le "caratteristiche comportamentali" di persone originarie di un certo luogo, da un lato, e gli stereotipi (spesso razzisti o al limite del razzismo) con cui esse vengono classificate in blocco da persone di altra origine con cui vengono a contatto, sono sempre risulòtato di processio storici e ondizioni socioeconomiche di vita, su cui si stratificano elementi culturali, tradizioni, concezioni ideologiche, falsificazioni.
Come tali NON SON AFFATTO FISSE ED IMMUTABILI ed uno dei fattori he li muta nel tempo sono proprio le migrazioni, gli inrecci, ec. .
Chi a Yuhu o a Bergamo, a Wenzhou o a Napoli ha assunto determinate caratteristiche a seguito della storia e della realtà socioeconomica e ulturale del suo luogo di origine, quando emigra a New York, a Roma, a Singapore, a Buenos Aires, col tempo (e con le generazioni) muta anche radicalmente perché:
- il contesto di vita é diverso: si assumono nuove abitudini e si crea un nuovo "immaginario collettivo";
- il sistema formativo é diverso e così pure il livelo culturale a cui si arriva;
- si viene percepiti (anche razzisticamente) come "Italiani" o "Cinesi" o "Arabi" o addirittura "invasori immigrati", in blocco, e spariscono in larga misura le differenze regionali;
- al tempo stesso ci si riconosce nostalgicamente in una "italianità", "cinesità", "arabicità" in parte mitica e che supera le differenze regionali, e contemporaneamente si mitizzano gli aspetti (solo quelli positivi) della "piccola patria" (cità, regione) i origine ma senza avere più rapporto con l'insieme delle condizioni materiali e storiche che l'hanno resa com'é.
Pertanto, secondo me, ha poco senso (specie per "secone generazioni") riprodurre stereotipi regionalistici (che in quanto stereotipi andrebbero combattuti anhe senza emigrare) in contesti del tutto diversi, mentre ha molto senso valorizzare le pluralità regionali (cucina, paesaggi, arte, specializzazioni artigianakli, ecc.) al servizio della crescita economica, umana, culturale di tutti, Wenzhouesi, Pratesi, Yuhuesi, Milanesi, Beijngesi, Romani, ecc.
Quanto a nazisti e comunisti (off topic, Alexia...), non sono i crimini commessi nei lager/gulag che possono permettere di dire che sono uguali (perché crimini simili li hanno commessi pure cattolici, protestanti, buddhisti, insuisti, turchi, giapponesi, laicissimi liberali francesi, bigottissimi olandesi,nordisti e sudisti yankee, ecc.: allora che facciamo, diciamo che facciamo genericamente tutti schifo e basta e riconsegnamo il Pianeta a orsacchiotti, scarafaggi e passerotti?); la differenza sostanziale e importantissima é che i nazisti hanno un'ideologia basata sull'affermazione dell'esistenza di razze e gruppi "superiori" e sul dirito/dovere di questi soggetti di schiavizzare ed eliminare gli altri (il he neppure Gengis Khan lo affermava!) e nei lager e nella guerra (hanno scatenato una guerra mondiale) HANNO COERENTEMENTE APPLICATO tale orrenda ideologia; i comunisti hanno come ideologia l'uguaglianza su tutti i piani degli esseri umani ed una società senza sfruttamento (e senza Stato) e (senza scatenare una guerra mondiale) nei gulag e nella gestione del potere HANNO AGITO CONTRO TALI PRINCIPI (e violato perrfino quello della "dittatura del proletariato" che é fase breve e transitoria verso il SUOERAMENO DELLO STATO, nel pensiero marxista, e invece é diventata fase permanente di potere statalista).
Non fosse altro che per questa immensa differenza non si pò fare alcuna uguaglianza fra comunismo e nazismo, a meno, appunto, di non farla pire con altre ideologie basate sul bene comune e la giustizia (es.: il cristianesimo) ma nel cui nome sono stati compiuti crimini (e perfino genocidi) orrendi, tradendo i loro stessi principi.