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Autore Topic: La democrazia più grande del Mondo!  (Letto 13453 volte)

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Alex80

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« Risposta #30 il: 27 Agosto, 2008, 13:38:47 pm »
Citazione
Alex80, non é colpa mia se quello é il problema di fondo che é sotteso a cose apparentemente differenti come la questione del trattamento dei migranti in Itralia, la crisi Georgia-Russia, le Olimpiadi di Beijing, l'Alitalia, lo squadrismo indù, il Tibet, Paolo Sarpi, ecc.; io sarei felice se la questione della menzogna, in particolare della mistificazione storica non avesse tanta importanza, non fosse elemento componente di tanta parte della nostra esistenza, individuale e collettiva!


Mah, sinceramente non credo che porre l'accento sempre e solo sull'ipocrisia spesso insita nel modo in cui i mass media trattano una certa questione, permetta un'analisi esaustiva della medesima.
E se mi pongo in maniera critica verso quest'ottica interpretativa vista come unico mezzo assoluto per esaurire qualsiasi tipo di tematica, non significa che io stia negando che esiste l'ipocrisia di cui sopra. E' per questo che reputo indaguate le accuse che talora muovi alle persone che si permettono di dissentire dalle tue opinioni...Non è giusto accusare qualcuno di essere un negazionista, solo in quanto ti sta dicendo che, a suo parere, un certo tipo di argomentazioni non erano attinenti all'oggetto della discussione.
Babo e Dubbio, nel corso del presente dibattito, non credo volessero negare che c'è faziosità nel modo in cui l'Occidente giudica un medesimo fatto, a seconda della parte del mondo in cui avviene; mi è parso soltanto che abbiano cercato di evidenziare come l'impostazione di questo topic, per come l'avevano intesa loro, non fosse condivisibile in quanto sembrava collegare gli incresciosi eventi avvenuti in India con la forma di governo democratica.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »

cavallo

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« Risposta #31 il: 27 Agosto, 2008, 14:14:14 pm »
e infatti, gli "incresciosi" eventi indiani hanno ENORMEMENTE a che fare con l'ipocrisia chiamata "democrazia" in India; un sistema politico che:
- copia quello imposto da un sistema coloniale britannico genocida e di rapina (leggi Nial Ferguson, EMPIRE, HOW BRITAIN MAE THE MODERN WORLD), costruito sulla pirateria e la strage all'ombra del democraticissimo parlamento inglese ("la più antica democrazia d'Europa"...) > 1? esempio della centralità della questione della mistidicazione storica e di quella concettuale;

- é collegato alla spartizione India-Pakistan (degna delle peggiori pulizie etniche) ed alla definizione di appartenenze di tipo religioso fanatiche (costruitasi durante il British Rule e proiettatasi nel dopo-colonialismo) che hanno favorito la nascita dell'integralismo islamico in Pakistan (con un ruolo determinante di Pakistani straricchi totalmente occidentalizzati come Jinnah) e del fascioinduismo in India;

- é collegato alla non soluzione in India della questione agraria (un 4 stati dell'India fiorisce la guerriglia maoista!), alla putinizzazione dei Partiti Comunisti Indiani che governano ninterrottamente con le loro magie rosse il Bengala, alla trasformazione del partito del Congresso di Nehru in partito dinastico degno di Saddam e Assad (la dinastia dei Gandhi che non ha nulla a che vedere col Mahatma) sul modello feudale/coloniale presente anche in Pakistan (Bhutto) e Bangladesh.

Altro che fuori tema ed altro che questione non centrale. Ginché non si aprono gli occhi  forse é meglio fare come i Benedettini e tacere.

