quando l'insegnamento della Storia NON comprende di solito (dammi esempo contrari se ne hai; puoi chiedere a Milosh come va a Prato...)l'analisi critica:
* dei contributi che le culture extraeuropee hanno dato alla cosiddetta "idenità italiana/europea/occidentale";
* degli orrori del colonialismo italico (anche prefascista);
* delle mistificazioni (e dei loro motivi ed autori) storiche, archeologiche, filologiche, antropologiche, ecc. compiute nel XIX-XX secolo come supporto all'ideologia coloniale-razzista sulla Storia antica, medievale, ecc.
il fatto che specifiche balle sul Barbarossa e sul "celtismo" (peraltro "suffragate" anche dalla nota mostra sui "Celti" del 1994 che girò l'Italia, svillaneggiata da tutti gli studiosi seri europei) non siano diffuse sistematicamente a scuola, assieme alle altre mistificazioni che invece lo sono non impedisce certo che si crei il substrato adeguato a certe strategie razziste-leghiste.
la Lega, a differenza di chi dice di combatterla, ha una precisa strategia (oscena ma ce l'ha) di costruzione di una identità e di una subcultura e la persegue con TUTTi gli strumenti possibili, dalle miss padania alle buffonate a Legnano, ma anche con l'"Assessorato alla cultura veneta" della Regione (che ha bocciato il finanziamento alla rassegna teatrale su Edoardo De Filippo perché "autore non-veneto"), col finanziamento ad iniziative strapaesane che servono a costruire il consenso ideologico attorno ai temi "padani", con la costruzione (grazie all'"autonomia scolastica" oggi, al federalisnmo domani) di curricula neoidentitari, con le misure concrete a favore dei "padani doc", con le TV locali, con le parate "celtiche" in piena Milano, con la toponomastica, con i simboli (rubati ad altre culture), con i rapporti con le rivendicazioni autonomiste/separatiste di tutta Europa (e del Tibet...), ecc.
Tutto questo, senza il vaccino di un'analisio critica dei punti a cui ho fatto cenno, senza un più alto livello di lettura, senza strumenti (films, serie TV, fumetti, festivals, ecc.) di costruzione di un immaginario collettivo fondato sulle verità storiche, favorisce enormemente l'adesione alle follie leghiste, esattamente come avvenne nella Germania prenazista, nella Romania e nell'Ungheria degli anni '30, ecc.
Nel Sud la scuola é più allo sfascio che nel Nord (e la siocietà al contorno pure), ma, escluse le elementari a cui pensa la Gelmini per distruggerle, e soprattutto incluse le superiori (che sono il peggio) i miei contatti con insegnanti toscani ed emiliani mi dicono che la storiografia in generale é gravemente carente sui punti che ho citato ANCHE nel Nord (e lo sono in tutta Italia gli altri strumenti formativi extrascolastici, TV non di nicchia in primis).
Io ho lavorato dal 1981 al 1991 nell'Arci-Ragazzi e questi temi li si afrontava (con la CGIL-Scuola, il CGD, il CIDI, l'Agesci, ec.) fin da allora senza che la "sinistra" nel suo complesso (dirigenti PCI e PSI in testa, nonostante che ovviamente anche l'Arci fosse diretta da persone del PCI e del PSI) capisse cosa stava avvenendo.
E intanto intere generazioni sono cresciute e crescono senza sapere e capire cosa sono stati Giulio Cesare e le Termopili, il debito verso l'Islam del Rinascimento italiano e il sacco cristiano di Costantinopoli, il ruolo della tratta schiavista nella conformazione della Rivoluzione Industriale inflese e la "limpieza de sangre" iberica, Adua e Debre Libanos, il massacro di Tientsin e i lager italiani in Yugoslavia, le mistificazioni storiografiche ottocentesche e i loro motivi, ecc.
Se ne vedono spesso i frutti anche su questo Forum.
Berlusconismo, neofascismo, leghismo, fiorire della xenofobia, hanno radici non recenti e sono figli più dei silenzi, delle censure, degli "Italiani brava gente" di chi dice di avversarli (e crede di farlo adeguatamente) da anni che del "genio"...politico dei loro proponenti.
Ma chi sosteneva e sostiene questa tesi, ad ogni livello, in ogni organizzazione (dal vecchio PCi ai centri sociali!) é sempre stato emarginato nella "sinistra" attenta agli interessi sindacali e al livello istituzionale più che al nocciolo della questione della formazione (salvo poi recuperare la gente da morta... come Tom Benettollo), fosse un educatore, un pedagogista, un regista, un etnomusicologo, uno storico, un antropologo, un giornalista, un cantautore impegnato o un dirigente associativo si chiamasse Biagi o Pagliarini, Susi o Malaguzzi, Lombardo Radice o De André, Pasolini o Volpicelli, Rosi o Marini (Giovanna), Leydi o Bosio, Carpitella o Sabatucci, ecc.
E intanto relitti neofascisti, mercenari transfughi della "sinistra", cloni del nazionalismo ottocentesco, qualunquisti, piduisti utilizzavano tecniche già in uso al tempo di Byron, di Crispi, di Wagner, di Gobineau, di Goebbels, di Evola, creavano riferimenti a Tolkien (i "campi hobbits" di Rauti da cui sono passati tanti dirigenti di AN) e a Pontida (il leghismo), rilanciavano l'oscena polemica sulle foibe (col beneplacito di Violante), riciclavano simbologie mortifere, si appropriavano delle tifoserie organizzate, occupavano posti al Ministero degli Esteri, contaminavano la "sinistra col mito thatcheriano e col craxismo...
E la "sinistra" credeva di salvarsi dietro il fragile baluardo della Resistenza resa essa stessa un rito....
A Nord come e più che a Sud.