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Autore Topic: mi presento  (Letto 8891 volte)

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direttorTonelli

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« Risposta #15 il: 08 Aprile, 2008, 02:44:19 am »
Citazione da: "cavallo"
se vuoi combattere l'ingrosso, per favore non accusare intere comunità di:
- essere mafiosi;
- vendere prodotti tutti tossici;
- vendere prodotti fattio da schiavi;
- essere delinquenti.

Che c'entra con l'ingrosso?

Sarebbe lo stesso che dire che i residenti e commercianti italiani di Esquilino sono stati (il che non é vero se non per parte di loro):
- tutti camorristi e borsari neri;
- tutti ladri che hanno venduto i negozi a 3 volte il valore (ai Cinesi);
- tutti sfruttatori di migranti negli appartamenti sovraffollati.

Ogni generalizzazione (ed é proprio lo stile di Caratelli, mi spiace) porta solo alle chiusure, ai ghetti, ai pregiudizi, mai alla soluzione dei problemi.

Inoltre é ovvio che li degrado del passato non giustifica quello presente, ma bisogna ricordare agli smemorati e agli strumentalizzatori che Esquilino STAVA PEGGIO prima dell'arrivo dei migranti (vogliamo parlare della tragicomica vicenda di MAS???), tanto per sottolineare che IL PROBLEMA NON SONO I MIGRANTI (Cinesi e non), ma l'assenza di un progetto complessivo per l'area Esquilino-Stazione Termini che valorizzi la multietnicità (non solo con episodiche iniziative a Piazza Vitorio) come risorsa invece di criminalizzarla.

Inoltre, sarebbe il caso di analizzare più seriamente quel che tu chiami "ingrosso" e che talora (anche da te) viene chiamato più corettamente "showroom".

Infatti "ingrosso" sarebbe se la maggior parte dei negozi cinesi avessero IN LOCO i depositi della merce, mentre così non é (su questo ho compiuto asieme ad altri antropologi uno studio nel 2004-2005, presentato poi in un convegno sponsorizzato proprio dal Municipo I, alla facoltà di Stud Orientali), perch i depositi sono in gran parte sulla Casilina, sulla Prenestina o oltre il raccordo (fanno eccezione i negozi di borse, che riforniscono gli ambulanti).
Quei negozi sono principalmente "show-rooms" dove i clienti al dettaglio e perfino grossisti (cinesi, ma anche di altre nazionalità, italiani compresi) vengono (anche da fuori Roma, perfino da fuori Italia, grazie al collegamento ferroviario e con l'aereoporto) a scegliere in una sorta di campionari, ordinano e poi le consegne sono fatte dai depositi.

La scelta dell'Esquilino é dipesa dalla vicinanza appunto alla Stazione Termini.

E' un aproccio commerciale diverso dalla vecchia distinzione ingrosso/dettaglio, assai più flessibile e assolutamente meno "degradante" delle sale bingo, dei tanti finti negozi gestiti dalle mafie e camorre italiane (vedi relazione della Procura della Repubblica di Roma) a Via del Corso, ad Ostia, a Magliana, a S.Giovanni (per non parlare dei bar, dei nights, ecc.).

Certo, si dovrebbe e potrebbe favorire una diversificazione che peraltro i Cinesi (ma anche i Bangladeshi, gli Indiani, i Pakistani) stanno avviando (per ora bar, phone-centers, attività di servizio, parrucchieri, ec.), ma non ipotizzando mitici "ritorni" ad un "commercio italiano" morto ad Esquilino da decenni (ed i cui ultimi rappresentanti hanno pure rifiutato i soldi che il Comune aveva messo a disposizione per le rivalorizzazioni dei negozi nel 2004-2005...), bensì studiando assieme ai migranti come fare di Esquilino un grande polo del commercio "etnico" (incluso, perché no, quello regionale italiano ancora rappresentato a esempio da alcuni istoranti, incluso l'equosolidale, ecc.), anche verso il resto di Roma (visti i collegamenti metro e ferroviari, come già avviene per il mecato rionale) e verso i viaggiatori che transitano e/o sostano a Termini.

Con un accordo intersoggettuale con Grandi Stazioni, l'Università, il Comune, il Municipio, la Provincia, la regione, le catene del commecio equosolidale, ecc. per PROMUOVERE con gli strumenti adatti (pubblicità, settimane gastronomiche, expo, navette, contributi e non solo divieti per la riqualificazione di insegne e arredo dei negozi, formazione sulle tendenze del marketing di nicchia, ecc.), fino a fare di Esquilino una GRANDE ATTRAZIONE (vera, non stile Disneyland interculturale) di Roma, socialmente, culturalmente e commercialmente, dentro la quale gli show-rooms (ridotti dalla diversificazione graduale) darebbero meno fastidio che le sale-giochi care ad alcune...famiglie calabresi.

Infatti, premesso che come sai bene ci sono all'Esquilino anche negozi cinesi che vendono al dettaglio e in vari settori merceologici (alimentari, ora anche un'enoteca, bar, ogettistica, gadgets, alberghi, ecc.), é il processo di diversificazione già lentamente avviatosi (lentamente peché i Cinesi hanno speso moltissimo per acquisire (in piena legalità) gli spazi e prima di reinventarsi le attività devono rientrare delle spese, su un arco pluriennale che include anche l'apertura di nuovi show-rooms per ampliare il reddito familiare: altro che capitali mafiosi!) che andrebbe favorito , non certo insultando l'operosità ed il risparmio cinese o ironizzando sulle banche italiane che aprono ad Esquilino filiali che concedono crediti ai Cinesi.

Se a te dà fastidio che io non mi auguri la tua elezione, pensa quanto possono dare fastidio le tue etichette generalistiche  ai Cinesi di "mafiosi", "schiavisti", "delinquenti", ecc.!

E quanto alla tua elezione, vedi, io ti ripeto che non mi fido di chi dice che non aveva  imbarazzo a candidarsi  con il PdL di Alemamno e soci ed in più usa argomenti identici a quelli che Alemanno ha usato pochi giorni fa nella visita elettorale ad Esquilino.

Posso ovviamente sbagliarmi e tu essere un coerente oppositore della feccia alla Caratelli (il che non appare da quel che scrivi, scusami), ma allora sarebbe il caso che riorientassi un po' le tue forme di "neutralità" sulla tua candidabilità e le tue affermazioni sulle presunte "chinatown": chissà che tu non possa essere perfettamente in grado di dare in futuro più spazio al concetto di VALORIZZAZIONE MULTIETNICA invece che a quelli di DEGRADO e CHINATOWN? In fondo ti occupi di arte (oltre che di banca) e il concetto di "valore immateriale" ti é certo meno estraneo che la complessità degli intrecci delle delibere (con deroghe non chieste dai Cinesi..) o le forme (anche finanziarie) di solidarietà familiare allargata che scambi per mafie.

Se poi le tue posizioni dovessero  drenare verso Rutelli un po' di voti che altrimenti finirebbero a Caratelli o ad Alemanno, all'Esquilino, opportunisticamente mi potrebbe anche andare bene: per sbarrare il passo agli amici ed alleati di Storace, della Mussolini, di Casa Pound, tutto potrebbe sembrare accettabile. Ma io sono convinto, invece, che inseguire le idee stereotipe su mafie, chinatown, degradi ed etnicità sia suicida perché alla fine la gente preferisce l'originale alla copia e perché compito dei democratici dovrebbe essere anche fare un'azione esplicativa, divulgativa, di demistidicazione, di argine antixenofobo.

In questo senso mi sono permesso di criticare le tue posizioni ed i tuoi affermati non imbarazzi.


Cavallo fai dei ragionamenti che mi interessano estremamente, mi spiace che per almeno metà del tuo ragionamento degradi a parlare di me, piuttosto che dell'Esquilino che è un tema molto, ma molto più interessante. Mi stai facendo pentire di essermi registrato col mio nome e cognome ed essermi presentato in maniera trasparente. Sarei dovuto venire qui in maniera anonima a fare la spia...
Continui peraltro a confondere il contenuto del blog che coordino (che sta su www.degradoesquilino.com, che è un prodotto giornalistico scsritto da me e da altri) con il mio programma elettorale (che sta su www.massimilianotonelli.com) e che non c'azzecca nulla.

Vabeh, torniamo al merito.

Leggo che tu, con tipico atteggiamento da antropologo, legittimi il fatto che chilometri di strada di commercio di quartiere (seppure moribondo) si trasfomino in showroom da campionario. Per te questo è normale? Hai notizia di altre capitali occidentali dove succede questo? Conosci altre città d'arte dove sarebbe consetntita una cosa simile?

