Dubbio i primi ingrossi esistono ben da prima del 1998, quando vivevo in zona negli anni '80 esistevano già ingrossi cinesi ed altri esercizi commerciali che sono stati dati su regime di licenza.
Sulla base di quei primi ingrossi si è via via creato il polo esistente.
Marco lascia stare, abito qui dal 1987 e come ho già scritto, fino al 1998 l'incidenza numerica dei grossisti rispetto a dettaglianti ed artigiani era semplicemente ridicola.
Per fare un esempio la via Bramante, strutturalmente incompatibile col commercio perché dotata di marciapiedi strettissimi e percorsa dai tram in doppio senso, era piena di esercizi artigianali: oggi ci sono solo grossisti, che non avendo spazio, costringono spesso e volentieri i tram ad andare a passo d'uomo incolonnandosi dietro di loro che spingono i carrelli in mezzo alle rotaie.....
E dai dati della camera di commercio non risulta alcun boom di grossisti in quel decennio.
Senza dire che quando si è visto nel 2003 che la situazione diventava insostenibile (e gli ingrossi erano "solo" circa 250) e già Ou e Sun in coro con De Martino rilasciavano interviste dicendo che stavano lavorando per delocalizzare le attività all'ingrosso altrove (si parlava di San Donato), e il comune ha posto la limitazione degli orari di carico e scarico, già da allora, a tutto concedere per il periodo precedente, non avrebbe avuto senso aprire altre attività di questa natura.
Era pubblico e notorio che lo spazio non c'era, che si stava già cercando una soluzione diversa per l'esistente e che si sarebbe dovuto violare le disposizioni sul carico e scarico merci.
Eppure da allora il numero dei grossisti è più che raddoppiato il che significa che per almeno 300 imprenditori non vi è alcuna delle giustificazioni, comunque a mio avviso non condivisibili, che tu prospetti.
Ma siamo sicuri che sia veramente questo il problema? A me sembra che ci sia una certa varietà di esercizi commerciali e non solo ingrossi.
Si, siamo sicuri, nessuno ha detto che ci sono solo ingrossi.
Dico e ripeto che ce ne sono in numero gravemente insostenibile per la struttura del quartiere.
Ovvio che ci sono anche negozi al dettaglio, e ci resteranno, ed è anche a questo che mi riferivo accennando alla vocazione multietnica del quartiere, perché a differenza dei grossisti i dettaglianti non appartengono ad un'unica etnia.
Insomma, a me viene da pensare che, semplicemente, ci sia una certa allergia ai cinesi.
Non solo ai cinesi, purtroppo l'Italia di questi tempi è un paese a maggioranza xenofoba, ma ci? non toglie che chi pensa che questo sia il problema di Sarpi, perde un'occasione per ostacolare il diffondersi della xenofobia, che dall'errato approccio a questi problemi trae linfa vitale.