Libro: "Il mio Tibet Libero" di Tenzin Gyatso - page 1 - Arte - Cultura - Storia - Associna Forum

Autore Topic: Libro: "Il mio Tibet Libero" di Tenzin Gyatso  (Letto 8996 volte)

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Dalai

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Libro: "Il mio Tibet Libero" di Tenzin Gyatso
« il: 01 Luglio, 2008, 14:16:44 pm »
Segnalo agli utenti del forum questo libro uscito da poco che raccoglie alcuni interessanti discorsi di Sua Santità il Dalai Lama. Tanto per farsi un'idea di cosa pensa e auspica questo "mostro" causa di tutti i mali.

 



Citazione
Dalai Lama, capo di Stato e guida spirituale dei Tibetani, gioca un ruolo decisivo nel conflitto con la Cina. Dal suo punto di vista l'unica soluzione possibile è una coesistenza pacifica e fiduciosa, che non pu? essere raggiunta con la violenza.
Questo libro, edito da Apogeo-Urra, raccoglie per la prima volta i testi dei discorsi più significativi del Dalai Lama sul conflitto in corso nel Tibet, permettendo di ripercorrere le tappe che nel tempo ne hanno segnato la visione politica. Un compendio importante in un momento in cui su questi temi si giocano fondamentali partite sul piano delle relazioni internazionali, sia economiche sia politiche, tra i Paesi. Un ritorno alle fonti, grazie alle quali il lettore potrà farsi un'idea chiara, senza interpretazioni finalizzate spesso a fin troppo facili strumentalizzazioni, delle posizioni del Dalai Lama sui difficili rapporti sino-tibetani e, più in generale, sulla sua visione del mondo e dei legami tra l'Uomo e la sua Terra. Alla fine, il Dalai Lama, Premio Nobel per la Pace, propone una profonda meditazione sulla relazione tra buddismo e democrazia, in cui si combina il concetto della responsabilità politica dell'individuo con uno stile di vita spirituale.

http://www.apogeonline.com/libri/9788850328284/scheda

Buona lettura!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dalai »
P÷jong tendr÷ getzen nyi-÷ kyi, Trashic-nang humdu tromi zi, Nacho m³npi yule gye-gyur chi.

thun88

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« Risposta #1 il: 02 Luglio, 2008, 16:31:08 pm »
Emh...
... la domanda mi sorge spontanea...
ma tu l'hai letto?

Perchè se sì... preferirei una TUA recensione piuttosto che un copia e incolla...

Vedo di procurarmelo questo libro - tanto domani devo passare in libreria, costa 9Ç e non è tanto, visto che la gente non pu? dare giudizi affrettati (ma lo sai benissimo che tutti hanno pregiudizi, è nella natura umana, li ho io, li hai tu, li ha anche il mio gatto  :-D ! Io domani me lo procuro, e il primo che lo finisce dà un'opinione veloce sul forum, e poi ci scrive su una recensione da pubblicare nella sezione Libri del sito.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da thun88 »
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chinese-boy

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« Risposta #2 il: 02 Luglio, 2008, 19:32:19 pm »
dalai, ,,,,,,,,,,,......... ma perche non vai a rompere i coglioni da qualche altra parte!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

invece di ^^andare a comprare il tuo libro....
^^ i soldi li preferisco darli a chi ha veramente bisogno
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da chinese-boy »
ciao

lichunhaug

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« Risposta #3 il: 03 Luglio, 2008, 05:07:50 am »
Spriamo che presto anche il governo cinese decida di prendere le impronte digitali a tutti i tibetali compresi i neonati.... :twisted:  :twisted:  :twisted:  a quel punto la Cina diventera' una democrazia proprio come l'Italia!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da lichunhaug »
Ichi ni san shi 我是无敌!!!

thun88

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« Risposta #4 il: 06 Luglio, 2008, 01:19:25 am »
Ok non voglio fare lo sbruffone... ma io il libro l'ho letto in circa 4 ore.
Opinione veloce: per 9Ç mi aspettavo un libro più tosto, invece è un libercolo che riporta le traduzioni dei discorsi e delle lettere aperte dall'aprile del 2008 fino a ritornare ai discorsi degli anni '90.

Cosa mi è piaciuto
Lo stile lineare, la semplicità di linguaggio e i pochi ghirigori della dialettica

Cosa non mi ha soddisfatto
La carenza di dettagli storici, si citano solo date e eventi storici importanti. La scansione cronologica all'indietro non dà un degno quadro generale sulla questione.