Leggo che tu reputi "risparmio cinese", lo sfrecciare per l'Esquilino di automobili di tale lusso che è impossibile vedere da qualsiasi altra parte della città.

Leggo che tu consideri assolutamente inesistente il contatto tra la comunità cinese e la mafia campana. Ho capito bene?

Caro cavallo, non credo che abbiano voluto candidarmi per drenare voti dalla destra. Credo semplicemente di dire e riflettere su temi che sono all'attenzione -alla stessa maniera- della destra e della sinistra (sto parlando della destra e della sinistra non estremiste). Ho partecipato in questi giorni a numerosi dibattiti con elettori e colleghi candidati. Ebbene non ce n'è uno -e parlo esclusivamente di persone di sinistra- che non sia letteralmente sconvolto dalla situazione che si è venuta a creare nella chinatown. All'Esquilino, come ti piace sottolineare, sicuramente non c'era un commercio fiorente, ma c'era un robusto commercio di quartiere. Il calzolaio c'era, il fabbro c'era, gli artigiani c'erano, il barbiere c'era... Ieri un amico che abita a Via Balilla (persona di sinistra che ha sempre lavorato per l'integrazione) ha detto ad un dibattito "sono costretto ad odiare i cinesi". Questo è tristissimo e non deve succedere. Ma se, da un mese all'altro, prima perdi un servizio, poi ne perdi un altro e poi un altro ancora. E se per fare qualsiasi cosa devi cambiare quartiere, forse ti esasperi.
Ehggià perché gli antropologi sono bravi a calcolare i flussi che portano il compratore dalla Stazione termini verso quello che non è un grossista ma uno showroom, ma non si rendono mai conto che sopra quei bruttissimi negozi ribattezzati tali, abita della gente normale.

Mi piacerebbe sapere se un gruppo piu o meno organizzato di italiani, magari provenienti dallo stesso paese, si installasse contando su quattrini illimitati in una zona di medio interesse di Pechino. E iniziasse ad aprire, chessò, concessionarie della Lancia. E poi ancora, e ancora, e un'altra ancora. FIno ad arrivare a 100 o 200 concessionarie Lancia. Inutilissime concessionarie Lancia. E nonostante, a differenza di alcuni capi di abbigliamento economici, le Lancia abbiano un discreto design ed una buona fattura, credo che della situazione non sarebbero felici gli abitanti.
Le concessionarie -come gli showroom da campionario- caro Cavallo sono cose che vanno nelle periferie. Non sei d'accordo anche tu? Comunque mi sai dire come fare per leggere il tuo lavoro fatto nel 2004? Mi interessa molto.

Mi piacerebbe pero' sapere su tutto questo il parere di qualche esponente della comunità cinese. Per uno scambio di opinioni più completo.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da direttorTonelli »
____________massimiliano tonelli

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« Risposta #16 il: 08 Aprile, 2008, 08:27:48 am »
la crisi e la chiusura dei "negozi di vicinato" é un fenomeno che non avviene solo ad Esquilino e solo ad opera degli "invasori cinesi". In altre zone di Roma avviene grazie al difondersi degli ipermercati (vedi IV Municipio), grazie alle jeanserie (spesso riciclaggio di denaro mafioso davvero) come a Via del Corso, grazie al proliferare di pubs e locali "in" (Campo de'Fiori e la tanto mitizata S.Lorenzo). Ti sei chiesto perché i primi 100 negozi italiani ad Esquilino (ossia quando i Cinesi erano pochissime unità) hanno venduto? Perle sedicenti "mafie" o perché era moto lo spirito commerciale degli Italiani e persone spesso aniane non trovavano nei loro figli o in altriun ricambio generazionale?

Colpa dei Cinesi? I Cinesi  e i Bangladeshi e gli Indiani hanno SALVATO economicamente il Rione, facendo levitare affittri e prezzi dei negozi e siccome i esidenti italiani continuano ad esserci mi spieghi perché all'inizio (quando affitti e prezzi dei negozi erano  bassi) nessuno di citadinanza italiana ha mai investito una Lira (allora c'era la lira) in attività commerciali ad Esquilino?

Mi spieghi perché i commercianti italiani rimasti non accettano neppure i contributi del Comune/Municipio per rinnovare e migliorare negozi ben peggiori di quelli cinesi (che almeno hanno estintori, orari affissi e rispettati,  arredi nuovi e non polverosi, tranne alcuni negozi di oggetistica e borse)?

Non sono stati i Cinesi, fra l'altro, ad approvare la scriteriata "liberalizaz<ione del commercio" che ha abolito (esclusi tabaccai e farmacie) le distanze minime fra esercizi commerciali della stessa tipologia e le categorizzazioni delle licenze...

Quanto alle altre città, quelle di Paesi civli, dove destra (non razzista) e sinistra non si fanno irretire dalle mode delle loberalizzaziooni selvagge, sanno approvare programmi a lungo termine e sanno cosa é un "Piano per il Commecio" sono in condizioni migliori.

Resta il fatto che a Parigi il XVI arrondissement (che é assai più chinatown o asiatown, considerando i Vietnamiti) é pieno anche di "negozi" di import-expot, ma il Municipio lo ha reso una grande atrazione culturale-commerciale, con iniziative continue e pianificate assieme ai commecianti asiatici he a Ronma solo ochi personaggi (la citata Cicconi) hanno inutilmente di proporre ad autorità più attente alla Befana di AN ed agli eschimesi dei depliants di Intermundia che alla valorizzazione in positivo delle potenzialità della presenza asiatica ad Esquilino.

Va inoltre notato che nessuno (neanche tu, Tonelli) parla di che fine abbiano fatto le ingenti somme passate dai Cinesi ai residenti per i negozi e he on sono state ceto reinvestite nel rilancio non dico di squilino ma di nessun'altra parte del I Municipio.

Che ci siano Cinesi collegati a fenomeni delinquenziali cinesi (assai meno di quel che viene descritto con terrore xenofobo) e italiani (campani) é innegabile ma:
- mom ni pare che ci siano dati che mostrino una penetrazione delle mafie e delle camorre fra gli operatori commerciali cinesi superiore che fra i Romani/gli Italiani di Roma, anzi, a Napoli i Cinesi hanno denunciato il racket camorista (e fatto perfino manifestazioni) assai più degli autoctoni ed a Roma secondo la magistratura intere aree (Ostia) e setoeri (locali notturni, parte delle pizzerie, ecc.) sono sotto un ferreo controllo e spesso una compartecipaz<ione i mafie e camorre nostrane, in misure e forme ASSENTI ad Esquilino (dove invece ho vissuto di persona episodi di racket... di singoli vigili urbani contro i Cinesi...).

O si afferma (generalizzando falsamente) che tutti i commercianti di Roma, italiani e non, sono collegati alle mafie o dirlo dei soli Cinesi é istigare ingiustamente all'odio.

I Cinesi a Roma vengono da regioni in cui la povertà é stata un dato di fatto ecente e come tuti gli ex-poveri amano gi status symbols, fra cui i macchinoni (esattamente come certi politici arricchiti, ma almeno le loro auto se le pagano, i poliici spesso le hanno in dotazione...); per avere quelle vetture e altri status symbols fanno debiti, pendono crediti in banca, si fanno prestare soldi dalle famiglie: se tutte le auto di lusso fossero simbolo di mafia (hai mai fatto un giro per la Nomentana o per l'EUR?), allora sarebbe bene non fare più elezioni in Italia...

E' bello che adesso, dopo aver criminalizzato la CATEGORIA dei Cinmesi (non singoli Cinesi) fai altrettanto con la CATEGORIA degli antropologi (che peraltro a differenza della maggior parte dei Cinesi votano...) dicendo che l mio é "un tipico attegiamento da antropologo". Forse se frequentasi più antropologi e meno critici d'arte (categoria in cui le mafie gli assenteisti pagati dallo Stato mentre si aricchiscono con le conferenze alla Sgarbi, i falsari, ecc. non esistono affatto, no...?) useresti "chinatown" men a sproposito e meno caratellianamente e capiresti la differenza sociologica e perfino culturale fra ingrosso classico e showroom.

