Il futuro del Tibet - page 2 - Attualità - Associna Forum

Sondaggio

Quale deve essere il futuro del Tibetò

Ottenere l'indipendenza
5 (15.6%)
Una vera autonomia all'interno della RPC
14 (43.8%)
Continuare con la situazione attuale
6 (18.8%)
Assimilazione totale ai cinesi-han
7 (21.9%)

Totale votanti: 32

Le votazioni sono chiuse: 04 Agosto, 2008, 17:57:14 pm

Autore Topic: Il futuro del Tibet  (Letto 9454 volte)

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Xaratos

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« Risposta #15 il: 28 Agosto, 2008, 00:47:30 am »
Anche se mi sembra utopistico, spero nella seconda opzione perché sono dell'avviso che dare un pò di autonomia (controllata) ad un paese (non si parla di stato) è più auspicabile di un massacro (indipendentemente da chi sono le vittime e chi i carnefici). Comprendo le ragioni di yang e ovviamente non ho niente da eccepire alle ricostruzioni storiche di Cavallo e pure io sarei contrario ad una presa di potere da parte di un'autorità religiosa (di qualsiasi tipo sia, la chiesa romana ha gia fatto troppi disastri e versato troppo sangue), per questo NON SONO d'accordo con l'indipendenza del tibet, ma come ho gia detto... un pò d'autonomia per evitare massacri e rivolte, per me sarebbe auspicabile... anche se dubito che una tal proposta verrà mai presa in esame dato che se c'è una cosa che ho imparato sulla PPC è che loro vogliono tenere tutto CENTRALIZZATO su Pechino e non per fame di potere o che altro, ma per un discorso di "stabilità" del paese, se ci fosse uno stato autonomo in deroga alle regole della PPC si creerebbe un precedente che metterebbe a dura prova il lavoro che Pechino ha fatto in questi anni per mantenere stabile la politica della Cina.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Xaratos »
"Ho pieta di coloro; che l´amore di se ha legato alla patria. La patria non è altro che un campo di tende, in un deserto di sassi!" - Antico Canto Tibetano.

Gia_76

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« Risposta #16 il: 10 Settembre, 2008, 14:41:57 pm »
votato: vera autonomia all' interno dell' RPC.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Gia_76 »

LuceUniversale

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« Risposta #17 il: 10 Settembre, 2008, 16:00:11 pm »
Principalmente mi sorgono due pensieri, che a dirla tutta si legano abbastanza insieme; cerco di vederla oggettivamente.
Il primo è una caratteristica che la Cina ha sempre dimostrato nel corso della sua storia, cioè questa imposizione intollerante nei confronti delle altre nazioni, culture attuata in modo soffocante e costrittivo, come se il suo volere fosse onniscente e facesse parte della sensibilità mondiale.
Il secondo riguarda un aspetto che non ho ben chiaro: i motivi del governo cinese di imporre le proprie ordinanze e i propri voleri, in questo caso nei confronti del governo tibetano, ma si pu? parlare di tante altre nazioni soggiogate dalla sua onda.
Io ritengo che la divisione nazionalistica del mondo sia ormai un concetto oltrepassato nella coscienza dell'Uomo, che sia solo uno dei tanti effetti di divisione culturale e di intolleranza. E' un concetto insulso: siamo gli unici esseri viventi a farlo, in quanto ossessionati dalla sopraffazione individuale e dalla irrispettabilità.
Perchè il governo cinese fa così? Per il solito insulso motivo di guadagnare potere, per riscatto? Spiegatemi non ho capito per favore.
Anche io ritengo che l'isolamento tibetano non porti a una crescita, ma è altrettanto vero che lo stesso effetto si ha (e lo stiamo vedendo con i nostri occhi) attraverso l'imposizione cinese.
Ve ne sarei grato se mi spiegaste il vostro punto di vista :)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da LuceUniversale »

