Questione sarpi e ingrossi, gli sviluppi. - page 1 - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: Questione sarpi e ingrossi, gli sviluppi.  (Letto 5870 volte)

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Idra

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« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Idra »

cavallo

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« Risposta #1 il: 11 Febbraio, 2008, 10:45:14 am »
l'articolo di Repubblica mi provoca domande (che forse si potrebbero risolvere con l'aiuto di Dubbio) e mi genera conferme:
1) la soluzione verso cui ci si avvia dopo tanta proclamata urgenza di risolvere il problema prevede teoricamente :<<Si ipotizzano almeno due o tre anni di tempo per completare lòoperazione>> (che in Italia vuol dire 3-5): dov'era l'urgenza di creare tutto il casino con le minacce della ZTL ecc. se poi si possono aspettare tanti anni?

2) si afferma <<liberare i negozi in zona Sarpi (con un effetto sicuramente volano per il mercato immobiliare della zona)>>: allora era vero quel che dicevo io, che ci sono interessi del mercato immobiliare milanese su Paolo sarpi? E di chi in particolare? Chi e' il deus ex machina del mercato immobiliare milanese se non Ligresti (interessato anche alle ristrutturazioni urbanistiche dell'area limitrofa a Paolo sarpi? Era tanto sbagliato quel che sostenevo?



3) a chi andranno i soldi di quell'effetto volano, visto che certo non andranno ai Cinesi?

4) chi sostituira' i Cinesi a Paolo Sarpi nei negozi e con quali capitali e quali effetti sui residenti (vedremo quando saranno loro a doversi trasferire per far posto a nuove fasce sociali e furbetti del quartierino, o galoppini politici, affaristi e prostitute di lusso come a Bologna al Pratello...)?

5) <<Restano da perfezionare i dettagli urbanistici con il proprietario dellòarea dismessa in fondo a via dei Missaglia, un privato che con lòarrivo dei grossisti realizzerebbe un buon investimento>> chi e' il proprietario dell'area e quanto guadagnera'?

n.b.: vedi queste piccole note su chi e' Ligresti e sugli interessi di Ligresti e figlia proprio al Gratosoglio ed a Via dei Missaglia (http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=1950):
<<A Milano diverse aree urbanistiche sono di Ligresti cosi come i palazzi costruiti in via dei Missaglia con abitazioni e uffici pronti da vendere. Senza contare la Premafin Spa, l’Altair spa e la SAI- Fondiaria che ha consentito a sua figlia Jonnella di entrare nel patto di sindacato di RCS , e tante altre realtà che, al momento, ci sfuggono come il quartiere Le Terrazze al Gratosoglio in Milano>>

vedi anche: http://web.tiscali.it/laconca2000/

ma io sbagliavo quando vedevo loschi interessi immobiliari dietro l'operazione Paolo Sarpi, vero???

6) <<Palazzo Marino sta quantificando gli oneri di urbanizzazione che lòoperazione immobiliare si porterebbe dietro. Quattrini che il Comune si impegnerà a spendere in riqualificazioni per la zona di Gratosoglio>> chi paga questi oneri, i Milanesi, i Cinesi (che non hanno mai CHIESTO di andare a Gratosoglio), chi?

7)<<anche per far digerire meglio lòarrivo dellòimport-export made in China. Insieme ci sarà unòaltra promessa: lòarea è sufficientemente lontana dalle abitazioni, ma soprattutto è molto vicina alle Tangenziali>> dunque l'import-export cinese darebbe fastidio pure a Gratosoglio (se bisogna farlo digerire vuol dire che da' fastidio), perche', a chi? Naturalmente il razzismo non c'entra nulla, vero? E dove non danno fastidio i Cinesi, solo in Cina? O li mandiamo oltre la frontiera svizzera o assieme ai Romò Naturalmente che l'area sia SUFFICIENTEMENTE (per chi?) lontana dalle abitazioni e' un bel modo di integrare le comunita'.... o si crede che i Cinesi utilizzeranno i terribili carrellini anche li'?

