ci sono alcune preferenze date da alcune tradizioni, per esempio il rosso è un colore bene augurante in Cina, il bianco è tradizionalmente associato al lutto, il giallo è il colore dell'autorità e quello che rappresenta il popolo cinese, mentre invece in Italia il nero è associato al lutto, il bianco alla purezza e così via, questo ovviamente ha una influenza nel diverso gusto cromatico e nell'accostamento dei colori.
Così pure nelle acconciature e nelle forme dei vestiti, i cinesi mediamente hanno una corporatura diversa dagli europei, i capelli normalmente lisci e neri per cui per esempio in Cina difficilmente si vedranno ragazze con le treccine rasta, ed è difficile per esempio vedere una donna europea portare bene il qipao cinese.
Un'altra differenza per esempio sono i tatuaggi, in Oriente i tatuaggi tradizionalmente erano usati dai mafiosi della Yakuza o delle triadi, mentre in occidente erano in voga presso i galeotti o i militari dei corpi speciali ma sono stati "sdoganati" molto prima.
Infine, nella storia recente, la lunga parentesi dell'economia pianificata e centralizzata del periodo maoista tendeva ad annullare il valore del marchio. Era il periodo del massimo conformismo, con le divise tutte uguali e le fabbriche che spesso non avevano un nome ma solo un numero, tant'è che la più grande azienda automobilistica cinese ancora adesso si chiama FAW (First Automotive Works).
Questo è cessato e dagli anni '80 in Cina si è via via cercato di recuperare, ma chiaramente a tutt'oggi sono molto poche le aziende cinesi che sono un marchio globale, cosa importantissima soprattutto nel settore della moda.
Per cui i marchi più famosi in Cina sono tutt'ora stranieri, o al massimo di Hong Kong, quelli locali ancora hanno difficoltà a posizionarsi soprattutto nell'alto di gamma.