Il 19 settembre 2008 Associna è stata invitato ad una udizione delle commissioni 1a (Affari Costituzionali) e 2a (Giustizia) del Senato per un parere sul DDL 733 "Disposizioni in materia di sicurezza publica".
Oltre ad Associna hanno partecipato anche altre associazioni e organizzazioni come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), Amnesty International Italia, la Caritas Italiana e Save the Children.
Nel corso dell'udizione ho avuto modo di esprimere un giudizio su tale DDL che posso sinteticamente riassumere così:
Nel corso del mio intervento, ho ribaduto la concordanza di vedute con altri relatori a proposito della impraticabilità della persecuzione del reato di immigrazione clandestina come prospettato nell’articolo 9 e della sua scarsa efficacia deterrente, nonchè dei dubbi sull’efficacia di tale provvedimento tenuto conto della situazione reale degli organi preposti e della situazione dei CPT.
Ho inoltre fatto presente che il DDL, come attualmente formulato, rischia di creare nell’opinione pubblica l’equazione immigrato=problema di sicurezza con il rischio di fomentare un clima di razzismo e xenofobia, come si pu? purtroppo riscontrare da recenti fatti di cronaca.
Un esempio di come il DDL sembri studiato non per indirizzare reali problemi di sicurezza ma per creare barriere è per esempio l’art. 3 del DDL che pone restrizioni all’acquisizione della cittadinanza per matrimonio.
Il DDL allungherebbe i tempi minimi necessari, per gli sposi e spose di cittadini italiani, per richiedere la cittadinanza italiana per evitare il fenomeno dei matrimoni di comodo.
Nel testo del DDL si riportano i numeri di tale fenomeno che, essendo piuttosto ridotti, non costituiscono di certo una vera emergenza sociale. Nè tantomento è vero che tale provvedimento sarebbe a costo zero, come descritto nel DDL, in quanto da un lato si ritarda solo nel tempo il costo delle pratiche burocratiche per la richiesta della cittadinanza, mentre dall’altro si continua a scaricare su una parte della popolazione i costi rappresentati dalla pratica inefficiente del rinnovo del permesso di soggiorno, che attualmente avviene in modo costoso a fronte di ritardi vergognosi ed umilianti.
Un altro esempio dell’impianto del DDL è l’articolo riguardante i money transfer che, secondo il DDL, sarebbero possibili fonti di finanziamento per il terrorismo internazionale. Le indagini finora svolte mostrano che le forze di pubblica sicurezza già riescono ad operare efficacemente in tali ambiti con i mezzi attuali e quindi non vi sia un giustificato allarme sociale per un procedimento che, d’altra parte, rischierebbe di penalizzare una industria che dà lavoro a molti operatori anche tra gli immigrati stranieri.
Inoltre l’articolo proposto, che pone un controllo addizionale su tutti gli stranieri clienti del money transfer, nella sua formulazione attuale taglierebbe fuori dalla fruizione di questi servizi tutti i turisti stranieri, con le immaginabili conseguenze negative del caso.
Sarebbe auspicabile, onde evitare il risorgere di fenomeni di xenofobia e razzismo, che si eviti che i provvedimenti illustrati siano visti come specificamente mirati a gruppi etnici o agli immigrati stranieri in generale, per questo motivo sarebbe auspicabile che il DDL preveda degli inasprimenti di pena per coloro che si macchino di reati motivati da razzismo e/o discriminazione.