Riepilogo
E' una lettura interessante, ma non esaustiva. Diffido dal comprarlo, ci sono sicuramente libri più esaustivi in quella fascia di prezzo.
Sono varie lettere e discorsi rivolti a varie popolazioni, a quella tibetana e a quella cinese, a quella internazionale e a quella europea.
Se nel primo capitolo il Dalai Lama ha esortato una vera e concreta autonomia della regione all'interno dello stato cinese (autonomia regionale dunque), man mano che passano le pagine si evince la volontà di una indipendenza da Svizzera, come Stato neutrale cuscinetto tra India-Pakistan-Cina (Pakistan è stato più volte sotto il mirino nazionale per l'inchieste del nucleare).
Ma sottolineo che le rinvedicazioni di una pacifica indipendenza culturale e formale sono cronologicamente più lontane. Dunque la soluzione della autonomia "Stato nello Stato" è quella più auspicata dal capo spirituale.
I discorsi sono del tutto circolari, rispettano la dottrina/filosofia buddista, si cerca spesso a ricondurci alla parola del dialogo, i toni sono pacati e di estrema fratellanza, non cerca di puntare il dito, ma cerca di includere le parti.
Ma cosa viene evidenziato pure? Esiste un governo ombra eletto dai tibetani stessi in democrazia, dove il Dalai Lama non è incluso. Egli stesso sà di non essere tanto un peso politica ma tuttalpiù di conforto morale e spirituale.
Io aggiungo che data l'età, difficilmente potrà vedere un risvolto a lui positiva del Tibet al termine della sua vita. Questo perchè? E' un profugo, un esiliato, è scappato dai perseguimenti. Difficilmente uno così pu? essere leader del proprio movimento pacifico. Questo in sintesi quello che rinfacciano i giovani tibetani, di essere un capo poco presente fisicamente nella loro lotta.
Perchè dico questo? Ci sono grandi esempi storici di lotte pacifiche, Mahatma Gandhi e Martin Luther King. E questi due hanno portato svolte epocali. Aggiungiamo anche il buon Nelson Mandela.
Con tutta onesta, la vedo molto dura che il Dalai Lama possa essere ricordato per tutto ci?. Lo ricorderemo solo per il premio Nobel e per essere l'esponente religioso più cool/rock-star del secolo scorso, insieme a papa Wojtyla.

Vorrei anche sottolineare che tutti i sopprusi, le persecuzioni e tutte le violazioni dei diritti umani in Tibet, non sono solo una caso a macchia di leopardo: l'intero sistema paese della Cina è egemone rispetto a questi fatti, tali trattamenti vengono rivolti ai tibetani come ad altri cinesi in altre province della Cina. Quindi, non prendiamola come una lotta di classe, bensì auspichiamo a un cambiamente lento e silenzioso di certe metodiche all'interno di un paese che ha goduto di un evoluzione economica, non al passo di quella civile.

In ultima istanza... consiglio di leggere l'ultima biografia di Martin Luther King, edita da Mondadori. Anche in questo caso ho letto il libro, e ritengo che sia una raccolta strepitosa delle azioni del pastore luterano, in quanto ha saputo riproporre questo modello nella allora democratica america  :D
Con questo non voglio dire che i grandi leader debbano essere per forza assisinati, ma devo anche dire che il coraggio di certi modelli portano grande carisma e conforto alle lotte pacifiche.



PS. Caro Yun (alias nickname Dalai)
vorrei tanto capire se tu sia veramente quello che dici di essere.
Leggendo ho capito che i veri rifugiati sono gente che è dovuta scappare, che è dovuta fuggire da casa. Hanno una storia da raccontare, tante cose da dire, un racconto su cui farci riflettere
Tu invece ti schieri contro, porti il dialogo a un punto di rottura, porti a raffronto duro e poco benevole verso il prossimo (per quanto possa essere aggressivo). La filosofia del dialogo pacifico va anche applicata nel mondo virtuale di questo forum, è veramente deplorevole che lo debba sottolineare io.

E se il mio (pre)giudizio non mi inganna, tu puoi essere inquadrato come un italiano ex-sessantottino, o comunque come uno che ha creduto nella lotta Rossa o Nera di quegli anni, gli anni di Piombo, gli anni della lotta di classe con una bandiera sempre alzata (che non era il tricolore).
La gente allora aveva qualcosa su cui lottare e farsi valere.
Oppure sei della storia più recente, risalente a vent'anni fa con la caduta del muro di Berlino, dove molti Paesi del URSS si sono smembrati (e credo tu auspico questo, che un ex Paese comunista possa perdere territori, ma se la politica odierna della RPC chiede a gran voce la riunificazione con Taiwan, la vedo molto dura nel campo della diplomazia  :roll:  :( ), forse sei uno di quelli che ha detto no alla guerra del Golfo.
Oppure sei un mio coetaneo, quello che per un breve periodo ha issato la bandiera della pace sui balconi, andava a fare i cortei contro il ministro dell'istruzione Moratti o la guerra in Iraq dopo l'undici settembre.

E se la mia analisi sempliciotta non mi inganna, il Tibet ora è nei cuori di tutti come la lotta generazionale di questi tempi, e la bandiera gialla cui sventolare sui balconi, quello che accumuna tutti. Una volta era la guerra in Vietnam che cantava Bob Dylan e Gianni Morandi, ora siamo tutti Pro Tibet con Madonna e Richard Gere. Dobbiamo sentirci in pace e buoni, dobbiamo sconffiggere il male sconosciuto, il Governo Cinese.
Suvvia... la soluzione non è semplice, nessuno conosce a fondo le filosifia politiche che stanno dietro alla Cina e al Tibet, nessuno in Italia studia capisce certe logiche dei partiti odierni, e il Tibet non si studia nelle scuola italiane (colpa di una riforma Gentile troppo vetusta).
Credimi, bisogna avere paura da questa onda mediatica, tra 4-5 anni molti si saranno già scordati di te. Ci siamo già scordati delle bombe a Sarajevo, delle guerra in Kosovo, dei bambini morti dai terroristi ceceni nella scuola di Beslan, della guerra in Iraq, di quella in Afganistan e di quella civile in Libano.
Io me li ricordo perchè ho un cuore da giornalista, spero che anche tu possa ricordarti di tutto ci? con abbastanza lucidità.
Ma gli italiani dimenticano, sono peggio dell'Alzhaimer, e sono manipolati dall'emotività mediatica che ci riempe nelle tempia.

