Protesta dei monaci tibetani a Lhasa - page 9 - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: Protesta dei monaci tibetani a Lhasa  (Letto 108737 volte)

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marcowong

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Re: Venduti
« Risposta #120 il: 18 Marzo, 2008, 22:25:48 pm »
Citazione da: "Milly"
Grazie. Io da poco tempo faccio parte del club dei venduti, secondo quanto da te scritto. Mi sembra di aver capito che giustamente odiate le generalizzazioni che vengono fatte sui cinesi. Forse sarebbe il caso di applicare il principio a tutto quanto vi circonda. Giornalisti inclusi. Perchè quando scrivo un pezzo per il mio giornale lo faccio in piena libertà, senza veline dall'alto e con serietà. E i miei colleghi fanno altrettanto.


Milly su un forum uno rappresenta solo sè stesso e non una categoria, hai ragione nel dire che la generalizzazione è un pericolo sempre presente, però se noti anche tu inizi rispondendo con il tu ad una persona per poi giungere al voi per delineare una categoria di persone.
Molte delle persone che frequentano il forum sono giovani che scrivono di getto anche sulla spinta emotiva di vedersi ingiustificatamente sotto attacco, anche dai media.
E come puoi constatare negli ultimi post sono dirette ad una precisa categoria di persone le peggiori nefandezze. Sempre con il voi qualcuno qui ha scritto "Avete ... ucciso milioni di tibetani ...".
Chi ha ucciso milioni di tibetani? Io no di certo eppure io, come molti altri qui, devo sorbirmi di queste accuse.
« Ultima modifica: 19 Marzo, 2008, 00:32:48 am da marcowong »

zsw

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« Risposta #121 il: 18 Marzo, 2008, 22:58:14 pm »
Citazione da: "fradamiano"
 e perchè non te ne torni in cina

Perchè non te ne vai a.....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da zsw »

Idra

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« Risposta #122 il: 18 Marzo, 2008, 23:00:45 pm »
Mi addolora e mi agita ci? che sta succedento in tibet, la selvaggia violenza da qualsiasi parte provenga, polizia o manifestanti, porta solo alla disumanizzazione dell'uomo (per le numerose guerre, aggressioni che si sono ripetute nella storia anche contemporanea, forse la violenza non è disumano, ma maledettamente umano).
Mi addolora anche il fatto che i giornalisti e turisti occidentali siano stati cacciati dal tibet, questo incrementa il sospetto su ogni affermazione degli organi di comunicazione cinese. Certo è che anche le altre fonti sono discutibili.
Come soggetto che vive in Italia, mi adolora la diffusa disinformazione che circola nella bocca di tutti, persone comuni, dello spettacolo, politici, giornalisti. Una (dis)informazione che tende non ad accertare la verità (difficilmente accertabile visto la confusione e l'attendibilità delle fonti) sulla situazione tibetana, ma adatta solo a creare un generico sentimento anti-cinese.
Da cosa lo deduco? Dai messaggi mediatici, da quello che si legge in tutti i siti e forum in Italia, da i miei compagni dell'università che al sentire della questione Tibet, pur non conoscendo ne la storia ne i fatti attuali, inneggiano al boicottaggio delle Olimpiadi ma soprattutto mi hanno risposto, quasi fotocopiandosi, "i cinesi devono morire", quando la questione è prettamente politica e dipendente anche dalla classe politica cinese. Ho parlato successivamente con loro e ho ottenuto una moderazione maggiore nelle loro opinioni. Mi preoccupano anche questi fatti; se a livello universitario, dove generalmente le persone sono caratterizzate da una mentalità più aperta all'approfondimento delle varie sfaccettature della verità, la reazione è stata questa, non voglio pensare di come possa essere in altri ambienti. Se tutti fossero effettivamente informati sulle problematiche della Cina, se tutti fossere svincolati da convenienze e parlassero e agissero veramente con lo scopo sincero di aiutare a superare questa situazione che pone in pericolo la vita di tante persone nel modo più pacifico possibile, senza fomentare inutili odi generalizzanti, forse anche la Cina moderna, così come l'umanità moderna, trarrebbero sviluppo e benessere.