8) Tutti i grossisti sono sistemati a Milano e nelle altre citta' SUFFICIENTEMENTE LONTANI dalle abitazioni o solo i Cinesi? e cosa hanno eventualmente di particolare i grossisti cinesi (oltre al fatto di essere cinesi) da doverli sistemare SUFFICIENTEMENTE LONTANO dalle case: sono infetti?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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Dubbio

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« Risposta #2 il: 11 Febbraio, 2008, 13:47:31 pm »
Cavallo, se non ho postato la notizia pubblicata su Repubblica quando ne sono venuto a conoscenza prima che ne parlasse il giornale, e se non ho postato un mio commento dopo che Idra ha aperto il topic, è perché troppe cose non sono note di questa vicenda per poterla commentare, e soprattutto perché a far tempo dalla metà del 2007 i comportamenti dell'Amministrazione Comunale di Milano in proposito sono dettati esclusivamente dalla volontà di gestire il problema in modo da non danneggiare la candidatura di Milano all'Expo 2015, che sarà assegnato a Milano o a Smirne da una commissione mondiale a presidenza cinese alla fine del prossimo mese di marzo.

Tornerò quindi in argomento quando ci saranno i presupposti per parlarne con cognizione di causa.

Nel frattempo puoi rileggere le risposte che ho già dato diffusamente in passato a tutti i quesiti che hai posto, che non accrescono il loro valore per il fatto che tu li riproponga ossessivamente.

Nel frattempo in quartiere i grossisti si stanno comportando sempre peggio, fidando evidentemente dei timori della giunta milanese in vista dell'aggiudicazione dell'Expo.

Evidentemente ognuno gioca le sue carte guardando ai propri immediati interessi di bottega, piuttosto che a strategie costruttive di più ampio e positivo respiro.

Peccato, ma se pensi che si voglia allontanare i grossisti cinesi dal quartiere Sarpi perché sono infetti, che senso ha discuterne con te?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

cavallo

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« Risposta #3 il: 11 Febbraio, 2008, 14:06:35 pm »
io non penso che si vogliano allontanare i grossisti cinesi da Paolo Sarpi perche' qualcuno crede che  sono infetti ma per precisi interessi immobiliari, lo ripeto, che guarda caso si ripresentano anche nelle aree al contorno di dove ora li si vogliono mandare.

E' l'idea che ci debba essere una SUFFICIENTE distanza fra il nuovo insediamento (non Paolo Sarpi) di quei grossisti e le abitazioni (idea che NON SI APPLICA a decine di altri insediamenti di grossisti non cinesi, vedi per parlarti di Roma che conosco meglio quelli sugli assi della Casilina (li' ci sono pure Cinesi...), Tuscolana, Tiburtina, a Bologna sull'asse della Via Emilia, a Modena, a Firenze, ecc. che mi fa sospettare che qualcuno ritenga che a Milano i Cinesi vanno ALLONTANATI DALLE ABITAZIONI e gli altri grossisti no.

Io ho chiesto chiarimenti e fatto ipotesi sulla base di quel che dice l'articolo, visto che in effetti il Comune tace e conduce il gioco su piu' tavoli clandestinamente (coi Cinesi, col Consolato e con gli interessati immobiliarmente...), we l'articolo dice cose precise e non smentite da comunicati stampa di nessuno, fra cui quel che io ripeto, si', ossessivamente, da mesi circa gli effetti immobiliari dell'operazione.

Peccato che ci vorranno anni per vedere se ho ragione o torto (a meno che qualcuno non scopra le carte e le getti sul tavolo perche' gia' sicuro del risultato...) ma se avevo ragione allora sara' troppo tardi per reagire TUTTI ASSIEME, Cinesi e residenti, che saranno tutti vittime di logiche che non hanno saputo vedere e contrastare.

