ieri sera a "Che tempo che fa" c'era De Benedetti e quando Fazio gli ha chiesto se gli imprenditori che delocalizzano in Paesi a basso salario possono essere considerati perseguire lo sfruttamento, De Benedetti gli ha risposto:
"SI', in effetti se si vuole essere cattivi si pu? chiamarlo sfruttamento, se si vuole essere gentili si pu? dire ricerca del profitto"-
il capitalismo é nato e cresce solo per/sulla ricerca del profitto ed il limite etico dipende solo dall'adesione più o meno piena ad un'"etica" capitalista che ha al centro il profitto.
se in alcuni Paesi non si vede sempre all'opera questa "etica" (basata sulla supremazia del profitto su ogni altro valore) NON E' perché la gente sia miglore, ma solo perché lotte durissime hanno imposto qualche limite al perseguimento del profitto (limiti che certi governi alla Berlusca, ala Thatcher, alla Bush, hanno eroso e stanno cercando di erodere...): gli stessi imprenditori del Nord Est che sono obbligati a rispettare gli orari ed i minimi salariali (salvo ricorrere al lavoro nero appena possono) a Vicenza o Padova, si guardano bene dall'evitare di delocalizzare o di affidare appalti a subfornitori esteri (ad esempio in Bangladesh, dove ho lavorato) che praticano il semischiavismo e negano ai lavoratori ogni diritto, assai peggio che in Cina, e spesso tali imprenditori che sputano sui Meridionali si affidano ad intermediari camoristi per smaltire a basso costo e illegalmente i loro rifiuti tossici, come hanno dimostrato le indagini in Campania.
e si tratta solo di esempi: dalla Parmalat alla Galbani, dalla Oviesse alla Benetton, dalla Thysse-Krupp alla Marcegaglia, appena possono truffano, vendono schifezze, schiavizzano, adulterano i prodotti, delocalizzano, inquinano, risparmiano sulle misure di sicurezza facendo crepare i lavoratori, ecc. e poi naturalmente fanno gli indignati per il latte alla melamina o il lavoro minorile cinese. e dove possono mettono al potere in Paesi del Sud del Mondo regimi fantoccio tirannici per proteggere i loro profiti post-coloniali.
il tutto senza voler andare a vedere come hanno ammassato loro capitali iniziali; altrimenti si scoporirebbe ad esempio che:
- i Grimaldi di Monaco erano pitrati e trafficanti di schiavi;
- l'industria britannica di Manchester é nata dai profitti della tratta schiavista transatlanticaM;
- la maggioranza delle grandi famiglie armatoriali genovesi erano pirati e trafficanti di schiavi;
- il boom dell'industria tessile britannica é avvenuto grazie alla distruzione delle tessiture indiane;
- le acciaierie inglesi erano sovvenzionate dal governo coi profitti fatti imponnendo alla Cina l'oppo;
- l'allevamento USA é figlio della "pulizia genocida" delle Pianure Americane;
- i capitali di moltissime imprese italianissime della ristorazione, del turismo, del commercio, dei media, ecc. in Italia (ma anche in Francia, Germania, Spagna) e di molte aziende d'ogni tipo in Albania, Turchia, Libano, Montenegro derivano dai proventi delle mafie (narcotraffico, raffici d'armi, neoschivismo, ecc.).
certo, ci sono imprenditori più "etici" (es. nella grande industria italiana: Adriano Olivetti), ma non sono i "vincenti", se non altro perché chi sfrutta, ha collusioni con le mafie, ricicla, corrompe per avere appalti, schiavizza, falsifica i bilanci (e si depenalizza il reato...), fa traffici illegali GUADAGNA DI PIU' e quindi vince sul mercato!
stupirsi di questo é non aver capito cosa sia davvero il capitalismo e conoscere assai poco la Storia degli ultimi 4 secoli di orrori occidentali.
in questa ottica si inserisce il fatto che i primi a combattere l'aumento dei salari e dei diritti dei lavoratori, nonhé i controlli in Cina sono proprio gli imprenditori ocidentali; leggete ad esempio questo:
http://www.asca.it/moddettregione.phpòi ... NO%20TUTTO