vasco, sai che nella regione di Lille ci sono emigrati italiani in Francia (li conosco personalmente) partiti negli anni '50 e con figli laureati ma che ancora sanno poche parole di Francese a parte quelle del loro lavoro (e la diferenza fra Italiano ed Francese non é quella fra Italiano e Cinese)? quindi non crdeo che si possa automaticamente dire che chi non impara rapidamente l'Italiano non vuole integrarsi.
integrarsi in che, visto che molti Cinesi di prima generazione (come molti bamgladeshi o Senegalesi e come tanti emigrati italiani negli anni '50 in Belgio e Francia negli anni '50) non hanno neppure tempo libero?
e comunque NULLA giustifica il razzismo, il disprezzo, la violenza squadrista, la criminalizzazione mediatica.
quanto al rapporto fra detenuti e stranieri, faccio notare 4 cose:
. tutte le comunità migranti (Italiani all'estero inclusi) per la loro situazione di emarginazione, disagio sociale, contiguità con pratiche rese illegali dalle norme sull'ingresso, tendono ad avere un indice di devianza maggiore delle comunità "indigene";
- gli Italiani usufruiscono delle misure alternative al carcere (oltre che di una maggiore facilità nella difesa per motivi linguistici e du reddito) e degli arresti domiciliari;
- i reati "italiani" di tipo finanziario e anche mafioso hanno un livello di denunce di 1 su 10 comesi e di arresti di 2 su 10 denunce (dati ufficiali), mentre scippi, piccoli furti e reati di droga, commessi da stranieri, hanno un indice di punizione di 4 su 10;
tutto ci? dimostra he è il trattamento della società verso i migranti (compresi gli Italiani all'estero) che accresce il loro ivello di devianza e non viceversa; i Paesi meno razzisti (tipo Svezia) sono anche quelli in cui le comunità migranti sono meno sospinte alla devianza .