rapporto del servizio di studio aperto live - page 1 - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: rapporto del servizio di studio aperto live  (Letto 10136 volte)

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Natsuki

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rapporto del servizio di studio aperto live
« il: 13 Novembre, 2005, 04:59:26 am »
Sabato 12/11/05 h 23.33

Inizia il servizio di cui ho sentito parlare la sera prima, un servizio su di noi, cinesi che abitano sul territorio italiano, noi che, a detta della conduttrice, abbiamo conquistato la zona paolo sarpi di milano e monopolizzato la città di prato.
La premessa è quella di mostrare finalmente il mondo parallelo che ci cela oltre alle mura, un mondo in nessuno è riuscito a penetrare.
 
I primi cinque minuti sono solo un'anteprima e già riesco a percepire il carettere ostile che permea tutto il servizio e le persone che lo conducono.
La conduttrice in live da via bramante a milano è una donna che non sa assolutamente nulla dei cinesi e nemmeno tenta di capirci, espone fatti, usa frasi ad effetto, divulga informazioni non del tutto veritiere (i cinesi lavorano 24h al giorno, fatto biologicamente impossibile anche per i più volonterosi).

Si parla di prostituzione, di come si sia sviluppato negli ultimi anni e del mezzo usato per divulgare l'informazione (annunci sul giornale). Gli assistenti rispondono agli annunci e riescono a visitare varie case d'aqppuntamento fingendosi clienti, filmano il tutto con telecamenre nascoste, evidenziano il basso costo del "servizio" offerto e la difficoltà linguistica di tutte le persone con cui viene in contatto,c ome volessero dimostrare qualcosa con ci? (se vanno in cina, li sfido a imparare il cinese in 2 mesi). Dicono che questo mercato, che prima era riservato solo ai cinesi ora è aperto anche al "pubblico" e narrano di come le ragazze cinesi non stiano sulle strade ma servano negli alloggi da loro occupati e accennano anche al fatto che le ragazze siano schiavizzate da qualche organizzazione e che siano costrette a prostituirsi per pagare il riscatto.

Dalla prostituzione si passa alle erboristerie, nelle quali hanno scoperto che vi sono degli ambulatori illegali, dove vengono praticate iniezioni, flebo e alcune operazioni chirurgiche. Ci definiscono una comunità chiusa, si chiedono come mai non ci rivolgiamo ai loro ospedali, e io mi chiedo, se un immigrato illegale si ammala, il suo destino è forse la morte? Chiudono la parentesi degli ambulatori abusivi indugiando su un caso di aborto illegale avvenuto un anno fa, la donna è stata perseguita dalla legge ed ora è libera.

Non ricordo se prima o dopo, il programma ha anche descritto il viaggio che subisce una borsa made in china per arrivare fino al mercato italiano. Parlano del porto di genova, di tutti i containers che erano presenti, evidenziandone il numero massiccio come fosse un fatto assai negativo per il mercato italiano, si spostato in un centro grossista e ancora una volta evidenziano la quantità impressionante di prodotti che vengono dalla cina, dove manodopera e materiale costano almeno tre volte meno che in italia. Effettuano un conteggio sul prezzo della borsa, quanto è costato farlo produrre in cina e quanto costerebbe farlo fare in italia, il rapporto era all'incirca di 1/3 (in cina 25Ç e in italia 80 Ç) e ancora una volta lo annunciano cme fosse un fatto negativo e io in cuor mio penso "cavoli quanto si risparmia!". Nella loro totale disinformazione si permettono pure di indicare il prezzo della manodopera cinese in Cina senza informare il pubblico del valore del cambio euro/yuan e della differenza di costo di vita che c'è tra Italia e Cina.