Gia_76

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« Risposta #18 il: 10 Settembre, 2008, 17:10:55 pm »
Citazione da: "LuceUniversale"
.
Il primo è una caratteristica che la Cina ha sempre dimostrato nel corso della sua storia, cioè questa imposizione intollerante nei confronti delle altre nazioni, culture attuata in modo soffocante e costrittivo, come se il suo volere fosse onniscente e facesse parte della sensibilità mondiale.
Per quanto non sappia abbastanza della storia, ho un parere esattamente opposto al tuo: pochissime guerre hanno fatto i cinesi nella loro storia, soprattutto se paragonati alla civiltà che si ritiene universale per eccellenza: l'Occidente.
Nel mondo di oggi, a parte un paio di fanatici di Al-Qaeda che vorrebbero tutto il mondo musulmano, l'Occidente è l'unica cultura che si gloria di definire "universali" i suoi valori (democrazia, diritti umani) e fa di tutto, azioni militari, diplomatiche, economiche, socio-culturali, etc., per imporli al resto del mondo. Il colonialismo occidentale ha fatto sparire intere civiltà nella storia, e ha soggiogato le altre nazioni non distrutte (mezzo mondo), un paragone con la Cina mi sembra improponibile.
La mia principale speranza nella Cina difatti è che un giorno diventi abbastanza forte da imporre una relativizzazione dei valori occidentali nel mondo.

Nel caso del Tibet, qui i rapporti di forza sono ovviamente a favore dei Cinesi Han, e infatti spero in una graduale e pacifica integrazione della cultura tibetana/lamaista all' interno della Cina, senza che i cinesi si mangino del tutto la cultura tibetana. Vedremo in futuro, sono cmq ottimista.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Gia_76 »

LuceUniversale

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« Risposta #19 il: 10 Settembre, 2008, 17:55:39 pm »
Citazione da: "Gia_76"
Per quanto non sappia abbastanza della storia, ho un parere esattamente opposto al tuo: pochissime guerre hanno fatto i cinesi nella loro storia, soprattutto se paragonati alla civiltà che si ritiene universale per eccellenza: l'Occidente.
Nel mondo di oggi, a parte un paio di fanatici di Al-Qaeda che vorrebbero tutto il mondo musulmano, l'Occidente è l'unica cultura che si gloria di definire "universali" i suoi valori (democrazia, diritti umani) e fa di tutto, azioni militari, diplomatiche, economiche, socio-culturali, etc., per imporli al resto del mondo. Il colonialismo occidentale ha fatto sparire intere civiltà nella storia, e ha soggiogato le altre nazioni non distrutte (mezzo mondo), un paragone con la Cina mi sembra improponibile.
La mia principale speranza nella Cina difatti è che un giorno diventi abbastanza forte da imporre una relativizzazione dei valori occidentali nel mondo.
Sisi concordo con te :) Se mettiamo in causa l'Occidente concordo con te nel dire che vuole imporre i suoi valori (tra l'altro i più malsani dell'intero globo) al mondo intero. Io infatti non avevo fatto nessun paragone :)

Citazione da: "Gia_76"
Nel caso del Tibet, qui i rapporti di forza sono ovviamente a favore dei Cinesi Han, e infatti spero in una graduale e pacifica integrazione della cultura tibetana/lamaista all' interno della Cina, senza che i cinesi si mangino del tutto la cultura tibetana. Vedremo in futuro, sono cmq ottimista.

Ecco io parlo proprio di questo: perchè proprio la cultura tibetana deve essere integrata in quella cinese? :D Metti caso (anche se è un esempio stupido ma lo faccio per spiegarmi): non potrebbe essere integrata la cultura cinese in quella tibetana? Perchè la Cina deve essere obbligatoriamente il cardine da cui dipendono tutte le altre culture che vuole assimilare? Se il Tibet facesse lo stesso gesto nei confronti della Cina come la pensereste?
Metti caso: un giorno dal nulla il Tibet crea un esercito capace di soverchiare il governo cinese e di renderlo dipendente al proprio invadendo la Cina e dettando leggi secondo i propri canoni e ideali. Ovviamente il popolo cinese non sarà d'accordo, a chi piace sentirsi privato della propria libertà?
Pur di far seguire i voleri del proprio governo, le forze armate tibetane incominciano a distruggere monumenti, scuole, a fare violenza su tutte le persone che si ribellano.
Qui si parlerebbe appunto di assimilazione della cultura cinese in quella tibetana, in quanto il tibet sarebbe il cardine che tutti gli altri paesi devono seguire.
Il problema non è il cosa ma è il come. L'oggetto pu? cambiare, è solo un pretesto, ma se in entrambi i casi le condizioni solo le stesse gli effetti sono gli stessi, che sia il Tibet che assmila la Cina o il contrario.
Il mio ovviamente non è un attacco, è un incontro :)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da LuceUniversale »

