su "Il Giardino del Té" di Prato ci sono informazioni suInternet:
http://genioesapori.comune.prato.it/sap ... 7124521900che fa capo alla società KEPOS (xche possiede anche un negozio di fiori e una cartoleria di lusso:
http://www.kepossrl.it/.
Premesso che NON E' gestito da Cinesi (ed é questo il fatto che mi stupisce, che nessun Cinese abbia avuto voglia di fare altrettanto), dà un esempio interessante di risposta ai legittimi dubbi di marcowong.
E' chiaro, infatti, che un simile locale funziona se e solo se NON si basa SOLO sulle degustazioni (lente) dei tè, ma:
- vende anche té ed infusi confezionati;
- offre anche biscotti, dolci ed altre bevande;
- organizza degustazioni, incontri, mostre, serate musicali, conferenze, caratterizzandosi come polo culturale (guardate la ricchezza di questa iniziaiva realizzata in tale locale:
http://www.pratoblog.it/content/view/2774/346/).
In un locale gestito da Cinesi, io aggiungerei anche la vendita di:
- teiere, tazzine, ecc. in porcellana ma anche in ceramica (con ricarichi possibili assai alti, dati i prezzi che ad esempio si trovano nei negozi cinesi di Esquilino);
- stampe e immagini cinesi (su carta, su stoffa, ecc.) ed altra oggettistica cinese non dozzinale (lacche, bacchette, cloisonné);
- libri e opuscoli sul té;
- cartoline di siti cinesi;
- DVD di films a soggetto storico-culturale;
- scacchiere di go, xiang qi, scatole di mah jong, ecc. (e organizzerei dimostrazioni e tornei di tali giochi).
Naturalmente il té dovrebbe restare il centro di tutto.
Spero di aver risposto ai legittimi dubbi di marcowong.