d'altronde, quando sei davanti ad un negozio, non lo capisci se é un ristorante o un abbigliamento o un barò
quanti negozi italiani hanno la scritta "abbigliamento" o "calzature" (come nell'Ottocento)?
quanti invece hanno come insegna un nome o un marchio che non indica la categoria, spesso in lingua NON ITALIANA (Boutique Rosie, Susy, Rangers, Paul, Calvin Klein, Levis, Nike, da Susanna, chez Nana, Diesel, Arrow, Freeze World, Youth Club, ecc.) o usano parole straniere per indicarlo (hairdressing, fashion, style, bijoux, ecc.)?
é semplicemente un altro trucco, ad applicazione differenziale.
se io fossi dirigente di una Associazione cinese a Prato denuncerei per inadempienza tutti i commercianti italiani che hanno insegne in lingue straniere e il Comune per omissione di atti di ufficio, e poi vedrei che succede... dfue pesi e due misure é indice chiaro di discriminiazione, sempre.
e ripeto, non si dica che tanto gli Italiani sanno l'Inglese; lo sa neppure il 25% della popolazione e quasi nessuno fra gli anziani!.