La conduttrice riprende la sua narrazione live, racconta di un laboratorio tessile (producevano borse) in cui un anno fa hanno scoperto e denunciato dello sfruttamento minorile, nel filmato si vedeva come l'operatore si fosse camuffato a cliente e avesse ottenuto tutte le informazioni che desiderasse per bocca di ragazzini dai 10 ai 14 anni che in quel momento ha trovato al lavoro. Evidenziano il fatto che i cinesi lavoraro delle ore disumane, la conduttrice osa pure dire che lavoriamo 24 h al giorno non stop. I ragazzini interrogati ammettono con facilità il fatto che lavorano tante ore al giorno quando il finto cliente chiede loro l'orario e per evidenziare la loro età, quest'ultimo chiede ad ogni bambino che incontra la classe frequentata. E' una dura realtà, ma mi rammarica il fatto che si siano fermati solo a questo caso, se la premessa è stata quella di mostrare la realtà cinese, perchè non mostrarla tutta? Non in tutti i laboratori cinesi lavorano dei bambini e se ci lavorano è perchè devono dare un contributo alla famiglia, io stessa ho aiutato nei momenti di urgenza e questo non si chiama sfruttamento. ovviamente con ci? non voglio affermare che lo sfruttamento minorile non esista, ma solo dire che i cinesi non sono solo sfruttatori di manodopera infantile come invece il servizio ha voluto far intendere. Nel filmato si vede anche il momento in cui sono intervenuti i carabinieri e di come essi abbiano vietato le riprese televisive (forse la legge sulla privacy non esiste a caso...).

Adorabili sono stati quando hanno fatto vedere una classe di giovani cinesi che facevano lezione di italiano (a milano nella zona sarpi), quelle lezioni tenute da organizzazioni socioculturali che puntato all'integrazione (chissà perchè ma sembrava stessero facendo della carità misericordiosa dal tono in cui lo narrava l'inviata).
L'inviata fa un giro nella chinatown di milano ed evidenzia la massiccità dei negozi cinesi, quanti negozi italiano hanno chiuso i battenti e di come la zona sia frequentata quasi esclusivamente da cinesi. Notano che in mano a molti dei nostri connazionali vi è un foglio su cui vi sono molti numeri telefonici, risalgono al locale di provenienza, un bar lì vicino, e scoprono che è un elenco di posti di lavoro per cinesi in laboratori, ristoranti o qualsiasi tipo d'esercizio cinese. Ci accusano di schiavizzazione, e per sostenere le loro accuse, mostrano l'interrogatorio fatto a due immigrati del Nord della Cina che a quanto pare hanno realmente subito la schiavitù e che per salvarsi la pelle hanno dovuto denunciare il loro datore di lavoro perchè ridotti a fin di vita da violenza fisica. Ora, non che voglia fare la sostenitrice dello schiavismo, ma sono certa che mi capiate quando affermo che non bisogna mai generalizzare, logico è che la voce narrattrice invece si diverte prorpio a generalizzare. (che bello, i lavoratori sono tutti schiavi e i datori si lavoro tutti dei mostri!!)
Siamo ancora nella chinatonw e l'inviata ora intervista un signore che a quanto pare ha imparato a convivere con "noi" e afferma che c'è n cinese che vive nella cantina della sua casa. La troupe si fa guidare dal signore in quale apre avariate porte e nella cantina effettivamente c'è un nostro connazionale, chi sia o cosa faccia non si sa, in quel momento è a letto e riposa, e l'inviata sostiene che è uno schiavo. (quanto sia credibile non lo so)
Il giro ancora non è terminato e infatti ora siamo in un condominio in cui sono disponinili dei posti letto. Come abbia fatto la troupe a farsi dare il permesso di entrare io non lo so ma ho sentito distintamente che chiedevano all'inquilina di mostrare il passaporto, quando invece non avrebbero nessun potere giuridico per richiederlo e comunque non è stata fatta citazione a nessuna persona giuridica o mandato che permettesse loro di fare irruzione in uan proprietà privata come hanno fatto. La  telecamera indugia sui posti letto presenti nell'appartamento (e a quanto pare basta un paio di pantaloni lasciati disordinatamente su un divano per trasformare quest'ultimo in un letto), gira una lenta carellata sul bucato steso nel balcone (vorrei vedere gli italiani quando fanno il bucato) per evidenziare il numero presunto delle persone che vivono in quell'appartamento (ma ancora non è chiaro se la ripresa fosse legale...)