Dimmi te chi sei, io una vaga idea di quello che puoi essere c'è l'ho. Dammi un segnale, perchè secondo me è ora di presentarsi e mettere sul tavolo diversi argomenti su cui discutere, in modo onesto e rispettoso. E non solo a decomenttare e dare dell'inetto al prossimo, questo è veramente poco buddista, e anche poco carino  :cry:
Insomma, chi sei?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da thun88 »
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« Risposta #5 il: 09 Luglio, 2008, 02:22:37 am »
Citazione da: "thun88"
Ok non voglio fare lo sbruffone... ma io il libro l'ho letto in circa 4 ore.
Opinione veloce: per 9Ç mi aspettavo un libro più tosto, invece è un libercolo che riporta le traduzioni dei discorsi e delle lettere aperte dall'aprile del 2008 fino a ritornare ai discorsi degli anni '90.

Cosa mi è piaciuto
Lo stile lineare, la semplicità di linguaggio e i pochi ghirigori della dialettica

Cosa non mi ha soddisfatto
La carenza di dettagli storici, si citano solo date e eventi storici importanti. La scansione cronologica all'indietro non dà un degno quadro generale sulla questione.

Ti ringrazio per aver letto il libro, anche a fronte dei 9Ç, se ci sarà la possibilità ti rimborserò la somma spesa.
E' un libro che raccoglie i discorsi di Sua Santità, non è un libro storico. L'avevo segnalato perchè espone con chiarezza il suo pensiero, che molti qui condannano senza aver mai letto niente a riguardo.




Citazione
Se nel primo capitolo il Dalai Lama ha esortato una vera e concreta autonomia della regione all'interno dello stato cinese (autonomia regionale dunque), man mano che passano le pagine si evince la volontà di una indipendenza da Svizzera, come Stato neutrale cuscinetto tra India-Pakistan-Cina (Pakistan è stato più volte sotto il mirino nazionale per l'inchieste del nucleare).
Ma sottolineo che le rinvedicazioni di una pacifica indipendenza culturale e formale sono cronologicamente più lontane. Dunque la soluzione della autonomia "Stato nello Stato" è quella più auspicata dal capo spirituale.

Qui è importante precisare i due motivi che hanno portato a questo passaggio:
1)Il governo cinese che ha sempre ingannato il Dalai Lama, dicendosi disponibili ad avviare colloqui che poi bruscamente interrompevano solo allo scopo di guadagnare tempo in vista della "soluzione finale", la scomparsa della cultura e dell'identità tibetana a la sua sostituzione con quella cinese. Anche adesso stanno facendo lo stesso, colloqui inutili.
2)L'esasperazion dei tibetani che non credono più alle menzogne cinesi e pensano che l'unica soluzione sia uno stato libero e indipendente.
Il Dalai Lama appoggia la via di mezzo dell'autonomia all'interno della RPC, lasciando ai cinesi solo la politica estera.
Lo "stato nello stato" sarebbe come un ritorno al tempo dell'Impero Qing, non è l'ideale ma sempre meglio di niente. Tuttavia penso che i cinesi non concederanno mai nulla. Io sono per l'indipendenza, per me è l'unica via per salvare il Tibet dall'annulamento.


Citazione
Ma cosa viene evidenziato pure? Esiste un governo ombra eletto dai tibetani stessi in democrazia, dove il Dalai Lama non è incluso. Egli stesso sà di non essere tanto un peso politica ma tuttalpiù di conforto morale e spirituale.

Il Dalai Lama èa favore di un governo pienamente democratico per il Tibet e se questo si realizzerà, lui non ne farà parte, rinuncerà a tutti i poteri che spettano al Dalai lama.
Per questo affermare che vuole un ritorno della teocrazia è solo una MENZOGNA, è solo stupida propaganda antitibetana, chiunque conosce il pensiero del Dalai Lama o ha fatto lo sforzo di informarsi solo un pochino a rigurado sa che è FALSO.

Citazione
Vorrei anche sottolineare che tutti i sopprusi, le persecuzioni e tutte le violazioni dei diritti umani in Tibet, non sono solo una caso a macchia di leopardo: l'intero sistema paese della Cina è egemone rispetto a questi fatti, tali trattamenti vengono rivolti ai tibetani come ad altri cinesi in altre province della Cina. Quindi, non prendiamola come una lotta di classe, bensì auspichiamo a un cambiamente lento e silenzioso di certe metodiche all'interno di un paese che ha goduto di un evoluzione economica, non al passo di quella civile.
Sì le repressioni vanno contro tutti cinesi e non, ma ricorda che verso i tibetani e gli uighur c'è dietro una piano preordinato il cui scopo è l'annientamento della loro identità culturale quindi nazionale. Il primo passo è spingerli all'abbandono delle lingua, cancellando le classi nelle uuniverisità, e forzandoli a imparare il cinese al posto delle loro lingue. I cinesi dicono le altre lingue sono inferiori e sono un ostacolo al progresso e alla civiltà. Poi vengono distrutti anche i libri dove si parla della storia e delle tradizioni di questi popoli. Vogliono creare la 中华民族, assimilando tutti agli han, come aveva teorizzato Sun Yat-sen. Perchè secondo te quando si lancia la campagna repressiva 扫黄击政 vengono confiscati e bruciati i libri che trattano di storie, tradizioni, letteratura di questi popoli?

