ti consiglio di guardare il topic già aperto (e se vuoi di intervenire lì) sulla questione dei recenti eventi tibetani.
Personalmente io non sono un seguace della non-violenza assoluta e credo che in determinati casi gli oppressi abbiano il diritto (come affermano anche Paolo VI e la Carta del'ONU) di ricorrere anche alla violenza contro gli oppressori.
Il problema del Tibet (e di altri casi) é però che si é mitizzato il fatto che le proteste sarebbero "nonviolente perché buddhiste" e si sono presentati i monaci buddhisti tibetani come un corpo monolitico di devoti di una religione nonviolenta e per definizione vittime dell'oppressione cinese, mentre il lamaismo tibetano é una corrente del Buddhismo tantrico che NON E' AFFATTO basata su concezioni nonviolente (a differenza di altre tendenze buddhiste), NON E' AFFATTO considerable come espressione di una itica "cultura millenaria tibetana" perché:
a) il Buddhismo é arrivato in Tibet dall'India solo nel VII secolo d.C. e si é affermato, dopo violenti conflitti, solo dopo il X secolo, mentre per millenni la cultura tibetana é stata sciamanica (peraltro violentissima) e lo sciamanesimo tibetano in parte stato assorbito (anche nelle sue componenti violente) nella versione locale del Buddhismo tantrico, in parte violentemente perseguitato per secoli dai sovrani...buffhisti;
b) il Lamaismo come sistema di potere teocratico non é stato elaborato dai tibetani, ma imposto dai Mongoli (quanto di meno nonviolento di tutta la Stoia...) nel XIII secolo;
c) dal XIII el XVIII secolo, momento in cui inizia il predominio della setta lamaista al potere fino al 1959, il Lamaismo ha conosciuto conflitti violentissimi al suo interno;
d) il sistema teocratico lamaista fatto finire dalla RPC nel 1959 era basato su un feroce servaggio della gleba (con punizioni atroci), sul feudalesimo, su gerarchie di tipo pseudo-razziali che tanto interessarono i nazisti dal 1933 al 1938.
Inoltre il dalai Lama attuale ha rotto concettualmente la stessa tradizione lamaista dele reincarnazioni, affermando:
- oggi stesso, di essere disposto a dimettersi (un reincarnato non pu? dimettersi se non suicidandosi...);
- recentemente di pensare che il suo successore deve essere eletto dai monaci (il sistema dela reincarnazione non pu? diventare elettivo);
- in passato di non essere affatto certo di essere la reincarnazione del suo predecessore (e allora non avrebbe alcuna legittimità spirituale).
Infine, non vanno confuse le proteste dei Tibetani (e dei monaci) allevati in India sotto l'egida del Dalai Lama, quelle di gruppi peraltro non numerosi di manifestanti tibetani in Tibet (segnate da devastazioni, saccheggi, incendi, forse - la notizia di fonte RPC non ha conferme neutrali - omicidi efferati di Cinesi) fra cui anche ma non soprattutto (a giudicare dalle imagini) monaci e la posizione di altri settori della popolazione tibetana e dei monaci.
Credre che TUTTI i Tibetani si sentano oppressi e che TUTTi siano oppositori attivi della RPC (le due cose ovviamente non coincidono) vuol dire non sapere che ci sono Tibetani inseriti nell'apparato politico-istituzionale cinese e ci sono settori dei monaci che seguono il Panchen Lama, che é considerato all'estero uno "strumento di Beijing", ma alle cui accuse contro il Dalai Lama di aver stravolto e tradito le tradizioni lamaiste forniscono OGGETTIVAMENTE suppoto sia il carattere violento delle manifestazioni, sia le rotture concettuali che ho riassunto.
Puoi vedere le posizioni del Panchen Lama su questo sito indipendente francese (in Italia siamo troppo abituati alla propaganda per dare conto anche delle sue posizioni...):
http://www.chine-informations.com/actua ... _8836.htmlSenza aderire alle posizioni del Panchen Lama (che op considero figura solo politica, esattamente come penso sia il Dalai Lama e ogni irigente teocratico del Mondo), mi pare indiscutibile che vedere monaci che devastano negozi o partecipano a manifestazioni acanto a gente armata di catene e mannaie (vedi le foto di Repubblica) generi confusione sul Buddhismo e sul suo rapporto con la nonviolenza, specie in chi non conosce la vera storia del Tibet e neppure quella di un Buddhismo che in molte ocasioni storiche in Asia (specie nel Sudst Asiatico) é stato tuttaltro che non violento!
Ma la cultura della Storia delle Religioni (invisa in utto il Mondo proprio alle teocrazie ed agli ntegralisti religiosi perché ne smaschera le menzogne) in un Paese "religioso" come l'Italia é largamente deficitaria, riguardo al Cristianesimo, all'Islam, all'Ebraismo, tanto più al Buddhismo o al cosiddetto Induismo...