Dalai

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« Risposta #20 il: 17 Settembre, 2008, 07:33:03 am »
Niente male, niente male per un sito di seconde geneazioni cinesi e italiani amanti della Cina...niente male!!!!  :-D
Che fortuna per loro non essere dalla parte del debole...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dalai »
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cavallo

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« Risposta #21 il: 17 Settembre, 2008, 08:53:21 am »
ecco la concezione (stile USA e Berlusca) della democrazia e dei sondaggi di certi personaggi che si ostinano ad usare "Dalai" in modo blasfemo come nickname e fanno finta di essere i veri baluardi del lamaismo tibetano contro gli "orrendi" cinesi!

Il poverino, che sarebbe cacciato da qualsiasi esame di statistica, sociologia, scienze politiche, gongola per i risultati del suo splendido sondaggio che sono i seguenti:


Quale deve essere il futuro del Tibetò
Ottenere l'indipendenza    
  12%  [ 3 ]
Una vera autonomia all'interno della RPC    
  48%  [ 12 ]
Continuare con la situazione attuale    
  20%  [ 5 ]
Assimilazione totale ai cinesi-han    
  20%  [ 5 ]
 
Voti Totali : 25

Il poverino non si rende conto forse che su 1.789 utenti del Forum ce ne sono oltre 200 che lo frequentano spesso e 150 di essi regolarmente e che hanno votato solo in 25, e che quindi:
- il vero risultato del suo sondaggio é che non gliene fregava niente all'85% dei frequentatori fissi di rispondere alle sue domande;
- che pertanto il sondaggio non dimostra nulla;
- che inoltre le domande erano mal poste, dato che non si definisce cosa sia la "vera autonomia", visto che di "autonomia" parla il Dalai Lama che però ha una bandiera, un governo in esilio, un parlamento, cose che sono tutte elementi di INDIPENDENTISMO e non di richiesta di autonomia come invece dichiara a parole,  e di "autonomia"  parla  anche il Governo della RPC, tanto che il Tibet é istituzionalmente una "Regione Autonoma" della Cina e che la tibetana é una delle etnie riconosciute!!  Per cui si pu? votare "vera autonomia" perfino essendo sulle posizioni del Dalai Lama o su quelle del Governo Cinese!!!

Ma questo sfugge ai poveri maggiordomi dell'Occidente filolamaisti (e sull'Occidente si rileggessero i post di questo topic e vedranno quanto maggioritario sia lo schifo verso le sue politiche, da parte di chi vi interviene...).

Neppure le statistiche del regime bulgaro  anni '50 o di quello nordcoreano sono altrettanto ridicole! Se vendessi un prodotto e facessi simili sondaggi mangeresti alla mensa della Caritas!

Un consiglio spassionato al provocatore che usa nicknames blasfemi: comprati un manualetto elementare, diciamo da scuola superiore, di statistica e prova a capire cosa si intende per:
sondaggi
campionatura
universo di riferimento
significatività.

Poi, fra qualche annetto, dopo tentativi con le galline, ripassa pure e prova a costruire un sondaggio VERO e che interessi più del 15% dei frequentatori abituali su questo Forum.

Povero Dalai Lama, se sapesse che difensori ha....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

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« Risposta #22 il: 17 Settembre, 2008, 09:11:52 am »
per lice universakle:
la Storia fatta coi "se" lasciamola ai romanzieri ed ai poveri maggiordomi dell'Occidente stile Dalai (a proposito, che ne pensi di un filolamaista tibetano che usa come suo nickname personale la denominazione del Dalai Lama? ti pare rispettoso? ce lo vedi un cattolico che usa come nickname "il Pontefice" o "Sua Santità il Pontefice"???).

La Storia vera dimostra che nell'Asia Centrale (diciamo dall'Iraq al Tibet) ed in Estremo Oriente, come del resto dici tu, le uniche politiche espansioniste,  aggressive, imperialiste, genocide, di rapina le hanno condotte negli ulimi 3 secoli gli Occidentali (includendo fra essi, ovviamente, i Russi, oltre agli Inglesi, i Francesi, i Portoghesi, i Tedeschi, perfino gli Italiani) ed i loro allievi occidentalizzati Giapponesi.

