il problema del sistema scolatico é enorme ed in Italia sono 40 ann he si va avanti a mini-riforme e mai si affronta globalmente, con il risultato di un ran caos.
C'é un dato incontestabile:
Oggi chi entra nela scuola superiore e esce dall'Unversità con la laurea ci mette da 10 anni in su. Ebbene, in quei 10 anni secondo i dati fficiali (UE e Confindstria) circa il 50% delle professioni esistenti perdono senso e nascono circa l 50% di professioni ove, he né docenti né studenti conoscevano durante quei 10 ani (e per i docenti servono almeno 5 anni per formarli all'insegnamento delle discipline utili alle nuove profesioni).
Ad esempio, in Italia c'é stato un boom degli studi d informatica (istituti tecnici e facoltà di Ingegneria) negli ani '80, quando erano di moda, ma intanto l'Italia chiudeva tutte le aziende principali di elettronica e successivamente una serie di attività di gestione e programmazione informatica sono state delocalizzate...in India, coicché ogi ci sono moltissimi infomatici inutili in Italia ma mancano infermieri, mediatori culturali, tecnici del disinquinamento, restauratori, artigiani, progettisti di marketing territoriale, organizzatori di programmi culturali per le Istituzioni, ecc.
Inoltre la scuola italiana é sempre stata più teorica e slegata dal territorio che organicamente intrecciata ad esso e non favorisce l'impiego di nuovi saperi e ecnlogie per innovare settori come l'enogastronomia, l'ecoturismo, l'agricolura biologica, l'artigianato d'alto livello, ecc. (che sono lòe sole vere risorse che l'Italia ha).
Sono ecenn che si affernma da parte di pedagogisti, movimenti degli studenti e perfino industriali che la scuola dovrebbe essere artiolata in:
- una fase di base, obligatoria, per tutti, che dia soprattuto a capacità di analizzare la realtà (anche storicamente) per cambiarla;
- una fase di formazione più approfondita ma non specialistica, che intrecci saperi teorici ed esperienze pratiche lavorative, ANCHE MANUALI, per tutti (perché ad esempio un ingegnere che non sa fare un muro non capisce le difficoltà della realizzazione e non impara dai "saper fare" dei muratori che non a caso quando si costruiscono le case da soli applicano concetti diversi da quelli che si studiano in teoria e con MIGLIORI risultati!!!) e gestione delle nuove tecnologie (informatiche e satellitali), che permetta di usare quel che si mpara anche in professioni oggi ancora inesistenti;
- una fase di specializzazione disciplinare basata comunque sulla flessibilità dei contenuti e sul rappoto col territorio e il Mondo (anche atraverso erasmus, servizio civile, stages, ecc.);
- percorsi di aggiornamento (stipendiato) durante tutta la vita e per tutti i lavori e dialogo fra "tradizione" ed "innovazione".
Ma tutto ci? distruggerebe i poteri baronali universitari, il nullafacentismo di tanti insegnanti e studenti, il ricorso al precariato ed agli stage gratis da parte delle aziende, il clientelismo delle assunzoni e dei concorsi, spesso anche di lauree e maturità e qindi finora non si é mutato il nocciolo della questione.
Il problema di fondo è anche che la scuola media e superiore non tiene conto delle predisposizioni degli studenti e quindi, molti giovani sempre più confusi SE decidono di continuare gli studi NON SANNO dove andare e vanno sulla "materia che va più in voga" ai tempi è stata l'informatica, adesso comincia ad essere anche Medicina e Moda avendo ovviamente una "visione distorta" del mondo del lavoro e dell'attività che andrebbero a fare. Questo te lo posso dire sulla mia pelle, in quanto alla fine delle medie, non avevo dei grandissimi voti e tutti mi "consigliarono" di fare il professionale in quanto era più "adeguato alle mie capacità", dopo aver sostenuto l'esame di terza media la professoressa mi disse:"Se ti svegliavi prima potevi anche andare al tecnico!"... Non dico che m'incazzai e che pretendevo che i professori mi conoscessero meglio di me, ma evidentemente nella mia istruzione c'è stato qualcosa che NON è andato e non parlo solo della mia mancata "partecipazione attiva".