per cosa vivete? - page 3 - Generale - Associna Forum

Autore Topic: per cosa vivete?  (Letto 10786 volte)

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chinese-boy

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« Risposta #30 il: 12 Febbraio, 2008, 15:59:27 pm »
Citazione da: "Xaratos"
Quando mi capita un testimone di Geova dico sempre che son "satanista" e che se non se ne vanno subito gli faccio la "fattura"....

Poi quando sono andati via, non ricordo mai da che importo devo farla! :D


PS. Vecchia, lo so.


hahaha...pure la fattura? sei peggio di satana :-D

con alcune persono però, quando ci vuole ci vuole.....non capiscono che rompono!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da chinese-boy »
ciao

Xaratos

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« Risposta #31 il: 12 Febbraio, 2008, 23:51:18 pm »
All'inizio, facevo come te: prendevo il loro volantino che "gentilmente mi porgevano", (gli davo un occhio veloce per vedere se nel corso degli anni era cambiato qualcosa nella loro filosofia), e lo cestinavo nel primo bidone della spazzatura. Da quando invece ne ho trovati due da mia nonna.... beh, diciamo che ho un odio piuttosto... come dire? Atavico (anche se non è completamente esatto visto che li odio da circa 4 o 5 anni). Una volta, una mia (ex per fortuna) collega è venuta a lavorare con la Bibbia, ci siamo seduti accanto e durante la pausa s'è messa a parlare di religione (e mi sa che voleva convertirmi), da quando ha detto:"L'Islam e le altre religioni sono solo barzellette per bambini idioti!", ehm, beh, diciamo che è finita una breve ma intensa amicizia e che prendo le distanze da qualsiasi persona mi parli di satana, dio e gesù. Un'altra volta ho subito un incidente, sono stato ricoverato in ospedale per 3 giorni e ogni mattina veniva un barbiere ad occuparsi di un anziano disabile (non faceva nulla se non biascicare qualche parola e muovere gli occhi) e si son messi a parlare della morte, di dio, di satana e di gesù.... Niente in contrario, ma come dicevo, detesto chi prova ad "evangelizzare" in modo "spregiudicato". Ergo... nada testimoni di Geova, niente Preti, niente Suore e/o rappresentanti di altre religioni in casa mia che vogliono fare qualcosa di più di un'amabile chiaccherata senza impegno e senza INSISTENZA... Siccome nessuna di 'ste categorie viene se non hanno la minima possibilità di "convertirti"... io ci sto lontano e vivo bene.

Tornando OT, se credi in qualcosa, comincia a sviluppare la tua fede, sembra assurdo... ma molte risposte si possono trovare nella fede.

PS. Dico "sembra assurdo" perché se tornassi indietro nel tempo e rileggessi 'sto thread, non crederei mai d'averlo scritto io.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Xaratos »
"Ho pieta di coloro; che l´amore di se ha legato alla patria. La patria non è altro che un campo di tende, in un deserto di sassi!" - Antico Canto Tibetano.

STE

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« Risposta #32 il: 13 Febbraio, 2008, 00:07:56 am »
Si vive per molte cose,amore,denaro,potere.....importante è lasciare un segno,rifiutando di vivere nell'anonimato.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da STE »
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Xaratos

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« Risposta #33 il: 13 Febbraio, 2008, 01:02:03 am »
Dipende sempre come decidi di lasciare il segno.. Guarda Hitler... preferirei non esistere neppure se devo lasciarlo come l'ha fatto lui.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Xaratos »
"Ho pieta di coloro; che l´amore di se ha legato alla patria. La patria non è altro che un campo di tende, in un deserto di sassi!" - Antico Canto Tibetano.

STE

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« Risposta #34 il: 13 Febbraio, 2008, 01:17:32 am »
Io penso che ogni cosa abbia la doppia faccia della medaglia,Hitler vabbè è un pazzo,quindi merita tutte le condanne a morte del mondo....ma sai pensandoci se si riuscisse ad avere tutto quel potere e a far del bene all'umanità,questo vuol dire lasciare il segno,si potrebbe utopisticamente mirare a questo,ognuno in base alle proprie possibilità ovvio,sarebbe cmq ammirevole di considerazione.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da STE »
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cavallo