E questo é il dato da cui partire.

Che la tutela delle pluralità culurali delle diverse realtà che fanno parte della RPC non sia adeguata (come non lo sono i diritti civili dei citrtadini cinesi in genere) é un conto ed é evidente che la RPC deve fare ancora progressi su questo terreno, come del resto li devono fare anche Stati centralisti come la Francia (vedi Corsica, Bretagna, Occitania, Paese Basco, ecc.), che si ponga la questione di una frammentazione su base etnoculturale stile ex-URSS o ex-Yugoslavia della RPC é un altro ed é un progetto demenziale-criminale, come le situazioni (di autocrazia, pulizie etniche, mafie, guerre, ec.) di Kossovo, Repubbliche dell'Asia Centrale ex-sovietiche, Cecenia, Georgia, ecc. dimostrano senza "se" ma con tragici fatti che tu certamente ben conosci.

Dunque, la crescita della tutela delle culture non-Han in Cina é auspicabile mentre ogni separatismo, ogni sciovinismo, ogni nuovo etnocentrismo é foriero di orrori indicibili e chi fa finta, come certi filolamaisti, di rivendicare l'autonomia senza spendere una parola contro il sistema schiavista-feudale del lamaismo tibetano al potere localmente fino agli anni '50, chi ignora il ruolo di nazisti come consulenti del Dalai Lama negli anni '50, chi maschera dietro parole di autonomia la voglia di indipendenza dimostrata da strumenti come un governo in esilio, un inno, una bandiera, un parlamento in esilio, chi sostiene ipocritamente il separatismo kossovaro, tibetano e uighuro e condanna quello osseto, basco, curdo e abkhazo é solo strumento consapevole (pagato dalla CIA e dai Britannici dal 1949 come i documenti di gonte USA provano e come il Dalai Lama ha ammesso) o inconsapevole di quei progetti di separatismo, pulizia etnica vera, guerra, miseria, ecc.,
E questi non sono "se" ma fatti, come tanti Bosniaci, Osseti, Serbi, ecc. potrebbero raccontarti....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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« Risposta #23 il: 17 Settembre, 2008, 15:21:21 pm »
Concordo con tutto quello che dici ma bisogna cercare di mettersi anche nei panni degli altri invece che impuntarsi solamente sulla propria soggettività.. Quel che io non concordo di quello che sta succedendo nei confronti del Tibet è questo voler imporre unicamente la propria ideologia da parte del governo cinese. Ora, se i tibetani dicono che stanno bene per i fatti loro, e che in queste condizioni soffrono, perchè devi importi ugualmente? Perchè devi alimentare ancora di più la sofferenza delle persone?
E' una cosa banalissima e semplicissima; non sono nè discorsi complessi burocratici, politici ne di qualsiasi altra natura: semplicemente è una questione di umanità, che sta mancando da parte del governo cinese secondo il mio parere.
Alla Cina pu? non andar bene ok, ma chi è per avere il diritto di imporre il proprio volere sugli altri, limitando la libertà delle persone?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da LuceUniversale »

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« Risposta #24 il: 17 Settembre, 2008, 18:42:18 pm »
non commettere l'errore di credere che esista una categoria compatta di "i Tibetani".

Ci sono gli ex signori feudali lamaisti (Dalai Lama in testa), in bona parte all'estero, che hanno ovviamente interesse a tornare al loro otere ed ai loro privilegi; ci sono tanti che li hanno seguiti all'estero e che sono profondamente condizionati da loro; ci sono un gran numero di figli e nipoti di quelle persone che vivono in India e Nepal , allevati in scuole csotto il condizionamento di quelle ersone; ci sono tanti Tibetani in Tibet che per ragioni religiose si riconoscono in quei poli all'estero,  ci sono infine Tibetani inTibet che non avvettano in vari modo e grado la situazione attuale e si oppongono al governo cinese e tutti questio sono divisissimi sulle prospettive: autonomia/indipendenza...

Quanti sono questi? Non c'é modo di saperlo ma credere che siano TUTTI i Tibetani é del tutto irrealistico.