L'ultimo punto trattato dal servizio è la ristorazione cinese in Italia.
Parlano delle origini, dello sviluppo crescente, dicono che c'è il meglio e il peggio ed ovviamente partono dal peggio. L'ironia della sorte vuole che prima parlino del numero impressionante di ristoranti cinesi che vi sono a Milano e poi mostrino il controllo sanitario che hanno fatto mesi fa ad un ristorante del sud. Nel controllo scoprono cibi scaduti, alimenti conservati in un modo inadeguato e prodotti privi di data di scadenza. Nella cucina trovano anche i tipici prodotti cinesi conservati quali il pesce sotto sale(buonissimo anche se l'aspetto e l'odore non sono il massimo), i funghi(xiangu) e le alghe (muer) essicati, i quali sono sanissimi,ma gli italiani, non essendo abituati a vedere simili alimenti, attribuiscono ad essi una connotazione negativa che non è veritiera.
Mostrano inoltre una serie di controlli efffettuati nel sud, in cui sono stati scoperti alimenti avariati in cucine cinesi o magazzini in cui erano conservati cibi totalmente andati a male e ovviamente non poteva mancare la ciliegina sulla torta, ovvero, hanno sequestrato non ricordo quante uova d'anatra lesse pronte per essere commerciate, perchè reputate pericolori veicoli portatori dell'influenza aviaria. (evvai, tutti i mali vengono dalla cina!!)
Dopo aver fatto vedere il peggio in questi casi del sud, passano a Torino e ci presentano lo chef cinese più rinomato d'Italia, il quale mastica l'italiano discretamente ed esibisce le sue spettacolari doti culinarie in piatti elaboratissimi e sicuramente appetitosi. La visita al ristorante di Torino è accompagnato da una guida esperto di cucina orientale, il quale oltre a portare la troupe nel ristornante ben tenuto, li dirige anche verso il banco di una fruttivendola cinese, dove trovano le tipiche verdure cinesi destinati ad una cucina cinese per cinesi e si chiedono il motivo percui nei ristoranti non trovino quegli ingredienti (io li sfido a mangiare la vera cucina cinese, secondo me non hanno nemmeno il coraggio di guardare le meduse condite). Dopo il mercato finiscono dentro un supermercato cinese e ancora una volta ridabiscono il fatto che siamo una comunità chiusa perchè abbiamo aperto perfino il luogo in cui fare la spesa (se non importiamo i nostri prodotti, dove la andiamo a pescare gli ingredienti necessari alla nostra cucina?) e realizzano una breve panoramica sui prodotti surgelati di cui ancora non ho capito il significato(ma era provocatorio?)
In questo momento vi è il terzo stacco pubblicitario e io aspetto piena di aspettativa che il programma riprenda (chissà cosa c'è ancora).
Finita la pausa rivedo la simpaticissima faccia della conduttrice che non sta mai un attimo ferma, in diretta da via bramante, la quale mi introduce ad una festa di cinesi abbastanza integrati (ma non ricordo più che tipo di festa fosse) i quali sono tutti benestanti e parlano bene italiano (è durato al massimo 2 minuti).

Fine del servizio, la conduttrice fa un resoconto di ci? che ha presentato, orgogliosa di essere riuscita a mostrare al pubblico ci? che nessuno era riuscito a mostrare e buona notte e tanti saluti. (cosa ha mostrato?? gli aghi nel pagliaio, che brava!!)