Dopo, sulla base della verità storica, si é liberi di prendere qualsiasi posizione, compresa una filocoloniale e filobritannica, ma senza raccontare balle per mascherarsi da "buoni" o da "obittivi" o da "dialoganti"; meglio il buon vecchio "RULE BRITANNIA, BRITANNIA RULE THE WAVES" o l'equivalente "DEUTSCHLAND, DEUTSCHLAND UBER ALLES!" almeno non sono prese per i fondelli e si possono sconfiggere se si ha il coraggio di opporsi. I Cinesi lo hanno fatto ed hanno vinto (ed oggi Londra é turbata perché ha un budget del 50% più basso di quello di Beijing per le sue Olimiadi: é solo un esempio ovviamente)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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Alex80

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« Risposta #32 il: 27 Agosto, 2008, 14:39:09 pm »
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Altro che fuori tema ed altro che questione non centrale. Ginché non si aprono gli occhi forse é meglio fare come i Benedettini e tacere.
In pratica mi stai invitando a stare zitta. Purtroppo ho avuto l'ennesima prova di quanto sia inutile provare a dialogare con te...E vabbè, pazienza.

Citazione
I Cinesi lo hanno fatto ed hanno vinto (ed oggi Londra é turbata perché ha un budget del 50% più basso di quello di Beijing per le sue Olimiadi: é solo un esempio ovviamente)


Se per te ha "vinto" un Paese in cui nel 2007 sono avvenute 6.000 esecuzioni capitali (e non penso si trattasse tutti di  serial killer assetati di sangue), non so che dirti...Quello è il modello che per te va bene, continua pure a tifarlo incondizionatamente. Io trovo che laggiù ci sia qualcosa che non va, invece, ma questo non significa che pensi che l'Occidente possegga la panacea ai mali del mondo, come tu vorresti accusarmi di credere.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »

Idra

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« Risposta #33 il: 27 Agosto, 2008, 14:48:57 pm »
Citazione da: "marcowong"
Dubbio quello che io stavo cercando di dire è che, nei confronti della Cina, esiste un pregiudizio, un bias negativo per cui un fatto analogo viene descritto, spiegato e giustificato in maniera diversa a seconda del caso.
Per fare un esempio nostrano allora, in Italia una istituzione religiosa, per essere riconosciuta come religione, deve firmare una convenzione con lo stato.
La stessa cosa succede in Cina, per cui si pu? praticare il culto cattolico praticato dalla chiesa riconosciuta e nella quale, tra l'altro, alcuni vescovi sono quelli riconosciuti dal Vaticano.
Nel caso della Cina, per l'applicazione dello stesso principio, si parla di repressione dei diritti religiosi, nel caso dell'Italia, per l'approvazione degli imam già ordinati dall'istituzione religiosa competente si parla di misura di difesa dai fondamentalismi religiosi.
Sempre per fare un paragone con esempi vicini alla realtà italiana, rappresentanti di istituzioni a vari livelli, da comunali a membri del governo, osteggiano la realizzazione di nuove moschee anche con le plateali iniziative dei maiali portati a passeggio.
Come sarebbero descritti tali episodi se accadessero in Cina?


Chi è spesso bersaglio indiretto di una certa disinformazione, o interpretazione soggettiva venduta come obbiettiva, tende a pensarla come l'ho pensato io, ovvero ci? che ha detto qui marco del topic di Shaoyan. Per me è questo il senso, che si riduce oramai a simpatie e antipatie (se il "santo" fa la stessa cosa che fa il "mostro", il secondo fatto è, per definizione, e dico, per definizione più mostroso). Non c'è una discussione sulla bontà o no del sistema democratico, c'è solo una SIMPATIA INTERPRETATIVA dei fatti che accadono in una democrazia rispetto a fatti analoghi che possono accadere in un sistema differente. Tali fatti possono accadere in una democrazia o meno; in questo topic è, secondo me, fuori discussione sia una valutazione dei vari sistemi di governo che una correlazione dei fatti in considerazione con uno o l'altro sistema.
Anzi, proprio per il meccanismo di quello che ho chiamato SIMPATIA INTERPRETATIVA verso i paesi democratici, si vuole dimostrare che i fatti negativi NON SEMPRE sono correlati con i loro sistemi politici, possono accadere in qualsiasi sistema e devono avere lo stesso valore valutativo, cosa che generalmente non accade.
Ripeto, non si tratta di valutare la bontà e il valore di un sistema di governo, di cui ognuno di noi ha le proprie idee.