Ho letto con attenzione il tuo pogramma elettorale e ti devo dire che io non ci trovo i problemi veri e prioritari di Esquilino e del I Municipio:
* non una parola sulla necessità di liberare l'Esquilino dal'illegale occupazione neonazista di Casa Pound;
* non una parola sulla necessità di una radicale revisione della qualità degli nterventi (e del personale) della Polizia Municipale, combattendovi corruzione, lassismo e racket;
* non una parola su un radicale rinnovamento del ruolo della Stazione Termini come polo anche culurale-commerciale multietnico;
* non una parola sull'assenza di un Piano di valorizzazione complessiva (magari usando altrettanti soldi, 14 milioni di Euro, di quelli sprecati per un sito da poche decine di migliaia di euro, chiuso per gli erori, da pate del Ministero dei Beni Culturali) dela multiculturalità di Esquilino e del I Municipio;
* non una parola sulla possibilità/necessità di pedonalizzare davvero il Centro Storico nel suo complesso;
* non una parola sulm proliferare in I Municiopio di sale bingo, salegioco (quelle sì denunciate dalla magistratura come filiazioni camorristuche), ecc.;
* non una parola contro la difusissima evasione fiscale dei commercianti ITALIANI del I Municipio (a Via del Corso la CISL ha documentato che i commercianti denunciano redditi nferiori alle commesse);
* non una parola sulle continue costosissime ristrutturazioni dei negozi di quei commercianti-evasori (con materiali di lusso che i negozi cinesi non hanno) a fronte di un piangere continuo sul crollo delle vendite;
* non una parola sull'assenza a Roma I Municipio di spazi pubblici destinati non a singole comunità migranti da ghettizzare ma all'incontro interculturale fra migranti interni (sardi campani, ciociari, abruzzesi, ecc.), romani, migranti stranieri nella valorizzazione di UTE le "diversità" (magfari un antropologo pu? spiegarti meglio questo punto);
* non una parola sul fatto che il Comune ha negato varie volte Piazza Vittorio alle cerimonie induiste (multando gli oganizzatori) e che nel Rione più multietnico di Roma non ci sono sale di preghiera per induisti e musulmani grazie ai ricatti di Caratelli e Storace.

Resta poi per me DISCRIMINANTE il fatto che io non voterei e non appoggerei mai chi dice di non privare eventualmente imbarazzo a candidarsi col PdL, qualunque sia il programa. Peché i programmi passano, le pericolose "neutralità" verso la destra pegiore d'Europa restano.

Ma si sa, noi antropologi calcoliamo flussi infischiandocene della gente comune: per questo in Trentino, a Parigi, a Barcellona, ad Evora, gli antropologi li hanno usati con profitto per incrementare il reddito delle persone, per ridare dignità agli intrecci identitari, per evitare follie dei politici locali, per creare turismo, per rivitalizzare territori degradati, mentre a Roma si fa dirigere i musei etnografico e delle tradizioni popolari più importanti d'Italia da una storica dell'arte tenendoli pure chiusi al pomeriggio e non si collegano quei musei con l'esistenza nella cità di centinaia di negozi e ristoranti "etnici" e regionali italiani.

Sai che ti dico? Voto Rutelli per evitare il peggio, l'orrore fascista-mafioso-pariolino, ma con simili approcci non ho alcuna speranza per questa mia città e attendo solo che Cinesi, Indiani e Arabi se la comprino, visto che con il livello di progettualità della maggioranza degli autoctoni finirà (sta già finendo) peggio di Nairobi, nonostante qualche povero amministratore ancora in gamba.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

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« Risposta #17 il: 08 Aprile, 2008, 10:50:21 am »
Citazione da: "cavallo"
la crisi e la chiusura dei "negozi di vicinato" é un fenomeno che non avviene solo ad Esquilino e solo ad opera degli "invasori cinesi". In altre zone di Roma avviene grazie al difondersi degli ipermercati (vedi IV Municipio), grazie alle jeanserie (spesso riciclaggio di denaro mafioso davvero) come a Via del Corso, grazie al proliferare di pubs e locali "in" (Campo de'Fiori e la tanto mitizata S.Lorenzo). Ti sei chiesto perché i primi 100 negozi italiani ad Esquilino (ossia quando i Cinesi erano pochissime unità) hanno venduto? Perle sedicenti "mafie" o perché era moto lo spirito commerciale degli Italiani e persone spesso aniane non trovavano nei loro figli o in altriun ricambio generazionale?

Colpa dei Cinesi? I Cinesi  e i Bangladeshi e gli Indiani hanno SALVATO economicamente il Rione, facendo levitare affittri e prezzi dei negozi e siccome i esidenti italiani continuano ad esserci mi spieghi perché all'inizio (quando affitti e prezzi dei negozi erano  bassi) nessuno di citadinanza italiana ha mai investito una Lira (allora c'era la lira) in attività commerciali ad Esquilino?

Mi spieghi perché i commercianti italiani rimasti non accettano neppure i contributi del Comune/Municipio per rinnovare e migliorare negozi ben peggiori di quelli cinesi (che almeno hanno estintori, orari affissi e rispettati,  arredi nuovi e non polverosi, tranne alcuni negozi di oggetistica e borse)?

Non sono stati i Cinesi, fra l'altro, ad approvare la scriteriata "liberalizaz<ione del commercio" che ha abolito (esclusi tabaccai e farmacie) le distanze minime fra esercizi commerciali della stessa tipologia e le categorizzazioni delle licenze...

Quanto alle altre città, quelle di Paesi civli, dove destra (non razzista) e sinistra non si fanno irretire dalle mode delle loberalizzaziooni selvagge, sanno approvare programmi a lungo termine e sanno cosa é un "Piano per il Commecio" sono in condizioni migliori.

Resta il fatto che a Parigi il XVI arrondissement (che é assai più chinatown o asiatown, considerando i Vietnamiti) é pieno anche di "negozi" di import-expot, ma il Municipio lo ha reso una grande atrazione culturale-commerciale, con iniziative continue e pianificate assieme ai commecianti asiatici he a Ronma solo ochi personaggi (la citata Cicconi) hanno inutilmente di proporre ad autorità più attente alla Befana di AN ed agli eschimesi dei depliants di Intermundia che alla valorizzazione in positivo delle potenzialità della presenza asiatica ad Esquilino.

Va inoltre notato che nessuno (neanche tu, Tonelli) parla di che fine abbiano fatto le ingenti somme passate dai Cinesi ai residenti per i negozi e he on sono state ceto reinvestite nel rilancio non dico di squilino ma di nessun'altra parte del I Municipio.

Che ci siano Cinesi collegati a fenomeni delinquenziali cinesi (assai meno di quel che viene descritto con terrore xenofobo) e italiani (campani) é innegabile ma:
- mom ni pare che ci siano dati che mostrino una penetrazione delle mafie e delle camorre fra gli operatori commerciali cinesi superiore che fra i Romani/gli Italiani di Roma, anzi, a Napoli i Cinesi hanno denunciato il racket camorista (e fatto perfino manifestazioni) assai più degli autoctoni ed a Roma secondo la magistratura intere aree (Ostia) e setoeri (locali notturni, parte delle pizzerie, ecc.) sono sotto un ferreo controllo e spesso una compartecipaz<ione i mafie e camorre nostrane, in misure e forme ASSENTI ad Esquilino (dove invece ho vissuto di persona episodi di racket... di singoli vigili urbani contro i Cinesi...).

O si afferma (generalizzando falsamente) che tutti i commercianti di Roma, italiani e non, sono collegati alle mafie o dirlo dei soli Cinesi é istigare ingiustamente all'odio.

I Cinesi a Roma vengono da regioni in cui la povertà é stata un dato di fatto ecente e come tuti gli ex-poveri amano gi status symbols, fra cui i macchinoni (esattamente come certi politici arricchiti, ma almeno le loro auto se le pagano, i poliici spesso le hanno in dotazione...); per avere quelle vetture e altri status symbols fanno debiti, pendono crediti in banca, si fanno prestare soldi dalle famiglie: se tutte le auto di lusso fossero simbolo di mafia (hai mai fatto un giro per la Nomentana o per l'EUR?), allora sarebbe bene non fare più elezioni in Italia...

E' bello che adesso, dopo aver criminalizzato la CATEGORIA dei Cinmesi (non singoli Cinesi) fai altrettanto con la CATEGORIA degli antropologi (che peraltro a differenza della maggior parte dei Cinesi votano...) dicendo che l mio é "un tipico attegiamento da antropologo". Forse se frequentasi più antropologi e meno critici d'arte (categoria in cui le mafie gli assenteisti pagati dallo Stato mentre si aricchiscono con le conferenze alla Sgarbi, i falsari, ecc. non esistono affatto, no...?) useresti "chinatown" men a sproposito e meno caratellianamente e capiresti la differenza sociologica e perfino culturale fra ingrosso classico e showroom.