Citazione
Tu invece ti schieri contro, porti il dialogo a un punto di rottura, porti a raffronto duro e poco benevole verso il prossimo (per quanto possa essere aggressivo). La filosofia del dialogo pacifico va anche applicata nel mondo virtuale di questo forum, è veramente deplorevole che lo debba sottolineare io.

Io sto qui a dialogare con te, questo dovrebbe bastare a capire le mie intenzioni. L'accusa che cerco sempre lo scontro è infondata.
Non ho mai affermato di seguire la politica del dialogo pacifico, dialogo e basta.

Citazione
E se il mio (pre)giudizio non mi inganna, tu puoi essere inquadrato come un italiano ex-sessantottino, o comunque come uno che ha creduto nella lotta Rossa o Nera di quegli anni, gli anni di Piombo, gli anni della lotta di classe con una bandiera sempre alzata (che non era il tricolore).
La gente allora aveva qualcosa su cui lottare e farsi valere.
Oppure sei della storia più recente, risalente a vent'anni fa con la caduta del muro di Berlino, dove molti Paesi del URSS si sono smembrati (e credo tu auspico questo, che un ex Paese comunista possa perdere territori, ma se la politica odierna della RPC chiede a gran voce la riunificazione con Taiwan, la vedo molto dura nel campo della diplomazia   ), forse sei uno di quelli che ha detto no alla guerra del Golfo.
Oppure sei un mio coetaneo, quello che per un breve periodo ha issato la bandiera della pace sui balconi, andava a fare i cortei contro il ministro dell'istruzione Moratti o la guerra in Iraq dopo l'undici settembre.
Io sono me stesso e non mi riconosco in queste categorie da te elencate.
Sono per il Tibet. Quei paesi si sono smembrati perchè erano creazioni artificiali, popoli costretti a vivere insieme sotto il pugno di ferro. Quando i loro regimi repressivi sono crollati, sono tornati liberi. Ricorda che tutti gli stati multinazionali sono stati creati con la forza e che c'è sempre una nazionalità che domina sulle altre. In URSS i russi, in Yugoslavia i serbi, nell'Impero asburgico gli austriaci e solo in seguito gli ungheresi ottennero l'autonomia,dopo molte lotte, no ncosì per slavi e italiani, nella RPC i cinesi.


Citazione
Suvvia... la soluzione non è semplice, nessuno conosce a fondo le filosifia politiche che stanno dietro alla Cina e al Tibet, nessuno in Italia studia capisce certe logiche dei partiti odierni, e il Tibet non si studia nelle scuola italiane (colpa di una riforma Gentile troppo vetusta).
La soluzione non è mai semplice perchè è dolorosa.
Conosco il Tibet e la Cina, non sono un mistero per me.

Citazione
Dimmi te chi sei, io una vaga idea di quello che puoi essere c'è l'ho. Dammi un segnale, perchè secondo me è ora di presentarsi e mettere sul tavolo diversi argomenti su cui discutere, in modo onesto e rispettoso. E non solo a decomenttare e dare dell'inetto al prossimo, questo è veramente poco buddista, e anche poco carino  
Insomma, chi sei?


Se sai poco o nulla sul Tibet e ti metti a dare lezioni, allora si merita di essere chiamato ignorante. Per me è una perdita di tempo parlare con certa gente.
Il segnale  è che mi sembri una persona ragionevole con cui si pu? discutere, quindi se vuoi approfondire la questione tibet-cina per me va bene.
Chi sono? e che importanza pu? avere su un forumò L'importante è quello che scrivo.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dalai »
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Dalai

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« Risposta #6 il: 09 Luglio, 2008, 02:45:41 am »
Citazione da: "chinese-boy"
dalai, ,,,,,,,,,,,......... ma perche non vai a rompere i coglioni da qualche altra parte!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

invece di ^^andare a comprare il tuo libro....
^^ i soldi li preferisco darli a chi ha veramente bisogno


So che tu non leggi, il libro è per persone interessate al pensiero del Dalai Lama.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dalai »
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« Risposta #7 il: 09 Luglio, 2008, 03:11:43 am »
Citazione da: "Dalai"
Citazione da: "thun88"
Ok non voglio fare lo sbruffone... ma io il libro l'ho letto in circa 4 ore.
Opinione veloce: per 9Ç mi aspettavo un libro più tosto, invece è un libercolo che riporta le traduzioni dei discorsi e delle lettere aperte dall'aprile del 2008 fino a ritornare ai discorsi degli anni '90.

Cosa mi è piaciuto
Lo stile lineare, la semplicità di linguaggio e i pochi ghirigori della dialettica

Cosa non mi ha soddisfatto
La carenza di dettagli storici, si citano solo date e eventi storici importanti. La scansione cronologica all'indietro non dà un degno quadro generale sulla questione.

Ti ringrazio per aver letto il libro, anche a fronte dei 9Ç, se ci sarà la possibilità ti rimborserò la somma spesa.
E' un libro che raccoglie i discorsi di Sua Santità, non è un libro storico. L'avevo segnalato perchè espone con chiarezza il suo pensiero, che molti qui condannano senza aver mai letto niente a riguardo.




Citazione
Se nel primo capitolo il Dalai Lama ha esortato una vera e concreta autonomia della regione all'interno dello stato cinese (autonomia regionale dunque), man mano che passano le pagine si evince la volontà di una indipendenza da Svizzera, come Stato neutrale cuscinetto tra India-Pakistan-Cina (Pakistan è stato più volte sotto il mirino nazionale per l'inchieste del nucleare).
Ma sottolineo che le rinvedicazioni di una pacifica indipendenza culturale e formale sono cronologicamente più lontane. Dunque la soluzione della autonomia "Stato nello Stato" è quella più auspicata dal capo spirituale.

