caro Direttor Tonelli, io ho citato fatti e date, ho citato il parere di un giudice )Maritati) che per 20 anni ha combattuto la malavita organizzata più di me e lei assieme e che ha spiegato analiticamente i fenomeni di integrazione delle frazioni delinquenziali di diversi tipi di migranti in mercati e strutture illegali made in Italy al Congresso degli Antropologi Italiani (AIEA) del 2000 che lo aveva invitato ad hoc e che (a diferenza di lei) ha apprezato molto quell'analisi e ha imparato da Maritati quel che lei non impara, evidentemente, quando arla a sproposito di "cupole" e di mille boutiques al soldo dei Giuliano (sa quanti sono i negozi romani di quel 35% in cui ha le man in pasta il crimine organizzato a Roma? oltre 100.000, al 99% italiani).
Se si vuole combattere il crimine organizzato si deve colpire le VERE cupole (come cercavano di fare Falcone e Borsellino e Dalla Chiesa, che sono stati ammazzati per questo) che guarda caso sono nell'area della conivenza mafie-politica ITALIANE, non spacciare per grandi successi contro inesistenti cupole 7 camorristi arrestati e raccontare la favoletta (che già Dubbio le ha distrutto) che é strano che ci siano quartieri in mano alla camorra (ma l'inchiesta non dice affatto questo), riferendosi al povero, martoriato Esquilino, mentre a parte le 3 regioni italiche ove TUTTO é in mano alle mafie, io le ho fatto notare dati alla mano due fatti decisivi:
- che ci sono davvero interi quartieri di Roma (NON Esquilino) in mano alle mafie e che il 35% del commercio romano in blocco ha addentellati con le mafie;
- che Esquilino ha una bella tradizione di illegalità e camorra e che quindi non c'é nulla di strano o di impotato in quel che avviene ora che ci sono ANCHE (ma non solo: i residenti sono ancora in maggioranza Italiani) Cinesi, Bangladeshi, ecc. .
Aggiungo che le mafie riciclano i oro soldi (fatti sempre in ottimo rapporto con i poteri italiani) dove vi sono alti incrementi di valore immobiliare/commerciale: a Roma si tratti di S.Lorenzo, Campo de'Fori, Ostia o, ovviamente, Esquilino e che chi (Italiano, non mafioso) vende in quelle situazioni guadagna cifre enormi e contribuisce (padsaporto italiano in tasca) al riciclaggio quanto chi compra.
E sottolineo ancora che lei non risponde a nessuno dei miei dati e soprattutto non spiega perché si fa tanto chiasso sull'inchiesta all'Esquilino e non se ne fa affatto su quel 35% che ho citato o sui riciclaggi mafiosi negli stabilimenti balneari e nelle pizzerie di Ostia, nei negozi di Via Nazionale, nei pub di San Lorenzo, negli appartamenti a Campo de'Fiori; a me sorge il dubbio che sia perché non si pu? fare facile propaganda anti-migranti in quei casi, ma se lei ha una spiegazione migliore la dia.
E dica anche se il fatto che lei ammette ("prima dei Cinesi l'Esquilino era peggio"!) é compatibile col mito strausato della necesità di "tutelare le tradizioni dell'Esquilino" e con la barzelletta del "degrado" (si "degrada" ci? che già non lo é: Esquilino era iperdegradato e semmai ha avuto interventi di riqualificazione che prima si sognava: cquario, Mercato, Giardini,. ecc.).
Quali tradizioni? Se volessi generalizzare come oggi é di moda fare contro i Cinesi di Esquilino e per usare termini degni di "caciara" direi: le tradizioni dei magliari, dei papponi (per chi non lo sa si tratta di sfruttatori della prostituzione) e dei propietari italiani delle pesnioncineper prostitute degli anni '60, dei cravattari (=usurai), dei ricettatori di Via Giolitti, Via Turati, Piazza Dante (preciso che la sorella di mia nonna viveva presso Piazza Dante dagli anni '30, tanto per far capire che ovviamente non faccio di ogni erba un fascio), dei camorristi dei depositi di merce contraffatta delle traverse presso Piazza Manfredo Fanti degli anni '70?
Se si facesse dell'Esquilino, accanto a Termini, un quartiere di offerta commerciale multietnica (sì, anche coi vituperati showrooms cinesi, aiutanmdoli a riqualificarsi e valorizzarsi), una vera PORTA DI ROMA multiculturale (come si é fatto a Barcellona, come si sta facendo a Parigi) migliore e meno energivora della pagliacciata di ipermercato chiamata impropriamente con qul nome alla Bufalotta (dove le mafie non ci sono mica....ahahahah: chiedere a Caltagirone), se si valorizzasse la dimensione del rapporto coi viaggiatori, con chi sosta o transita per Roma, se si creassero strumenti promozionali per il suo mercato rionale, il più "etnico" di Roma (e che sopravvive solo per quello), se si punisse il vero racket, quello di tanti "tutori dell'ordine" (non tutti), se si facessero meno leggi slitta-processi, meno tagli al bilancio delle forze dell'ordine, meno proclami anti.-Rom, meno abbracci e baci alla malavita organizzata da parte dei politici, meno riciclaggi di tangenti da parte dei politici in prprietà immobiliari romane, meno frequentazioni dei "furbetti delm quartierino", se insomma Roma e l'Italia diventassero "normali", si scoprirebbe che i inesi all'Esquilino lo hanno salvato e sono una enorme risorsa non valorizzata.
Ma si preferisce cavalcare lo scandalismo, parlare di "cupole" e di "degrado", salvo poi dissociarsi dopo la preannuniata "notte dei cristalli".
E sarei io che faccio il "tanto peggio tanto meglio"? Ma li legge i rapporti UE, quelli Amnesty, quelli della Federculture (oggi su REPUBBLICA), i resoconti dei giornali stranieri sull'Italia?