Ho letto con attenzione il tuo pogramma elettorale e ti devo dire che io non ci trovo i problemi veri e prioritari di Esquilino e del I Municipio:
* non una parola sulla necessità di liberare l'Esquilino dal'illegale occupazione neonazista di Casa Pound;
* non una parola sulla necessità di una radicale revisione della qualità degli nterventi (e del personale) della Polizia Municipale, combattendovi corruzione, lassismo e racket;
* non una parola su un radicale rinnovamento del ruolo della Stazione Termini come polo anche culurale-commerciale multietnico;
* non una parola sull'assenza di un Piano di valorizzazione complessiva (magari usando altrettanti soldi, 14 milioni di Euro, di quelli sprecati per un sito da poche decine di migliaia di euro, chiuso per gli erori, da pate del Ministero dei Beni Culturali) dela multiculturalità di Esquilino e del I Municipio;
* non una parola sulla possibilità/necessità di pedonalizzare davvero il Centro Storico nel suo complesso;
* non una parola sulm proliferare in I Municiopio di sale bingo, salegioco (quelle sì denunciate dalla magistratura come filiazioni camorristuche), ecc.;
* non una parola contro la difusissima evasione fiscale dei commercianti ITALIANI del I Municipio (a Via del Corso la CISL ha documentato che i commercianti denunciano redditi nferiori alle commesse);
* non una parola sulle continue costosissime ristrutturazioni dei negozi di quei commercianti-evasori (con materiali di lusso che i negozi cinesi non hanno) a fronte di un piangere continuo sul crollo delle vendite;
* non una parola sull'assenza a Roma I Municipio di spazi pubblici destinati non a singole comunità migranti da ghettizzare ma all'incontro interculturale fra migranti interni (sardi campani, ciociari, abruzzesi, ecc.), romani, migranti stranieri nella valorizzazione di UTE le "diversità" (magfari un antropologo pu? spiegarti meglio questo punto);
* non una parola sul fatto che il Comune ha negato varie volte Piazza Vittorio alle cerimonie induiste (multando gli oganizzatori) e che nel Rione più multietnico di Roma non ci sono sale di preghiera per induisti e musulmani grazie ai ricatti di Caratelli e Storace.

Resta poi per me DISCRIMINANTE il fatto che io non voterei e non appoggerei mai chi dice di non privare eventualmente imbarazzo a candidarsi col PdL, qualunque sia il programa. Peché i programmi passano, le pericolose "neutralità" verso la destra pegiore d'Europa restano.

Ma si sa, noi antropologi calcoliamo flussi infischiandocene della gente comune: per questo in Trentino, a Parigi, a Barcellona, ad Evora, gli antropologi li hanno usati con profitto per incrementare il reddito delle persone, per ridare dignità agli intrecci identitari, per evitare follie dei politici locali, per creare turismo, per rivitalizzare territori degradati, mentre a Roma si fa dirigere i musei etnografico e delle tradizioni popolari più importanti d'Italia da una storica dell'arte tenendoli pure chiusi al pomeriggio e non si collegano quei musei con l'esistenza nella cità di centinaia di negozi e ristoranti "etnici" e regionali italiani.

Sai che ti dico? Voto Rutelli per evitare il peggio, l'orrore fascista-mafioso-pariolino, ma con simili approcci non ho alcuna speranza per questa mia città e attendo solo che Cinesi, Indiani e Arabi se la comprino, visto che con il livello di progettualità della maggioranza degli autoctoni finirà (sta già finendo) peggio di Nairobi, nonostante qualche povero amministratore ancora in gamba.



Caro Cavallo,

purtroppo insisti nel vizio di mettere le mele con le pere. E' anche un tipico atteggiamento romano, mi è successo giorni fa: rimprovero un tassinaro perché butta un rifiuto dal finestrino della sua auto e quello, mandandomi a cacare, mi dice che tanto è pieno di carta.

Tu fai uguale: si parla dello sconvolgimento commerciale dell'Esquilino e tu ti riferisci alle jeanserie cammoriste di Campo Marzio, che io odio quanto te ma che sono completamente fuori tema.

Ti propongo il mio programma, e mi dici cose altrettanto interessanti che non vi avrei inserito, come se avessi dovuto scrivere cento punti. O come se il Municipio, nelle sue limitate funzioni, potesse occuparsi, chessò, di evasione fiscale. O dell'ovvio: ovvero che i centri sociali di estrema destra e di estrema sinistra (ti segnalo che abbiamo due vergognose occupazioni nel nostro rione, non una) vadano sgomberati per un immediato ripristino della legalità.

Si parla del commercio cinese e tu devii: "ma dove sono andati i soldi delle buone uscite dati agli italiani?"

Lo squallore di insistere, in ogni tuo scritto, su una iperbole che ho utilizzato in un mio post (il fatto che non avrei avuto imbarazzi a presentarmi con il pdl o con il pd) e che ho già detto essere un paradosso è la ciliegina su una torta indigesta che sono stufo di mangiare.

Non sono venuto qui per parlare di me o per ricevere attacchi personali e giustificarmi di un mio blog da parte di chi ha così tanto tempo libero da andarselo a scandagliare fin nell'ultimo commentario. Mi sono iscritto per instaurare un dialogo con la comunità cinese e mi ritrovo a fare discorsi completamente sterili con chi non è in grado di stare neppure 10 secondi nel merito delle questioni ed ha necessità di divagare appoggiandosi a quello o a quell'altro episodio. Spero di no dovere più rispondere ad attacchi personali. Sono qui con il mio nome e cognome, non con il nick di un quadrupede.

Seconde generazioni, se ci siete battete un colpo perché è la vostra opinione che mi interessa non quella di italiani radical-chic che si permettono di rispondere a vostro nome danneggiando a mio avviso la vostra immagine. Il peggiore razzista è colui che fa finta di non vedere i problemi che ci sono e che si possono risolvere per di più attaccando con una certa violenza l'Italia.


ps. la ChinaTown parigina, da me frequentata con piacere e interesse, non si trova nel centro città. Non si trova addosso alla stazione principale della città. Non si trova dentro il primo arrondissement o il secondo... Purtuttavia la varietà commerciale che riesce ad offrire la chinatown parigina (ma anche tutte le altre, compresa quella contestata milanese che non è così commercialmente monotematica come quella italiana) sarebbe la benvenuta. Si provi a prendere quattro strade di belleville ed a riempirle di negozi-modulo cinesi che espongono solo campionario e si veda la reazione dell'arrondissement e del comune. Proponiamo alla comunità sino-francese di fare l'esperimento? Non scherziamo...
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« Risposta #18 il: 08 Aprile, 2008, 23:59:41 pm »
bene, caro Tonelli, prima te la prendi coi Cinesi, poi con gli antropologi, adesso parli di "vizi romani" (tu di che origine sei? che "vizi" attribuisci in blocco alla rua "comunità" di origine?)...

Provo anciora a risponderti.

I punti che ho elencato sono per me PIU' qualificanti di quelli he meti tu nel tuo programma ed alcuni per me sono discriminanti, nel senso che un candidato che non metta (ad esempio fra i primi 5 punti del suo programma) la cacciata da Esquilino di Casa Pound, il radicale ripensamento del ruolo della Stazione Termini, la lotta all'evasione fiscale dei commercianti (italiani) del Municipio I  e un piano di valorizzazione della multiculturalità di Esquilino io non lo voterei E' una questione di priorità che qualificano il senso di un progetto (se un progetto si ha e non é fatto solo di insegument degli umori dei residenti...).

La tua "iperbole" sul non imbarazzo a candidati eventualmente nel PdL  l'hai messa in apertura della campagna elettorale e e come biglietto da visita mi pare significativo: se ora ami sottovalutarla, mi spiace, ma almeno in campagna elettorale (dopo ognuno pu? fare il Dini, la Maiolo o il Mastella, purtroppo, se vuole...) sarebbe bene evitare le "iperboli" di quel tipo, non credi?

Opporre il tuo nome e cognome al mio nick (che é il mio segno zodiacale nel sistema cinese) fa ridere perché sul mio profilo c'é il mio nome e cognome, che vale esattamente quanto il tuo.

Non so se é più radical-chic un bancario esperto di arte o un antropologo che lavora da anni nell'intercultura (anche nel I Municipio, anche affrontando tesi come le tue, oltre a quelle di Caratelli e soci) quando é in Italia, oppure in Paesi come Libano, Etiopia, Nicaragua, Tunisia, Bangladesh, Ghana, Giordania, ecc.

