naturalmente vasco va OT anche qui: non gli riesce neppure volendo di scrivere 2 righe sul tema del topic, qualunque esso sia....
non c'é topic, aperto da chiunque, su qualsiasi tema (ricerca scientifica, razzismo, cultura, storia, ecc.) che abbia un legame col termine "cultura" in cui il povero vasco riesca a non andare OT, il che é ovvio perché lui é OT rispetto all'intera cultura planetaria, esclusi i livelli più rudimentali della provocazione e del trollismo...
tornando al topic, la "úcolonizazione" umana di Marte é ancora assai lontana ("colonizzare" un Pianeta non é come "colonizzare" l'Australia...) e cosa ben diversa da compiere qualche missione umana o anche installare una base stile Antartico.
"colonizzare" un pianeta significa risolvere problemi immensi:
- economici (e mi pare che in questa fase ad esempio ci siano problemi per la NASA anche solo per finanziare le micromissioncine previste nei prossimi 15 anni..);
- di rapporto costi-benefici (i minerali estratti, ad esempio, dovrebbero essere lavorati in loco, perché il costo di trasporto sulla Terra é inacettabile);
- di "terraforming", che implica questioni ecologiche, sociali, tecniche, ecc.
Se teniamo conto da quanti anni l'Uomo va nello spazio (oltre 45) o é sbarcato sulla Luna (vari decenni), noteremo che la mitizzazione delle possibilità di "colonizzazione spaziale" é stata fortemente raffreddata negli ultimi 15 anni e soprattutto le missioni (automatiche o umane) verso altri pianeti, a differenza di quelle per la creazione di stazioni orbitali (che hanno avuto ricadute tecnologiche, meterologiche, scientifiche, per le comunicazioni, anche di rilievo economico), NON HANNO AVUTO ALCUNA RICADUTA economica che ne giustificasse il rapido sviluppo (che infatti non c'é stato).
Tanto per fare un esempio estremo e assai diverso, 50 anni dopo il viaggio di Colombo nel "Nuovo Mondo" la Spagna aveva già costruito le basi dello sfruttamento minerario e schiavista delle terre prima incognite (e con livelli tecnologici e durate dei viaggi ben diverse da quelle attuali nello spazio), ma ovviamente simili ordini di grandezza di benefici delle "colonizzazioni" sono del tutto impensabili nel caso di altri pianeti, almeno al livello tecnologico-economico attuale.
Dunque io credo sarebbe bene non farsi prendere dai facili entusiasmi (sempre che "colonizzare" e "terraformare" Marte sia più urgente che dare risposta alle questioni dei genocidi e degli ecocidi o dell'AIDS e della malaria sulla Terra...) come si fece inutilmente con le missioni Apollo (che sono servite solo a giustificare le ricerche missilistiche di interesse militare...).
Gli stessi esperti più interessati a pompare l'importanza di quelle possibilità e missioni (perché ne va del loro stipendo), ossia quelli della NASA, hanno sempre detto che la vera "colonizzazione" (ossia creazione anche di miniere, città, ebc.) su Marte avverrà solo, eventualmente, nel XXII secolo, quando credo che nessuno di noi sarà vivo.
E nel XXII secolo chissà quali saranno gli equilibri economico-politici mondiali e quindi il soggetto che potrà esere autore di quei processi? magari qualche realtà estremo-orientale (sempre ammesso che la società complessa e tecnologica non si suicidi prima)?
Né si pu? sperare di avere, in tempo, Marte come "pianeta di riserva" se continuiamo a distruggere l'ecosistema terrestre, ovviamente.
Quindi lasciamolo ai Guzzanti (che se incontrassero i fanatici delle Termopili avrebbero tanto nuovo materiale per far crepare dal ridere gli spettatori...) e proviamo a pensare come contribuire a non ridurre con la desertificazione (figlia del modello ecocida occidentale generalizzato a forza nel Mondo) la Terra come Marte...
diceva uno splendido slogan della Lega Ambiente degli anni '80 , relativamente alla Terra: "E' l'unica che abbiamo".