un conto sono le feste nei ristoranti e anche quelle per strada (a esempio a Piazza Vittorio, tanto per dare adito agli stereotipi su "chinatown") pubblicizzate solo sui giornali cinesi, che sebbene del tutto legittime occasioni di riunione comunitaria non servono assolutamente a favorire l'attenzione positiva (quella negativa razzista ci sarà comunque, vedrete...) dei non-Cinesi verso una festa cionese, un conto sono le iniziative in Francia e nel Regno Unito (in quest'ultimo caso addirittura la British Airways inserisce le iniziative del capodanno cinese a Londra fra le offerte turistiche per i viaggiatori!!!), programmate e publicizzate con molto anticipo e che coinvolgono ogni anno centinaia di migliaia di non-Cinesi.
Si tratta di due logiche del tutto opposte e poihé i Cinesi sono gli stesi (anche se in Francia ed in Regno Unito sono immigrati da molto più tempo che in Italia), credo che la differenza essenziale stia nel diverso ategiamento delle istituzioni locali nei due tipi di casi.
Comunque, spero che un giono non solo gli Associni ma anche le prime generazioni cinesi a Roma ed in Italia comprendano (magari con l'aiuto dei loro figli...) quanto sia impotante per tutti loro (e per i non-Cinesi) valorizzare certe tradizioni, certi elementi storio-culturali non solo e non tanto verso se stessi quanto verso i non-Cinesi (perfino per le ricadute economiche). Senza aver paura dei "conflitti" coi razzisti, che tanto ci sono comunque e che vedono questi ultimi resi più forti proprio dalla carenza di quella valorizzazione che contribuirebbe inmvece a isolarli.