So che la tua distinzione fra "periferie" (dove scaricare quel che non ti piace) e "centro" l'hanno rifiutata Veltroni e Gasbarra a Roma e Delanoe a Parigi e sa al più di Sgarbi o dei veri radical-chic, che vogliono preservare dal "brutto" solo i quartieri dove vivono loro.

Che poi il 13 (non il 16, come erroneamente scritto) arrondissement di Parigi, quello pieno di Cinesi e Vietnamiti, sia periferico fa un po' ridetre, visto che compende Place d'Italie, rue Tolbiac, blvd Auriol, blvd de l'Hopital, il Giardino otanico di Parigi, ed un'infinità di siti storici (certo meglio tenuti che a Roma...), nonché una parte dei lungoSenna (http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... s_13th.png)
 e, guarda caso, al contrario di quel che tu dici ANCHE UNA ENORME STAZIONE FERROVIARIA, la gare d'Austerlitz, che é poi (come ad Esquilino) il vero motivo dell'insediamento asiatico in quell'area.

Se devi difendere la periferizazione dei negozo cinesi di Roma (o di Milano...) non usare errate descrizioni della realtà parigina che evidentemente conosci troppo poco...

(http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... rr_jms.gif)

So solo che finché stereotipi come quelli che tu difondi verranno da persone che si candidano per Rutelli, Roma e l'Italia non hanno alcuna speranza di liberarsi dalla nebbia del pregiudizio e, te lo ripeto, il sor Peppino e la sora Lella, di Esquilino o di campo de' Fiorio, lasciati senza analisi veritiere sulle REALI cause del degrado della città e dei Rioni e con un arcobaleno di posizioni come quelle che vanno da Alemanno a te, voterà sempre e sempre più per la destra vera invece che per la destra inconsapevole di esserlo.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

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« Risposta #19 il: 09 Aprile, 2008, 00:22:29 am »
Citazione da: "cavallo"
per avere quelle vetture e altri status symbols fanno debiti, pendono crediti in banca, si fanno prestare soldi dalle famiglie
cavallo lo sai che non è vero, qui discuti negando la realtà.
Citazione da: "cavallo"
Se devi difendere la periferizazione dei negozo cinesi di Roma (o di Milano...) non usare errate descrizioni della realtà parigina che evidentemente conosci troppo poco...

Anche qui discuti in modo poco corretto.

Non è stata posta la questione della periferizzazione dei negozi cinesi ma dei grossisti.

Non esiste città al mondo in cui si pianifichi di concentrare i grossisti nelle zone centrali, per il semplice motivo che sono inadatte logisticamente e urbanisticamente.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

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« Risposta #20 il: 09 Aprile, 2008, 00:24:23 am »
Citazione da: "cavallo"
bene, caro Tonelli, prima te la prendi coi Cinesi, poi con gli antropologi, adesso parli di "vizi romani" (tu di che origine sei? che "vizi" attribuisci in blocco alla rua "comunità" di origine?)...

Provo anciora a risponderti.

I punti che ho elencato sono per me PIU' qualificanti di quelli he meti tu nel tuo programma ed alcuni per me sono discriminanti, nel senso che un candidato che non metta (ad esempio fra i primi 5 punti del suo programma) la cacciata da Esquilino di Casa Pound, il radicale ripensamento del ruolo della Stazione Termini, la lotta all'evasione fiscale dei commercianti (italiani) del Municipio I  e un piano di valorizzazione della multiculturalità di Esquilino io non lo voterei E' una questione di priorità che qualificano il senso di un progetto (se un progetto si ha e non é fatto solo di insegument degli umori dei residenti...).

La tua "iperbole" sul non imbarazzo a candidati eventualmente nel PdL  l'hai messa in apertura della campagna elettorale e e come biglietto da visita mi pare significativo: se ora ami sottovalutarla, mi spiace, ma almeno in campagna elettorale (dopo ognuno pu? fare il Dini, la Maiolo o il Mastella, purtroppo, se vuole...) sarebbe bene evitare le "iperboli" di quel tipo, non credi?

Opporre il tuo nome e cognome al mio nick (che é il mio segno zodiacale nel sistema cinese) fa ridere perché sul mio profilo c'é il mio nome e cognome, che vale esattamente quanto il tuo.

Non so se é più radical-chic un bancario esperto di arte o un antropologo che lavora da anni nell'intercultura (anche nel I Municipio, anche affrontando tesi come le tue, oltre a quelle di Caratelli e soci) quando é in Italia, oppure in Paesi come Libano, Etiopia, Nicaragua, Tunisia, Bangladesh, Ghana, Giordania, ecc.

So che la tua distinzione fra "periferie" (dove scaricare quel che non ti piace) e "centro" l'hanno rifiutata Veltroni e Gasbarra a Roma e Delanoe a Parigi e sa al più di Sgarbi o dei veri radical-chic, che vogliono preservare dal "brutto" solo i quartieri dove vivono loro.

Che poi il 13 (non il 16, come erroneamente scritto) arrondissement di Parigi, quello pieno di Cinesi e Vietnamiti, sia periferico fa un po' ridetre, visto che compende Place d'Italie, rue Tolbiac, blvd Auriol, blvd de l'Hopital, il Giardino otanico di Parigi, ed un'infinità di siti storici (certo meglio tenuti che a Roma...), nonché una parte dei lungoSenna (http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... s_13th.png)
 e, guarda caso, al contrario di quel che tu dici ANCHE UNA ENORME STAZIONE FERROVIARIA, la gare d'Austerlitz, che é poi (come ad Esquilino) il vero motivo dell'insediamento asiatico in quell'area.

Se devi difendere la periferizazione dei negozo cinesi di Roma (o di Milano...) non usare errate descrizioni della realtà parigina che evidentemente conosci troppo poco...

(http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... rr_jms.gif)

So solo che finché stereotipi come quelli che tu difondi verranno da persone che si candidano per Rutelli, Roma e l'Italia non hanno alcuna speranza di liberarsi dalla nebbia del pregiudizio e, te lo ripeto, il sor Peppino e la sora Lella, di Esquilino o di campo de' Fiorio, lasciati senza analisi veritiere sulle REALI cause del degrado della città e dei Rioni e con un arcobaleno di posizioni come quelle che vanno da Alemanno a te, voterà sempre e sempre più per la destra vera invece che per la destra inconsapevole di esserlo.


E' un peccato che una persona preparata come te arrivi a livelli di guarda di bisbetismo piccandosi sull'attacco personale. Sono 10 post che tento di parlare dell'Esquilino e sono 10 post che tu rispondi parlando di Tonelli. Roba da citarti per molestie. Dopo aver letto per dieci volte le frasi del blog che coordino copiate qui, direi che abbiamo raggiunto il limite di tolleranza del parlarsi addosso. Rinuncio di qui in avanti a rispondere alle tue risposte che non possono che essere -ed è un peccato, ripeto- definite come provocazioni. Mi rifiuto di continuare a subire attacchi personali sui quali dovrebbe dire la sua il moderatore di questo blog. Sono arrivato qui presentandomi e cercando di parlare dell'Esquilino e ho subito attacchi personali diretti e soprattutto completamente inutili o gratuiti. Manco fossi venuto qui a cercare voto.
Non ritengo che i talebani filo-cinesi facciano bene alle 2G che sono lontane anni luce dalla spocchia, dalla presunzione e dalla violenza che purtroppo mi è toccato di subire.
Caro Cavallo, sei il tipico infoiato che si gasa dietro alla tastiera, invece di continuare a tediare gli altri amici del forum scrivimi delle email se vuoi attaccarmi. E organiziamoci per andare a prenderci un caffe, sono convinto che faccia a faccia la tua aggressività sia molto meno spiccata e emerga, finalmente, lo studioso.