Pensandoci, forse il risultato finale, pessimistico, è quello di scegliere fra l'utopia e l'ipocrisia.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Idra »

cavallo

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« Risposta #123 il: 18 Marzo, 2008, 23:09:11 pm »
che molti giornalisti facciano il loro mestiere in modo corretto e talora perfino coraggioso (almeno per quanto é loro consentito dagli editori o da certe condizioni di "embedded") é un dato di fatto, che molti altri non lo facciano é altrettanto vero ma il vero problema esula dall'atteggiamento dei singoli (specie quando si usano notizie e foto delle pochissime agenzie internazionali, in maggioranza USA) perché quando le notizie riguardano eventi dall'alta valenza politica e su cui intervengono campagne di disinformazione fabbricate da specifici centri di propaganda, la credibilità delle notizie dei media nel "democratico" Occidente non é affatto superiore a quella dei sistemi esplicitamente censori.

Guardate:
http://www.ejo.ch/index.phpòItemid=158& ... &task=view

con una serie impressionante di esempi, fra quelli analizzati dall'Osservatorio Europeo di Giornalismo, recentemente fondato all'Università della Svizzera italiana, che parla dei casi in cui "   i giornalisti hanno attivamente falsificato delle informazioni o hanno ingenuamente pubblicato notizie false che credevano vere"  ma soprattutto "mette in luce la natura di un inganno inquietante di cui sono vittima i media e i cittadini: quello delle notizie falsificate a tavolino a scopi propagandistici dagli spin doctor, moderni stregoni dell'informazione."

Fra quelli citati, vorrei sottolineare i seguenti, perché ci aiutano a capire anche quel che si sta realizzando sul Tibet:

a)  comer si fabbricano falsi eroi:
"? una delle storie che hanno commosso l'opinione pubblica durante la guerra in Irak. Quella di Jessica Lynch, l'intrepida soldatessa americana sopravvissuta a un'imboscata a Nassyriha dopo aver dato fondo alle munizioni sparando contro i soldati iracheni prima di essere ferita e accoltellata. Jessica fu salvata con uno spettacolare e drammatico blitz notturno (il cui filmato fu trasmesso dalle tv di tutto il mondo) nell'ospedale in cui era ricoverata e controllato da decine di soldati iracheni. In realtà Jessica non si ferì combattendo, ma nel ribaltamento del camion militare su cui viaggiava; non sparò un solo colpo ma, per sua stessa ammissione, si mise a pregare. Infine il blitz fu una messa in scena: quando i marines entrarono in azione i soldati iracheni erano già partiti, l'ospedale era sguarnito. Qualche ora prima i medici iracheni tentarono di consegnare la ragazza agli americani, ma furono respinti a colpi d'arma da fuoco a un check point."

b) come si fabbricano i mostri per poter criminalizzare un popolo e giustificarne l'aggressione:
"Nell’aprile 1994 i giornali italiani pubblicarono la straziante testimonianza di suor Lucj, una religiosa bosniaca stuprata dalle ½Aquile bianche serbe?. A distanza di un anno un giornalista scrisse che Suor Lucj aveva dato alla luce un bel maschietto, che aveva lasciato il velo e che viveva a Zagabria. Tempo dopo si seppe che Suor Lucj non è mai esistita: la sua storia era in realtà un racconto di fantasia di un sacerdote, monsignor Alfredo Contran, premiato in occasione di un concorso letterario a fine 1993."

c) come si inventano crimini mostruosi degli apparati di uno Stato totalitario:
"Tutto cominci? il 17 dicembre 1989: da quel giorno le notizie sulla strage causata dalla rivoluzione a Timisoara (Romania) contro il regime di Ceausescu rimbalzarono di agenzia in agenzia, raggiungendo in breve tempo tutti gli angoli del pianeta. I racconti furono minuziosi nei dettagli, precisi nei bilanci: 4632 morti, secondo le più diffuse notizie. Il massacro di Timisoara fu mostrato in continuazione dalle televisioni, e raccontato nei dettagli sulle pagine dei maggiori quotidiani. Le immagini delle fosse comuni fecero rabbrividire l’opinione pubblica mondiale: in pochi notarono che i corpi in questione erano in uno stato troppo avanzato di decomposizione, che erano stati tagliati e ricuciti grossolanamente. In seguito emerse che quei corpi provenivano da un cimitero dei poveri: non c’era stata tortura, ma autopsia, e tutte le incongruenze si fecero tutto d’un tratto evidenti. Disseppelliti e messi in pasto ai media di mezzo mondo, essi crearono un evento mediatico che soppiantò la realtà e che rimane ancora oggi nella memoria storica della civiltà occidentale: in verità, in tutto, nei disordini di piazza del dicembre 1989 a Timisoara ci furono 72 morti e 253 feriti."

