Mao Zedong - page 1 - Arte - Cultura - Storia - Associna Forum

Autore Topic: Mao Zedong  (Letto 16881 volte)

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Giochidiparole

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Mao Zedong
« il: 26 Aprile, 2005, 01:18:11 am »
Dio o tiranno?Poeta o politico?
Lo conoscete?quanto lo conoscete?
Propongo a voi un quesito, anzi un giudizio su questo discusso personaggio. ;-)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Giochidiparole »

KyoKusanagi

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« Risposta #1 il: 26 Aprile, 2005, 01:33:25 am »
avete letto il libretto rosso di Mao?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da KyoKusanagi »

KyoKusanagi

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Re: Mao Zedong
« Risposta #2 il: 26 Aprile, 2005, 01:40:30 am »
Citazione da: "Giochidiparole"
Dio o tiranno?Poeta o politico?
Lo conoscete?quanto lo conoscete?
Propongo a voi un quesito, anzi un giudizio su questo discusso personaggio. ;-)


penso si scriva Mao Tse-Tung....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da KyoKusanagi »

Guest

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« Risposta #3 il: 26 Aprile, 2005, 10:51:21 am »
E' giusto come ha scritto GDP, ma e' giusto anche la tua versione, anceh se e' piu' corretta l'altra, perche' i cantonesi tendono sempre a inserire la T in ogni parte.
In Cina per il suono T viene usato il D per indicarlo. (non vorrei aver sbagliato).

Mao e' un grande qualunque cosa diciate, cmq come uomo ha commesso anche tanti errori gravi.
« Ultima modifica: 26 Aprile, 2005, 22:13:21 pm da Guest »

KyoKusanagi

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« Risposta #4 il: 26 Aprile, 2005, 21:31:58 pm »
errare è umano...perseverare è diabolico

Chiamiamolo solo Mao, cosi non sbagliamo :P
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da KyoKusanagi »

Giochidiparole

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« Risposta #5 il: 27 Aprile, 2005, 00:00:31 am »
Mao "grande personaggio" 1 - Mao "diabolico" 1
Siamo pari! ;-)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Giochidiparole »

paula

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« Risposta #6 il: 27 Aprile, 2005, 14:27:06 pm »
Citazione da: "Giochidiparole"
Mao "grande personaggio" 1 - Mao "diabolico" 1
Siamo pari! ;-)


proprio un personaggio storico complesso allora ...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da paula »

Idra

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« Risposta #7 il: 28 Aprile, 2005, 22:43:47 pm »
E la rivoluzione culturale?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Idra »

Feichow

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« Risposta #8 il: 01 Maggio, 2005, 21:18:00 pm »
Mao tse tung è la trascrizione nella versione(che ora nn mi ricordo come si chiami) che si usava prima del comunismo, l'aveva inventata un inglese.
Mao Zedong è quella del pinyin ufficiale cinese continentale.
A HK e Taiwan vige ancora la prima.

Secondo me era un po' tutto...ma poeta nn gliene frega neinte a nessuno, nn è che le persone comprassero di loro volontà le sue poesie...li obbligava ad ascoltarlo ^__^
Sicuramente il merito maggiore stà nell'aver reso il paese unito e compatto sotto 1 unica bandiera ed ideologia(anche se poi è stata portata male e rivelata fallimentare). Possiamo dire che se gli americani credono tantissimo nell'importanza simbolica della Bandiera, in Cina vale lo stesso per Mao.
Nn Dio sicuramente perchè nn è da comunisti.


Ha fatto le sue stronzate(si dice che avesse la sifilide e che facesse sesso con le vergini senza precauzioni, ma forse nn c'erano ancora i preservativi...), non ha fermato la furia delle guardie rosse(ma era già malato e morente), ha mandato a governare il paese i contadini e mandato a coltivare campi i dirigenti(risultato, governo di merda e niente cibo a sufficienza) blablabla

il resto si trova :)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Feichow »

