concordo con Idra e penso he ogni realtà linguistica, etnica e culturale si trovi in Tibet, in Sudtirol, in Provenza, in Sardegna, in Laos, in Canada, ecc.) dovrebbe avere il diritto di:
- mantenere e studiare la lingua-madre;
- preservare in modo non banalizzato e folklorico né museificato le parti di tradizione che non implichino mutilazioni genitali, schiavismo, feudalesimo, riti sanguinari, pedofilia, stupro o simili aberrazioni;
- valorizzare i saperi ed i saper-fare tradizionali;
- inrecciare innovazione, tecnologia e tradizione, col supporto delle istituzioni;
- valorizzare gli intrecci fra la cultura locale ed altre culture, circonvicine e di migranti.
Su queste basi si pu? arrivare (ci si é arrivati nel Sudtirol di Bolzano/Bozen) a situazioni normative, educative, mediatiche specifiche e personalmente appoggerò sempre chi rivendica queste soluzioni.
Ma "governi in esilio", inni nazionali, bandiere nazionali, parlamenti in esilio, mistificazione della storia, mitizzazione di teocrazie schiaviste himalayane o di "purezze razziali" basche o padane, rivendicazioni basate su falsificazioni circa una inesistente "continuità millenaria" sono invece a mio parere del tutto incompatibili con l'affermazione che si vogliono solo diritti socioculturali e autonomie e sono compatibili solo con rivendicazioni separatiste, indipendentiste, nazionaliste e passatiste. Queste personalmente non le accetto, siano esse in Kossovo, in Veneto o in Tibet e mi rifaccio alla Carta del'ONU che le condanna e dà il diritto agli Stati di reprimerle.
Se si facesse chiarezza su questo intreccio e sulle ipocrisie ad esso sottese allora la questione tibetana (o quella occitana o sarda o altre simili) si potrebbero affrontare su basi logiche e corrette e un governo (francese, cinese, italiano, ecc.) che si opponesse al dialogo su tali presupposti sarebbe nettamente dalla parte del torto.
Ma finché si mantiene quell'ipocrisia si finisce proprio per legittimare i dinieghi (gustificati dal Diritto Internazionale) dei governi in causa...
Ribadisco poi che io non accetto che sulla base di separatismi illegittimi o pefino legittimi possano nascere o poteri costiuiti da moderni narco-stati , mafiostati, stati teocratici, stati feudali, stati schiavisti, in Vandea, in Sicilia, sull'Himalaya, nei balcani, ovunque.