ps. quelli che sono intervenuti in questo topic, per quel che ho potuto capire e per quel che pu? valere una mia personale considerazione, sono persone corrette. Spero che non si arrivi a sterili "guerre" ideologiche, ma si accetti anche senza condividere le diverse idee o il diverso modo di fare altrui ovviamente nei limiti della correttezza e del rispetto reciproco. La pazienza è la virtù dei forti.
« Ultima modifica: 27 Agosto, 2008, 14:56:32 pm da Idra »

Alex80

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« Risposta #34 il: 27 Agosto, 2008, 14:56:08 pm »
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Chi è spesso bersaglio indiretto di una certa disinformazione, o interpretazione soggettiva venduta come obbiettiva, tende a pensarla come l'ho pensato io, ovvero ci? che ha detto qui marco del topic di Shaoyan. Per me è questo il senso, che si riduce oramai a simpatie e antipatie (se il "santo" fa la stessa cosa che fa il "mostro", il secondo fatto è, per definizione, e dico, per definizione più mostroso). Non c'è una discussione sulla bontà o no del sistema democratico, c'è solo una SIMPATIA INTERPRETATIVA dei fatti che accadono in una democrazia rispetto a fatti analoghi che possono accadere in un sistema differente. Tali fatti possono accadere in una democrazia o meno; in questo topic è, secondo me, fuori discussione sia una valutazione dei vari sistemi di governo che una correlazione dei fatti in considerazione con uno o l'altro sistema.
Anzi, proprio per il meccanismo di quello che ho chiamato SIMPATIA INTERPRETATIVA verso i paesi democratici, si vuole dimostrare che i fatti negativi NON SEMPRE sono correlati con i loro sistemi politici, possono accadere in qualsiasi sistema e devono avere lo stesso valore valutativo, cosa che generalmente non accade.
Ripeto, non si tratta di valutare la bontà e il valore di un sistema di governo, di cui ognuno di noi ha le proprie idee.


La tua è una risposta assolutamente pertinente e che, secondo me, chiarisce adeguatamente le perplessità suscitate da Babo e Dubbio.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »

cavallo

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« Risposta #35 il: 27 Agosto, 2008, 19:48:31 pm »
beh Alex, che c'entra la pena di mote con l'essere o non essere democratici?

Hanno la pena di morte e la applicano Paesi che tu definiresti "democratici" (con "libere" elezioni, magari col voto solo del 36% dei cittadini...) come gli USA o l'occidentalizatissimo Giappone.
La vittoria di cui parlavo per l Cina sta nel fatto che 100 anni fa gli Inglesi la umiliavano, ne controllavano Hong Kong, interferivano nella sua politica, godevano della sua miseria, ne teorizzavano per iscritto l'"inferiorità congenita" (razziale),  mentre rapinavano l'India; oggi la Cina (grazie alla Rivoluzione ed alle riforme degli ultimi 15 anni) é indipendente al 100%, ha recuperato Hong Kong, é  una grande potenza economica e ha celebrato splendide Olimpiadi, creando fra l'altro infrastrutture (sportive, di trasporto, ecc.) modernissime, con un budget doppio di quello disponibile per la Londra in grave crisi che dovrà celebrarle nel 2012.

Io festeggio, sì, questo fatto, come festeggio la cacciata degli Inglesi dall'India, dei Francesi dall'Indocina e dall'Algeria, dei Portoghesi dalle loro colonie, degli USA  dal Vietnam, dell'apartheid dal Sudafrica, che sono fatti assai più importanti di quelli inerenti il sistenma socioeonomico e politico in Lituania, in Romania, in Russia, perché il VERO scontro (nonostante quel che pensano i miopi da Bossi a Bertinotti) NON E' MAI STATO quello Est-Ovest ma quello Nord-Sud e, negli ultimi 40 anni, il Nord sta gradualmente e finalmente perdendo il suo potere e i suoi privilegi (compresi quelli stessi delle classi operaie sindacalizzate europee rispett ai 4/5 del Pianeta) costruiti sulle catene e sul sangue, sulle rapine e sui colpi di stato, sui regimi fantoccio e sulla strage.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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Alex80

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« Risposta #36 il: 27 Agosto, 2008, 20:26:19 pm »
Citazione
beh Alex, che c'entra la pena di mote con l'essere o non essere democratici?