filippo1975

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« Risposta #9 il: 03 Maggio, 2005, 19:08:28 pm »
quando avevo circa 12-13 anni e lavoravo part time (e a nero) in fabbrica, la sera gli altri operai mi facevano "studiare" il libretto rosso di Mao. Doveva essere la mia bibbia: la mattina a scuola a imparare matematica, italiano ecc. e la sera in fabbrica a lavorare e imparare la lotta di classe e la politica comunista.
Mao e' entrato nell'immaginario collettivo italiano a partire dai moti studenteschi del 1968 (anche se era conosciuto da prima). Tra il 1968 e il 1977 il Partito Maoista Italiano ha esercitato una piccola ma significativa influenza sulla sinistra italiana e sui vari movimenti autonomi operai ed extraparlamentari. Pare anche che erano stati trovati molti libretti rossi anche nei covi delle prime organizzazioni brigatistiche rosse, segno che l'ideologia Maoista andava a influenzare le organizzazioni piu' estremiste. Esistevano molte pubblicazioni a carattere maoista (come i famigerati "Quaderni Maoisti" pubblicati a Piacenza tra il 1968 e il 1970) e saggi su Mao e il modello comunista cinese. Col crollo del comunismo e della sinistra italiana, e la fine della stagione delle grandi rivendicazioni sociali italiane (tra il 1977 e il 1982, in concomitanza con il governo Craxi/Andreotti/DC e mafia) anche il Partito Maoista Italiano e' crollato. Alcuni membri sono confluiti poi nel partito Marxista-Leninista Italiano, ma il peso politico nella vita sociale italiana e' diventato ormai ininfluente.
Mi racconta mio nonno (e anche gli operai piu' vecchi) che tra la fine degli anni 60 e i primi anni 80 l'immagine di Mao era presente in tutte le fabbriche, e segretamente circolavano diverse copie del libretto rosso.
In merito alla figura storica di Mao esistono migliaia di libri, e come sempre quando si va a analizzare figure storiche di indubbio spessore, e' impossibile essere assolutamente acritici: o si esalta al massimo la sua figura tralasciando le zone d'ombra, o si sputtana totalmente tralasciando gli eventuali meriti. Esiste un libro scritto da un ex prigioniero politico cinese (ce l'ho a casa da qualche parte) abbastanza ben fatto. Questo scrittore era un ex professore che fu condannato e deportato dalle Guardie Rosse per non essersi iscritto al Partito Comunista all'indomani della Rivoluzione Culturale. Negli anni seguenti ha raccolto migliaia di foto e testimonianze di quegli anni, di qualsiasi tipo: dalle esecuzioni di massa di operai e contadini che erano "avversi" al regime, alle sterilizzazioni forzate delle donne cinesi, alle grandi opere pubbliche di bonifica e inaugurazioni di complessi industriali, dalle torture e deportazioni di massa inflitte ai "sospetti" traditori, ai successi olimpici e sociali, ai miglioramenti tecnologici e sanitari. Insomma, un libro che analizza tutti gli aspetti: da quelli piu' belli e positivi a quelli piu' brutali e sanguinari.
Nel 1970 Nicolo' Ferrari, regista comunista italiano, diresse un film chiamato "Mio Mao: Fatiche e avventure di alcuni giovani occidentali per introdurre il vizio in Cina" una gustosa riflessione e satira sulla politica maoista in Cina.
Da leggere (anche se e' quasi impossibile trovarlo) il libro di Roberto Niccolai "Quando la Cina era vicina û La rivoluzione culturale e la sinistra extraparlamentare italiana negli anni ’60 e ’70" che valuta (anche se con un'ottica molto di "parte") il Maoismo cinese e l'influenza avuta in Italia e sul comunismo internazionale, dalla filosofia materialistica/dialettale di Mao alla politica di "transizione" e la rottura con il tradizionalismo storico di eta' imperiale.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da filippo1975 »
\"quanto tempo ci vuole?\"
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Giochidiparole

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« Risposta #10 il: 08 Maggio, 2005, 02:19:14 am »
L'immagina che Mao aveva in occidente era ovviamente filtrata.
Si dice che agli studenti(fonte libro di Jung Chang) nel tempo di Mao, venisse inculcata l'idea che in Cina vigesse la migliore società possibile e che nei paesi capitalisti i bambini morissero di fame.
Mao è stata una figura divinizzata, a tal punto che una generazione intera lo considera come un Padre e un Mito. Errore fatale di Liu Shaoqi(e Deng Xiaoping) il quale ha contribuito ad attuare una politica di "divinizzazione" di Mao, dopo che quest'ultimo ha toppato completamente il progetto del Grande Balzo in Avanti.
Vedete, Mao essendo un poeta, era un visionario e i suoi esperimenti li conduceva direttamente sulla società cinese, provocando DISASTRI SU DISASTRI. Quello della Rivoluzione Culturale è stata attuato solo a scopo egoistico.
Parere personale:Mao è stato il più grande sperimentatore(inconsciamente) delle sue non consapevoli idee della società, del Ventesimo secolo. Tanto di cappello!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Giochidiparole »