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« Risposta #35 il: 13 Febbraio, 2008, 09:37:04 am »
solo alcune annotazioni personali:
* innanzi tutto Hitler, pur avendo personalmente raggiunto un potere assai forte, e' stato espressione di gruppi di potere (economici, ideologici, militari) vasti e strutturati e perfino contraddittori (basta leggere il libro di Hannah Arendt "La banalita' del male" sul processo ad Eichmann) che hanno lavorato per annio sul substrato culturale e l'immaginario collettivo tedesco e senza i quali lui sarebbe restaton un pittore fallito e il suo partito un gruppuscolo meno rilevante della Destra di Storace;
- in secondo luogo, Hitler, gli intellettuali tedeschi a cui si e' abbeverato (ben piu' colti di lui) e gli ambienti che lo hanno fatto andare e restare al potere erano permeati di idee criminali terribili, in termini di razzismo genocida, di disuguaglianza degli uomini e legittimazione dello sterminio dei "subumani" perfino all'interno del popolo tedesco, di espansionismo militare, ecc.; anche solo partecipare a "lasciare un segno" sulla base dio quelle idee e di queio progetti mi pare un po' estraneo agli ideali di vita positivi (naturalmente i nazisti, ieri ed oggi, la pensano diversamente...):
* un uomo che raggiunge un potere semi-assoluto (quello di Hitler e di NESSUN dittatore moderno lo e' stato MAI del tutto) vuol dire che accetta che possa esistere tale potere su altrin uomini e su interi popoli, vuol dire che ne acccetta le implicazioni totalitarie, vuol dire che crede che ci siano "uomini del destino" che possono fare la Storia: il segno che lascia e' certo diverso se agisce in nome di ideologie genocide o di eguaglianza sociale, ma resta il fatto che il potere assoluto per me e' male in se';
* purtroppo, a scuola ci hanno abituati a vedere la Storia fatta da "grandi personaggi" (Cesare, Augusto, Carlo Magno, Gengis Khan, Carlo V, Napoleone, Federico di Prussia,  Hitler, Chiurchill, Stalin, ecc., con potere assoluto o no, ma sempre "FACITORI DI STORIA") per cui a volte crediamo che sia davvero cosi', ma la Storia e' assai piu' complessa e piu' collettiva e fare il bene o fare il male e' risultato di contributi individuali (anche di chi grande personaggio non sara' MAI) a grandi movimenti collettivi e non il contrario.

Hitler senza finanzieri, generali, medici, docenti, giuristi, tecnici, oscuri funzionari, ufficiali, antropologi, non avrebbe ma prodotto quel che il nazismo ha prodotto e per fare esempi diversi, lo stesso vale per qualsiasi papa e la Chiesa cattolica, qualsiasi presidente USA importante (come Roosevelt), quialsiasi leader russo (zar o comunista) o cinese (imperatore o comunista).
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

babo

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« Risposta #36 il: 13 Febbraio, 2008, 12:13:30 pm »
Alla fine però il segno lo ha lasciato veramente e grazie a noi che lo rievochiamo in film,documentari,dibattiti ecc. abbiamo reso lui e il suo messaggio di morte e distruzione "immortale" a vantaggio delle future generazioni che si ispireranno a lui. La sua più grande vittoria è stata postuma...
Dobbiamo però almeno riconoscergli il fatto che negli ultimi giorni  si pentì per i propri sbagli, infatti disse:
 <Alla fine ci si pente di essere stato troppo buono.> :smt029
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da babo »

cavallo

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« Risposta #37 il: 13 Febbraio, 2008, 12:47:41 pm »
babo, quelo che dici e' molto importante e paradossalmente conferma quel che ho scritto io.
Infatti SIAMO NOI ad essere stati abituati (da insegnanti, films, rievocazioni, TV, libri) a collegare personalisticamente i crimini e quel che tu giustamente chiami "messaggio di morte" del nazismo ad Hitler, individuo che di per se' non avrebbe potuto mai fare neppure lo 0,01% di quel che e' avvenuto.

La vittoria postuma non e' tanto la sua quanto di chi ha impostato tutta la nostra formazione (e anche quella dei Tedeschi prima, durante e dopo il nazismo) sui "grandi personaggi" (lo si fa anche con l'intitolazione di strade, scuole, ospedali, ecc. ed in mille altri modi) e, semmai, e' proprio questa concezione personalistica gia' diffusa da scuola, media, canzoni, teatro, libri, oggi TV, che favorisce poi l'avvento davvero dei dittatori.

Lo stesso errore si fa quando si isola il genocidio degli Ebrei (chiamandolo Olocausto o peggio shoah) dall'insieme del genocidio nazista (di Ebrei, certo, ma anche di Rom, omosessuali, handicappati tedeschi, testimoni di Geova, oppositori politici, Polacchi, Russi) e dagli altri genocidi occidentali, compresi quelli che avevano gia' tutte le caratteristiche dell'antisemitismo (genocidio iberocattolico degli Ebrei e dei "marranos") e dagli altri orrori della politica nazista, primo fra cui lo scatenamento della Seconda Guerra Mondiale (non a caso a Norimberga fra i capi di imputazione ci fu quallo di "crimine contro la pace" oltre che di "crimini conro l'umanita'") e quindi si riducono:

il nazismo all'Olocausto, il nazismo ad Hitler.