Ci sono d'altra parte tanti Tibetani in Tibet che auspicano mutamenti democratici, maggiore tutela della cultura tibetana, o criticano come tanti altri Cinesi non Tibetani aspetti specifici della politica del Governo Cinese, o  accettano la situazione attuale e tutti questi riconoscono i vantaggi materiali, scolastici, sanitari, economici, del non ritorno al potere lamaista schiavista-feudale, ce ne sono che aderiscono al Partito Comunista Tibetano (sezione autonoma di quello cinese), ne sono dirigenti, ne ottengono vantaggi.

Quanti siono questi? Non c'é modo di saperlo ma credere che siano POCHISSIMI é del tutto irrealistico e non corrisponde aklle testimonianze di tanti giornalisti veri (Canadesi, USA, Francesu) e politologi (anche di riviste prestigiose come Indipendent, Interbnazionale, Limes, Le Monde Diplomatique, ecc.).

Infine ci sono centinaia di migliaia di Han in Tibet, residenti lì, "Tibetani" per lavoro e abitazione e scuola ma di altra etnia,  che se non accetti il principio nazista degli Stati monoetnici e la conseguenza della necessità di orrende "pulizie etniche" stile ex-Jugoslavia, e se vuoi SOLO l'autonomia del Tibet hanno lo stesso diritto di viverci che hanno i Siciliani a Milano, i Marsigliesi a Parigi, i madrileni a Barcellona e che ovviamente sono del tutto contro le posizioni del Dalai Lama, anche quando  criticano il governo cinese come tutti i cittadini del Mondo (una ricerca USA dice del luglio 2008 che in Cina il 68% dei cittadini appoggia il Governo, negli USDA il 28%...).

Quindi, a quali "Tibetani" in blocco e generici ti  riferisci???? Non esistono, come non esiste alcuna categoria generica di "Italiani" (Berlusconiani o antibrlusconiani, mafiosi o no, razzisti o no, ecc.), "Francesi", "Cinesi Han", "Padani", "Slavi", "Cristiani", "Indù" e chi costruisce queste false e mortigere categorie é sempre un seminatore di germi di "pulizia etnica" di stile nazista, SOTTO QUALSIASI MASCHERA si nasconda: non lo sottovalutare!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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wen

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« Risposta #25 il: 17 Settembre, 2008, 23:49:51 pm »
Citazione da: "LuceUniversale"
Citazione da: "Gia_76"
Per quanto non sappia abbastanza della storia, ho un parere esattamente opposto al tuo: pochissime guerre hanno fatto i cinesi nella loro storia, soprattutto se paragonati alla civiltà che si ritiene universale per eccellenza: l'Occidente.
Nel mondo di oggi, a parte un paio di fanatici di Al-Qaeda che vorrebbero tutto il mondo musulmano, l'Occidente è l'unica cultura che si gloria di definire "universali" i suoi valori (democrazia, diritti umani) e fa di tutto, azioni militari, diplomatiche, economiche, socio-culturali, etc., per imporli al resto del mondo. Il colonialismo occidentale ha fatto sparire intere civiltà nella storia, e ha soggiogato le altre nazioni non distrutte (mezzo mondo), un paragone con la Cina mi sembra improponibile.
La mia principale speranza nella Cina difatti è che un giorno diventi abbastanza forte da imporre una relativizzazione dei valori occidentali nel mondo.
Sisi concordo con te :) Se mettiamo in causa l'Occidente concordo con te nel dire che vuole imporre i suoi valori (tra l'altro i più malsani dell'intero globo) al mondo intero. Io infatti non avevo fatto nessun paragone :)