Scusatemi se il tono di questo resoconto è un po' personale, ma ho voluto infondervi le reazioni che mi ha suscitato mentre guardavo il programma.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Natsuki »

jaymilano

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« Risposta #1 il: 13 Novembre, 2005, 06:28:47 am »
bravissima nat!è molto preciso il rapporto! complimenti!(povera ciccia!!rimanere a scrivere il rapporto fino le 5.30 del mattino! :cry:  :cry: mi commuovi)ke brava!!
cmq il servizio mi fa solo ridere perkè loro sono convinti ke hanno scoperto tante cose sui cinesi! sopprattutto quando parla dello sfruttamento infantile, ma ki caz.. li obbligano a lavorare a quelli la?quei bimbi lavorano pk non hanno niente da fare e quindi si mettono ad aiutare i genitori ke lavorano tanto,infatti  io penso e sono convinto che nel dna dei cinesi ci sia il gene della "tanta voglia di lavorare"!(peccato ke io non ce l'abbia però :( ). quindi se quei bimbi vogliono lavorare di loro volontà ke c'è di male??
 e poi perke si devono lamentare con noi se i loro connazionali vogliono cosi tanti soldi per quella borsa made in italy?i ladri dovremmo essere noi????
per finire devo dire ke quando parlavano della prostituzione cinese,io pero ero dalla loro parte!!penso ke sia una vergogna ,e come dice ziner:-" meglio rubare che prostituirsi"! quelli ke gestiscono quel locale di massaggi sono la vergogna cinese!! quello si ke è da kiudere! ma non i negozi e i ristoranti!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da jaymilano »
jay il CINESE! si! CINESE!

glaus

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« Risposta #2 il: 13 Novembre, 2005, 06:51:50 am »
Mah, ho un po' di dubbi. Non ho visto la puntata, ma credo che se un/una bambino/bambina debba essere messo/a di fronte alla scelta tra giocare e lavorare, egli/ella con ogni probabilità sceglierà di stare tra i suoi coetanei/coetanee. In questo i/le bambini/bambine cinesi non sono diversi/e dal quelli/e del resto mondo. Di solito sono i genitori che fanno lavorare i figli, la qual cosa, però, non ha nulla a che vedere con lo sfruttamento dei minori: tutto dipende sempre da come li/le fanno lavorare.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da glaus »

Natsuki

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« Risposta #3 il: 13 Novembre, 2005, 09:27:24 am »
glaus non so se tu abbia mai conosciuto dei bambini cinesi, io da piccola mi mettevo di mia volontà a lavorare perchè non avevo nient'altro da fare e perchè volevo accentuare la mia bravura nei confroni degli adulti. Noi veniamo educati fin da piccoli ad essere un contributo alla famiglia e se i nostri genitori hanno un'attività e in quei particolari giorni hanno bisogno che diamo loro una mano, non è che ci sognamo di non farlo perchè il pensiero internazionale del bambino benestante è quello di uno che non fa mai niente dalla mattina fino alla sera se non quella di giocare. Io non chiamo sfruttamento minorile quello che c'è nei laboratori cinesi, perchè so bene che per ogni bambino che lavora, ci sono due genitori che lavorano ancora di più. Non dico che sia giusto o cosa, ma approcciarsi al mondo cinese con una mentalità prettamente italiana è assolutamente impensabile e sbagliato. Il servizio è stato molto provocatorio, per quanto mi riguarda, erano tutti malinformati.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Natsuki »

spike

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« Risposta #4 il: 13 Novembre, 2005, 09:49:45 am »
Io credo che se si lavora dai propri genitori quello si chiama dare una mano, perchè tutti i genitori(ma c'e sempre uno che fa eccezione alla regola)  hanno un riguardo naturale per i figli.
Invece se si tratta di un qualunque datore di lavoro allora bisogna valutare alcuni parametri come le ore, le condizioni ecc ecc.
Per quanto riguarda la prostituzione è una vera nota dolente, pero' ricordiamoci che gli stessi italiani hanno questo problema, alla fine credo che nessuna civilta' abbia mai riuscito a risolverla.
E' ridicolo la storia di  made in china, dove le maggior parte delle azziende italiene non vorrebbero farne a meno.
Cosi continuando si possono smascherare tutte le menzonigne  :!: .
Ottimo lavoro Natsuki,   :wink:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da spike »

VampireMiyu

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« Risposta #5 il: 13 Novembre, 2005, 10:49:31 am »
molto ben fatto nipotina, complimenti!
cmq era immaginabile che il servizio sarebbe stato di "questo tipo"... italia 1... tsk... nessun commento, solo che prima di parlare dovrebbero usare il cervello.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da VampireMiyu »

nik978

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« Risposta #6 il: 13 Novembre, 2005, 11:42:37 am »
io la vera cucina cinese la mangio


però a torvarla qui in itlaia..:(

(le meduse mi piacciono.. :wink: )

x il resto ottimo resoconto..
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da nik978 »
Mr Huang talk about you. Do you know , everybody likes you in
Ningbo,.All of us expect your stay here. We\'ll drink chinese wine
togeter and go insane.