Secondo me per vincere davvero sul nazismo (e sul pittore fallito che fu scelto per guidarlo) bisogna farla innanzi tutto finita con queste semplificazioni.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Nick

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« Risposta #38 il: 13 Febbraio, 2008, 13:16:59 pm »
non capisco i termini storici  8O

comunque per rispondere al nome del topic...
beh..secondo me, l'umo vive per....morire.. 8)
con tutti gli sforzi che si fa, studio..lavoro..alla fine tanto si crepa, no_?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Nick »
nICKo!!

chinese-boy

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« Risposta #39 il: 13 Febbraio, 2008, 14:43:30 pm »
Citazione da: "Nick"
non capisco i termini storici  8O

comunque per rispondere al nome del topic...
beh..secondo me, l'umo vive per....morire.. 8)
con tutti gli sforzi che si fa, studio..lavoro..alla fine tanto si crepa, no_?


ehh? per morire? 8O
all'ora che vivi a fare? ti butti da un grattacielo e il gioco è fatto.....perche perdere tempo, quando puoi arrivare subito all'obbiettivo  :-D
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da chinese-boy »
ciao

Nick

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« Risposta #40 il: 13 Febbraio, 2008, 15:00:23 pm »
gia...perche' non voglio morire vergine.. :lol:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Nick »
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chinese-boy

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« Risposta #41 il: 13 Febbraio, 2008, 15:06:41 pm »
Citazione da: "Nick"
gia...perche' non voglio morire vergine.. :lol:



all'ora diciamo che tu vivi per essere sverginato, una volta fatto potrai dire che hai raggiunto lo scopo della tua vita e buttarti da un grattacielo :-D  :-D  :-D
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da chinese-boy »
ciao

weilingjie93

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Re: per cosa vivete?
« Risposta #42 il: 20 Febbraio, 2008, 22:45:51 pm »
Citazione da: "chinese-boy"
Alcune volte mi chiedo, ma quale l’obbiettivo per la quale si vive?
Siamo nati solo per il semplice motivo di crescere, riprodursi e morire?
Cosa servo io per la società per il mondo? Se non esistessi in questo mondo le cose andrebbero avanti lo stesso e nessuno si accorgerebbe della differenza?

Sono solo un piccolo, piccolissimo puntino in mezzo a tantissimi puntiniàà

La vita è cosi difficile, ci sarà un motivo per la quale ci fa andare avanti, un motivo che sia talmente forte, talmente grande che ti faccia resistere a tutte le sofferenze della vita.



secondo me la nostra vita(una cosa molto piccola rispetto al mondo) esiste perchè qst ha deciso dio.
il dio ke ci ha creati......il dio ke ci ama
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da weilingjie93 »
失败是成功之母la sconfitta è madre delle vittorie

cavallo

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« Risposta #43 il: 21 Febbraio, 2008, 08:15:50 am »
weilingjie93,
se una persona e' credente, come tu sei, ritengo sia giusto pensare che la vita in generale (la nostra, ma anche quella di piante ed animali, come frutto di un'evoluzione che e' ormai accettata sia dalla Chiesa che dalle altre religioni, con l'Islam che l'accetta dalla sua nascita) esista perche' emanazione di Dio.

Ma sulla vita o la morte di ciascun individuo, che e' appunto come tu giustamente dici "una cosa molto piccola rispetto al mondo@, credo non si possa costruire un rapporto altrettanto diretto.

Altrimenti non si capirebbe perche', se Dio si occupasse di ognuno di noi singolarmente, il Dio della misericordia e della giustizia permetterebbe la morte di milioni di innocenti (compresi bambini che certo non hanno alcuna colpa) in calamita' naturali, guerre, massacri, epidemie, carestie e simili ed invece farebbe vivere a lungo criminali come Hitler.

E' una questione che molti teologi cristiani ed ebrei si sono posti dopo l'Olocausto nazista e che i piu' sinceri fra loro hanno "risolto" non con la formula (vuota di significato) "il volere di Dio e' imperscrutabile" ma semplicemente ammettendo che Dio creatore non interviene nei destini INDIVIDUALI o COLLETTIVI ma solo nella determinazione delle condizioni generali (quel "mondo" di cui giustamente parli tu) in cui tali destini si compiono a causa di scelte umane o di eventi naturali o di eventi che appaiono naturali ma sono dovuti a scelte umane (come i cambiamenti climatici e l'inquinamento).