Non c'entra assolutamente niente, ed infatti non sono io quella che cerca di dimostrare come certe degenerazioni siano peculiari soltanto di un certo sistema di governo.
Per la cronoca, io sono comunque assolutamente contraria alla pena di morte, in qualsiasi Paese essa avvenga.

Citazione
La vittoria di cui parlavo per l Cina sta nel fatto che 100 anni fa gli Inglesi la umiliavano, ne controllavano Hong Kong, interferivano nella sua politica, godevano della sua miseria, ne teorizzavano per iscritto l'"inferiorità congenita" (razziale), mentre rapinavano l'India; oggi la Cina (grazie alla Rivoluzione ed alle riforme degli ultimi 15 anni) é indipendente al 100%, ha recuperato Hong Kong, é una grande potenza economica e ha celebrato splendide Olimpiadi, creando fra l'altro infrastrutture (sportive, di trasporto, ecc.) modernissime, con un budget doppio di quello disponibile per la Londra in grave crisi che dovrà celebrarle nel 2012.


Il miracolo economico della Cina, così come di molti altri Paesi emergenti, è avvenuto soprattutto tramite l'imperialismo economico occidentale, e nasconde quindi una dolorosa storia di sfruttamento.
Presto questi Paesi, una volta vittime di un certo sistema, diventeranno a sua volta carnefici, perchè per sostenere i propri ritmi di sviluppi avranno a sua volta bisogno di sfruttare laddove c'è la miseria.
Quando gioisci per la "vittoria" della Cina, forse non te ne rendi conto, ma plaudi all'imperialismo economico occidentale, perchè il modello di sviluppo che ha portato la Cina dove è oggi, e che essa stessa ha a sua volta assimilato, è quello.
E lo scenario della Cina, attualmente, è lo stesso che si pu? vedere in qualsiasi altro Paese emergente: da una parte la ricchezza più sfrenata, i grattacieli, le boutique delle grandi griffe; dall'altra, le baraccopoli.
Progressivamente però, la classe media aumenterà sempre più di proporzioni, e il benessere si diffonderà in maniera più generalizzata. La società cinese, come quella indiana o brasiliana, diventerà molto più equilibrata ed uniforme, e quei paesaggi pieni di contrasti "traslocheranno" in altre aree del mondo, dove le multinazionali (anche cinesi, indiane, brasiliane, etc.), andranno a piantare la loro bandiera.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »

cavallo

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« Risposta #37 il: 27 Agosto, 2008, 22:01:43 pm »
alex, non concordo sulla tua analisi del miracolo economico cinese (magari chiediamo a marcowong( che non  il risultato solo e soprattutto di delocalizzazioni di aziende straniere sdruttatrici del differenziale salariale, ma di un processo di accumulazione culturale, tecnologica ed economica avviato (ferocemente) con Mao e rilanciato superandone limiti ed errori con Deng e successori; inoltre (e le due cose sono inrecciate), a differenza di altri Paesi del Sud del Mondo (esempio: Bangladesh, Filippine, Pakistan, Congo, Kenia, Nigeria, ecc.) la RPC si é emancipata POLITICAMENTE dal servaggio occidentale diretto e indiretto e questo ha fatto sì che abbia scelto lei le linee del suo sviluppo e non le multinazionali o i governi ovcidentali ed é questo che ha permesso quel miracolo economico. E lo festeggio, sì, perché il modello (in apparenza) é lo stesso (ma non é vero, basta conoscere un po' di storia e filosofia della millenaria Cina per capure la differenza, come direbbe Weber) ma la griglia di rapporti di potere, il riferimento culturale, il senso dei rapporti internazionali NO.