filippo1975

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« Risposta #11 il: 08 Maggio, 2005, 19:14:38 pm »
Filtrata o non filtrata era piu' o meno la stessa immagine che anche i cinesi (o i comunisti Khmer, Russi, Cubani ecc..) avevano di lui. Anche in Cina la sua immagine era filtrata e distorta dalla propaganda rossa. D'altronde, e' successo anche con Lenin e Stalin in Russia, Castro a Cuba ecc.., ma anche con Mussolini in Italia (cambiano le idee politiche, ma i mezzi di applicazione e i risultati sono identici) Questi leader sono state figure troppo mitizzate dalla macchina propagandistica comunista, fascista, pincopallinista allo scopo di mantenere il potere. E alla fine, cio' non e' giusto. Va bene la dittatura DEL proletariato, ma non accetto la dittatura SUL proletariato.  

Chiamateli dittatori, chiamateli riformatori, illusi, sognatori, idealisti, poeti ma alla fine hanno costretto una popolazione intera all'obbedienza cieca/pronta/assoluta (come si diceva negli anni 50). Ci sono stati risultati positivi sicuramente, ma anche di terribilmente negativi (la sanguinosa rivoluzione culturale, controllo totale e assoluto di ogni forma di vita sociale e economica ecc..). Alla fine quale e' il risultato? uno 0-0? Una vittoria che ha anche il retrogusto di sconfitta? una sconfitta di certi valori per proclamare la vittoria di altri valori?

Mah, a quei tempi non c'ero, ero ancora nel mondo della luna, e quindi le generazioni di oggi conoscono questi leader (o dittatori, chiamateli come volete) grazie soltanto a notizie piu' o meno distorte, modificate e manipolate create dagli avversari o dai sostenitori.

Spero soltanto che il mondo di oggi non abbia piu' bisogno di nessuno di questi capi carismatici, di qualunque colore e schieramento siano. La liberta' e il benessere vengono decisi e amministrati da un popolo intero e non da un singolo individuo.

Poi, sembra che qualche studioso abbia affermato che ogni grande democrazia o civilta' abbia avuto bisogno almeno una volta nella propria storia di sperimentare la fase dittatoriale come elemento necessario per raggiungere una coscienza democratica e una maggior coscienza sociale e etica.

Ma alla fine, chi ci rimette, sono sempre i proletari di qualsiasi nazione e colore politico che per la loro atavica ignoranza (nel senso di scarsa cultura) e bisogno di pane (o riso, a seconda delle latitudini) lo prendono sempre nel didietro, incantati dalle belle parole di qualche leader di turno.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da filippo1975 »
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Giochidiparole

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« Risposta #12 il: 10 Maggio, 2005, 00:16:37 am »
Citazione da: "filippo1975"
Filtrata o non filtrata era piu' o meno la stessa immagine che anche i cinesi (o i comunisti Khmer, Russi, Cubani ecc..) avevano di lui. Anche in Cina la sua immagine era filtrata e distorta dalla propaganda rossa. D'altronde, e' successo anche con Lenin e Stalin in Russia, Castro a Cuba ecc.., ma anche con Mussolini in Italia (cambiano le idee politiche, ma i mezzi di applicazione e i risultati sono identici) Questi leader sono state figure troppo mitizzate dalla macchina propagandistica comunista, fascista, pincopallinista allo scopo di mantenere il potere. E alla fine, cio' non e' giusto. Va bene la dittatura DEL proletariato, ma non accetto la dittatura SUL proletariato.  

Chiamateli dittatori, chiamateli riformatori, illusi, sognatori, idealisti, poeti ma alla fine hanno costretto una popolazione intera all'obbedienza cieca/pronta/assoluta (come si diceva negli anni 50). Ci sono stati risultati positivi sicuramente, ma anche di terribilmente negativi (la sanguinosa rivoluzione culturale, controllo totale e assoluto di ogni forma di vita sociale e economica ecc..). Alla fine quale e' il risultato? uno 0-0? Una vittoria che ha anche il retrogusto di sconfitta? una sconfitta di certi valori per proclamare la vittoria di altri valori?