Dunque, chi crede che siamo stati creati, come Universo, da Dio, non puo' a mio parere cavarsela riferendo poi a Dio il senso del suo proprio cammino individuale perche' quello secondo me e' dato soltanto a noi stessi di definirlo, nell'ambito semmai di condizionamenti culturali (famiglia, strato sociale, educazione, media, riferimenti storici ed artistici, ecc.), nonche' economici, geografici, ecc. contro cui a volte ben poco si puo' fare da soli.

Se Dio ci ha dotato di libero arbitrio (come afferma il Cristianesimo) allora il "perche' viviamo" lo dobbiamo stabilire noi soltanto. Se invece esiste un karma (come affermano le religioni indiane) anche in quel caso sono le azioni concrete che noi compiamo che determinano la forma futura in cui esso si realizza. Se infine si puo' raggiungere l'illuminazione (Buddhismo) cio' avviene ancora una volta soltanto grazie a scelte nostre (il Buddha divenne tale in seguito a quel che lui aveva deciso di fare e non fare), per cui credo che nessuna religione seriamente intesa (a parte le deformazioni degli integralisti) eviti a noi, individualmente e collettivamente, di rispondere DA SOLI e COLLETTIVAMENTE e sulla base DEI NOSTRI CRITERI (etici, ideologici, ecc.) all'enorme domanda di questo topic: "perche' e per che cosa viviamo?"
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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« Risposta #44 il: 21 Febbraio, 2008, 08:16:26 am »
weilingjie93,
se una persona e' credente, come tu sei, ritengo sia giusto pensare che la vita in generale (la nostra, ma anche quella di piante ed animali, come frutto di un'evoluzione che e' ormai accettata sia dalla Chiesa che dalle altre religioni, con l'Islam che l'accetta dalla sua nascita) esista perche' emanazione di Dio.

Ma sulla vita o la morte di ciascun individuo, che e' appunto come tu giustamente dici "una cosa molto piccola rispetto al mondo@, credo non si possa costruire un rapporto altrettanto diretto.

Altrimenti non si capirebbe perche', se Dio si occupasse di ognuno di noi singolarmente, il Dio della misericordia e della giustizia permetterebbe la morte di milioni di innocenti (compresi bambini che certo non hanno alcuna colpa) in calamita' naturali, guerre, massacri, epidemie, carestie e simili ed invece farebbe vivere a lungo criminali come Hitler.

E' una questione che molti teologi cristiani ed ebrei si sono posti dopo l'Olocausto nazista e che i piu' sinceri fra loro hanno "risolto" non con la formula (vuota di significato) "il volere di Dio e' imperscrutabile" ma semplicemente ammettendo che Dio creatore non interviene nei destini INDIVIDUALI o COLLETTIVI ma solo nella determinazione delle condizioni generali (quel "mondo" di cui giustamente parli tu) in cui tali destini si compiono a causa di scelte umane o di eventi naturali o di eventi che appaiono naturali ma sono dovuti a scelte umane (come i cambiamenti climatici e l'inquinamento).

Dunque, chi crede che siamo stati creati, come Universo, da Dio, non puo' a mio parere cavarsela riferendo poi a Dio il senso del suo proprio cammino individuale perche' quello secondo me e' dato soltanto a noi stessi di definirlo, nell'ambito semmai di condizionamenti culturali (famiglia, strato sociale, educazione, media, riferimenti storici ed artistici, ecc.), nonche' economici, geografici, ecc. contro cui a volte ben poco si puo' fare da soli.

Se Dio ci ha dotato di libero arbitrio (come afferma il Cristianesimo) allora il "perche' viviamo" lo dobbiamo stabilire noi soltanto. Se invece esiste un karma (come affermano le religioni indiane) anche in quel caso sono le azioni concrete che noi compiamo che determinano la forma futura in cui esso si realizza. Se infine si puo' raggiungere l'illuminazione (Buddhismo) cio' avviene ancora una volta soltanto grazie a scelte nostre (il Buddha divenne tale in seguito a quel che lui aveva deciso di fare e non fare), per cui credo che nessuna religione seriamente intesa (a parte le deformazioni degli integralisti) eviti a noi, individualmente e collettivamente, di rispondere DA SOLI e COLLETTIVAMENTE e sulla base DEI NOSTRI CRITERI (etici, ideologici, ecc.) all'enorme domanda di questo topic: "perche' e per che cosa viviamo?"
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