Roma 4 Settembre 2008 ore 17:26
Il governo, il premier Silvio Berlusconi, non possono far finta che chi ha cercato di accreditare le politiche italiane come "xenofobe e razziste" non abbia arrecato un grave rischio alla sicurezza nazionale e internazionale, oltre che a quella dei cittadini italiani e stranieri.
Dopo il pronunciamento della Commissione europea chiediamo vi sia una presa di posizione politica di chi ha sostenuto, sbagliando pericolosamente, impuniti facinorosi, che questo giornale ha denunciato smascherando le finte informazioni e propaganda. Se gli stessi scriveranno ancora un articolo, andranno in tv o nei luoghi dove sono in corso attività pubbliche sui nomadi ad accreditare false e ingiuste tesi, li denunceremo pur non volendo nuocere a giovani quali sono molti di loro utilizzati da cinici leaders politici dei quali per ora non facciamo i nomi. Perchè attendiamo le loro dimissioni per la gravità di ci? che hanno procurato all'Europa e al contesto internazionale.
Il ministro Roberto Maroni pu? dirsi soddisfatto. La Commissione Europea, dopo l'analisi condotta sul rapporto relativo al censimento dei campi nomadi, ha definito le misure adottate dall'Italia "non discriminatorie" e quindi in linea con il diritto comunitario.
Si riferiscono alle impronte digitali? Perchè questo l'Italia e il ministero dell'Interno hanno proposto all'Europa, di considerare insieme al reato di immigrazione clandestina le impronte digitali ai nomadi e ai soggetti esposti a sfruttamento quali condizioni di sicurezza internazionale per i soggetti a rischio.
Comunque, una bella vittoria per l'Italia. Il giudizio positivo dell'Europa è un passaggio istituzionale importante e necessario, soprattutto speriamo che metta a tacere (ma ci crediamo poco) le false voci di dissenso e protesta che finora hanno potuto operare nei campi e tra gli immigrati seminando solo zizzania. Noi la chiamiamo così, altri la chiamano disinformazione politica a scopo di sommossa. Atteggiamenti così gravi che non possono essere minimizzati o taciuti. Noi non lo faremo continuando a chiedere garanzie di sicurezza e verità a favore prima di tutto dei nomadi stessi e dei cittadini italiani per una civile e possibile convivenza.
Il nostro giornale, il ministro Maroni e altre autorità ricorderanno, ha denunciato con vigore le false accuse sulle misure "razziste e xenofobe" ( così erano state definite) da parte di alcuni esponenti anche europei informati da operatori contro i provvedimenti varati dal governo su indicazione del premier. Abbiamo avuto ragione, purtroppo. C'è stata una pericolosa montatura, che ha rischiato di creare un clima di scontro e di protesta tra nomadi, immigrati e cittadini, più volte sull'orlo di precipitare in scontri dalle conseguenze internazionali immaginabili. Un rischio evitato grazie al buon senso e all'operato rigoroso e scupoloso delle autorità europee, dei commissari che sono venuti in Italia per i sopralluoghi, e delle autorità politiche tra cui la Romania, che hanno collaborato senza pregiudizi con il governo italiano evitando i tentativi di disinformazione di alcuni organi di stampa collegati a partiti politici. Una situazione che non si deve ripetere e per questo chiediamo alle segreterie di tutti i partiti di essere più vigili e cauti nell'aderire alle campagne sugli immigrati difendendo con onestà i diritti dei più deboli e non gli errori commessi. La situazione dei campi resta grave e inaccettabile.
Tuttavia il documento sui censimenti inviato da Roma ha consentito ai commissari interessati di constatare che "né le ordinanze, né le linee direttrici, né le condizioni di esecuzione delle misure prese autorizzano la raccolta di dati relativi all'origine etnica o alla religione delle persone censite", come ha spiegato Michele Cercone, portavoce del Commissario alla giustizia, alla libertà e alla sicurezza Jacques Barrot. Era invece quello che avevano denunciato al Parlamento europeo alcuni deputati radicali, della sinistra radicale e riformista, supportati in particolare dall'organo di informazione La Repubblica, che ha sostenuto su questo tema una inaudita campagna stampa diffamatoria nei confronti dello Stato italiano. Oltre tutto indicando come "razzista" la libera espressione della propria origine etnica e appartenenza religiosa.
Chiaro e stigmatizzante anche il pronunciamento sulle impronte digitali: "Viene fatto solo al fine di identificare persone che non è possibile identificare in altro modo", ha riferito il portavoce. E poi ha ammesso un principio importante per le legislazioni future anche di altri Paesi membri e cioè che il "sistema è valido in particolare per i minori nei confronti dei quali questi rilievi vengono effettuati solo nei casi strettamente necessari e come ultima possibilità di identificazione". Lo abbiamo spiegato con articoli direttamente partecipati che è una garanzia importantissima consentire per legge agli Stati europei la conservazione delle impronte dei minori sia per la ricerca che per le identificazioni, come le autorità Ue hanno accolto.
"La buona cooperazione tra le autorità italiane e Bruxelles - ha osservato giustamente Cercone - ha consentito di verificare le linee dei provvedimenti presi e di correggere tutte le misure che potevano dare luogo a contestazioni".
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