nonostante che (guarda caso soprattutto da parte di certi utenti e non certo da parte di chi come fiolbrothers di cinema se ne intende davvero) su questo Forum si sia talora volutamente sottovalutato l'impatto politico-culturale di certe mistificazioni cinematografiche spacciate come "rielaborazione fantastica" ("300", l'ultimo gilm di Spike Lee sul massacro di S.Anna di stazzema, ecc.), questo caso conferma in pieno che il cinema, specie quando tratta o cita eventi storici, non é MAI neutrale.
Non lo erano "Via col vento", "Spartacus", "La battaglia d'Algeri", "I berreti verdi", "Guerra e Pace", "Africa addio", "Rambo", " "Troy", "Lawrence d'Arabia", "300", "L'Arpa birmana", "Ben Hur", "Mission" (naturalmente a livelli ben diversi fra loro) ecc., non lo erano la cinematografioa hollywoodiana, quella sovietica, quella nazista, quella fascista, quella giapponese, quella cinese, ecc.
Sa quel che viene descritto nel post (il film non l'ho certo visto) il film n questione si olloca perfettamente in un quadrio di revisionismo sulla triangolazione Taiwan-Cina-Giappone.
Su questo vorrei ricordare solo alcuni elementi:
* i 50 anni di occupazione giapponese di Taiwan non furono solo un periodo di sfruttamento ed oppressione ma (assai più che nelle aree occupate dai Giapponesi nella cina continentale negli anni '30) di "giapponesizzazione" della cultura, dell'immaginario collettivo, dell'ideologia dei Taiwanesi, secondo pratiche del resto impiegate dalle caste militariste al potere in Giappone dall'epoca post-Meji; ci? avvenne nella scuola, nei libri, nei giornali, alla radio, nel teatro, nei fumetti, nel cinema, ecc.:
* una delle conferme di tale processo, che portò ad un ampio collaborazionismo dei Cinesi di Taiwan coi Giapponesi (maggiore di quello che, comunque, ci fu nella Cina continentale), fu il fatto che alcuni Cinesi di Taiwan si arruolarono perfino fra i kamikaze giapponesi (vedi: Emiko Ohnuki-Tierney "la vera storia dei kamikaze giapponesi", Bruno Mondadori, 2004 );
* molti ex-collaborazionisti locali trovarono protezione dal Kuomingtang quando esso fuggì a Taiwan dalla Cina continentale nel 1949 per la stessa scelta di riciclaggio della feccia nazista-fascista-nippomilitarista che fecero i servizi segreti ed il Vaticano in Europa, gli USA in Corea e a Taiwan, ecc..
E' evidente che un film in cui il rapporto fra Cinesi di Taiwan e Giapponesi (oggi e tanto più nel 1945) viene illustrato coi toni della Madama Butterfly diventi un caso politico, tanto più quando autorità politiche taiwanesi addirittura si permettono di consigliare i Cinesi continentali di vedere il film "per capire i taiwanesi".
Ecco i pericoli mortali delle operazioni revisioniste spacciate da intrattenimento e cultura! Ha ragione il grande storico francese Vidal-Naquet a chiamare revisionisti e negazionisti "assassini di carta" e "assassini della memoria" e negare loro quel diritto alla libertà di espressione che a chi falsifica la realtà per costruire miti che cancellano gli orrori del passato non devono essere, appunto, garantiti, come del resto non li garantisono in parte molte legislazioni europee, prima fra tutte quella francese (ma purtroppo, ipocritamente, solo in difesa degli Ebrei e non delle vittime degli orrori del militarismo giapponese e del colonialismo occidentale...).
Qui non si tratta di censura su aspetti scomodi per un governo o erotici o simili (io sono contro la censura), ma di evidenziare duramente cosa ci sia dietro questa operazione, non meno che dietro altri films spacciati per "apolitici" (a differenza di quelli maoisti, fascisti, sovietici, nazisti, della Repubblica Spagnola, americani di guerra, cubani, ecc. che non nascondevano la loro politicità esplicita) ed invece evidenti elementi di una camoagna di riscrittura mistificata a tavolino della Storia.