Citazione da: "Gia_76"
Nel caso del Tibet, qui i rapporti di forza sono ovviamente a favore dei Cinesi Han, e infatti spero in una graduale e pacifica integrazione della cultura tibetana/lamaista all' interno della Cina, senza che i cinesi si mangino del tutto la cultura tibetana. Vedremo in futuro, sono cmq ottimista.
Ecco io parlo proprio di questo: perchè proprio la cultura tibetana deve essere integrata in quella cinese? :D Metti caso (anche se è un esempio stupido ma lo faccio per spiegarmi): non potrebbe essere integrata la cultura cinese in quella tibetana? Perchè la Cina deve essere obbligatoriamente il cardine da cui dipendono tutte le altre culture che vuole assimilare? Se il Tibet facesse lo stesso gesto nei confronti della Cina come la pensereste?
Metti caso: un giorno dal nulla il Tibet crea un esercito capace di soverchiare il governo cinese e di renderlo dipendente al proprio invadendo la Cina e dettando leggi secondo i propri canoni e ideali. Ovviamente il popolo cinese non sarà d'accordo, a chi piace sentirsi privato della propria libertà?
Pur di far seguire i voleri del proprio governo, le forze armate tibetane incominciano a distruggere monumenti, scuole, a fare violenza su tutte le persone che si ribellano.
Qui si parlerebbe appunto di assimilazione della cultura cinese in quella tibetana, in quanto il tibet sarebbe il cardine che tutti gli altri paesi devono seguire.
Il problema non è il cosa ma è il come. L'oggetto pu? cambiare, è solo un pretesto, ma se in entrambi i casi le condizioni solo le stesse gli effetti sono gli stessi, che sia il Tibet che assmila la Cina o il contrario.
Il mio ovviamente non è un attacco, è un incontro :)


Be se le etnie Tibetane avessero una forza cosi grande da buttar giu il governo R.P.C io sarei sempre daccordo :-D
Anzi se ci fosse una guerra dell genere non voglio forze straniere aiutare il governo cinese perche e una questione interna!!!!!!! :smt097

E non confrontare le  cose che  pensiate voi con la nostra!!!!!!!!!!!
 :smt097
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da wen »
ô蒙古人除了马粪什么也没有留下ö

Dalai

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« Risposta #26 il: 18 Settembre, 2008, 06:54:34 am »
Citazione da: "LuceUniversale"
Concordo con tutto quello che dici ma bisogna cercare di mettersi anche nei panni degli altri invece che impuntarsi solamente sulla propria soggettività.. Quel che io non concordo di quello che sta succedendo nei confronti del Tibet è questo voler imporre unicamente la propria ideologia da parte del governo cinese. Ora, se i tibetani dicono che stanno bene per i fatti loro, e che in queste condizioni soffrono, perchè devi importi ugualmente? Perchè devi alimentare ancora di più la sofferenza delle persone?
E' una cosa banalissima e semplicissima; non sono nè discorsi complessi burocratici, politici ne di qualsiasi altra natura: semplicemente è una questione di umanità, che sta mancando da parte del governo cinese secondo il mio parere.
Alla Cina pu? non andar bene ok, ma chi è per avere il diritto di imporre il proprio volere sugli altri, limitando la libertà delle persone?

LuceUniversale non perder tempo con i saccenti che sanno poco o nulla sulla storia e la situazione tibetana. Dici bene:
Citazione
Alla Cina pu? non andar bene ok, ma chi è per avere il diritto di imporre il proprio volere sugli altri, limitando la libertà delle persone?

Nessuno ha chiesto ai tibetani cosa volevano, non era un problema per chi voleva e vuole soltanto il POTERE!
Tutti i popoli sono uguali, tutti meritano rispetto, tutti dovrebbero avere un proprio stato dove vivere e un governo che li rappresenti veramente e non uno che ha preso il poter con la forza delle armi e della violenza.
Pensa se fosse successo alla tua Italia, ora saresti una 少数民族 governata da stranieri, come ti sentiresti?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dalai »
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« Risposta #27 il: 18 Settembre, 2008, 08:51:22 am »
povero blasfemo filolamaista....

l'hai studiata a scuoletta la Storia della fornmazione delle "libere" nazioni europee, Italia compresa?

Quando é stato chiesto alla popolazione di decidere di essere annessa allo Stato centrale nei seguenti casi:

- Bretagna, Corsica, Alsazia, Lorena, Fiandre, Nizza, Savoia, Guadaloupe, Nouvelle Caledonie, Guyane con la Francia;
- Scozia, Galles, Irlanda del Nord, Gibilterra con l'Inghilterra;
- Catalogna, Paesi Baschi, Ceuta e Melilla con la Spagna;
- Texas, California, territori delle popolazioni autoctone delle Pianure, Alaska, Hawaii con gli USA;
- Sardegna, Sicilia, Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, con il Regno sabaudo? e poi SudTirolo?