Le enormità che hai detto relativamente al programma per l'Esquilino sono un insulto al buon senso. Se lo trovi, il tuo candidato, segnalamelo. Segnalami dove sta un candidato al Municipio che mette nel suo programma dei provvedimenti che non sono nelle competenze del Municipio. Sarebbe una cosa davvero surreale.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da direttorTonelli »
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marcowong

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« Risposta #21 il: 09 Aprile, 2008, 01:19:45 am »
Citazione da: "direttorTonelli"
E organiziamoci per andare a prenderci un caffe, sono convinto che faccia a faccia la tua aggressività sia molto meno spiccata e emerga, finalmente, lo studioso.


io rilancerei, perchè non aprire il caffè a più parti, ovvero fuor di parabola, rafforzare il dialogo tra le istituzioni e la popolazione residente o lavorante all'Esquilino?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da marcowong »

cavallo

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« Risposta #22 il: 09 Aprile, 2008, 08:10:58 am »
marco, io ad Esquilino, con le Istituzioni  municipali e romane, non solo dialogo ma opero concretamente dal 2004 proprio per superare gli stereotipi sui migranti e sul loro rapporto col "degrado" del Rione (che semai i migranti hanno salvato dalla morte annunciata a cui lo stavano condannando i residenti...).
In questi anni ho conosciuto associazioni serie (esempo: "Il Cielo sopra Esquilino"), persone fortemente impegnate su questa battaglia (es.: Franca Coen, delegata del Sindaco alla multietnicità,  Letizia Cicconi,  presidente del Consiglio del I Municipio, i rappresentanti dei migranti nella Consulta, ecc.) ed ho collaborato con loro contro ostacoli penosi spesso posti all'attività da altri settori di quelle stesse istituzioni e maggioranze (divieti del Comune a manifestazioni inerculturali del Municipio, ad esempio, pur avendo la stesa maggioranza!), contro stereotipi anti-migranti dovuti all'ignoranza, contro alcuni rappresentanti dei migranti autoreferenziali ed opportunisti, ma soprattutto contro fascisti, razzisti, esaltatori dei gladiatori alla Caratelli.

Esquilino é un terreno di scontro duro fra pregiudizio (spesso camuffato da buonismo interculturale) e promozone dell'interculturalità vera, fra inseguimento e assecondamento degli stereotipi diffusi fra i residenti e loro superamento, fra chiusure identitarie fittizie ("italiane" ma anche di certe associazioni cinesi di prima generazione che ben conosci) e un laboratorio a livello dell'intera Roma.
In uno scontro duro, prima di dialogare e prendere caffé, bisogna almeno essere certi che chi si schiera politicamente (candidandosi a cariche istituzionali) dalla stessa nostra parte (che il 13 e 14 aprile é la candidatura di Rutelli a Sindaco per battere l'orrore fascio-xenofobo raccolto sotto i vessilli di Alemanno) non sia qualcuno che non proverebbe imbarazzo a stare dall'altra parte, non usi argomenti criminalizzanti anti-migranti usati dall'altra parte, abbia progettualità condivisibile.

Altrimenti é un po' difficile dialogare con chi, da dentro lo schieramento su cui si presume di poter contare per contribuire se possibile a rendere l'Esquilino, Roma, l'Italia meno segnata dal pregiudizio e dal razzismo, mostra posizioni che minano alle radici quella battaglia.

Io il caffé lo prendo con la signora Pina o con il signor Liu, con chi da certe criminalizzazioni forse si lascia irretire per carenza informativa, non con chi le avalla, le riproduce  e poi pretende anche il voto in nome di liste che si oppongono ai paladini di quelle affermazioni.

Il "caffé allargato" dui cui parli l'ho preso, ad esempio, nel Convegno alla Facoltà di Studi Orientali nel 2005 in cui ho partecipato a presentare i risultati della prima ricerca (fatta per 6 mesi, con metodologie scientifiche, da un gruppo di antropologi fra cui il sottoscritto)  condotta sulla incomunicabilità fra comunità migranti (specie Cinesi...) e "autoctoni" ad Esquilino e sulle caratteristihe del Rione. Lì abbiamo dialogato con le Istituzioni, con decine di cittadini e di migranti, abbiamo rintuzzato le aggressioni verbali di alcuni gruppi organizzati di fascisti italiani e di migranti al servizio di ambasciate del subcontinente indiano, abbiamo fatto proposte apprezzate dalle Istituzioni anche quando erano critiche (ed ammiro chi, di quelle Istituzioni, ha sostenuto ricerca e convegno anche quando i risultati erano critici, fortemente critici, sebbene costruttivi!).

Per me queste sono le occasioni di "caffé allargato": quando si dialoga su fatti, dati, realtà e non su stereotipi, parole usate impropriamente e affermazioni relative a Parigi o a Roma del tutto errate. Il dialogo parte dalla coerenza dei dialoganti, non trovi?

Conosci bene le difficoltà che ho (che abbiamo) a stimolare le associazioni cinesi di prima generazione a svolgere un ruolo effettivamente attivo per un salto di qualità nella valorizzazione della cultura e dell'identità cinese all'Esquilino e gli studenti della facoltà di studi orientali (dove pure abbiamo realizzato assieme una bellissima iniziativa con tantissime persone) a uscire dal loro guscio di accademismo miope.

Con queste persone nei periodi in cui sono in Italia sono sempre interessato a dialogare, ad interagire, perché la situazione in cui vivono ed operano non é loro colpa. Con chi criminalizza i migranti alla ricerca strumentale di voti delle persone contaminate da anni di propaganda xenofoba (senza capire che quelle persone in questo modo resteranno contaminate da quegli stereotipi e...voteranno la destra), invece, mi spiace, ma non sono interessato ad alcun caffé, allargato o ristretto.

Intanto sta per uscire (forse già in questo aprile) il libro "Il vicino cinese. La comunità cinese a Roma" (Nuove Edizioni Romane), a cura di Valentina Pedone, in cui fra gli altri contributi c'é un saggio mio, di Berrocal e della Cortellesi sui fatidici "show-rooms" cinesi e sulle forme di comunicazione (o non-comunicazione...) dei Cinesi di Esquilino con il teritorio in cui operano, tratto proprio dai risultati della ricerca da noi fatta nel 2004-2005.

Se come spero se ne farà una presentazione pubblica con discussione (e mi immagino che Valentina Pedone inviterà ASSOCINa e specificamente marcowong...), sarà un'occasione per confrontarsi nuovamente con chicchessia su dati reali, non su stereotipi o su mappature volutamente irreali della realtà, romana o parigina che sia.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

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« Risposta #23 il: 09 Aprile, 2008, 15:48:18 pm »
Citazione da: "cavallo"
marco, io ad Esquilino, con le Istituzioni  municipali e romane, non solo dialogo ma opero concretamente dal 2004 proprio per superare gli stereotipi sui migranti e sul loro rapporto col "degrado" del Rione (che semai i migranti hanno salvato dalla morte annunciata a cui lo stavano condannando i residenti...).
In questi anni ho conosciuto associazioni serie (esempo: "Il Cielo sopra Esquilino"), persone fortemente impegnate su questa battaglia (es.: Franca Coen, delegata del Sindaco alla multietnicità,  Letizia Cicconi,  presidente del Consiglio del I Municipio, i rappresentanti dei migranti nella Consulta, ecc.) ed ho collaborato con loro contro ostacoli penosi spesso posti all'attività da altri settori di quelle stesse istituzioni e maggioranze (divieti del Comune a manifestazioni inerculturali del Municipio, ad esempio, pur avendo la stesa maggioranza!), contro stereotipi anti-migranti dovuti all'ignoranza, contro alcuni rappresentanti dei migranti autoreferenziali ed opportunisti, ma soprattutto contro fascisti, razzisti, esaltatori dei gladiatori alla Caratelli.

Esquilino é un terreno di scontro duro fra pregiudizio (spesso camuffato da buonismo interculturale) e promozone dell'interculturalità vera, fra inseguimento e assecondamento degli stereotipi diffusi fra i residenti e loro superamento, fra chiusure identitarie fittizie ("italiane" ma anche di certe associazioni cinesi di prima generazione che ben conosci) e un laboratorio a livello dell'intera Roma.
In uno scontro duro, prima di dialogare e prendere caffé, bisogna almeno essere certi che chi si schiera politicamente (candidandosi a cariche istituzionali) dalla stessa nostra parte (che il 13 e 14 aprile é la candidatura di Rutelli a Sindaco per battere l'orrore fascio-xenofobo raccolto sotto i vessilli di Alemanno) non sia qualcuno che non proverebbe imbarazzo a stare dall'altra parte, non usi argomenti criminalizzanti anti-migranti usati dall'altra parte, abbia progettualità condivisibile.

Altrimenti é un po' difficile dialogare con chi, da dentro lo schieramento su cui si presume di poter contare per contribuire se possibile a rendere l'Esquilino, Roma, l'Italia meno segnata dal pregiudizio e dal razzismo, mostra posizioni che minano alle radici quella battaglia.

Io il caffé lo prendo con la signora Pina o con il signor Liu, con chi da certe criminalizzazioni forse si lascia irretire per carenza informativa, non con chi le avalla, le riproduce  e poi pretende anche il voto in nome di liste che si oppongono ai paladini di quelle affermazioni.