Ci pensera' il ...libero mercato (nella versione clientelar-drogata italica e specificamente in quella ligrestiana-berlusconiana postcraxiana  milanese)a mutare anche per i residenti le condizioni e SOSTITUIRLI!

da parte mia non una delle domande-chiave che ho fatto ha avuto risposta finora:
- chi sostituisce i Cinesi a Paolo Sarpi nei negozi?
- con quali mutamenti di valore dei singoli immobili e dell'area e3 a vantaggio di chi?
- con quali capitali?
- con quali interessi rappresentati e quali esclusi?
- con quali conseguenze sui residenti?
- chi guadagna dalla rilocalizzazione nelle nuove aree?
- chi paga le spese?
- perche' i grossisti cinesi devono stare SUFFICIENTEMENTE lontano dalle abitazioni?
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zsw

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« Risposta #4 il: 12 Febbraio, 2008, 13:35:58 pm »
Ma come hanno fato a convincere i commercianti cinesi di lasciare i loro locali che li hanno pagati a pesi d'oro per il BUONO USCITA quindi non recuperabili?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da zsw »

cavallo

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« Risposta #5 il: 12 Febbraio, 2008, 15:19:49 pm »
difatti, un'altra domanda che faccio da mesi ed a cui non ho risposta e':
in un sistema "liberista" come l'Italia (osssia non maoista...) e' legittimo obbligare centinaia di commercianti che hanno aperto LEGALMENTE le loro attivita' a Paolo Sarpi (in assenza di divieto  per l'ingrosso) a trasferirsi A PROPRIE SPESE altrove, dopo che altrettanti commercianti italiani hanno incassato a suo tempo lautissime buonuscite per quegli spazi commerciali e senza che i Cinesi possano ovviamente fare altrettanto verso i nuovi subentranti (chi saranno?) perche' NON HANNO SCELTA e devono andare via? Quali provvidenze A FAVORE di quei commercianti cinesi la non-razzista (?) e teoricamente liberista  amministrazione comunale milanese (e quella regionale, e quella "di sinistra" provinciale) prevedono per far fronte a questa palese violazione delle regole del gioco in nome di altri interessi?

Zsw chiede come sono stati convinti, io chiedo con quale legittimita'.
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jie

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« Risposta #6 il: 12 Febbraio, 2008, 18:00:35 pm »
concordo perfettamente con te cavallo. in un paese che si devinisce "sviluppato", "democratico" e "liberista" il caso sarpi è colpa del comune che avrebbe dovuto programmare la presenza di attività commerciali in una certa zona, se si vuole riparare a posteriori bisogna risarcire i commercianti, come è stato fatto anni fa per i grossisti di tessuti in via magenta che sono stati spostati nel quartiere di p.za greco, in questo caso trattasi di italiani. ma questo punto non è stato fatto notare da nessun associazione cinese che era in trattativa col comune e ne dal consolato. anzi qualche giorno dopo 12 aprile, ho sentito personalmente il console, che era con un funzionario del comune mentre stavano passeggiando in via paolo sarpi, dire che gli italiani del quartiere devono sopportare i disagi creati dei grossisti cinesi. secondo me bisognava dire che è colpa del comune che non ha saputo prevenire il fenomeno. e poi i carrelli dei grossisti mica sono carri armati, come fanno a far del male alle sciure del quartiere.
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Dubbio

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« Risposta #7 il: 12 Febbraio, 2008, 19:39:52 pm »
Mi limito a rettificare alcune informazioni, affinché le analisi, giuste o sbagliate, siano fatte sulla realtà e non su fantasie.

1)   Da sempre il quartiere Sarpi è un quartiere con vocazione e insediamento di commercio al dettaglio.

Come tale, è soggetto alla disciplina del carico e scarico merci delle zone centrali della città (10,00 - 14,00).

Questa disciplina è incompatibile con il commercio all'ingrosso, che con questi limiti non potrebbe materialmente essere esercitato (non lo dico io, lo hanno detto in mia presenza, per giustificare le loro violazioni, i rappresentanti dei grossisti cinesi al tavolo di trattativa aperto in comune dal vice sindaco De Corato dopo gli incidenti di aprile).