Per non parlare della legittimità, secondo la tua visione, dell'intera nascita di TUTTi gli Stati del Continente Americano, dell'Australia, della Nuova Zelanda, degli Stati africani TUTTI nei loro confini inventatio dal colonialismo bianco, che spaccano e riaccorpano artificialmente popoli ed etnie....  dai, giochiamo a Risiko e creiamo 2.000 staterelli monoetnici, con 2.000 "pulizie etniche" e 2.000 mafie interconese???? che pena e che orrore mi fai provare"! e il brutto é che Condoleeza, George, Vladimir quando fa loro comodo agiscono proprio come te...!

e per l'Italia specificamente, vuoi far credere che i "plebisciti" fatti dopo la spedizione banditesco-coloniale dei Mille appogiata e finanziata da Londra valgano qualcosa?
o vuoi cancellare 5 anni di massacri coloniali sabaudi nel Sud d'Italia?

e quali sarebbero i popoli che hanno diritto all'indipendenza e quelli no e perché?

prova come giochino (almeno giocare lo sai fare?) a sceglierli in questa lista usando un solo criterio per tutti:
Bergamaschi
Kurdi
Baschi
Occitani
Lapponi
Sardi
Tibetani
Meo
Sioux
Ceceni
Kossovari
Osseti
Grici salentini
Veneziani
Catalani
Sardi
Berberi di Kabilia
i condomini della scala C di Via Garibaldi 15, immigrati da Acireale
Rom
Sloveni di Carnia
Bretoni
abitanti della contrada del Drago a Siena
Marsigliesi
Eoliani
Abkhazi
Uighuri
Pashtun
Tamil
Trasteverini
Navajos
Eskimesi canadesi
Quebecois
Valdostani
Alsaziani
Sudtirolesi
non-Han di Taiwan
Maya guatemaltechi
Aymara boliviani,
ecc.


e prova ad immaginare un mondo dove ogni collettività avente una lingua comune, qualche tradizione comune, un pezzetto di terra su cui vive  (lingua e tradizioni peraltro SEMPRE figlie di mescolanze con altri) decidesse di autoproclamarsi "popolo" e quindi di rivendicare l'indipendenza...!

ma già, la tua immaginazione l'hai usata tutta per sceglierti un nickname blasfemo ed ora non ne hai più... ti va bene solo che sul Forum non c'é nessun Buddhista che altrimenti ti avrebbe già spiegato con buddhistica fermezza quanto sia osceno e blasfemo usare Dalai come nickname... (sempre che tu fossi in grado di capirlo).
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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Kiriko

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« Risposta #28 il: 18 Settembre, 2008, 13:21:47 pm »
Io sono per l'assimilazione da parte degli han. Mi sembra che sarebbe opportuno. Anche se non penso che accadrà tanto facilemte...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Kiriko »
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Xaratos

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« Risposta #29 il: 20 Settembre, 2008, 01:26:14 am »
Qua si sta andando da un sondaggio (visto l'importanza che pu? avere) "innocente" ad un litigio vero e proprio che sembra stia degenerando... Per chiarire alcuni punti (secondo me fondamentali) sono:

1) La Cina è arrivata alla posizione di potenza emergente grazie ad una serie di politiche compatte che hanno favorito il commercio, gli investimenti esteri, l'industrializzazione,ecc... (Questo è ci? che ho capito leggendo questo forum e qualche "Micromega" che ne parlava)

2) Tali politiche sono state attuate grazie al tipo di "Regime Politico" che riduce al minimo le "perdite di tempo decisionali" e anche le "possibili opposizioni" (giusto o sbagliato che sia, è un dato di fatto, che l'urbanizzazione è stata aiutata dalla facilità con cui venivano fatti gli espropri, dall'unità del paese mantenuta con mezzi che noi occidentali almeno formalmente non accetteremo sul piano etico e "umano", ecc.. ma che comunque, si sono dimostrati "vincenti" per mantere il potere e l'unità del paese).

3) Fermando gli oppositori che minavano la stabilità del partito e l'unità del paese... ecc..