Natsuki

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« Risposta #7 il: 13 Novembre, 2005, 11:48:02 am »
sì, ma tu hai anche vissuto un bel peirodo in cina, e sei più aperto e incline ad approfondire le tue conoscenze nei nostri confronti.
di ristoranti cinesi che fanno vera cucina cinese ce ne sono tanti, tipo la zona sarpi di milano è piena ma non so dalle parti di genova. Prova in quello in cui vedi più cinesi che mangiano e pochi italiani.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Natsuki »

cilex

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« Risposta #8 il: 13 Novembre, 2005, 11:54:49 am »
..............ancora adesso cosa devo dire a tutti quegli amici che me lo chiederanno??? Perchè fanno questi servizi per mettermi in difficoltà???

Comunque l'italia è il paese d'europa dove c'è il più grande numero di sfruttamento minorile (secondo posto l'inghilterra); la maggior parte al Sud d'italia, dove le condizioni sono precarie e dove i ragazzi hanno più problemi sociali.
Il 60% dei lavori minorile fatti da bambini italiani sono di ragazzi che aiutano i propri genitori nellìattività di famiglia. perci? è impossibile combatterla oltre che parlarne; pure un  mio amico (italiano) ha cominciato a 10anni ad aiutare suo papà nell'attività di famiglia e a 15anni era già lui che risolveva i problemi di famiglia. Purtroppo il sud d'italia, molti italiani non lo considera italia; mentre al Nord se incominci a lavorare a 20anni è già presto; purtroppo si vive in questi due estremi.

Come dice Glass: se dici ad un bambino di scegiere di giocare oppure lavorare, lui dirà sempre giocare; ma se gli chiedi se vuoi aiutare i suoi genitori a lavorare per superare i grandi problemi della famiglia; anche il bambino ti risponderà che aiuterà la famiglia, purtroppo la famiglia è così (per i cinesi il concetto di famiglia è ancora più forte)!! Al sud rubano anche per aiutare la famiglia ad andare avanti; per gli stranieri la situazione è ancora messa peggio e complicata; perci? ci sono problemi molto più grandi, dell'occhio oggettivo stesso con cui si guarda.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cilex »
Non lasciatevi scoraggiare da coloro che delusi dalla vita, sono diventati sordi ai desideri più profondi ed autentici del loro Cuore!!!

Giovanni Paolo II 16.X.1978 - 2.IV.2005

Natsuki

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« Risposta #9 il: 13 Novembre, 2005, 12:09:25 pm »
si cerca sempre di migliorare la propria situaziomne e si procede a gradi.
Ribadisco ancora che per me non è sfruttamento minorile se un bambino dà una mano nell'attività di famiglia quando ce n'è bisogno, ovviamente i genitori lavorano più del figlio e non si fanno mantenere da lui.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Natsuki »

Guest

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« Risposta #10 il: 13 Novembre, 2005, 13:52:03 pm »
Io non so sotto quali forme di obblighi abbiano ndotti di bimbi a lavorare, ma io da piccina lo facevo volentieri, sistemavo i capi pronti e lo facevo come un gioco e scherzavo con i miei (poi crescendo vabbe'... si diventa pigri). Inoltre ragazzi dai 13 anni hanno gia' l'idea, capiscono gia' la loro condizione di difficolta' in Italia, sanno che devono migliorare e forse anche per questo li spinge a dare una mano nel lavoro invece che uscire e spendere soldi.

