quale di fronte al giudice l'accusa e la difesa non hanno le stesse chances, perché l'accusa ha più strumenti per far valere le proprie ragioni.

Qualunque cosa abbia fatto l'accusato, secondo un principio di civiltà laica ha diritto di potersi difendere ad armi pari prima di essere condannato.

Se si accetta il principio che le persone hanno tutte gli stessi diritti di fronte alla legge, che è un principio senza il quale diviene possibile ogni violazione della dignità umana, il diritto di difesa è uno dei più importanti.

Il motivo per cui esso non è adeguatamente tutelato nel sistema inquisitorio ha un'origine culturale che lo rende perfettamente logico: esso deriva dal diritto canonico, vale a dire dal diritto interno della Chiesa Cattolica, per il quale il processo non è affatto uno strumento con cui gli uomini giudicano ed eventualmente condannano un loro simile, ma è uno strumento con cui un rappresentante di Dio giudica un uomo che ha violato la sua legge.

E se si ritiene che l'accusa rappresenti Dio e la difesa l'uomo, si è pronti a negare la parità tra accusa e difesa, come infatti avviene nel sistema inquisitorio.

Il sistema accusatorio è una conquista di civiltà, non a caso nata nei paesi anglosassoni fortemente autonomi dalla Chiesa Cattolica, ed è una concreta applicazione del principio secondo l'imputato è innocente fino a quando non viene dimostrata la sua colpevolezza, e del principio secondo cui è meglio un colpevole in libertà che un innocente in galera.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

cino4ever

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Re: statistiche?
« Risposta #14 il: 21 Dicembre, 2007, 22:52:00 pm »
Citazione da: "federep"
guardiamo il Giappone (altro popoloso paese con la pena di morte) che ha un tasso di omicidi che è meno della metà di quello dell'UE  (1.10 contro 2.37!)

 :-D li ce il detective konan
il colpevole viene subito sgamato
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cino4ever »
cosi disse zhugeliang