no, NON SOLO nel medioevo e NON SOLO durante e dopo la guerra perché non puoi paragonare un pollo ad un gatto, in quanto il gatto ha caratteristiche (e a quanto pare sapore) simili a quelle della lepre (se ben frollato, del coniglio), carne PIU' PREGIATA del pollo:
ripeto:
a) "levre de copp" é piatto TRADIZIONALE della cucina ligure (la fonte te la ho detta; De André era un esperto di gastronomia), non solo nei periodi di guerra e miseria acuta;
b)
http://www.coquinaria.it/archivio/stori ... olo37.html "Abbiamo visto che pochi secoli fa (o pochi decenni?) mangiavamo gatti "
pochi decenni fa non era il medioevo;
c)
http://www.giallozafferano.it/Guide-e-C ... che-Veneto "Tipica ricetta del Vicentino, sempre a base di carne, è il ôgatto alla Vicentinaö, molto in voga nei periodi di miseria e povertà che in passato hanno colpito la regione. "
era ovviamente più usato in periodi difficili, ma i "periodi di povertà" non coincidono solo con la guerra e inoltre la giusta tua osservazione che in periodi di carestia si mangia DI TUTTO non va bene con il fatto che in quei casi NON SI CREANO RICETTE CON TANTO DI NOME ("gatto alla vicentina"): prova a vedere se ci sono ricette di topo in Italia, regolarmente mangiato nelle guerre fino a tutto il XVII secolo....;
d) dato che il gatto fa parte della cucina tradizionale austriaca (ripeto, non solo fra i poveracci, ma anche, fino a pochi decenni fa, nei ristoranti viennesi e tirolesi) e dato che il Triveneto (Friuli, Sud-Tirol/Alto Adige e Trentino fino al 1918, Veneto fino al 1866) faceva parte culturalmente e politicamente dell'Impero Austroungarico l'influsso (NEI RISTORANTI) della cucina austriaca, gatto compreso, era assai forte;
e) sai come erano detti fino agli anni '50 i Veneti dispregiativamente sai lumbardò "magnagati" (mangiagatti)....
http://guide.supereva.it/mangiar_bene/i ... tandum-estDa lì sarebbe derivato il detto: ôvicentini magnagatiö. Attualmente in Italia è vietato cucinare gatti, anche se qualcuno forse di nascosto continua a farlo, ma nella storia di Vicenza ci sono moltissime vecchie ricette soprattutto in dialetto che fanno riferimento a questa pietanza. In queste spesso si legge di scegliere un gatto di campagna giovane e ben nutrito, possibilmente di razza certosina, apprezzata già nell’antichità per la prelibatezza delle carni. Il gatto poi, (morto ovviamente), dovrà essere tenuto circa una settimana a frollare sotto la neve, perci? questo piatto potrà essere preparato solo negli inverni nevosi, come vuole la vera tradizione vicentina.ö
f) la ricetta del "gatto alla vicentina" include spezie costose come la cannella, che ne mostrano l'origine non da carestia
http://www.cervarese.org/Public/CUDetta ... spòCont=15(riporto il link non certo per incitare a cucinare felini ma per mostrare la non povertà degli ingredienti, vedi appunto la esotica cannella)
g) mia nonna materna era biellese e nel Biellese (e altrove in Piemonte, come perfino in Sardegna) il gatto era piatto normale contadino fino agli anni Cinquanta del XX secolo
basta?