Cmq e' veramente assurda come siano entrati negli appartamenti di privati... facendosi passare per poliziotti che fanno controlli... io non trovo altra spiegazione. Ma qui violano i diritti di quella gente e in un certo senso hanno gettato sporcizia sull'intera comunita' cinese.

ps. Nat era la festa del neonato (va bene ora?) che si tiene ad un mese di distanza dal giorno della nascita. Un'usanza abbastanza diffusa. Complimenti per l'ottimo lavoro.
« Ultima modifica: 13 Novembre, 2005, 15:43:19 pm da Guest »

Natsuki

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« Risposta #11 il: 13 Novembre, 2005, 14:02:14 pm »
nascituro, ahahaahah!!
hai sbagliato termine nascituro- dal latino nasciturum - participio futuro del verbo nascere. dal momento che il bambino è già nato e compie un mese, è sbagliato usare questo termine.
Ho capito è il mangyue jiu!!

grazie susanna, se mi sproni, io mi impegnerò sempre!!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Natsuki »

glaus

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« Risposta #12 il: 13 Novembre, 2005, 14:28:01 pm »
Citazione da: "natsuki"
glaus non so se tu abbia mai conosciuto dei bambini cinesi, io da piccola mi mettevo di mia volontà a lavorare perchè non avevo nient'altro da fare e perchè volevo accentuare la mia bravura nei confroni degli adulti. Noi veniamo educati fin da piccoli ad essere un contributo alla famiglia e se i nostri genitori hanno un'attività e in quei particolari giorni hanno bisogno che diamo loro una mano, non è che ci sognamo di non farlo perchè il pensiero internazionale del bambino benestante è quello di uno che non fa mai niente dalla mattina fino alla sera se non quella di giocare. Io non chiamo sfruttamento minorile quello che c'è nei laboratori cinesi, perchè so bene che per ogni bambino che lavora, ci sono due genitori che lavorano ancora di più. Non dico che sia giusto o cosa, ma approcciarsi al mondo cinese con una mentalità prettamente italiana è assolutamente impensabile e sbagliato. Il servizio è stato molto provocatorio, per quanto mi riguarda, erano tutti malinformati


La mentalità italiana non c'entra. Dalle mie parti (il Salento) i bambini d'estate andavano nelle campagne per lavorare il tabacco e vi rimanevano tutto il giorno. Una situazione piuttosto comune nei paesi poveri.
Io ho a che fare con bambini e bambine cinesi quasi ogni giorno e mi accorgo che certi comportamenti sono una costante in tutte le civiltà (anche in Cina, che ci piaccia oppure no). Se si facesse scegliere a un bambino tra lavorare dieci ore o giocare, egli sceglierà la prima opzione con ottime probabilità, senza che la sua mente cominci a vagliare il criterio secondo cui ôil pensiero internazionale del bambino benestante è quello di uno che non fa mai niente dalla mattina fino alla sera se non quella di giocare.ö. Questo punto di vista, oltre a essere sbagliato e superficiale (in molte società benestanti i bambini iniziano a lavorare fin da piccoli), è poco realistico. Al massimo si potrà provare dispiacere nel non poter stare con i propri amici. Poi, il fatto che un bambino scelga di dare una mano perché è stato educato così dai genitori è un’altra questione e non l’ho presa in considerazione, non faceva parte della mia opinione. Non mi sono interrogato sui motivi per cui un bambino si mette a lavorare, bensì sul fatto che a una certa età si preferisce fare altre cose, piuttosto che lavorare, poi se le si faccia effettivamente o no, è un altro discorso.
La questione dello sfruttamento minorile è delicata. Per molti italiani, parlo per esperienza, (soprattutto perché certi fatti avvengono nel loro Paese) far lavorare un bambino circa dieci ore al giorno senza sapere se viene pagato (al contrario dei suoi genitori), è sfruttamento, è forza-lavoro gratuita che viene impiegata per far risparmiare soldi che potrebbero essere dati come compenso ad un altro lavoratore, indipendentemente da quanto lavorano i suoi genitori. Questo potrà essere una tipica ômentalità italianaö, ma per le nostre leggi questi sono reati, così come l’introduzione di prodotti contraffatti, gli ambulatori clandestini e i medici cinesi e non che esercitano con una laurea non riconosciuta dallo Stato. Purtroppo qui dalla mentalità si finisce per scivolare su questioni di natura legale e anche molto serie.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da glaus »

Natsuki

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« Risposta #13 il: 13 Novembre, 2005, 14:45:08 pm »
forse il tono della mia relazione è stato troppo personale, ma voglio precisare il fatto che il servizio ha mostrato solo ci? che di peggio c'è nella nostra comunità e non ne hanno descritto i lati più quotidiani e positivi.