Qui è importante precisare i due motivi che hanno portato a questo passaggio:
1)Il governo cinese che ha sempre ingannato il Dalai Lama, dicendosi disponibili ad avviare colloqui che poi bruscamente interrompevano solo allo scopo di guadagnare tempo in vista della "soluzione finale", la scomparsa della cultura e dell'identità tibetana a la sua sostituzione con quella cinese. Anche adesso stanno facendo lo stesso, colloqui inutili.
2)L'esasperazion dei tibetani che non credono più alle menzogne cinesi e pensano che l'unica soluzione sia uno stato libero e indipendente.
Il Dalai Lama appoggia la via di mezzo dell'autonomia all'interno della RPC, lasciando ai cinesi solo la politica estera.
Lo "stato nello stato" sarebbe come un ritorno al tempo dell'Impero Qing, non è l'ideale ma sempre meglio di niente. Tuttavia penso che i cinesi non concederanno mai nulla. Io sono per l'indipendenza, per me è l'unica via per salvare il Tibet dall'annulamento.


Citazione
Ma cosa viene evidenziato pure? Esiste un governo ombra eletto dai tibetani stessi in democrazia, dove il Dalai Lama non è incluso. Egli stesso sà di non essere tanto un peso politica ma tuttalpiù di conforto morale e spirituale.

Il Dalai Lama èa favore di un governo pienamente democratico per il Tibet e se questo si realizzerà, lui non ne farà parte, rinuncerà a tutti i poteri che spettano al Dalai lama.
Per questo affermare che vuole un ritorno della teocrazia è solo una MENZOGNA, è solo stupida propaganda antitibetana, chiunque conosce il pensiero del Dalai Lama o ha fatto lo sforzo di informarsi solo un pochino a rigurado sa che è FALSO.

Citazione
Vorrei anche sottolineare che tutti i sopprusi, le persecuzioni e tutte le violazioni dei diritti umani in Tibet, non sono solo una caso a macchia di leopardo: l'intero sistema paese della Cina è egemone rispetto a questi fatti, tali trattamenti vengono rivolti ai tibetani come ad altri cinesi in altre province della Cina. Quindi, non prendiamola come una lotta di classe, bensì auspichiamo a un cambiamente lento e silenzioso di certe metodiche all'interno di un paese che ha goduto di un evoluzione economica, non al passo di quella civile.
Sì le repressioni vanno contro tutti cinesi e non, ma ricorda che verso i tibetani e gli uighur c'è dietro una piano preordinato il cui scopo è l'annientamento della loro identità culturale quindi nazionale. Il primo passo è spingerli all'abbandono delle lingua, cancellando le classi nelle uuniverisità, e forzandoli a imparare il cinese al posto delle loro lingue. I cinesi dicono le altre lingue sono inferiori e sono un ostacolo al progresso e alla civiltà. Poi vengono distrutti anche i libri dove si parla della storia e delle tradizioni di questi popoli. Vogliono creare la 中华民族, assimilando tutti agli han, come aveva teorizzato Sun Yat-sen. Perchè secondo te quando si lancia la campagna repressiva 扫黄击政 vengono confiscati e bruciati i libri che trattano di storie, tradizioni, letteratura di questi popoli?

Citazione
Tu invece ti schieri contro, porti il dialogo a un punto di rottura, porti a raffronto duro e poco benevole verso il prossimo (per quanto possa essere aggressivo). La filosofia del dialogo pacifico va anche applicata nel mondo virtuale di questo forum, è veramente deplorevole che lo debba sottolineare io.

Io sto qui a dialogare con te, questo dovrebbe bastare a capire le mie intenzioni. L'accusa che cerco sempre lo scontro è infondata.
Non ho mai affermato di seguire la politica del dialogo pacifico, dialogo e basta.

Citazione
E se il mio (pre)giudizio non mi inganna, tu puoi essere inquadrato come un italiano ex-sessantottino, o comunque come uno che ha creduto nella lotta Rossa o Nera di quegli anni, gli anni di Piombo, gli anni della lotta di classe con una bandiera sempre alzata (che non era il tricolore).
La gente allora aveva qualcosa su cui lottare e farsi valere.
Oppure sei della storia più recente, risalente a vent'anni fa con la caduta del muro di Berlino, dove molti Paesi del URSS si sono smembrati (e credo tu auspico questo, che un ex Paese comunista possa perdere territori, ma se la politica odierna della RPC chiede a gran voce la riunificazione con Taiwan, la vedo molto dura nel campo della diplomazia   ), forse sei uno di quelli che ha detto no alla guerra del Golfo.
Oppure sei un mio coetaneo, quello che per un breve periodo ha issato la bandiera della pace sui balconi, andava a fare i cortei contro il ministro dell'istruzione Moratti o la guerra in Iraq dopo l'undici settembre.
Io sono me stesso e non mi riconosco in queste categorie da te elencate.
Sono per il Tibet. Quei paesi si sono smembrati perchè erano creazioni artificiali, popoli costretti a vivere insieme sotto il pugno di ferro. Quando i loro regimi repressivi sono crollati, sono tornati liberi. Ricorda che tutti gli stati multinazionali sono stati creati con la forza e che c'è sempre una nazionalità che domina sulle altre. In URSS i russi, in Yugoslavia i serbi, nell'Impero asburgico gli austriaci e solo in seguito gli ungheresi ottennero l'autonomia,dopo molte lotte, no ncosì per slavi e italiani, nella RPC i cinesi.


