Lugano: condannati tre ladri rom
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18.12.08 18:36 | Ticino |
La refurtiva ammontava a mezzo milione di franchi. Una trentina i furti. Pene per quattro anni e nove mesi
Rubavano con il metodo del campanello. Suonavano, si accertavano che la casa fosse vuota. Quindi passavano all’azione. Due entravano a svaligiare, il terzo faceva il palo. Agivano di mattina. ôPerché la gente va a lavorareö. Entravano dalla finestra scassinandola. ôPerché è tecnicamente più sempliceö. Sceglievano le villette. ôPerché sono più forniteö. Rubavamo unicamente oro, contanti e gioielli. Così hanno spiegato stamane i tre imputati a processo di fronte alla corte delle assise correzionali di Lugano, presiedute dal giudice Marco Villa.
Sul banco degli accusati, una 24enne croata con 5 figli a carico. Accanto a lei, due uomini di 23 e 24 anni, rispettivamente di nazionalità rumena e serba. Tutti e tre di etnia rom.
Gli imputati dovevano rispondere all’accusa di ripetuto furto aggravato, in tutto una trentina, commessi prevalentemente in Svizzera interna e nel Sottoceneri tra l’ottobre del 2007 e il maggio 2008. Complessivamente il valore della refurtiva si aggira attorno al mezzo milione di franchi.
Per questi furti e altri reati minori, il giudice Marco Villa ha condannato gli imputati, rei confessi, a una pena complessiva di 4 anni e 9 mesi. Alla 34enne, autrice di 29 furti, il giudice ha inflitto una pena di 2 anni e 2 mesi, di cui 12 da espiare. Sulla donna, come sul 24enne serbo, il giudice ha riconosciuto l’aggravante di furto per mestiere e per banda. Al giovane serbo, autore di 15 furti, è andata una pena di 24 mesi di cui 14 espiare. Al 23enne rumeno autore di 5 furti sono stati inflitti 7 mesi sospesi per un periodo di prova di 2 anni.
I tre sono domiciliati a Rho, nella periferia di Milano. ôMa perché venivate a rubare in Svizzera?ö Ha chiesto il giudice. ôIn Svizzera si ruba meglio, non ci sono né allarmi né sbarreö, ha detto con un sorriso di compiacimento il 24enne residente nel campo nomadi di Rho.
Il procuratore pubblico Maria Branda aveva chiesto per gli imputati complessivamente 4 anni e 5 mesi di detenzione. Il magistrato non ha dubbi: ônon si tratta di ladri di polli, ma ladri per mestiere, spinti da una ferrea volontà. Sono trenta i furti, e non unoö, ha detto il procuratore. Su di loro inoltre pesa l’aggravante della banda. ôUna storia, quella ripercorsa oggi in aula, che ha il sapore del Classicoö, ha detto Branda. Si tratta di rom che abitano la periferia di Milano che giungono in Svizzera per saccheggiare.
Nei loro interventi gli avvocati difensori hanno invece posto l’accento sull’assenza di violenza con cui i loro assisiti hanno messo a segno i colpi. ôNon sono banditi, ma ladri che rubano per necessitàö.
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