d) come si inventano crimini inesistenti:
"A fine gennaio del 1991 le tv di tutto il mondo diffusero le immagini struggenti di un cormorano imbevuto di petrolio che agonizzava nelle acque del Golfo Perisco, annerite dal greggio dei terminali petroliferi fatti aprire da Saddam Hussein. Quella immagine, a cui nei giorni successivi ne seguirono altre simili, divenne il simbolo della disumanità del rais. A distanza di mesi risultò che quelle immagini erano state girate in un altro Paese e in altri tempi: erano la testimonianza di un altro inquinamento. Gli ornitorologi osservarono che in quella stagione non ci sono cormorani nel Golfo, arrivano solo in primavera. Un reporter ammise di aver girato altre scene di "cormorani neri" con animali prelevati da uno zoo e imbevuti ad hoc di petrolio. E, soprattutto, all’origine c’era un’incongruenza: la Cnn non poteva aver filmato quella scene in Kuwait, perché all’epoca l’Emirato era sotto occupazione irachena e inaccessibile ai media occidentali. Ma nessuno in quel periodo se ne accorse."

leggetevi anche il libro del giornalista Fracassi
http://masadaweb.org/2006/02/27/claudio ... ia-niente/

e se siete interessati ala STORIA della disinformazione, vedete: http://www.sissa.it/ilas/jekyll/n03/dos ... form_1.htm

credop siano letture interessanti in queste ore in cui si diffondono le farneticazioni sul "piccolo genocidio" (come l'ha definito il radicale filo PdL Capezzone senza vergogna) in Tibet...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

fiol_brothers

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« Risposta #124 il: 18 Marzo, 2008, 23:11:58 pm »
Citazione da: "federep"
Citazione da: "fiol_brothers"
Citazione da: "fradamiano"
Citazione da: "fiol_brothers"
ah ecco le persone che odiamo .. rivolto a fradamiano , è grazie a voi che ci divertiamo e deprimiamo leggendo i vostri messaggi.. grazie ancora.. ah non dirci tornate in cina, perchè noi siamo veneti e italiani puro sangue  :evil:  :-D così ci divertiamo ancor di più  :twisted:

Fiol a voi due vi manderei al massimo in trasferta ad HK!  :D


ahah ci pensiamo già, abbiamo già i biglietti per dicembre  :lol:
cmq abbiamo parlato proprio oggi con una ragazza che conosciamo di HK e ci ha detto che della situazione tibet a hk poco frega..
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da fiol_brothers »

federep

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alcune foto dei morti in tibet
« Risposta #125 il: 18 Marzo, 2008, 23:24:24 pm »
Asianews ha messo in rete alcune foto che le sono state inviate dai dissidenti del west Tibet. Si dice che provengano dalla zona di Amdo, Sichuan e siano state scattate il 16 marzo. Le foto mostrano i cadaveri di alcuni giovani uccisi  nelle manifestazioni represse dalla polizia:

http://www.asianews.it/index.phpòl=en&art=11805&size=A

in cinese:

http://www.asianews.it/index.phpòl=zh&art=11805&size=

Sarebbe interessante avere delle dichiarazioni a proposito da parte delle autorità cinesi....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da federep »

cavallo

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« Risposta #126 il: 18 Marzo, 2008, 23:38:47 pm »
ecco un bell'esercizio sulla credibilità e veridicità delle immagini; mentre le foto e i video dei saccheggi sono oggettivamente descrittive (si pu? riconoscere se sono di Lhasa o no, si vedono le azioni dei manifestanti, ecc.) vorrei che si potessero avere più informazioni sulle foto dei morti, per evitare che si ripeta la macabra strumentalizzazione di Timisoara (vedi il mio post precedente e vedi i riferimenti di seguito).