Citazione
Suvvia... la soluzione non è semplice, nessuno conosce a fondo le filosifia politiche che stanno dietro alla Cina e al Tibet, nessuno in Italia studia capisce certe logiche dei partiti odierni, e il Tibet non si studia nelle scuola italiane (colpa di una riforma Gentile troppo vetusta).
La soluzione non è mai semplice perchè è dolorosa.
Conosco il Tibet e la Cina, non sono un mistero per me.

Citazione
Dimmi te chi sei, io una vaga idea di quello che puoi essere c'è l'ho. Dammi un segnale, perchè secondo me è ora di presentarsi e mettere sul tavolo diversi argomenti su cui discutere, in modo onesto e rispettoso. E non solo a decomenttare e dare dell'inetto al prossimo, questo è veramente poco buddista, e anche poco carino  
Insomma, chi sei?

Se sai poco o nulla sul Tibet e ti metti a dare lezioni, allora si merita di essere chiamato ignorante. Per me è una perdita di tempo parlare con certa gente.
Il segnale  è che mi sembri una persona ragionevole con cui si pu? discutere, quindi se vuoi approfondire la questione tibet-cina per me va bene.
Chi sono? e che importanza pu? avere su un forumò L'importante è quello che scrivo.


Forse analfabetismo fa parte della cultura Tibetana (prima dell 1959 ne aveva 95 per cento)
Hai ragione Dalai il governo cinese sta distruggendo la vera cultura Tibetana(quella pura pura)  :lol:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da wen »
ô蒙古人除了马粪什么也没有留下ö

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« Risposta #8 il: 09 Luglio, 2008, 09:05:21 am »
caro dalai,
prima di scrivere sulla storia tibetana, prova almeno a non dire fesserie su quella europea e occidentale che bene o male nelle scuole occidentali si insegna.

1) dici "tutti gli stati multinazionali sono stati creati con la forza":

1.a il concetto di "nazione" é modernissimo (XVIII secolo) ed occidentale; gli Stati esistono da assai prima e ovviamente TUTTI sono nati tramite la forza e QUASI TUTTI comprendopno culture, gruppi umani, etnie, lingue diverse (ben prima che si possa parlare di "naziooni") salvo dove, CON LA FORZA, si é fatta "pulizia etnica" e si é cercato di COMPATTARE ARTIFICIALMENTE la popolazione

esempi:
* Stato Romano  (multi-tutto, ma quando occorre etnocida: vedi ilcaso etrusco);
* Regno di Francia;
* Castilla-Aragona (genocidio antiebraico e antimusulmano);
ecc.;

2) nella Storia a Stati multiculturali e multietnici creati con la forza corrispondono anche Stati multietnici e multiculturali spezzati dall'esterno (e con l'appoggio di ascari separatisti locali) con altrettanta forza, cosa a cui ha spesso fatto seguito (l'esempio più recente é la ezx-Jugoslavia) l'orrore del compattamento artificiale attraverso la "pulizia etnica", quindi non esiste un'identità STATO MULTIETNICO = FIGLIO DELLA FORZA/ STATO MONOETNICO = FIGLIO DEL DIRITTO;

2) é ipocrita non accettare che la RPC sia uno stato multietnico/multiculturale, esaltare la distruzione dell'Impero Austroungarico (avvenuta tramite guerre fra Stati, peraltro largamente...mltietnici anche se lo negavano: vedi Gran Bretagna, Francia, Italia, Russia...) o della ex-Yugoslavia (Serbi e Croati NON SONO etnie né nazionalità) come fattori di libertà e accettare invece in silenzio che lo siano la Francia, gli USA, la Gran Bretagna, l'Italia, il Perù, l'Indonesia, ecc.; l'alternativa é spaccare trtuto, dare sfogo a tutti i separatisti foraggiati da Stati stranieri e gruppi industriali del Mondo e creare tutti ghetti/staterelli feudal-mafiosi (come il Kossovo, la Transnistria, la Moldavia, ecc.) monoetnici/monoculturali/monoreligiosi.... ed é proprio questo il riscghio di appoggiare acriticamente gli indipendentismi padano, tibetano, kossovaro, corso,  uighuro, bretone,  del condominio di Viale Giulio Cesare, della scala B, dell'interno 24, ecc.!

3) la concezione che privilegia lo STATO MONOETNICO/MONONAZIONALE/MONOCULTURALE/MONORELIGIOSO (le 4 cose non coincidono) rispetto a quello MULTIETNICO/MULtICULTURALE/MULTIETNICO/MULTINAZIONALE (idem) é stata propria dell'estremismo nazionalista romantico e post-romantico tedesco da cui nasce come figlio legittimo il nazismo: EIN VOLK, EIN REICH , EIN FUHRER e passa necessariamente per i seguenti processi:
* definizione FITTIZIA di "popolo" in termini mitici;
* aggancio di tale definizione a un "passato millenario" falsificato;
* concezione di se stessi come "superiori" e degli altri come "inferiori";
* concezione della presenza di "altri" nel proprio Stato come di un cancro da estirpare;
* applicazione delle misure concrete per tale estirpazione: pulizia etnica, deportazioni, genocidio, guerra.

