ottimo, wen, hai fatto un esempui eccezionale e se ne potrebbero fare molti altri.
Infatti il mito (la menzogna) della "millenaria cultura tibetana" non tine neppure conto che (come in pate ho già sottolineato):
1) il Tibet, com'é ovvio (date le sue condizioni di altitudine e climatiche), é stato l'ultima area dell'Asia ad essere popolata dall'Homo sapiens sapiens;
2) la cultrura preistorica himalayana non data a più di 6.000 anni fa, epoca in cui già nelle pianure alluvionali dell'Indo e del Fiume Giallo si sviluppavano culture assai più avanzate ed in cui in Siberia ed in Asia Centrale crescevano ulture sciamaniche significative;
3) la civilizzazione delle arere tibetane fu, quindi, assai tardiva, successiva di secoli e millenni (circa II millennio a.C.) dello sviluppo nelle aree fluviali cinesi ed indiane di agricolura avanzata, culture urbane, bronzo, scrittura, srutture protostatali e della cultura sciamanica siberiana e centrasiatica;
4) essa assunse il carattere di intreccio, ripeto TARDIVO, di elementi delle pianure fluviali suddette (da cui vengono prodotti come la seta, simboli, tecnologia del bronzo, campane rituali, leggende, larga parte della lingua, ecc.), delle zone pedemontane ad esse soggette (da cui viene appunto l'uso del té) e della cultura sciamanica, che fu la sola "religione" tibetana sino addirittura al VI-VII secolo d.C. (ossia secoli dopo che il Buddhismo era nato in India ed aveva raggiunto le pianure cinesi e il Sud-Est asiatico), e che non vide la effettiva e definitiva vittoria (violenta) del Buddhismo tantrico (importato dalle pianure indiane) fino all'XI secolo d.C. e che venne in parte sradicata (con la violenza) ed in parte inglobata sincreticamente (contribuendo al carattere esoterico e orrorifico di parte del lamaismo, già figlio della corrente tantrica del Buddhismo) nel lamaismo tibetano fra il VII e il XIII-XIV secolo d.C..
Indipendentemente dal fatto che dal XIII-XIV secolo il Tibet fu, comunque, sotto la sovranità cinese (e che imperatori cinesi di dinastia etnicamente mongola forgiarono il sistema del "dalai lama" ed i suoi poteri delegati), quel che volevo tornare a sottolineare prendendo spunto da wen é che neppure uno solo degli elementi della mitizsata "tradizione millenaria tibetana" é autoctono del Tibet (cosa che, al contraro, non si pu? dire per "tradizioni millenarie" davvero, come quella della Valle dell'Indo o della pianura del Fiume Giallo o quella Khmer o quella Thai i quelle delle popolazioni siberiane, ecc.) , che tale tradizione é figlia tardiva di quelle delle pianure alluvionali cinesi ed indiane, dell'Asia Centrale e della Siberia e che nessun simbolo, nesun oggetto sacro, nessun cibo rituale, nessuno strumento musicale, nessuna architettura tibetani sono esenti dal debito culturale verso tradizioni non-himalayane.
Resta da dire che le tradizioni culturali himalayane storicamente determinatesi comprendono (si vedano gli studi di Tucci o quello più recente sui guaritori himalayani di Miller) realtà molo diverse tra loro, anche da valle a valle, niente affatto unitarie, con distinti rapporti (anche sincretici) ad esempio con l'Induismo oltre che con lo Sciamanesimo; distinzioni e sincretismi che solo la violenza lamaista ha ridotto (mai estirpato del tutto) in Tibet, ma che restano vivissimi nelle valli nepalesi, nel Bhutan, ovunque lo schiavismo lamaista non ha preso piede.
Per cui parlare di "millenaria tradizione 5tibetana" é doppiamente falso, esattamente come parlare di "millenaria tradizione padana".