Il "caffé allargato" dui cui parli l'ho preso, ad esempio, nel Convegno alla Facoltà di Studi Orientali nel 2005 in cui ho partecipato a presentare i risultati della prima ricerca (fatta per 6 mesi, con metodologie scientifiche, da un gruppo di antropologi fra cui il sottoscritto)  condotta sulla incomunicabilità fra comunità migranti (specie Cinesi...) e "autoctoni" ad Esquilino e sulle caratteristihe del Rione. Lì abbiamo dialogato con le Istituzioni, con decine di cittadini e di migranti, abbiamo rintuzzato le aggressioni verbali di alcuni gruppi organizzati di fascisti italiani e di migranti al servizio di ambasciate del subcontinente indiano, abbiamo fatto proposte apprezzate dalle Istituzioni anche quando erano critiche (ed ammiro chi, di quelle Istituzioni, ha sostenuto ricerca e convegno anche quando i risultati erano critici, fortemente critici, sebbene costruttivi!).

Per me queste sono le occasioni di "caffé allargato": quando si dialoga su fatti, dati, realtà e non su stereotipi, parole usate impropriamente e affermazioni relative a Parigi o a Roma del tutto errate. Il dialogo parte dalla coerenza dei dialoganti, non trovi?

Conosci bene le difficoltà che ho (che abbiamo) a stimolare le associazioni cinesi di prima generazione a svolgere un ruolo effettivamente attivo per un salto di qualità nella valorizzazione della cultura e dell'identità cinese all'Esquilino e gli studenti della facoltà di studi orientali (dove pure abbiamo realizzato assieme una bellissima iniziativa con tantissime persone) a uscire dal loro guscio di accademismo miope.

Con queste persone nei periodi in cui sono in Italia sono sempre interessato a dialogare, ad interagire, perché la situazione in cui vivono ed operano non é loro colpa. Con chi criminalizza i migranti alla ricerca strumentale di voti delle persone contaminate da anni di propaganda xenofoba (senza capire che quelle persone in questo modo resteranno contaminate da quegli stereotipi e...voteranno la destra), invece, mi spiace, ma non sono interessato ad alcun caffé, allargato o ristretto.

Intanto sta per uscire (forse già in questo aprile) il libro "Il vicino cinese. La comunità cinese a Roma" (Nuove Edizioni Romane), a cura di Valentina Pedone, in cui fra gli altri contributi c'é un saggio mio, di Berrocal e della Cortellesi sui fatidici "show-rooms" cinesi e sulle forme di comunicazione (o non-comunicazione...) dei Cinesi di Esquilino con il teritorio in cui operano, tratto proprio dai risultati della ricerca da noi fatta nel 2004-2005.

Se come spero se ne farà una presentazione pubblica con discussione (e mi immagino che Valentina Pedone inviterà ASSOCINa e specificamente marcowong...), sarà un'occasione per confrontarsi nuovamente con chicchessia su dati reali, non su stereotipi o su mappature volutamente irreali della realtà, romana o parigina che sia.


Di front all'estremismo di chi addirittura si rifiuta ad incontrarsi è davvero poca cosa rispetto all'estremismo di Alemanno, Storace e di tutti gli esponenti della fazione destra dello schieramento politico. Davvero poca cosa. Invito la comunità dei G2 cinesi (con la quale ieri ho avuto modo di dialogare con piacere nel nuovo ristorante di Via Cairoli, non male!) a stare alla larga da persone che, in uno scomposto tentativo di difesa non richiesta, finiscono per danneggiare l'immagine.
Anche la brava Letizia Cicconi -che oggi è protagonista sul nostro blog con una bella intervista (lei non ha rifiutato il dialogo con noi, pseudo-nazisti)- non credo sarà contenta di essere continuamente citata da chi è capace solo di dimostrare spocchia, presunzione, odio e aggressività ammantata di nulla.
Resta il caffe con Marco Wong, spero a presto.
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« Risposta #24 il: 09 Aprile, 2008, 15:50:02 pm »
Citazione da: "cavallo"
marco, io ad Esquilino, con le Istituzioni  municipali e romane, non solo dialogo ma opero concretamente dal 2004 proprio per superare gli stereotipi sui migranti e sul loro rapporto col "degrado" del Rione (che semai i migranti hanno salvato dalla morte annunciata a cui lo stavano condannando i residenti...).
In questi anni ho conosciuto associazioni serie (esempo: "Il Cielo sopra Esquilino"), persone fortemente impegnate su questa battaglia (es.: Franca Coen, delegata del Sindaco alla multietnicità,  Letizia Cicconi,  presidente del Consiglio del I Municipio, i rappresentanti dei migranti nella Consulta, ecc.) ed ho collaborato con loro contro ostacoli penosi spesso posti all'attività da altri settori di quelle stesse istituzioni e maggioranze (divieti del Comune a manifestazioni inerculturali del Municipio, ad esempio, pur avendo la stesa maggioranza!), contro stereotipi anti-migranti dovuti all'ignoranza, contro alcuni rappresentanti dei migranti autoreferenziali ed opportunisti, ma soprattutto contro fascisti, razzisti, esaltatori dei gladiatori alla Caratelli.

Esquilino é un terreno di scontro duro fra pregiudizio (spesso camuffato da buonismo interculturale) e promozone dell'interculturalità vera, fra inseguimento e assecondamento degli stereotipi diffusi fra i residenti e loro superamento, fra chiusure identitarie fittizie ("italiane" ma anche di certe associazioni cinesi di prima generazione che ben conosci) e un laboratorio a livello dell'intera Roma.
In uno scontro duro, prima di dialogare e prendere caffé, bisogna almeno essere certi che chi si schiera politicamente (candidandosi a cariche istituzionali) dalla stessa nostra parte (che il 13 e 14 aprile é la candidatura di Rutelli a Sindaco per battere l'orrore fascio-xenofobo raccolto sotto i vessilli di Alemanno) non sia qualcuno che non proverebbe imbarazzo a stare dall'altra parte, non usi argomenti criminalizzanti anti-migranti usati dall'altra parte, abbia progettualità condivisibile.

Altrimenti é un po' difficile dialogare con chi, da dentro lo schieramento su cui si presume di poter contare per contribuire se possibile a rendere l'Esquilino, Roma, l'Italia meno segnata dal pregiudizio e dal razzismo, mostra posizioni che minano alle radici quella battaglia.

Io il caffé lo prendo con la signora Pina o con il signor Liu, con chi da certe criminalizzazioni forse si lascia irretire per carenza informativa, non con chi le avalla, le riproduce  e poi pretende anche il voto in nome di liste che si oppongono ai paladini di quelle affermazioni.

Il "caffé allargato" dui cui parli l'ho preso, ad esempio, nel Convegno alla Facoltà di Studi Orientali nel 2005 in cui ho partecipato a presentare i risultati della prima ricerca (fatta per 6 mesi, con metodologie scientifiche, da un gruppo di antropologi fra cui il sottoscritto)  condotta sulla incomunicabilità fra comunità migranti (specie Cinesi...) e "autoctoni" ad Esquilino e sulle caratteristihe del Rione. Lì abbiamo dialogato con le Istituzioni, con decine di cittadini e di migranti, abbiamo rintuzzato le aggressioni verbali di alcuni gruppi organizzati di fascisti italiani e di migranti al servizio di ambasciate del subcontinente indiano, abbiamo fatto proposte apprezzate dalle Istituzioni anche quando erano critiche (ed ammiro chi, di quelle Istituzioni, ha sostenuto ricerca e convegno anche quando i risultati erano critici, fortemente critici, sebbene costruttivi!).

Per me queste sono le occasioni di "caffé allargato": quando si dialoga su fatti, dati, realtà e non su stereotipi, parole usate impropriamente e affermazioni relative a Parigi o a Roma del tutto errate. Il dialogo parte dalla coerenza dei dialoganti, non trovi?

Conosci bene le difficoltà che ho (che abbiamo) a stimolare le associazioni cinesi di prima generazione a svolgere un ruolo effettivamente attivo per un salto di qualità nella valorizzazione della cultura e dell'identità cinese all'Esquilino e gli studenti della facoltà di studi orientali (dove pure abbiamo realizzato assieme una bellissima iniziativa con tantissime persone) a uscire dal loro guscio di accademismo miope.