Mi fa piacere, dopo che per tante volte sono stato accusato di aver definito "nazista" il lamaismo tibetano (che NON ERA nazista, anche peché il nazismo é più recente, ma... solo feudal-schiavista e basato su concezioni che trovarono grande simpatia da parte dei nazisti, simpatia peraltro ricambiata verso noti criminali nazisti DOPO il 1945!) che alla fine si arrivi proprio a questo punto che é essenziale.

Infatti la concezone MONONAZIONALE/MONOETNICA/MONORELIGOSA/MONOCULTURALE dello Stato NON E' SOLO quella del nazismo (era anche quella di Filippo II di Spagna e dell'Israele del "Signore degli eserciti" biblico, a parte l'aggettivo "nazionale", inutilizzabile all'epoca), ma é certo stata ANCHE DEL NAZISMO ed il nazismo l'ha portata alla massima coerenza.

Per cui la questione, sì, é proprio questa: gli Stati devono essere MONOETNICI/MONOCULTURALI/MONORELIGIOSI o possono essere anche e soprattutto PLURI?

Ultimissima osservazione: chi definisce il MONO? Ossia, chi definisce i confini dell'ETNIA/CULTURA/NAZIONE/POPOLO?

L'ONU in 60 anni ad esempio NON E' riuscito a definire chi sia il "popolo" che pure ha nella sua Carta costitutiva il diritto all'autodeterminazione...

Gli Italiani sono un "popolo", un'"etnia", una "nazione"? e i Padani? E i Bergamaschi? e gli abitanti di Bergamo alta? e quelli di Piazza Donmo? e quelli del numero civico 42?

Gli Yugoslavi non erano un popolo/un'etnia/una nazione, vero, ma i Kossovari (albanofoni, slavofoni, rom, ecc.), senza pulizie etniche lo sono/lo sarebbero? e i Siciliani, i Corsi (pied-noirs fuggiti dal'Algeria compresi), i Bretoni, gli Occitani?

Perfino la classificazione delle minoranze nazionali cinesi é del tutto artificiale: dico di più, NON ESISTE alcuna etnia/nazionalità tibetana (vedi i testi del grande Tucci), ma un insieme di gruppi umani di diversa matrice etnica e culturale, frutto di mescolamenti fra migrazioni dal Nepal, dall'India, dallo Sichuan, dall'Asia Centrale (popolati decine di migliaia di anni prima dell'Himalaya), di elementi culturali sciamanici siberiani, induisti (e poi buddhisti) indiani, centrasiatici, ecc., in parte sopravvissuti, in parte sincretizati, in parte distrutti nelle violentissime campagne  di buddhistizzazione medievale del Tibet!

E questo vale PER TUTTO IL PIANETA, per cui basare una rivendicazione indipendentista sulla propria presunta "cultura millenaria" é del tutto ridicolo perché non si stabilisce mai a che periodo ci si iferisce:

* chi pu? rivendicare la costa del Medio Oriente: i discendenti dei  "Fenici"  ( chi sono? certo non i Libanesi....), gli "Ebrei" (compresi quelli che vengono dall'Est Europeo,  discendenti da Tatari convertitisi all'Ebraismo solo nel tardo medioevo), i "Siriani" (che hanno a che fare con gli Assiri come un Viterbese di oggi con gli Etruschi...), i "Francesi" (perché vi crearono staterelli "crociati")?

* di chi é Firenze: dei discendenti degli Etruschi, di quelli dei Romani, di quelli dei Lorena, di quelli...?

Basta col gioco al massacro! DIRITTI SI', per tutti, Rom o Siciliani, Tibetani o Wengzhouesi, Bretoni o Navajos: "EIN VOLK, EIN REICH, EIN FUHRER mai più!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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chinese-boy

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« Risposta #9 il: 09 Luglio, 2008, 09:22:37 am »
Citazione da: "Dalai"
Citazione da: "chinese-boy"
dalai, ,,,,,,,,,,,......... ma perche non vai a rompere i coglioni da qualche altra parte!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

invece di ^^andare a comprare il tuo libro....
^^ i soldi li preferisco darli a chi ha veramente bisogno

So che tu non leggi, il libro è per persone interessate al pensiero del Dalai Lama.



ne ho gia' cosi tanti di pensieri.... quelli miei!.....  :wink:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da chinese-boy »
ciao

Dubbio

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« Risposta #10 il: 09 Luglio, 2008, 23:02:58 pm »
Citazione da: "Dalai"
Chi sono? e che importanza pu? avere su un forumò L'importante è quello che scrivo.
Ma quello che scrivi non è indipendente da quello che sei .....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