Il Comune per troppo tempo ha lasciato fare, e questo ha reso invivibile il quartiere per i residenti, ma non ha reso legittimo ci? che legittimo non è.

Basterebbe imporre il rispetto di norme che non sono state fatte contro i grossisti cinesi, perché vigevano prima del loro insediamento, perché i grossisti decidano spontaneamente di trasferirsi.

2)   Nessuno ha il potere di obbligare i grossisti ad andarsene.
Esiste il potere di obbligarli a rispettare le regole, che essendo incompatibili con l'esercizio del commercio all'ingrosso, li indurrebbero a trasferire altrove le loro attività.

3)   Non vi è mai stato alcun insediamento di grossisti italiani di tessuti in corso Magenta, nessun loro trasferimento a Greco, nessun pagamento di indennizzi da parte del Comune.

Vi era un insediamento di grossisti di tessuti alcuni anni addietro nella zona di via Vittor Pisani, e si sono quasi tutti trasferiti spontaneamente altrove quando il loro numero è  divenuto incompatibile con la logistica del quartiere.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

jie

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« Risposta #8 il: 12 Febbraio, 2008, 20:14:19 pm »
Dubbio, visto che sai tante cose, sai quando il comune ha cominciato a limitare il carico scarico in zana Paolo Sarpi?
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Dubbio

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« Risposta #9 il: 13 Febbraio, 2008, 00:43:52 am »
Citazione da: "jie"
Dubbio, visto che sai tante cose, sai quando il comune ha cominciato a limitare il carico scarico in zana Paolo Sarpi?

Dal 28 febbraio 2003, cinque anni fa, quando i grossisti erano circa un terzo del loro numero attuale nel quartiere e nella via Paolo Sarpi non erano presenti.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

jie

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« Risposta #10 il: 13 Febbraio, 2008, 10:04:35 am »
un terzo dei numeri vuol dire più di cento, non erano pochi
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cavallo

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« Risposta #11 il: 13 Febbraio, 2008, 10:09:54 am »
allora, mi baso su quanto spiega chiaramente Dubbio:

* la disciplina di carico-scarico delle merci (che vale solo, appunto dalle 10.00 alle 14.00) e' compatibilissima in infiniti altri casi con l'attivita' di negozi di ogni dimensione, al dettaglio ed all'ingrosso (compresi i DISCOUNT che a Roma, a Milano, a Firenze sono anche in aree centralissime e caricano e scaricano piu' di ogni negozio cinese di Paolo Sarpi): basta rispettare gli orari e NON C'E' ALCUN BISOGNO DI SPOSTARE I NEGOZI;