Con queste persone nei periodi in cui sono in Italia sono sempre interessato a dialogare, ad interagire, perché la situazione in cui vivono ed operano non é loro colpa. Con chi criminalizza i migranti alla ricerca strumentale di voti delle persone contaminate da anni di propaganda xenofoba (senza capire che quelle persone in questo modo resteranno contaminate da quegli stereotipi e...voteranno la destra), invece, mi spiace, ma non sono interessato ad alcun caffé, allargato o ristretto.

Intanto sta per uscire (forse già in questo aprile) il libro "Il vicino cinese. La comunità cinese a Roma" (Nuove Edizioni Romane), a cura di Valentina Pedone, in cui fra gli altri contributi c'é un saggio mio, di Berrocal e della Cortellesi sui fatidici "show-rooms" cinesi e sulle forme di comunicazione (o non-comunicazione...) dei Cinesi di Esquilino con il teritorio in cui operano, tratto proprio dai risultati della ricerca da noi fatta nel 2004-2005.

Se come spero se ne farà una presentazione pubblica con discussione (e mi immagino che Valentina Pedone inviterà ASSOCINa e specificamente marcowong...), sarà un'occasione per confrontarsi nuovamente con chicchessia su dati reali, non su stereotipi o su mappature volutamente irreali della realtà, romana o parigina che sia.


Di front all'estremismo di chi addirittura si rifiuta ad incontrarsi è davvero poca cosa rispetto all'estremismo di Alemanno, Storace e di tutti gli esponenti della fazione destra dello schieramento politico. Davvero poca cosa. Invito la comunità dei G2 cinesi (con la quale ieri ho avuto modo di dialogare con piacere nel nuovo ristorante di Via Cairoli, non male!) a stare alla larga da persone che, in uno scomposto tentativo di difesa non richiesta, finiscono per danneggiare l'immagine.
Anche la brava Letizia Cicconi -che oggi è protagonista sul nostro blog con una bella intervista (lei non ha rifiutato il dialogo con noi, pseudo-nazisti)- non credo sarà contenta di essere continuamente citata da chi è capace solo di dimostrare spocchia, presunzione, odio e aggressività ammantata di nulla.
Resta il caffe con Marco Wong, spero a presto.
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« Risposta #25 il: 09 Aprile, 2008, 22:15:33 pm »
Direttor Tonelli, ti do il benvenuto ringraziandoti della tua partecipazione a questo forum, è molto apprezzabile la tua trasparenza nel presentarti.
Sulle varie critiche, spero che non te lo prendi a male, anche perché da come scrivi, mi sembri una persona non aggressiva ed aperta al dialogo.
Il fatto è che conoscendo sempre di più i media, i politici, i loro slogan e linguaggi, leggere le sue parole effettivamente sembra di ritrovarsi dinnanzi al solito linguaggio generalizzante, parziale nell’attribuzione di responsabilità, e tendente a condizionare l’opinione pubblica in modo pregiudiziale verso chiunque abbia una sembianza diversa dagli occidentali. Ci? non fa certo bene alla creazione di una società più integrata nel suo insieme. Questo linguaggio sono tanto più da evitare da parte di chi, come tu, fa informazione col proprio blog e che ha la volontà di lavorare nell’interesse collettivo. Per questo la segnalazione su questi termini, da non sottovalutare, è doveroso.
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cavallo

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« Risposta #26 il: 10 Aprile, 2008, 12:26:15 pm »
nuovi elementi su cui formarsi un giudizio del tutto autonomo sulle coerenze del "dialogatore" Massimiliano Tonelli:

http://www.exibart.com/blog/blog.aspòidutente=593


in paticolare:
"Un luogo di quelli come si deve dove comprare bene e mangiare meglio. Tutto all'insegna del territorio (laziale, nella fattispecie) e patrocinato -nonché finanziato- dalla regione, insomma una delle cose buone -e che bontà- poste in essere dal fu governo di Francesco Storace"

una bella esaltazione del "buon" Storace, amico della democrazia, dell'Esquilino, dei migranti; en passant vorrei ricordare che la sede romana di "Palatium" é stata ottenuta dal "buon" Storace sfrattando uno dei più antichi bar di Roma (angolo Via Frattina) e gettandone sul lastrico 14 dipendenti (tutti italiani DOC).

Eccoli i "difensori" dell'"italianità" contro il commercio "schiavista, fetido, schifoso" cinese....

Buon caffé a tutti.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

cavallo

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« Risposta #27 il: 10 Aprile, 2008, 13:04:29 pm »
dato che sono stato accusato di citare a sproposito le posizioni della capolista della Sinistra Arcobaleno (ed ex-presidente del consiglio del Municipio I nonché ex-assessore nella legislatura ancora precedente del Municipio I, con delega all'esquilino) Letizia Cicconi contrapponendole a quelle di Tonelli, riporto da
http://www.letiziacicconi.it/index.phpò ... id=1alcuni passi delle dichiarazioni della Cicconi perché le possiate confrontare con le accuse di schiavismo, mafiosità, delinquenza generalizzata che Tonelli fa genericamente ai (o alla maggioranza dei) Cinesi di Esquilino nell'ambito della sua campagna sul "degrado" del Rione:

LETIZIA CICCONI: "L'Esquilino è molto cambiato grazie all'impegno delle giunte Rutelli prima e Veltroni poi, molti degli interventi previsti dall'antagonista di Rutelli e da quella di Corsetti sono già stati fatti, vorrei ricordare che il mercato è stato trasferito, hanno aperto due facoltà universitarie, la casa dell'architettura fa parte integrante della vita del rione, due importanti teatri come l'Ambra Jovinelli ed il Brancaccio da anni sono di nuovo funzionanti, il processo d'integrazione culturale con le altre comunità sta avvenendo in modo pacifico e concordatario, quotidianamente si registrano interventi sul controllo dell'attività commerciali, molti nuovi residenti sono venuti a vivere nel nostro Rione, e tanti immigrati sono anche di cittadinanza italiana, vivono il quartiere, mandano i loro figli nelle nostre scuole. (...) Circa i problemi di sicurezza sono gli stessi di altre zone della città vanno giustamente contrastati ma senza criminalizzare gli immigrati onesti che qui vivono e lavorano da anni. (...) Ultima annotazione al PDL si potrebbe astenere da tappezzare tutte le colonne della piazza che tanto dice di amare con i manifesti della campagna elettorale?"

Mi spiace per qualcuno, ma Letizia Cicconi sarà eletta (essendo capolista), altri non so (visto che tanto gli anti-migranti di Esquilino voteranno per gli originali di destra e non le loro copie incistate nel centrosinistra)....

E i comercianti e le seconde generazioni cinesi, i democratici veri, la gente che non é razzista dialogheranno con chi sostiene cose sensate, come la Cicconi e non solo lei, nel prossimo  Consiglio Municipale di Roma I, con la speranza che non sia dominato da una giunta razzista del PdL.
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wen

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« Risposta #28 il: 11 Aprile, 2008, 02:27:34 am »
Io non sono qui per discutere.
Per Tonelli:dato che sie qui ti offro di vedere un filmato sulle meraviglie della Cina.
Benvenuto!!!
http://www.associna.com/modules.phpònam ... pic&t=5335
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da wen »
ô蒙古人除了马粪什么也没有留下ö

cavallo

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« Risposta #29 il: 11 Aprile, 2008, 13:34:39 pm »
ecco le prime conferme (già prima del voto) del limpido e trasparente risultato delle ambiguità volute del dottorTonelli, pronmto a salvare l'esquilino...dal centrosinistra con cui si presenta!


Ecco due illuminanti dichiarazioni di voto di oggi sul blog https://www.blogger.com/comment.g?blogI ... 4246698380:

"
 Anonimo ha detto...
sono un abitante del rione leggo spesso questo sito è molto interessante ma purtroppo non rispecchia quello che ha fatto in questi anni il centrosinistra e soprattutto quello che ha fatto rutelli.
dobbiamo mandare un segnale non possiamo farci prendere in giro ancora
io personalmente usero il voto disgiunto votero per l'autore de blog perchè lo stimo ma ne rutelli ne il candidato del centrosinistra al municipio catapultato nel territorio avranno il mio voto.
vi invito a mandare un segnale anche a voi

11 aprile, 2008


 Kafiero ha detto...
Anche io alzo il mio ditino: metterò una bella croce sulla scheda grigia nel simbolo della lista civica e votero' Tonelli, tuttavia mi asterro' e annullero' la scheda per quanto riguarda la scheda blu del comune."

La Maiolo, De Gregorio, Mastella e Dini fanno scuola a quanto pare.

Buon caffé per tutti/e.
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