thun88

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« Risposta #11 il: 09 Luglio, 2008, 23:21:56 pm »
No nessun rimborso figurati, tanto sono abituato a spendere 20-30Ç a botta ogni volta che vado in libreria, sono un avido lettore di lunga data ;)
Certo che quello che dice Cavallo è condivisibile, le divisioni in generale, a qualsiasi latitudine geografica e storica portano sempre a conflitti, tensioni e scontri non indifferenti.
Ovvio, avere la soluzione pacifica a portata di mano sarebbe ottima e auspicabile.
Di poche cose sono sicuro: la bolla mediatico a settembre si ridurrà drammaticamente, anche se l'attenzione mondiale persisterà comunque, volente o nolente... la Cina è la candidata n.1 come potenza mondiale, come non distorgliele gli occhi?
E di sicuro, la Cina è sovrana del suo Stato. Ci sono lenti cambiamenti interni, come la legge sul contratto di lavoro. I cambiamenti ci sono, ma bisogna negoziare con una certa cautela. Ma credo che la spinta più significativa avverrà con le generazioni future, quelli dei figli unici che vedranno il tramonto di ritmo forsennato del PIL e di un andamento stabile dell'economia interna. Saranno loro i primi a prendere coscienza di essere attori e poter partecipare una futura democrazia cinese (di qualsiasi tipo).
Ma questo avverrà, secondo me, non prima di 50 anni... credo che nessuno di noi vedrà concretamente tutto ci?. Il sistema monopartitico attuale è il sistema politico che garantisce la maggior stabilità per uno stato abnorme di quasi 1,5 miliardi di persone. Io personalmente non vedrei mai ora un sistema paese diverso, i cinesi sono troppo immaturi culturalmente in generale, hanno appena sconfitto il problema della fame in 30 anni e ora auspicano al benessere tanto ostentato dall'Occidente.
Il passo futuro sarà appunto appagare la mente, rendendoli consapevoli che ognuno di loro è testa e cervello, e non vacche che ascoltano i media nazionali e internazionali che gli inculcano idee ossessive (Il Giappone è il nostro nemico storica - La Cina è il nostro amore etc.).

Insomma, il futuro sarà diverso, ma veramente...
... l'evento drammatico mondiale più imminente è il bombardamento di Israele da parte di Ahmadinejad, con conseguente guerra dei paesi NATO contro l'Iran, salita a 1,8-2,0Ç della benzina e tanti altri catastrofi mondiali di inflazioni imminenti (perchè le guerre ahimè sembrano necessarie per ristabilire gli equilibri delle più importanti lobby economiche mondiali). Io sinceramente ho paura dell'Iran, anche se i giornali vi dedicano solamente una pagina ogni tanto.

Si, lo stato di rifugiati apolidi per i tibetani durerà a lungo, volenti o nolenti. Che ci piaccia o meno.
Potremo parlarne per ore, leggere i libri interi, ma gli unici che potrebbero fare pressioni sono gli stessi che si sono riuniti ora al nuovo G8 in Giappone, e difficilmente i partner economici della Cina faranno pressioni in questo caso. E poi c'è la questione Taiwan, più all'ordine del giorno.
Per me non ci sono speranze, almeno nel breve periodo.
Oh ragazzi, io me ne tiro fuori dalla questione, se c'è un altro libro magari passo in biblioteca, altrimenti consideratemi morto  :wink: preferisco discutere di economia d'ora in poi.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da thun88 »
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Dalai

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« Risposta #12 il: 20 Luglio, 2008, 10:00:15 am »
Citazione da: "chinese-boy"
Citazione da: "Dalai"
Citazione da: "chinese-boy"
dalai, ,,,,,,,,,,,......... ma perche non vai a rompere i coglioni da qualche altra parte!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

invece di ^^andare a comprare il tuo libro....
^^ i soldi li preferisco darli a chi ha veramente bisogno

So che tu non leggi, il libro è per persone interessate al pensiero del Dalai Lama.


ne ho gia' cosi tanti di pensieri.... quelli miei!.....  :wink:


Posso capire.   :)
Segnalare un libro sui discorsi del Dalai Lama però mi sembrava utile per chi lo critica inutilmente senza nenache conoscere lui e il suo messaggio.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dalai »
P÷jong tendr÷ getzen nyi-÷ kyi, Trashic-nang humdu tromi zi, Nacho m³npi yule gye-gyur chi.

Dalai

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« Risposta #13 il: 20 Luglio, 2008, 10:06:32 am »
Citazione da: "thun88"
Oh ragazzi, io me ne tiro fuori dalla questione, se c'è un altro libro magari passo in biblioteca, altrimenti consideratemi morto  :wink: preferisco discutere di economia d'ora in poi.


E' un vero peccato che tu non voglia più discutere del Tibet, ma almeno sei onesto perchè per palrarne bisogna prima conoscere a fondo l'argomento. Tu lo hai capito ma qualche altro fa finta di nulla, capace solo di inguiriare il prossimo che non la pensa come lui.
Ti ringrazio ancora per aver comprato il libro e se vuoi posso segnalartene altri di più impegnativi che trattano la storia recente e passata.
Grazie.  =D>
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dalai »
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« Risposta #14 il: 20 Luglio, 2008, 10:55:17 am »
oltre che usare come nick "Dalai" (dimostrando quanto poco si rispettino le tradizioni che si afferma di voler difendere...) é divertente anche mettersi come "località"   AGARTHI  , he fa pate delle leggende più esoteriche (e cupe) connesse con il mondo dell'area fra il subcontinente indiano e l'Himalaya e che é stato un mito che in Occidente (quell'Occidente di cui é figlio il Dalai del nick)é stato rilanciato dalla teosofia tedesca (romantico-nazionalista e razzista) e ripreso dal nazismo:

vedi:

http://www.geocities.com/palingenesi200 ... agi/02.htm

http://www.misteria.org/la%20svastica%2 ... stelli.htm

http://www.angelsofmars.it/Nazismo/la%2 ... gharta.htm

http://www.gaiascienza.com/thule_02.htm

sono siti del tutto diversi fra loro ma che fanno ampio riferimento a quanto afermo e a quanto é spiegato dettagliatamente nei testi di Giogio Galli (che non era maoista, né un esaltato, né un estremista di sinistra, ma uno dei migliori giornalisti  italiani...).
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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