1) la Spagna ha una realtà socioeconomica ben diversa dall'Italia e non sono paragonabili le situazioni migratorie dei/nei due Paesi (basti pensare al diverso ruolo dell'agricoltura nell'economia nazionale);
2) é assurdo stupirsi della durezza delle misure spagnole dato che la politica migratoria del governo Zapatero non é figlia dell'Oriente, dell'Islam, della RPC o dell'Unione Africana ma di quello stesso Occidente di cui parlo nel commento e che é la caua prima storica (ed attuale) dei drammi migratori africani; del resto:
- la Spagna occupa ancora illegalmente Ceuta e Melilla in Marocco, come retaggio del suo ex-dominio coloniale su larghe aree di quel paese (e quindi della sua corresponsabilità, assieme alla Francia, della sua condizione), il che prova l'essenza della sua politica verso l'Africa;
- la Spagna é stata storicamente un protagonista di primo piano del genocidio degli amerindi in particolare e più in generale della prima fase del colonialismo europeo (quella "vecchia", XV-XVII secolo) nelle Americhe, in Africa del Nord ed in Asia (Filippine) e quindi la sua politica attuale risente di tale eredità (senza la quale sarebbe un Paese più povero del Mali e non avrebbe i tesori d'arte e di architettura che le danno una rendita turistica rilevantissima);
- la Spagna é stata in Marocco protagonista di repressioni coloniali feroci nella seconda fase coloniale (XIX-XX secolo) che nessuno, neppure le forze di sinistra spagnole ha mai rinnegato o analizzato a fondo; basti pnsare che mentre Franco (che era stato uno dei generali che avevano guidato quelle repressioni coloniali in Marocco, prima, e quella contro i minatori delle Asturie spagnole poi) ha usato nella guerra civile le truppe coloniali marocchine, i comunisti usavano argomenti razzisti ("arrivano i Mori a insozzare le nostre città e campagne!") contro tali truppe invece di chiamarle a ribellarsi (come proponevano gli antifascisti italiani delle Brigate Internazionali): su questo aspetto c'é stato un interessante convegno a Malaga nel 1996.
Essere di estrema destra (sottolineo estrema) vuole quasi sempre dire anche (ma non sempre) essere difensori del razzismo e del peggio dell'Occidente; essere di sinistra (specie in Occidente, dove TUTTI viviamo dei privilegi frutto della rapina plurisecolare verso il resto del Mondo), purtroppo, non vuole altrettanto quasi sempre dire essere antirazzisti e capaci di analizzare le colpe storiche dell'Occidente; basti pensare alle analisi di Karl Marx in "La questione indiana" e "La questione irlandese" dove difende l'imperialismo britannico in India (schematicamente perché distruggendo con le leggi, la fame e la violenza la piccola proprietà agricola e l'artigianato indiano crea quel proletariato che farà la rivoluzione...) e lo condanna per l'azione in Irlanda (bianca, cattolica, europea...).
Basti pensare al fallimento della linea asservita al pensiero occidentale marxista delle rivolte operaie in Cina negli anni '20, perseguita dalla prima direzione del PCC, linea che verrà ribaltata vittoriosamente da Mao che punterà invece sui contadini come forza principale della rivoluzione.
Basti pensare che dal 1949 in poi, solo in Vietnam una lotta di liberazione nazionale é stata guidata da un Partito comunista, dato che a Cuba, in Angola, in Algeria, in Mozambico, in Marocco, in Tunisia, in Senegal, in Guinea Bissau, in Congo, ecc. i partiti comunisti filo-sovietici o hanno avversato la lotta o sono stati inglobati da movimenti nazionalisti resisi egemoni malgrado loro, che semmai si sono autodichiarati marxisti solo una volta preeso il potere per godere dell'appoggio sovietico contro gli USA (vedi Cuba, Angola, Mozambico, ecc.).
Basti pensare che il PC francese per i primi anni della guerra d'Algeria espelleva i suoi militanti che disertavano l'esercito coloniale francese impegnato a reprimere la lotta di liberazione algerina, perché il PCF sosteneva che l'Algeria "é Francia" e che i ribelli erano "deviazionisti nazionalisti" e cambio' posizione solo su "consiglio" dell'URSS.