* il non far rispettare queste regole che sono di orari e non di tipologia commerciale (a Paolo Sarpi come altrove, o si vuol far credere che a Milano tutti i commercianti non-cinesi le rispettino?) e' un problema completamente differente da quello della tipologia commerciale dettaglio/ingrosso (a Roma i primi a non rispettare qugli orari sono, sotto gli occhi dei vigili, i negozi al dettaglio (tutti italianissimio) di Via del Corso, comprese le grandi griffe, a Milano...) e dipende dal lassismo generalizzato dei vigili (spesso per motivi che ogni commerciante sa bene...specie sotto le feste) e da quello delle istituzioni comunali, che si svegliano solo in CERTI casi e in base alla volonta' di fare spazio a BEN ALTRI INTERESSI; se le regole vanno rispettate si fanno rispettare DA TUTTI, Cinesi e non, ma resta il fatto che la repressione deve essere non selettiva (cioe' senza concentrarsi sui "cattivi" di turno che magari sono quelli che  non votano...) e proporzionale alla gravita' del danno e dell'illegalita', per cui prima colpiamo truffe ed evasioni, poi absivismi edilizi e speculazioni alla Ligresti, infine i carrellini e i lavavetri e cosi' via!
* nessuna norma impediva l'installazione di negozi all'ingrosso a Paolo Sarpi (che, ripeto, e' cosa diversa dagli orari di carico e scarico) e peraltro non lo fa neppure oggi;
* se si avvia un'attenzione ossessiva e poi la si interrompe e poi la si riprende, in area Paolo Sarpi finalizzata al rispetto delle regole sul carico e scarico (rispettatssime in tutta Milano, vero?...) e soprattutto si minacciano i commercianti (guarda caso in maggiooranza cinesi) di Paolo Sarpi di creare una ZTL non si sta semplicemente imponendo di rispettare gli orari di carico e scarico, si rende effettivamente QUASI IMPOSSIBILE a tali commercianti di proseguire la loro attivuta' in quella zona (in altri casi, a Roma, a Milano, a Firenze, i Comuni hanno spesso fatto marcia indietro sulle ZTL perche' si sono ribellati i commercianti italiani, che votano, mentre quelli cinesi non votano...), quindi il Comune HA IL MODO PER COSTRINGERLI eccome ed in effetti lo sta facendo, ma all'italiana, ossia contraddicendosi e cercando di avere 2 risultati: l'appoggio cinese per l'Expo e l'appoggio degli elettori anticinesi NON di Paolo Sarpi, ma di Milano nel suo complesso (o si crede che la questione non sia argomento elettorale, non per i residenti di Paolo Sarpi ma per i galoppini del centrodestra milanese?);

* restano ancora una volta del tutto senza risposta le mie seguenti domande:
- chi occupera' le centinaia di spazi commerciali oggi gestiti dai Cinesi a Paolo Sarpi e chi guadagnera' da questa decisione e trasformazione?
- quali effetti avra' (vedi articolo di Repubblica) sul valore degli spazi commerciali ma anche delle abitazioni?
- chi e' interessato ad accrescere quel valore e chi ne trarra' beneficio?
- che effetti si produrranno per i residenti, italiani e nonò
- che cosa c'entra la disciplina del carico e carico in centro col fatto che i grossisti cinesi debbano, a Via dei Missaglia, essere collocati a SUFFICIENTE (sufficiente in base a quale pericolo e criterio????) distanza dalle abitazioni (dato che oltre tutto Via dei Missaglia non e' affatto inclusa in quella disciplina e che i capannoni non hanno certo problemi di carico e scarico esterni)?
* chi e' il proprietario delle aree prescelte che ricevera' un enorme profitto dall'operazione?
* che benefici otterranno dall'operazione personaggi come Ligresti (dalla "specchiata" carriera...), guarda caso interessati sia alla "rivalutazione" delle aree vicine a Paolo Sarpi, sia alla speculazione su aree nel quadrante di Via dei Missaglia e adiacenze?
- chi paghera' i costi di tale operazione, oltre ai commercianti cinesi (che perderanno anche le buone uscite gia' pagate a paolo Sarpi)?
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« Risposta #12 il: 18 Febbraio, 2008, 14:25:03 pm »
Spero che avremo delle notizie ufficiali presto.
So che alcuni cinesi si stanno impegnando molto perche' questo progetto si realizzi.
Cmq penso che i grossisti della zona sarpi hanno un'unica preoccupazione, cioe' poter lavorare in pace aldila' di perdite di soldi per le buone uscite pagati anni fa che cmq si possono recuperare con un aumento del lavoro nella nuova zona
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cavallo

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« Risposta #13 il: 19 Febbraio, 2008, 13:47:40 pm »
http://milano.cronacaqui.it/news-chinatown-do:

bellissimo esempio di quel che si continua ad agitare dietro e sulla questione Paolo Sarpi.
Notate:
1) l'accostamento fra la riunione di oggi sulla questione del trasferimento dei commercianti cinesi e l'omicidio !
2) il "simpatico" avvertimento della Lega che quei commercianti non li vuole neppure al Gratosoglio e tuona: "il Sud Milano non e' una discarica per rom, termovalorizzatori e cinesi!" (insomma anche al Gratosoglio non sono SUFFICIENTEMENTE lontani dalle abitazioni...), mettendo insieme un impianto destinato a trattare i rifiuti con quelli che evidentemente sono considerati "rifiuti umani" (Rom e Cinesi)! Ma naturalmente sono io che estremizzo, io che credo ci siano proclami e concezioni razziste a coprire interessi d'altro genere (immobiliari), e allora mi si spieghi l'affermazione della Lega e l'accostamento commercio cinese/omicidio!