In particolare, chi riesce a determinare solo da quelle foto di morti:
- se si tratta di manifestanti o no?
- se sono stati ammazzati dalle "forze dell'ordine" o no?
- se sono morti per colpi di arma da fuoco o no?
- se sono morti di questi giorni o no?

Per chi non conosca bene l'orrenda montatura di Timisoara, a cui parteciparono i media di tutto il Mondo, guardate:
http://www.peacereporter.net/dettaglio_ ... idart=4343

Ci sono anche alcune delle foto di morti che vennero presentati DA TUTTA LA STAMPA DEL MONDO come massacrati dalla polizia del dittatore Ceausescu (e torturati) e che invece erano cadaveri presi dai cimiteri o dagli obitori....!

Quanto al macabro conteggio dei morti, in Tibet le fonti RPC parlano di 13 morti (in maggioranza han ammazzati dai manifestanti), quelle del cosiddetto "governo in esilio" del Falai Llama di 80 + 19 + 20 = 119 ed i media naturalmente enfatizzano il secondo dato.

Ebbene, a Timisoara i media dissero che c'erano stati  4.362 morti negli scontri e 13.214  condannati a morte e "provarono" quei dati con le foto; i morti veri furono invece 72 (inclusi molti poliziotti!).
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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wen

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« Risposta #127 il: 18 Marzo, 2008, 23:43:34 pm »
Ragazzi nelle scuole cinesi in Cina non ci sono mai state lezioni razziste nei confronti delle etnie diverse.
Ma bensi il contrario....
Io non odio le etnie Tibetane,per tutto quello che e successo.
Ed non ho mai scritto cose razziste alle non etnie non Han.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da wen »
ô蒙古人除了马粪什么也没有留下ö

wen

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Re: il tibet non importa a nessuno
« Risposta #128 il: 18 Marzo, 2008, 23:55:41 pm »
Per Wen: le "foto" che hai postato con i monaci tibetani e lo schiavo han legato mi pare siano di un film di propaganda del PCC....non mi sembra bello postarle e farle passare come foto reali! :-D
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da wen »
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federep

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« Risposta #129 il: 19 Marzo, 2008, 00:21:54 am »
Citazione da: "cavallo"
ecco un bell'esercizio sulla credibilità e veridicità delle immagini; mentre le foto e i video dei saccheggi sono oggettivamente descrittive (si pu? riconoscere se sono di Lhasa o no, si vedono le azioni dei manifestanti, ecc.) vorrei che si potessero avere più informazioni sulle foto dei morti, per evitare che si ripeta la macabra strumentalizzazione di Timisoara (vedi il mio post precedente e vedi i riferimenti di seguito).

In particolare, chi riesce a determinare solo da quelle foto di morti:
- se si tratta di manifestanti o no?
- se sono stati ammazzati dalle "forze dell'ordine" o no?
- se sono morti per colpi di arma da fuoco o no?
- se sono morti di questi giorni o no?

Per chi non conosca bene l'orrenda montatura di Timisoara, a cui parteciparono i media di tutto il Mondo, guardate:
http://www.peacereporter.net/dettaglio_ ... idart=4343

Ci sono anche alcune delle foto di morti che vennero presentati DA TUTTA LA STAMPA DEL MONDO come massacrati dalla polizia del dittatore Ceausescu (e torturati) e che invece erano cadaveri presi dai cimiteri o dagli obitori....!

Quanto al macabro conteggio dei morti, in Tibet le fonti RPC parlano di 13 morti (in maggioranza han ammazzati dai manifestanti), quelle del cosiddetto "governo in esilio" del Falai Llama di 80 + 19 + 20 = 119 ed i media naturalmente enfatizzano il secondo dato.

Ebbene, a Timisoara i media dissero che c'erano stati  4.362 morti negli scontri e 13.214  condannati a morte e "provarono" quei dati con le foto; i morti veri furono invece 72 (inclusi molti poliziotti!).


