alex, non concordo sulla tua analisi del miracolo economico cinese (magari chiediamo a marcowong( che non il risultato solo e soprattutto di delocalizzazioni di aziende straniere sdruttatrici del differenziale salariale, ma di un processo di accumulazione culturale, tecnologica ed economica avviato (ferocemente) con Mao e rilanciato superandone limiti ed errori con Deng e successori; inoltre (e le due cose sono inrecciate), a differenza di altri Paesi del Sud del Mondo (esempio: Bangladesh, Filippine, Pakistan, Congo, Kenia, Nigeria, ecc.) la RPC si é emancipata POLITICAMENTE dal servaggio occidentale diretto e indiretto e questo ha fatto sì che abbia scelto lei le linee del suo sviluppo e non le multinazionali o i governi ovcidentali ed é questo che ha permesso quel miracolo economico. E lo festeggio, sì, perché il modello (in apparenza) é lo stesso (ma non é vero, basta conoscere un po' di storia e filosofia della millenaria Cina per capure la differenza, come direbbe Weber) ma la griglia di rapporti di potere, il riferimento culturale, il senso dei rapporti internazionali NO.
E poiché il modello occidentale, dal XVIII secolo ad oggi, ha potuto prosperare e poi sopravvivere SOLO grazie all'asservimento del Sud del Mondo, alla sua marginalizzazione decisionale, ad una divisione internazionale del lavoro e dei consumi iniqua, che Paesi come la Cina si sottraggano a tale meccanismo e addirittura competano vittoriosamente con le economie occidentali potrà pure avvenire dentro quel modello, ma in realtà é elemento distruttivo di quel modello che senza quei rapporti iniqui salta del tutto e, anzi, salta perfino le lo volesse applicare all'infinito anche la Cina!
E dato che quel modello occidentale si é rivelato genocida ed ecocida, huerrafondaio e razzista, creatori di mostri come il nazismo e l'apartheud, insostenibile alla lunga e suicida, io festeggio tutto quel che lo fa saltare, perché per me la vita di Cinesi, Nigeriani, Boliviani, Somali, Palestinesi vale esattamente quanto la mia, quella dei milanesi, quella dei newyorkesi, ec.