Sulla richiesta della ZTL a Paolo Sarpi da parte del PD stendo un velo pietoso e chiedo PERCHE' la ZTL a Paolo Sarpi? Esistono motivazioni di alto valore architettonico e storico dell'area? Per far rispettare gli orari di carico e scarico (unica normativa vigente) serve una ZTL? Tutte le zone altrettanto "centrali" di Paolo Sarpi e  dello stesso livello di valore culturale, a Milano, sono ZTL? O il motivo e' OBBLIGARE i Cinesi ad andarsene? E se ci vorranno 2 anni perche' vadano a Gratosoglio, che c'entra la ZTL ADESSO? E gli "urbanisti ed architetti progressisti" milanesi sono tutti a dormire o si sono scordati le loro lezioni sulla speculazione e su come essa opera o infine ci si indigna solo se le vittime del connubio speculazione immobiliare/istituzioni sono bianche, europee, cattoliche e magari "ariane"?

Attendo fiducioso gli interessanti risultati dell'operazione di facciata di oggi...
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« Risposta #14 il: 20 Febbraio, 2008, 13:05:07 pm »
ecco un interessante aggiornamento sulla questione Sarpi su La Repubblica:
http://milano.repubblica.it/dettaglio/Chinatown e articolo linkato

Interessante l'uso continuo del termine Chinatown, la sottolineatura di una presunta  perversa strategia dei cinesi (addirittura richiamandosi a Sun Tzu!!!! siamo al ridicolo) di dire tutto e il contrario di tutto, quando l'unica cosa chiara e vera e' l'affermazione che NON ESISTE ALCUNA NORMA CONTRO L'INGROSSO e che quindi a parte ricatti come la ZTL i Cinesi grossisti posono restare a Sarpi quanto pare loro.

Interessanti anche i commenti postati, alcuni nettamente razzisti.

Interessante anche che finalmente viene fuori chi e' il proprietario dell'area prescelta al Gratosoglio, tale Piero Mocarelli, titolare della Car World Italia (e vicepresidente dell'Associazione Italiana concessionari d'auto) e chi sono i vicini (esattamente quel Ligresti di cui parlo da mesi e la PIRELLI RE che immagino tutti conoscano).

Interessante che si cominci a parlare di speculazioni edilizie, di operazioni immobiliari di grande rilievo (Gratosoglio, Lacchiarella, ecc.), di infrastrutture, di 2 anni e mezzo-3 da oggi (e intanto? si va avanti col ricatto della ZTL?), di reazioni contrarie da parte dei residenti del Gratosoglio (basate su quali argomenti, a parte il razzismo? ci sranno problemi di carrellini anche a Gratosoglio? c'e' limite al ridicolo?).

Penosi alcuni fiori all'occhiello demagogici degni delle fesserie degli architetti milanesi degli scorsi anni, che fa comodo a tutti sventolare sapendo che sono senza senso: ve lo immaginate (specie chi conosce Milano) un MUSEO DELLA CULTURA CINESE non al centro ma al Gratosoglio? Chi lo visiterebbe, i grossisti dopo il lavoro, gli abitanti di Gratosoglio che i Cinesi non ce li vogliono? A meno che non si voglia creare DAVVERO una Chinatown, al Gratosoglio, il che e' altra cosa da quel che si sta dicendo.

Interessante anche quel che NON si dice, ossia chi rimpiazzera' i grossisti cinesi a Sarpi e chi guadagnera' da tale rimpiazzo e dalle sue conseguenze.

Peccato che siano solo  le prime conferme alle mie previsioni.
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