Cavallo già il fatto che la RPC abbia chiuso i confini del Tibet ai giornalisti (ha persino espulso quelli cinesi di hong kong perche non sottoposti a censura!) non mi pare che dimostri trasparenza da parte del PCC. L'uso delle immagini è facile da manipolare anche in altro modo(ti faccio vedere solo quello che è comodo a me e tolgo quello che mi è scomodo)...Se la RPC ha preferito chiudere i confini ai giornalisti ha più cose da nascondere che da mostrare e allo stesso tempo è molto più difficile per i dissidenti tibetani far uscire i loro messaggi e le loro foto. Occidentali a Lhasa hanno raccontato che si sono visti spegnere i pc negli internet point, e sono stati invitati a lasciare la città....
In Cina si assiste di più al problema che le immagini di proteste o persone uccise sono nascoste o censurate, non a quello dei gruppi dissidenti che montano casi mediatici (con forse l'eccezione del Falungong)....
Presumo (sempre che non sia una montatura) che quei cadaveri siano stati portati in luoghi nascosti per evitare che le autorità li facessero sparire per coprire l'accaduto....poi è ovvio che dubitare non fa mai male ma mi sembra sia più giusto in questo caso dubitare inizialmente di golia (che, con la coda di paglia, chiude i confini ai media!) che di davide!
Quanto ai morti penso che non sapremo mai il numero esatto come in molti tragici eventi per mancanza di imparzialità da parte dei vari fronti.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da federep »

Idra

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« Risposta #130 il: 19 Marzo, 2008, 02:36:21 am »
riporto qui sotto un articolo di cinaoggi, probabilmente molto più oggettiva di tante altre news:


Citazione
   Balletto di cifre sui morti in Tibet. Intanto la protesta dilaga. Ma cosa sta accadendo realmente?
          
    La risposta a questa domanda per ora sembra essere : "nessuno lo sa". Nell'era in cui tutti i cellulari dispongono di una telecamera o di una macchina fotografica nessuno è riuscito a fotografare la strage dei monaci tibetani. Ma a questo dubbio è facile rispondere attribuendo questa mancanza alla censura cinese. Il fatto è che internet dal Tibet continua a funzionare senza troppi problemi (per ora). Alcuni bloggers, ripresi da giornali un po' di tutto il mondo hanno detto che le fotografie satellitari del massacro erano esplicite e parlavano chiaro. Ma nessuno ancora le ha viste. Le uniche immagini che abbiamo visto sono state quelle rilasciate dalle tv cinesi che mostrano manifestanti inferociti intenti a distruggere e a saccheggiare negozi, banche e attività commerciali gestite da cinesi, e alcuni video delle manifestazioni dove sostanzialmente non accade nulla. Si sono visti però i blindati dell'esercito cinese. Si è visto come il governo di Pechino sia ancora abituato ad inviare i carri armati ogni qualvolta vi sia un problema sociale. Proprio come a Tiananmen. Ma a differenza degli episodi del giugno del 1989, ancora non sono circolate immagini di monaci che cercano di fermare i carri.
    Fonti vicino al Dalai Lama parlano di almeno 100 morti, uccisi dalle forze militari cinesi. Ma l'unico inviato di una testata occidentale a Lhasa, un giornalista dell'Economist, preferisce non sbilanciarsi e dimostra una certa cautela a confermare queste notizie, anche perché effettivamente non ha visto nulla e queste news gli sono rimbalzate dal governo tibetano in esilio. Intanto però le truppe cinesi hanno circondato Lhasa, e pattugliano le vie del centro armate. La gente si nasconde in casa ed evita accuratamente di sporgersi alle finestre per il terrore di essere centrati da un cecchino.

    Il 15, il giorno successivo al primo crackdown cinese, i manifestanti hanno continuato ad incendiare e ad attaccare gli esercizi commerciali dei cinesi. Colonne di fumo nero si alzavano dal quartiere musulmano della capitale dove vive l'etnia Hui e dove si trova il principale mercato della carne. Ma con l'approssimarsi delle unità paramilitari cinesi anti-sommossa, i rivoltosi hanno cominciato a ritirarsi. In principio i manifestanti hanno attaccato i soldati disarmati lanciando pietre. I soldati si sono ritirati lanciando lacrimogeni, e sono tornati in un secondo tempo armati di fucili, sparando ogni tanto colpi in aria, per lanciare un messaggio (non di pace e amore evidentemente).

