Filtrata o non filtrata era piu' o meno la stessa immagine che anche i cinesi (o i comunisti Khmer, Russi, Cubani ecc..) avevano di lui. Anche in Cina la sua immagine era filtrata e distorta dalla propaganda rossa. D'altronde, e' successo anche con Lenin e Stalin in Russia, Castro a Cuba ecc.., ma anche con Mussolini in Italia (cambiano le idee politiche, ma i mezzi di applicazione e i risultati sono identici) Questi leader sono state figure troppo mitizzate dalla macchina propagandistica comunista, fascista, pincopallinista allo scopo di mantenere il potere. E alla fine, cio' non e' giusto. Va bene la dittatura DEL proletariato, ma non accetto la dittatura SUL proletariato.
Chiamateli dittatori, chiamateli riformatori, illusi, sognatori, idealisti, poeti ma alla fine hanno costretto una popolazione intera all'obbedienza cieca/pronta/assoluta (come si diceva negli anni 50). Ci sono stati risultati positivi sicuramente, ma anche di terribilmente negativi (la sanguinosa rivoluzione culturale, controllo totale e assoluto di ogni forma di vita sociale e economica ecc..). Alla fine quale e' il risultato? uno 0-0? Una vittoria che ha anche il retrogusto di sconfitta? una sconfitta di certi valori per proclamare la vittoria di altri valori?
Mah, a quei tempi non c'ero, ero ancora nel mondo della luna, e quindi le generazioni di oggi conoscono questi leader (o dittatori, chiamateli come volete) grazie soltanto a notizie piu' o meno distorte, modificate e manipolate create dagli avversari o dai sostenitori.
Spero soltanto che il mondo di oggi non abbia piu' bisogno di nessuno di questi capi carismatici, di qualunque colore e schieramento siano. La liberta' e il benessere vengono decisi e amministrati da un popolo intero e non da un singolo individuo.
Poi, sembra che qualche studioso abbia affermato che ogni grande democrazia o civilta' abbia avuto bisogno almeno una volta nella propria storia di sperimentare la fase dittatoriale come elemento necessario per raggiungere una coscienza democratica e una maggior coscienza sociale e etica.
Ma alla fine, chi ci rimette, sono sempre i proletari di qualsiasi nazione e colore politico che per la loro atavica ignoranza (nel senso di scarsa cultura) e bisogno di pane (o riso, a seconda delle latitudini) lo prendono sempre nel didietro, incantati dalle belle parole di qualche leader di turno.