E poiché il modello occidentale, dal XVIII secolo ad oggi, ha potuto prosperare e poi sopravvivere SOLO grazie all'asservimento del Sud del Mondo, alla sua marginalizzazione decisionale, ad una divisione internazionale del lavoro e dei consumi iniqua, che Paesi come la Cina si sottraggano a tale meccanismo e addirittura competano vittoriosamente con le economie occidentali potrà pure avvenire dentro quel modello, ma in realtà é elemento distruttivo di quel modello che senza quei rapporti iniqui salta del tutto e, anzi, salta perfino le lo volesse applicare all'infinito anche la Cina!

E dato che quel modello occidentale si é rivelato genocida ed ecocida, huerrafondaio e razzista, creatori di  mostri come il nazismo e l'apartheud, insostenibile alla lunga e suicida, io festeggio tutto quel che lo fa saltare, perché per me la vita di Cinesi, Nigeriani, Boliviani, Somali, Palestinesi vale esattamente quanto la mia, quella dei milanesi, quella dei newyorkesi, ec.
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« Risposta #38 il: 27 Agosto, 2008, 22:11:53 pm »
Citazione da: "cavallo"
alex, non concordo sulla tua analisi del miracolo economico cinese (magari chiediamo a marcowong( che non  il risultato solo e soprattutto di delocalizzazioni di aziende straniere sdruttatrici del differenziale salariale, ma di un processo di accumulazione culturale, tecnologica ed economica avviato (ferocemente) con Mao e rilanciato superandone limiti ed errori con Deng e successori; inoltre (e le due cose sono inrecciate), a differenza di altri Paesi del Sud del Mondo (esempio: Bangladesh, Filippine, Pakistan, Congo, Kenia, Nigeria, ecc.) la RPC si é emancipata POLITICAMENTE dal servaggio occidentale diretto e indiretto e questo ha fatto sì che abbia scelto lei le linee del suo sviluppo e non le multinazionali o i governi ovcidentali ed é questo che ha permesso quel miracolo economico. E lo festeggio, sì, perché il modello (in apparenza) é lo stesso (ma non é vero, basta conoscere un po' di storia e filosofia della millenaria Cina per capure la differenza, come direbbe Weber) ma la griglia di rapporti di potere, il riferimento culturale, il senso dei rapporti internazionali NO.

E poiché il modello occidentale, dal XVIII secolo ad oggi, ha potuto prosperare e poi sopravvivere SOLO grazie all'asservimento del Sud del Mondo, alla sua marginalizzazione decisionale, ad una divisione internazionale del lavoro e dei consumi iniqua, che Paesi come la Cina si sottraggano a tale meccanismo e addirittura competano vittoriosamente con le economie occidentali potrà pure avvenire dentro quel modello, ma in realtà é elemento distruttivo di quel modello che senza quei rapporti iniqui salta del tutto e, anzi, salta perfino le lo volesse applicare all'infinito anche la Cina!

E dato che quel modello occidentale si é rivelato genocida ed ecocida, huerrafondaio e razzista, creatori di  mostri come il nazismo e l'apartheud, insostenibile alla lunga e suicida, io festeggio tutto quel che lo fa saltare, perché per me la vita di Cinesi, Nigeriani, Boliviani, Somali, Palestinesi vale esattamente quanto la mia, quella dei milanesi, quella dei newyorkesi, ec.

Mi spiace, ma non sono d'accordo: io credo che la globalizzazione economica abbia giocato un ruolo enorme nello sviluppo delle cosidette economie emergenti.
Sul fatto che la Cina sia riuscita a mantenere una propria autonomia politica, sono d'accordo; ma per anni è stata un Paese vittima di sfruttamento, il quale gli ha comunque permesso di accumulare enormi quantità di capitali e di acquisire il know-how necessario per emanciparsi dalla sua condizione di subalternità all'Occidente.
La Cina sta già delocalizzando alcune delle sue aziende nel Sud del mondo...Ha imparato tutto alla perfezione.  :wink:

Edit: A sostegno della mia tesi, riporto questo link.
http://www.affarinternazionali.it/articolo.aspòID=467
Non ritengo questo articolo impeccabile a livello di obiettività, anzi, c'è almeno un punto in cui scade vistosamente. Tuttavia, mi sento di poter condividere pienamente le righe conclusive, che cito di seguito:

Citazione
Insomma, non è detto che il bilancio finale per l’Africa sia positivo. Alcuni parlano di una nuova e inedita alleanza finalmente svincolata da Europa e Stati Uniti. Altri parlano di neo-colonialismo in salsa cinese. In realtà non sembra esserci molto di nuovo rispetto alla politica perseguita per decenni dai governi occidentali. Sfruttamento delle risorse, stravolgimento del mercato interno, vendita di armi, corruzione: nulla di tutto ci? rappresenta una novità nel rapporto tra Africa e paesi terzi. Forse cambierà il palo a cui il cavallo è attaccato, ma è probabile che per l’Africa la corda rimanga sempre la stessa.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »

cavallo

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« Risposta #39 il: 27 Agosto, 2008, 22:26:59 pm »
vuoi alcuni esempi delle enormi differenze fra le delocalizzazioni occidentali e quelle cinesi ?

1) in Cina l'economia (anche quella con caratteristiche capitaliste) é "orientata" dalla pianificazione politica (PCC), che fra l'altro stabilisce le linee di credito, le aree di priorità, le infrastrutture, ecc.; nessun multimiliardario cinese potrebbe avere il ruolo politico di Berlusca, Murdock, Kennedy, Hariri, Cheney, Bush, ecc.: é la politica che comanda sui soldi e non viceversa;

2) in Cina la delocalizzazione di capitali e aziende, l'investimento in infrastrutture (specie in Africa) e risorse non é SUCCESSIVO come in Occidente  ma CONTEMPORANEO a significativi flussi migratori (che invece sono cessati dai Paesi occidentali delocalizzatori) che contribuiscono alla diffusione dei prodotti cinesi (come fecero le "Little Italy" negli USA negli anni '50, ma l'Italia non delocalizzava affatto allora);

3) la crescita economica e tecnologica cinese é avvenuta in ritardo ma é più rapida;

4) il surplus finanziario cinese é in parte investito nei buoni del tesoro USA (ne costituisce la maggioranza!), mentre gli USA, "motore" economico dell'Occidente (e/perché "motore" politico) sono ultraindebitati e non hanno alcun surplus finanziario;

5) la Cina non spende/spreca 3 miliardi di dollari alla settimana per la guerra ell'Iraq (fonte Briden, neocandidato alla vicepresidenza USA per i Democratici) e gli USA non affondano perché e solo finché (come avvenne durante la guerra in Vietnam) scaricano il loro deficit e le loro crisi sull'intero Occidente ed impongono che nessuno esiga il pagamento dei loro debiti, situazione che fa da retroterra in modo del tutto diverso (opposto) alla loro economia rispetto a quella cinese di oggi

e potrei continuare a lungo.  Credere che la Cina stia seguendo il modello occidentale solo perché ne usa gli strumenti é un errore colossale che non tiene oltre tutto conto delle culture e delle storie diverse dei vari popoli; non a caso ho citato Weber che ha dimostrato il legame gra il sorgere del capitalismo e l'"etica protestante", ben diversa da quella  della tradizione imperiale e confuciana cinese su cui si sono SOLO innestati 40 anni di maoismo e 20 anni di post-maoismo di cui anche le Olimpiadi sono stati una interessante vetrina!!!!
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simoneb

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« Risposta #40 il: 27 Agosto, 2008, 22:35:34 pm »
l' 80% del pil cinese è composto dai profitti delle maggiori 420 aziende STATALI cinesi, altro che delocalizzazione occidentale e sfruttamento del lavoro. la cina ha deciso di partecipare al tavolo del wto, ma senza piegarsi alle regole occidentali, si chiama socialismo di mercato. e con il socialismo di mercato sta sbaragliando l' occidente, è questo che rode ed è per questa scusa che si tirano fuori i diritti umani.
sapete che da quest' anno in cina è entrata in vigore una nuova legge sui contratti di lavoro (con più tutele per i lavoratori) e proprio per questo i capitalsiti americani si spostano altrove? altro che globalizzazione, la cina è una potenza di suo.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da simoneb »

Alex80

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« Risposta #41 il: 27 Agosto, 2008, 22:38:21 pm »
Citazione da: "cavallo"
vuoi alcuni esempi delle enormi differenze fra le delocalizzazioni occidentali e quelle cinesi ?