    Successivamente hanno cominciato a posizionarsi sui tetti delle case.

    Durante la notte sembrerebbe che gli Hui abbiano cominciato a preparare una vendetta contro i tibetani, dopo l'incendio avvenuto attorno alla moschea. Ma l'esercito ha circondato il quartiere Hui impedendo loro di reagire.

    Domenica le truppe cinesi hanno affermato che avevano ripreso il controllo della città. Saltuariamente si sono sentiti degli spari echeggiare per i vicoli della città, ma non è chiaro con quale scopo, se per minacciare o se per centrare qualche bersaglio. Sempre domenica due rappresentanti del governo tibetano (non quello in esilio, ma quello designato dai cinesi), sono andati nell'hotel del corrispondente dell'Economist ed hanno offerto ai pochi occidentali rimasti biglietti aerei per lasciare Lhasa, ma senza ordinare loro di lasciare la città. Il giornalista dell'Economist rimane pertanto l'unico reporter occidentale a Lhasa, e la nostra unica fonte attendibile a questo punto.

    Intanto la protesta in Cina si è espansa ad altre regioni limitrofe dove risiedono comunità tibetane come ad esempio a Labrang nel Gansu. Per i tibetani le Olimpiadi rappresentano un'opportunità irrinunciabile per attirare attenzione verso la loro causa.

    Intanto stanotte scadrà l'ultimatum intimato dalle autorità cinese. La paura è che seguano arresti indiscriminati casa per casa.


http://www.cinaoggi.it/news/articoli/20 ... tibet.html
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cavallo

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« Risposta #131 il: 19 Marzo, 2008, 07:12:39 am »
grazie Ira per le notizie da CINAOGGI.

Alcune osservazioni:

1) che il governo della RPC non pratichi la "libertà di stampa" non é cosa nuova e quindi mi pare ovvio (e sbagliato) che censuri la comunicazione: ci? non significa che necessariamente le versioni di quel governo sui fatti tibetani siano meno attendibili di quelle di chi a Dharmasala (India) da un lato duce di non volere l'indipendenza ma l'autonomia, dall'altro si autoproclama "governo in esilio", cosa che qualunque studente di scuola superiore sa essere cratteristica STATALE e quindi propria SOLO di separatisti che rivendicano la totale indipendenza!

2) le notizie di CINAOGGI non parlano di ESPULSIONE dei giornalisti ma di promozione della loro partenza (chi vuole resta); la differenza é enorme; c'é poi una paranoia antispionistica nei regimi come quello cinese (in Cina sono segreti anche i dati sulla localizzazione degli allevamenti industrializzati di maiali e sulla "riserva strategica" di carne di maiale!) che identifica (talora a torto, talora a ragione) negli operatori dei media stranieri (o in quelli locali al servizio di testate straniere) potenziali agenti provocatori e spie e nei mezzi di comunicazione ulettronica e non dei potenziali canali di diffusione di direttive eversive (d'altronde la concomitanmza di manifestazioni in aree distanti anche centinaia di chilometri fra loro non é figlia della coincidenza casuale): questo spiega in parte (anche se NON GIUSTIFICA) le censure sulle fonti di informazione;