Tutto ci? che hai scritto sono fatti tristemente reali e io non ho mai detto che non siano reali ma ho ridabito e sottolineato più e più volte che quando si deve fare servizi simili su qualcosa che non si conosce, non ci si pu? soffermare solo sui lati negativi. Da come ne hanno parlato sembra quasi che il "mondo parallelo cinese" sia solo quello che hanno mostrato loro.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Natsuki »

glaus

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« Risposta #14 il: 13 Novembre, 2005, 15:05:25 pm »
Ci tengo a sottolineare che il video non l'ho visto (quando ho consultato il sito di Studio Aperto, non era disponibile in rete) e non so come sia. Ho visto la pubblicità e già da quello si capisce l'orientamento del servizio. Purtroppo alcune realtà sono totalmente illegali, ma quello che mi ha dato fastidio è l'unidirezionalità dell'impostazione e, soprattutto, il fatto di presentare certe situazioni come frutto di una cultura (e quindi tali di per sé stesse e originarie di un luogo) e non di specifiche circostanze. Quanti immigrarti cinesi andrebbero a farsi visitare negli ospedali se non fosse in vigore la Bossi-Fini? Quanti, come giustamente sottolineava Natsuki, ristoranti cinesi presentano un ambiente igienico a norma? Molti (in parecchi hotel a cinque stelle di fama mondiale, parlo per esperienza diretta, l'igiene è carente e  i controlli vengono ôannunciatiö con qualche giorno di anticipo... chissà perché).
Ma non è solo questo che mi ha dato fastidio: è tutta la storia sulla chiusura della comunità cinese. In parte è vero, ma le cause sono molteplici. Di solito le comunità numerose sono molto più aperte, a differenza di quelle che stanno iniziando a svilupparsi. Pu? essere il desiderio di preservare la propria identità percepita come minacciata perché il numero di persone che compone la comunità è ancora esiguo (è quello che accade nella mia città)  o per altre ragioni. Ma nulla ha a che vedere (è il caso, però, di Studio Aperto) con aprire dei propri negozi (cosa possibilissima purché avvenga secondo le leggi), vendere quotidiani nella propria lingua (è un caso che quando la voce fuori campo ha pronunciato le parole ôuna comunità ancora chiusaö l’operatore abbia effettuato un primo piano su un quotidiano in lingua cinese?) o vendere dei prodotti tipici delle proprie terre d’origine (che in negozi italiani andrebbero subito buttati perchè nessuno li comprerebbe. A proposito i muer e le meduse sono ottimeà :-D ). Ho come l’impressione che per quelli di Studio Aperto integrarsi significhi rinunciare alla propria lingua (si lodano, indirettamente, quelli che sanno parlare speditamente l’italiano o si inquadrano quelli che lo stanno imparando), alla propria cultura (naturalmente ci sono manifestazioni contrarie alla legge italiana, ma questo è un caso a parte, indipendentemente dalla nazionalità di colui che giunge in Italia) e questo è, per me, inaccettabile. Una persona si sente annullata, rifiutata perché diversa a meno che non elimina tutto ci? che la distingue dagli altri. Ma questo altro non è che cancellare sé stessi.  
Quello che mi lascia perplesso è che questi servizi vadano in onda in un momento così delicato (si pensi agli scontri in Francia, nonostante la situazione non abbia nulla a che vedere con quella italiana) e, guarda caso, in campagna elettorale, dove l'immigrazione è una costante nei "programmi" (chiamiamoli così....) di governo e opposizione. Spero di sbagliarmià..
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da glaus »