Mah, a quei tempi non c'ero, ero ancora nel mondo della luna, e quindi le generazioni di oggi conoscono questi leader (o dittatori, chiamateli come volete) grazie soltanto a notizie piu' o meno distorte, modificate e manipolate create dagli avversari o dai sostenitori.

Spero soltanto che il mondo di oggi non abbia piu' bisogno di nessuno di questi capi carismatici, di qualunque colore e schieramento siano. La liberta' e il benessere vengono decisi e amministrati da un popolo intero e non da un singolo individuo.

Poi, sembra che qualche studioso abbia affermato che ogni grande democrazia o civilta' abbia avuto bisogno almeno una volta nella propria storia di sperimentare la fase dittatoriale come elemento necessario per raggiungere una coscienza democratica e una maggior coscienza sociale e etica.

Ma alla fine, chi ci rimette, sono sempre i proletari di qualsiasi nazione e colore politico che per la loro atavica ignoranza (nel senso di scarsa cultura) e bisogno di pane (o riso, a seconda delle latitudini) lo prendono sempre nel didietro, incantati dalle belle parole di qualche leader di turno.

L'errore più grave di un dittatore, di qualunque colore(nel senso di partito)sia, è credere di esser nel giusto. Il che conferisce ad esso una specie di potere divino. Che fa credere a esso di non sbagliare mai.
In realtà constatando empiricamente la storia umana, si pu? dire che l'uomo ha sempre avuto un bisogno escatologico del Leader.
Il giorno in cui ragionerà completamente con la sua testa è lontano(molto).(E forse non ci sarà mai quel giorno). Perci? cerca qualcuno, e non importa che menta, più forte di lui in grado di guidarlo. Il guaio è che anche il Leader è un uomo...che diventa man mano un fanatico.
Tutto ci? prescindendo da un discorso politico.
Chi pecora meno, chi pecora più alla fine siamo tutti pecore.(senza offesa).
Il comunismo è una bella idea e tale rimane(e rimarrà) finchè non sarà l'uomo in grado di ragionare con la propria testa. Solo allora si potrà veramente attuarla.
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filippo1975

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« Risposta #13 il: 10 Maggio, 2005, 11:39:13 am »
Citazione da: "Giochidiparole"
escatologico del Leader.


scatologico  :wink:  . Si toglie una "s" e si rende meglio l'idea...

Comunque, alla fine del discorso, non ho mai creduto ne' negli eroi, ne' nei salvatori. Se una popolazione intera attende passivamente l'arrivo di un eroe/dittatore/leader/salvatore, capace di risolvere i loro guai e portarli a una vittoria o riscossa, tutto rimane immobile. Si cade nell'immobilismo, nell'apatia e nell'oblio in attesa che la "provvidenza" o il "destino" risolvano la situazione regalandoci una persopna che riesca a prendere in mano la situazione. Non esiste quindi nelle masse popolari disagiate un sentimento generale e diffuso di miglioramento o coscienza della propria situazione, ma soltanto una passiva e rassegnata attesa di un intervento provvidenziale o un salvatore. L'umanita' disagiata si "arrende" e si stabilizza su un'apatia di pensiero e azione, lasciandosi quindi entusisasticamente guidare e influenzare mentalmente dal primo arrivato o da colui che "fa la voce piu' grossa".
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Giochidiparole

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« Risposta #14 il: 11 Maggio, 2005, 00:54:14 am »
Citazione da: "filippo1975"
Citazione da: "Giochidiparole"
escatologico del Leader.

scatologico  :wink:  . Si toglie una "s" e si rende meglio l'idea...

-_-'
La prendo come una presa per il culo.
Comuque sia non facciamo della retoria prego. Il problema maggiore è che la maggior parte(scusa il gioco di parole...ehm...doppia scusa) delle persone non è come te.
Un esempio?Che bisogno c'è nelle manifestazioni di alzare bandiere e rendere omaggio al Che? Non è forse un modo per dire che si ha bisogno di un Leaderò Un eroe?
Pensiero personalissimo: il guaio dell'umanità nasce nel momento in cui ha concepito Dio(o dio). Da quel momento ha cercato sempre di emularlo...causando direttamente o indirettamente piccole e grandi catastrofi.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Giochidiparole »