3) nelle immagini si vedono blindati su ruote (sono mezzi di trasporto truppe) e non carri armati (cingolati) con cannone come invece avvenne purtroppo a Tien An Men: chi non capisce la differenza vuol dire che non sa quanto diverso sia il loro uso; faccio noare che se la forma é diversa (sono modello rispettivamente FIAT e OTOMELARA invece che modello derivato da quelli russi) anche in Italia le forze dell'ordine usano trasporti blindati (a furgone, i primi, ma anche a scafo, i secondi), chiamati infatti popolarmente "blindo": se quelli a scafo non li avete mai visti (a Genova c'erano) é perché si usano poco, ma quelli a furgone hanno la stessa funzione, salvo che...non sono dotati di mitragliatrice pesante; i carri armati sono utt'altra cosa: non TRASPORTANO uomini oltre al loro stesso equipaggio, hanno armi di bordo DEL TUTTO DIVERSE (wen potrebbe postarvi le foto dei due diversi tipi di mezzi: sono sicuro che le a...) e si usano tragicamente in altro modo, perfino senza usare il cannone (ad esempio, schiacciano sotto i cingoli...) contro manifestanti pacifici (Tien An Men) o meno e le immagini dal Tibet non ne hanno mostrato neppure uno;

4) nessuno ha notato che nelle foto quei blindati cinesi hanno giornali attaccati a coprirne i numeri identificativi, il che la dice lunga sulla paranoia antispionistica di cui parlavo: non si vuole far sapere che reparti sono impegnati nelle azioni di controllo del territorio;

5) come sostengo da tempo, ci sono due tipi di disinformazione equivalenti ed é sbagliato vederne uno solo: quello dei regimi che usano la censura e quello dei Paesi dove l'asservimento dei media a poche centrali di controllo politico-economuco e l'uso acritico di notizie ed immagini di solo 5 agenzie internazionali (3 delle quali USA e le altre occidentali) e spesso di fonti inaffidabili come i "governi in esilio" o i centri di fabbricazione di informazioni mesi su coi soldi degli USA (si vedano i finanziamenti del Pentagono, attuali, ai centri di disinformazione anti-iraniana e il fatto che la stessa stampa USA ha documentato i finanziamenti di fonte CIA negli anni '70 a settori dell'esilio tibetano) prioducono esattamente lo stesso risultato della censura, senza che questa esista uficialmente; se non ci credete, vi prego di rileggervi gli esempi citati nel mio post precedente o di andare alla fonte:
http://www.peacereporter.net/dettaglio_ ... idart=4343

Vi faccio notare che falsificazioni come quelle sui cormorani nel Golfo Persico o, ben peggiore e più simile a quel che pu? accadere col Tibet, dei "massacrati" di Timisoara SONO STATE ACCETTATE E DIFFUSE DA TUTTI I MEDIA occidentali SENZA ALCUNA ECCEZIONE ed hanno condizionato l'opinione pubblica come e meglio che in un sistema di informazione dominato dalla censura di stato!

Dovremmo liberarci dell'idea che solo la censura alinea l'informazione alla propaganda: ci sono altri metodi che ottengono lo stesso risultato anche quanfo aparentemente c'é "libertà di stampa", specie laddive (é il caso dell'Italia) c'é un monopolio informativo.

Guardate le differenze fra come vengono date le notizie sul Tibet dai media italiani rispetto a quelli francesi ed inglesi, che comunque sono sbilanciatissimi pure loro anti-Cina, ma non in forme scandalose come in Italia dove si sono arruolati nella crociata dell'informazione a senso unico anche Baudo e la Clerici!
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« Risposta #132 il: 19 Marzo, 2008, 09:28:31 am »
Sulle notizie dell governo cinese 105 ragazzi che hanno partecipato a quella manifestazione di Lasha,hanno deciso di arrendersi ed farsi arrestare volontariamente dalla polizia,riconoscendo i loro crimini comessi ed sentirsi pentiti.
Il governo cinese disse che la pena sara molto piu leggere a chi riconosce di aver sbagliato ed farsi arrestare volontariamente.
Sono contento per quei ragazzi di aver fatto questo.
Siete fantastici.....................................................................
http://news.qq.com/a/20080319/002407.htm
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« Risposta #133 il: 19 Marzo, 2008, 09:33:19 am »
http://news.qq.com/a/20080318/004203.htm
Il giorno dopo dell casino.
comincia sempre a riprendersi.
I mercato dei alimentari sono gia aperti a Lasha.
Anche le scuole di Lasha sono gia aperti.
I ragazzi sono gia nelle lezioni.
http://news.qq.com/a/20080318/004203.htm



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« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da wen »
ô蒙古人除了马粪什么也没有留下ö

jimchina

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« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da jimchina »