é tipico di quel buonismo "di sinistra" che ha consegnato per indifferenza ed ignoranza 2 generazioni prima al craxismo e poi al berlusconisnmo ed al neofascismo aver dimenticato l'importanza degli strumenti di costruzione dell'immaginario collettivo nella formazione della personalità, delle scelte etiche, di quelle politivhe, dei modelli di consumo, dei modelli di relazioni interculturali, ecc. .
Non serve citare le decine di ricerche, negli ultimi 50 anni, su tale tema, oggi studiato (a quanto pare inutilmente) nelle facoltà di sociologia, scienza della comunicazione, ecc. e del tutto sottovalutato dalla "sinistra", mentre viene sistematicamente applicato dalle forze più oscure del Pianeta.
si pu?, per brevità, ricordare la grandissima importanza che ebbero nella conformazione delle opinioni pubbliche il Disneysmo, il cinema hollywoodiano (anni '20-anni '60), la cinematografia nazista, quella fascista, quella sovietica, i fumetti dei supereroi yankee, quelli fascisti, quelli filocolonialisti alla Tin-tin, il ruolo ideologico delle soap-operas (assai più letali delle falsificazioni dei TG), l'attenzione che la sinistra aveva in Italia a tali temi negli anni '50 (dal "Pioniere" per i bambini alla cinematografia postneorealista), l'uso fatto da Pino Rauti (e dal suo discepolo e genero Alemanno) dell'opera di Tolkien, il senso ideologico dei "peplum films", le battaglie culturali (e fisiche) combattute attorno a films come "La battaglia di Algeri" da un lato e "Africa addio", "I berretti verdi", "Rambo", ecc. dall'altro.
spiace che una "sinistra" buonista ed ammaliata dagli USA ben prina di Obama dimentichi che, ad esempio, Miller sia stato attaccato duramente proprio negli USA come fascista dichiarato dai giornali più autorevoli (guardare i riferimenti su google), il suo fumetto definito oscenamente razzista proprio negli USA, il suo films smontato pezzo per pezzo dai critici cinematografici e dagli intellettuali USA.
spiace che non ci si renda conto di tutto ci? quando da un lato ci sono, lo ripeto, centinaia di tesi di laurea e di libri importanti su questo tema, trattato anche da Eco, De Mauro, Lombardo Radice, ecc. e dall'altro ci sono rievocazioni gladiatorie ad Esquilino organizzate dai relitti della xenofobia e sinofobia e provocatori che usano come avatar e presentazione citazioni da uno dei peggiori films spazzatura razzista e fascista degli ultimi 30 anni.
é logico che simili "buonisti" siano coloro che poi sono costretti a piangere a posteriori e inutilmente sulle sconfitte della "sinistra", sul razzismo istituzionale, ecc., senza capire che la battaglia contro l'orrore razzista e fascista si combatte anche e soprattutto (come spiegava già 65 anni fa Gramsci, di cui resta insuperata l'analisi del valore ideologico dei romanzi d'appendice, e come rispiegava 30 anni fa Pasolini, che già nel 1974 ammoniva contro il "nuovo fascismo televisivo") sul terreno della costruzione del'egemonia culturale e che tale terreno vede nella produzione dell'immaginario collettivo (una volta con affreschi, giullarate, roghi spettacolarizzati, ecc., poi con cimiteri di guerra, cartoline illustrate, canti patriottici, toponomastica, monumenti, ecc., poi ancora con radio, fumetti, posters, poi con cinema, TV, ecc.) la sua parte forse più importante.
certo, ognuno, anche i buonisti "di sinistra" ed i finti radicali/estremisti "di sinistra" (capaci solo di mercificare il Ché o Marcos), ha il dirito di suicidarsi come vuole e sottovalutare questi aspetti, da Giotto ai Gesuiti, da Eisenstein alla Riefenstahl, da Pasolini a Mc Luhan: é una ottima e sicura forma di suicidio collettivo; però il fatto é che tale suicidio, purtroppo, coinvolge tante, troppe persone che non vorrebbero suicidare se stesse e le proprie idee, esattamente come quando l'autista di un bus é drogato. e questo io non lo accetto, mi spiace.
dunque continuerò sempre a sottolineare il fascismo di chi usa Tolkien e quello, di ben più basso livello, di Miller, della Lega, dell'Associazione Roma Caput Mundi, dell'Associazione "Lepanto", quello di chi si aggrappa ai miti falsi della "romanità" o della "grecità" o della "celticità"e quello di chi attraverso strumenti potentissimi di costruzione dell'immaginario collettivo criminalizza di volta in volta la civiltà persiana, quella islamica medievale, quella cinese, quella berbera, quella cartaginese, quella yoruba, quella siropalestinese, con lo scopo di sempre, dei tempi degli aguzzini spartiati, dei genocidari romani, dei massacratori crociati, degli inquisitori cattolici, dei colonialisti dei secoli XIX e XX: instillare nella gente comune (ed in particolare nei ragazzi e nei giovani) il suprematismo occidentale, il razzismo, il disprezzo per l'alterità, recentemente (secoli XIX-XXI) il senso di una falsa continuità cultural-identitaria SOLO con quelle grecità e romanità prefabbricate, reinventate, sbiancate, ripulite dei loro inenarrabili orrori.
e lo farò non per convincere i razzisti (che per recuperarli ci voglionno mezzi più...concreti) o i buonisti (che sono coscientemente o incoscientemente suicidi), ma per stimolare l'attenzione di chi non é infettato dal cancro razzista o dall'oppio buonista e pu? autonomamente decidere di non farsene infettare.
e, per concludere, preciso che non sono per la censura ideologica (o di altro tipo) delle opere culturali, ma per una lotta aperta, con tutti gli strumenti dell'analisi, della scomposizione, della denuncia e laddove necessario del pacifico e deciso boicottaggio di quei prodotti quando veicolano ideologie razziste e, soprattutto, sono per un impegno costruttivo di chi non vuol essere complice dei razzismi, un impegno di costruzione effettiva di immaginario collettivo diverso e alternativo (e soprattutto fonato sulla verità storica), attraverso tutti i canali, dal gioco al fumetto, dal film al vetrinismo, dalla soap-opera al libro, dal teatro alla canzone, dallo spot al poster, dalla figurina allo striscione, dal museo al festival.
chi ha a cuore il presente e il futuro lo ha sempre fatto, lo fa, lo farà; gli altri sono quegli "indifferenti" su cui Gramsci riversava il suo giusto odio (per usare il suo termine, oggi considerato estremista) come ostacolo al progresso umano.