1) in Cina l'economia (anche quella con caratteristiche capitaliste) é "orientata! dalla pianificazione politica (PCC), che fra l'altro stabilisce le linee di credito, le aree di priorità, le infrastrutture, ecc.;

2) in Cina la delocalizzazione di capitali e aziende, l'investimento in infrastrutture )specie in africa) e risorse non  SUCCESSIVO ma CONTEMPORANEO a significativi flussi migratori (che invece sono cessati dai Paesi occidentali delocalizzatori) che contribuiscono alla diffusione dei prodotti cinesi (come fecero le "Little Italy" negli USA negli anni '50, ma l'Italia non delocalizzava affatto allora);

3) la crescita economica e tecnologica cinese é avvenuta in ritardo ma é più rapida;

4) il surplus finanziario cinese é in parte investito nei buoni del tesoro USA (ne costituisce la maggioranza!), mentre gli USA, "motore" economico dell'Occudente (e/perché "motore" politico) sono ultraindebitati e non hanno alcun surplus finanziario;

5) la Cina non spende/spreca 3 miliardi di dollari alla settimana per la guerra ell'Iraq (fonte Briden, neocandidato alla vicepresidenza USA per i Democratici) e gli USA non affondano perché e solo finché (come avvenne durante la guerra in Vietnam) scaricano il loro deficit e le loro crisi sull'intero Occidente ed impongono che nessuno esiga il pagamento dei loro debiti, dituazione che fa da retroterra in modo del tutto diverso alla loro economia rispetto a quella cinese.

e potrei continuare a lungo.  credere che la Cina stia seguendo il modello occidentale solo erché ne usa gli strumenti é un errore colossale che non tiene oltre tutto conto delle culture e delle storie diverse dei vari popoli; non a caso ho citato Weber che ha dinostrato il legame gra il sorgere del capitalismo e l'"etica protestante", ben diversa da quella  della tradizione imperiale e confuciana cinese su cui si sono SOLO innestati 40 anni di maoismo e 20 anni di post-maoismo di cui anche le Olimpiadi sono stati una interessante vetrina!!!!


Tutti i punti che hai riportato, non confutano in nessun modo la tesi che il modello economico cinese si fondi sulle stesse dinamiche dell'economia di mercato occidentale. Il comportamento che la Cina sta attuando in Africa ha le caratteristiche dell'imperialismo economico,  e questo per me è un dato di fatto che nè la pianificazione economica del governo, nè i flussi migratori che agevolano la diffusione dei prodotti cinesi, nè il fatto che l'economia cinese si sviluppi più velocemente, nè il superdebito degli Usa e il mega surplus finanziario della Cina, nè la guerra in Iraq, cambiano.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »

simoneb

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« Risposta #42 il: 27 Agosto, 2008, 22:48:19 pm »
a sostegno della mia tesi
http://www.ideasherwood.org/capire_la_cina.pdf
scaricatelo e leggetevelo, sono circa 60 pagine

altri dati interessanti

Stipendi orari ($)
Shanghai 2.10
Bucarest 2.10
Bogotß 2.00
Kiev 1.80
Nairobi 1.80
Sofia 1.60
Giakarta 1.30
Bombay 1.40
Nuova Delhi 1.20
Manila 1.20

Contributi sociali % su salario lordo
Shanghai 19
Luxembourg 19
Barcelona 19
Dublin 18
Madrid 18
Kiev 17
Singapore 17
Sao Paulo 17
Nairobi 17
Manila 17
Delhi 17
Buenos Aires 17
Taipei 16
Lima 15
Bombay 15
Nicosia 13
Moscow 13
Hong Kong 13
Caracas 11
Bogotß 11
Mexico City 10
Jakarta 10
Bangkok 7
Manama (Bahrein) 2
Dubai 1