La politica della Cina (secondo il mio parere) la possiamo semplificare nel mantenere l'ordine e favorire lo sviluppo, bloccando il dissenso, garantendo l'ordine (anche inteso come punibilità di chi commette crimini comuni come l'omicidio, il furto, ecc..) e ovviamente, avere l'appoggio del popolo. Quindi, LuceUniversale, la strategia della Cina, non è limitato ad un discorso "troglodita" della "legge del più forte", ma anche da esigenze economiche, commerciali, ecc... C'è anche da dire che (sempre a mio avviso), la maggioranza dei cinesi sostiene l'RPC (poi su questo magari, mi smentite pure), certo, ci sono state delle rivolte, ma io mi son sempre chiesto, come fa 1 miliardo e 500 persone a non riuscire a rovesciare un sistema politico tenuto in mano da qualche migliaglio (o anche milione se proprio vogliamo) di elites politica? Semplicemente, perché molti, lo appoggiano o quanto meno, lo accettano e se cosi fosse, non abbiamo il diritto di criticare il loro sistema politico...

Certo, posso esser d'accordo con te LuceUniversale che molte cose NON VANNO BENE (almeno dal punto di vista occidentale della cosa), che i diritti umani andrebbero un pò, "migliorati", qualche libertà in più non guasterebbe, ecc... Ma non possiamo intervenire, giudicare un paese che NON CONOSCIAMO e tantomeno, possiamo pensare che il nostro sistema di vita sia IL MIGLIORE del mondo, perchè NON E' COSI...

Ci? che mi auguro per il tibet come per qualsiasi persona esistente in questo pianeta è la libertà religiosa, poter scegliere la propria guida spirituale senza interventi da parte di un organismo politico che mira soltanto a controllare e canalizzare la tua fede e la tua speranza per i suoi scopi, io sono stato un ateo e vivevo male, ero perennemente nel mondo d'inferno, ma da quando ho trovato una mia fede, ho visto nella professione religiosa un grande potere, il potere di dare la speranza alle persone che cercano qualcosa per cui vivere e trovo giusto che ogni persona possa coltivare la sua religione scegliendo autonomamente la sua guida spirituale. Però ovviamente, una guida spirituale deve solo occuparsi appunto dello spirito, non deve fare proclami politici né pro, né contro un determinato tema/decisione/politica, perché si andrebbe a toccare una sfera che NON COMPETE. Odio quando i preti parlano di "religione nella scienza", odio i preti quando parlano di "Gesu nella politica", odio i preti quando pretendono di andare alle università per "trasmettere alle giovani menti il "messaggio di cristo"... Quando famiglia cristiana ha dato addosso al governo Berlusconi, sono stato sorpreso di vedere che c'erano preti che avevano la mia stessa linea di pensiero e il mio stesso desiderio (e presumo anche quello di cavallo e di ogni persona che si vuole definire "civile") di combattere il regime che Berlusconi ci sta apparecchiando davanti... Ma ad una più attenta riflessione, sono arrivato alla conclusione che il direttore di "Famiglia Cristiana" ha sbagliato perché si è intromesso in una sfera che NON GLI COMPETE.

Per me è sbagliato:

- Che una guida religiosa venga imposta da un organo politico
- Che una guida religiosa legittima si occupi di campi non di sua pertinenza

Il problema di fondo è che i monaci (sia cristiani, buddisti, o che altro) hanno sempre apprezzato il potere che gli conferisce il loro ruolo e non s'accontentano solo di "guidare le anime", ma vogliono anche decidere come dobbiamo vivere la nostra vita fuori dalla chiesa o dai templi d'altro canto, una religione fuori dal controllo dell'RPC è impensabile (per questo esiste una "chiesa di pechino", un "panchen Lama" votato da Pechino, ecc...), perché la religione ha il potere di dare speranza e se non è controllata, questa speranza potrebbe destabilizzare il potere del partito stesso (ed è una cosa che non vogliono rischiare). Per questo io sono favorevole ad un'autonomia religiosa del tibet però la politica e la gestione della regione devono essere in mano cinese. Per me, questa sarebbe una conquista e forse, la più grande.

PS. Come gia detto, potrei aver detto molte cose inesatte o addirittura sbagliate (dato che non conosco bene il paese, né il pensiero dei cinesi italiani o dei cinesi rimasti in madre patria), ci? che ho scritto, è frutto di riflessioni su letture varie che ho fatto, siete liberi di confutarle, approfondirle, oppure ignorarle, ogni intervento che mi aiuti a comprendere meglio è ben accetto.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Xaratos »
"Ho pieta di coloro; che l´amore di se ha legato alla patria. La patria non è altro che un campo di tende, in un deserto di sassi!" - Antico Canto Tibetano.