concodo con voi; questo atteggiamento é diffusissimo (in primo luogo da parte degli Italiani, leggermente meno da parte di Inglesi e Francesi( non solo in Cina.
Escludendo i turisti, io posso dirvi che a Dhacca (Bangladesh) c'é una presenza di circa 150 Italiani (tecnici, cooperanti, rappresentanti delle ditte come Oviesse e Armani che hanno delocalizzato nelle fabbriche schiaviste del posto le produzioni) che frequentano solo il Club Inglese, i ristioranti armeni, thailandesi, giapponesi, messicani, indiani...per stranieri e le pizerie e ristoranti...Italiani.
Gli altri Occidentali fanno quasi altrettanto, da bravi eredi dei peggiori atteggiamenti coloniali.
Ad Addis Abeba (Etiopia) gli Italiani sono olre 3.000, gli Occidentali decine di migliaia; una parte ci vive da decenni ed é integrata nelle abitudini alimentari locali e va nei ristoranti (di lusso) etiopi, un'altra riempie...pizerie, fast-food, ristoranti giapponesi, armeni, turchi e, perché no...cinesi.
A Tunisi, il Cairo, Akkra (Ghana), per parlare di alcuni loghi dove ho lavorato, idem.
A Tunisi 4 anni fa una delegazione uficiale della Regione Sardegna (giunta centrodestra all'epoca) che era in loco per 1 settimana per un progetto di copllaborazione con le controparti istituzionali tunisine sull'artigianato (e che era formata dai funzionari con mogli e figlie al seguito...; 14 persone) protestava perché l'ONG con cui collaboravo li potava a mangiare la vera cucina tunisina in locali neppure tanto bettola ma non di lusso e infine si orientò a saltellare fra le pizzerie, i fast food, un ristorante turco ed uno cinese.