Stipendio rispetto a New York (100)
(la prima cifra è lo stipendio lordo la seconda quello netto)
Roma 47.0 49.7
Shanghai 11.5 13.1
Mexico City 10.9 14.1
Bogotß 10.3 13.0
Kiev 9.6 11.6
Nairobi 9.3 11.1
Sofia 9.3 10.2
Bangkok 8.1 10.9
Bombai 7.0 8.7
Jakarta 6.3 8.2
Manila 6.3 7.8
Nuova Delhi 6.1 7.8

Quanto deve lavorare un cinese per comprare un Big Mac al Mc Donald e 1 kg di riso (minuti)
Shanghai 38/23
Ljubljana 35/30
Praga39/14
San Paolo 38/11
Tallinn 39/21
Warsavia 43/18
Vilnius 43/24
Istanbul 48/36
Rio de Janeiro 53/19
Bratislava 55/20
Santiago de Chile 56/21
Buenos Aires 56/24
Delhi 59/36
Bangkok 67/22
Bucarest 69/25
Sofia 69/31
Bombay 70/32
Manila 81/29
Mexico City 82/22
Caracas 85/13
Lima 86/19
Giakarta 86/36
Nairobi 91/33
Bogotß 97/25

Lavoro, ore annue
Shanghai 1969
Chicago 1971
Nairobi 1984
Giacarta 2013
Istanbul 2023
Kuala Lumpur 2024
Singapore 2041
Manila 2042
Dubai 2050
Lima 2052
Buenos Aires 2053
Bogotß 2065
Santiago del Cile 2077
Nuova Delhi 2121
Seoul 2317
fonte union bank of switzerland

http://www.resistenze.org/sito/te/po/ci/poci4d01.htm
qui nell' ultimo capitolo ci sono le linee guida del socialismo di mercato cinese per i prossimi anni
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da simoneb »

cavallo

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« Risposta #43 il: 27 Agosto, 2008, 22:48:43 pm »
non mi pare esatto quel che dici: se fosse vero che la crescita cinese  "si fonda sulle stesse dinamiche dell'economia di mercato occidentale"
- non ci sarebbe pianificazione centralizzata (contraria alle dinamiche liberiste vere);
- non ci sarebbe predominio della politica sull'economia (idem);
- non ci sarebbe eccesso di mezzi finanziari (surplus) ma ricorso sistematico al credito internazionale in forma passiva come ama tanto la World Bank;
- non ci sarebbe coincidenza temporale fra espansione dell'export ed espansione dell'emigrazione (in Europa e negli USA é avvenuto il contrario e non solo per ragioni demografiche ma soprattutto erché le rimesse dei migranti sono state canalizzate all'incremento dei consumi funzionali alle imprese).

no, gli strumenti sono gli stessi, glo atteggiamenti in parte pure, ma le dinamiche e soprattutto il loro senso e le loro radici culturali non lo sono affatto (e del resto perfino la Corea del Sud e Singapore che non hanno la questione PCC hanno modelli che gli economisti sanno bene essere solo apparentemente uguali a quelli occidentali)
« Ultima modifica: 27 Agosto, 2008, 23:02:57 pm da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

simoneb

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« Risposta #44 il: 27 Agosto, 2008, 22:53:21 pm »
Alex tu puoi credere quello che ti pare, ma sei in errore, vittima della propaganda occidentale che vuole farci vedere i cinesi come spietati turbocapitalisti peggio degli occidentali stessi. e questa roba è molto in voga anche in diversi ambienti pseudosinistri italiani.

la realtà è che sulle fonti che ti ho citato, e sugli spunti di riflessione sulla pianificazione economica che ti ha dato cavallo, dovresti rifletterci bene. poi uno pu? essere libero di criticare, o di dire che un ceto modello non gli piace, ma non si pu? ripetere come un mantra la storia della cina ultracapitalista, perchè qualsiasi studio serio la smentisce categoricamente.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da simoneb »